Commenti disabilitati su CHIUSURA DELL’EX-ILVA: ECCO LA MESSA IN SCENA DELLA CHIUSURA, 15 novembre 2019

Come chiudere le imprese con la maschera di un decreto salva imprese, 2019.

1 ) Atto 1 : Nel caso ex-ILVA, creare un alibi per permettere alla multinazionale di ritirarsi senza pagare le spese dando puro spazio alla magistratura per accelerare la chiusura, legittimandola.

« Sull’ex Ilva, è stato abolito lo scudo legale con la soppressione dell’articolo 14 del decreto, il quale escludeva “la responsabilità penale e amministrativa del commissario straordinario, dell’affittuario o acquirente” dell’azienda “in relazione alle condotte poste in essere in attuazione del Piano ambientale”. » in « Approvato il decreto salva imprese: ecco cosa cambia » in http://www.ilgiornale.it/news/economia/approvato-decreto-salva-imprese-ecco-cosa-cambia-1773908.html

2 ) Atto 2: Chiudere in catimini creando un fatto compiuto con il mancato approvvigionamento e pretestando ragioni ambientali e di salute per fare avallare gli esuberi – senza ricollocamento a tempo pieno – ai oltre 10 000 lavoratori e loro famiglie.

« Piano serrato per la chiusura: a metà gennaio Ilva spenta

La procedura era già stata annunciata ai sindacati martedì sera della scorsa settimana a Taranto e notificata ai sindacati la mattina del giorno successivo, poco prima che i Mittal si recassero al confronto col premier Conte e col governo. Sul tavolo odierno non c’è solo la procedura di restituzione – che i sindacati contestano, tant’è che si sono fatti degli scioperi sia a Taranto che negli altri siti Mittal – ma anche il piano di fermate impianti che la stessa azienda ha comunicato ieri.

Dietrofront di Mittal: “Ilva chiusa a gennaio”di GIULIANO FOSCHINI


Si parte da metà dicembre con l’altoforno 2, perché ArcelorMittal ritiene che Ilva in amministrazione straordinaria, proprietaria degli impianti, non riuscirà a fare i lavori di messa a norma nei tempi fissati dalla magistratura, e non modificati, né ancora soggetti a proroga, per cui lo stesso altoforno 2 verrà nuovamente sequestrato senza facoltà d’uso, portando il numero degli impianti attivi a Taranto da tre a due.


Ma anche per gli altri due altiforni restanti è fissata la fermata, ha fatto sapere ArcelorMittal chiudendo così a ogni possibilità di dialogo. A fine anno per l’altoforno 4 e intorno a metà gennaio per l’altoforno 1. Saranno fermate pure cokerie e centrali termoelettriche. Una fermata così massiccia, che blocca più di mezzo stabilimento, determinerà anche degli esuberi, ma le cifre collegate allo stop non sono state fornite ieri da ArcelorMittal, che si è riservata di farlo oggi nel tavolo al Mise. E oggi al Mise, mentre si svolgerà il confronto sindacati-azienda, ci sarà davanti al ministero un presidio dei delegati sindacali. » in
Ex Ilva, oggi l’incontro al Mise tra ArcelorMittal e sindacati, Attesi i numeri definitivi sugli esuberi. La multinazionale non fa retromarcia sullo spegnimento: via da Taranto a metà gennaio 15 Novembre 2019 https://www.repubblica.it/economia/2019/11/15/news/ex_ilva_oggi_l_incontro_al_mise_tra_arcelormittal_e_sindacati-241157241/?ref=RHPPLF-BH-I241158133-C8-P3-S1.8-T1

Conclusione: Questa gestione condotta contro gli interessi dei lavoratori e contro gli interessi superiori della nostra Nazione è una vergogna imperdonabile. Il M5S e la Lega ed in particolare Di Maio e il « cattolico» (?) Salvini ne portano l’intera responsabilità. I sindacati anche come pure il PD di Gualtieri and Co con il loro « mercato » Re. Con politici così il Sud e il Paese intero sono condannati in modo irreversibile allo sviluppo del sottosviluppo.

Paolo De Marco, ex-professore di Relazioni internazionali – Economia Politica Internazionale.

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