Commenti disabilitati su 1 POSTO PRECARIO COSTA 21,538.462 EURO IN CALABRIA! 8 Feb 2017

Il costoso piano di lavoro precario dell’attuale Regione Calabria.

Il 7 Febbraio 2017, scordando di mandare un rappresentante all’incontro in Prefettura con il Comune ed il Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso (CCLD), la Regione Calabria ha presentato il suo Piano d’Azione Occupazione e Inclusione per il 2017. (1)

Si tratta del solito cospargere e spreco delle risorse pubbliche disponibili senza la minima progettazione socio-economica strategica, e senza la minima ricerca delle necessarie sinergie cumulative che potrebbero fare nuovamente decollare la nostra Regione. Non si prende neanche il tempo – ad esempio con lo spreco ricorrente dei corsi di formazione senza nessuno sbocco prevedibile – di adattare il blueprint ideato per le economie ed il mercato del lavoro dei paesi nordici europei alle nostre condizioni locali. 

Di più, si ignora i doveri costituzionali rispetto al necessario intervento dello Stato ai suoi vari livelli quando il settore privato non è in grado di risolvere solo i problemi e rispondere agli interessi generali delle cittadine/i. O quando si tratta di zone montane. Le risorse vengono dunque direttamente trasferite, tramite bandi cosiddetti « pubblici » , dalle casse pubbliche nelle tasche private. Oggi, questo avviene con l’aggravio dello spreco meglio organizzato dei fondi europei (FSE e PAC). Si aggiungono solo altri elefanti bianchi in una Regione impoverita, mal governata, la quale, per colmo, usa più terreni disponibili delle altre regioni … aggiungendo così il dissesto delle zone urbane e semi-urbane al dissesto idrogeologico generale. 

Ebbene questa operazione è costosissima. Per il 2017 il Piano prevede l’allocazione di 280 milioni di euro per la creazione potenziale di 13 000 impieghi, per lo più precari e senza avvenire. Una semplice divisione mostra che la creazione di un tale posto di lavoro precario costa 21,538.462 euro per un tasso di occupazione attorno a 38 %. Il che sembra proprio essere l’Indice di efficienza del governo regionale attuale. 

Il CCLD amerebbe sentire il governo regionale e i vari professori di economia sul soggetto.

Si nota che questo Piano non risolve affatto le mancanze gravissime del Jobs Act, il quale è una vera e propria incitazione ai licenziamenti, ai voucher e al lavoro nero. Sopratutto non risolve la grottesca incoerenza del cosiddetto Social Act, cioè la catena infernale del Jobs Act, della Naspi, della Asdi, del Sia e dell’Ise – quest’ultimo limitato a 3000.00 euro annui di reddito e 5000.00 immobiliari per il nucleo famigliare (!) (2)

Va sottolineato che il Jobs Act a regime nel 2015 sprecò 18 miliardi di euro. Al contrario, la RTT – riduzione legale del tempo di lavoro in Francia – della « gauche plurielle » aveva costato solo 23 miliardi di euro, per di più provenienti dalle varie somme altrimenti sprecate in vari programmi di assistenza sociale ed altri esoneri al padronato, senza nessuna controparte in materia di creazione di posti di lavoro. 

In effetti, in solo due anni, la RTT creò direttamente attorno a 350 000 impieghi a tempo pieno con 35 ore pagate 39. Questi posti di lavoro a tempo indeterminato riabilitarono il potere di acquisto dei focolari – le ore di lavoro effettivo includevano 4 ore in media sotto forma di ore supplementari dunque maggiorate. Ma ci fu anche la riabilitazione dei contributi sociali su busta paga assieme alla parte fiscale della busta paga. Naturalmente, con i contributi sociali si salvava i programmi sociali – sanità, pensione, ammortizzatori sociali, ecc – mentre la parte fiscale della busta paga permetteva allo Stato di rinnovare le infrastrutture pubbliche necessarie ad una vita civilizzata … e allo sviluppo socio-economico sostenibile. 

Con i soldi sprecati in Italia con questi tipi di miseri Piani – senza parlare dei 350 miliardi di euro annui sprecati in tax expenditure e quasi altrettanti in evasione fiscale – si potrebbe finanziare 3 o 4 RTT … a 32 ore settimanali con stessa paga iniziale ma servizi sociali e infrastrutture bonificati. 

Questa è vera e propria latitanza istituzionale aggravata da un mimetismo concettuale da servi in camera. Se non si cambia d’urgenza, la terza-mondializzazione del nostro Paese e della nostra Regione sarà irreversibile.

In Italia, e sopratutto in Calabria, lo sviluppo socio-economico deve per forza passare dal rispetto della Costituzione e dalla certezza della legge, uguale per tutti. Certezza della legge da non confondere con strumentalizzati discorsi sulla certezza delle pene … solo per i più deboli.

Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso.

San Giovanni in Fiore, 8 Febbraio 2017

Note:

  1. Vedi Presentato dal Presidente Oliverio e dall’Assessore Roccisano il Reddito di Inclusione Attiva e il Piano d’Azione Occupazione e Inclusione  Lavoro – Catanzaro, 07/02/2017 http://portale.regione.calabria.it/website/portaltemplates/view/view.cfm?3269
  2. Per questi argomenti vedi la Categoria « Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso » nel sito http://rivincitasociale.altervista.org

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