Commenti disabilitati su LETTERA ALLA DOTT. ROCCISANO: Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso

Care compagne, Cari compagni,

Fine giugno 2016, una parte consistente degli Invisibili ha deciso di rilanciare il movimento per il lavoro dignitoso su una base totalmente democratica. Il nuovo movimento si chiama Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso. Sosteniamo che la Costituzione, nata dalla Resistenza, debba essere rispettata. Oggi questo significa che devono lavorare tutte/i quelle/i atti al lavoro, lavorando meno pur di lavorare tutte/i ma con la stessa paga iniziale. 

In questo quadro generale il Comitato chiede a tutti i livelli governativi di rispettare il carattere mista dell’economia, intervenendo con determinazione in modo pubblico ogni volta che « l’interesse generale », l’« utilità sociale » e i beni pubblici o comuni sono messi in gioco. In certi casi, la Costituzione non esclude l’ « esproprio » delle imprese private o il trasferimento delle attività alle cooperative o agli Enti pubblici. 

Con la permissione del Comitato, vi giro la lettera mandata alla Dottoressa Roccisano e protocollata al Comune di San Giovanni in Fiore (CS). Chiediamo l’appoggio di tutte/i per provocare una presa di coscienza generale e uno cambiamento di rotta. Come era prevedibile, le politiche neo-liberali e l’austerità hanno fallito. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Secondo il POR 2016, in Calabria, la forza di lavoro attiva è di 42.3 % mentre la percentuale di cittadine/i alla soglia di povertà o a rischio di povertà è di 45.8%! Questa situazione è intollerabile. La nostra Costituzione indica con precisione la strada adatta per rimediare. (1)

Fate fiorire 10, 100, 1000, 10 000 Comitati cittadini in Calabria ed altrove in Italia!

Il Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso.

  1. Per i rimedi, incluso la necessaria nuova definizione dell’anti-dumping, vedi pure l’« Appello » in http://rivincitasociale.altervista.org. Come spiegato nel medesimo sito la controriforma costituzionale di Renzi-Gutgeld peggiorerà ancora le cose trasformando il nostro Mezzogiorno in periferia della periferia europea.

Ecco la richiesta: 

ALL’ATTENZIONE DI:

L’Assessore Regionale al Lavoro la Dott.ssa Roccisano

La Giunta Regionale della Calabria

Tutte le Consigliere/i della Regione Calabria

Il 30 giungo 2016

A: Dott.ssa Federica Roccisano

Cittadella Regionale

Località Germaneto (88100) Catanzaro

Da: Il Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso

87055, San Giovanni in Fiore (CS)

Italia.

Egregia Dottoressa Roccisano

Egregie Signore e Signori,

Il Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso di San Giovanni in Fiore (CS) (ex-Invisibili) è uno movimento civile, pacifico e costruttivo dei disoccupati e dei precari.

Durante un incontro con i disoccupati ed i precari tenutosi il 22 giugno 2016 nella sala comunale, il Sindaco di San Giovanni in Fiore ha annunciato la solita preparazione di un bando pubblico per 200 corsi di formazione aperti a tutte/i le cittadine/i. Si parla di una somma di 700 000 euro in fondi europei da destinare a questo bando. Saranno quindi meno di 3500 euro per candidata/o selezionata/o, dato che ci saranno delle spese amministrative. I criteri che si applicheranno a questo bando non sono ancora determinati. Questo annuncio deludente arriva dopo più di sei mesi di sciopero e di mobilitazioni pacifiche del nostro movimento! 

Sappiamo pero che ci sono già oltre 5500 domande di impiego senza risposta nella nostra Città. Sappiamo pure che questo tipo di corsi di formazione non permette un inserimento lavorativo stabile. Serve solo a mascherare i numeri ufficiali della disoccupazione ormai endemica nella nostra Regione. Siamo perciò costretti sottolineare che si tratta di un spreco di denaro pubblico nell’ottica di scenari puramente ideologici, se non clientelistici, scenari che non creano lavoro stabile e nessuna base di sviluppo socio-economico duraturo.

Chiediamo formalmente al Comune di San Giovanni in Fiore ed alla Regione Calabria di cambiare rotta e di ritornare a pensare il problema della disoccupazione e della precarietà in un modo più razionale.

Basandosi sui principi sacro-santi sanciti dalla nostra Costituzione (1), il nostro movimento dei disoccupati e dei precari ( ex-Invisibili) aveva chiesto la formazione di una o più cooperative pubbliche in modo da potere attingere ai fondi europei con 5 progetti già presentati al Comune ed alla Regione e qui allegati. Due altri abbozzi di progetti sono inclusi. Questi progetti iniziali furono descritti come « meritevoli » in un comunicato stampa dell’Assessore regionale del 4 aprile 2016. Visto lo sfascio socio-economico, il dissesto idrogeologico e la degradazione generalizzata del territorio della nostra Regione, altri progetti di lavori di pubblica utilità potrebbero e dovrebbero essere aggiunti.

Come abbiamo già fatto presente all’Assessore Regionale al Lavoro, la Dott.ssa Roccisano, durante l’incontro alla Prefettura di Cosenza il 17 marzo 2016, i disoccupati ed i precari non dispongono del 25 o 50% dei fondi necessari, secondo i casi, sotto forma di cofinanziamento per attingere ai fondi europei ed avviare i loro progetti. 

La o le cooperative debbono per forza essere pubbliche, il cofinanziamento necessario dovendo essere fornito dal Comune o dalla Regione o da ambedue le parti. Queste cooperative possono essere create ex novo o emergere come parte degli Enti pubblici esistenti, secondo la tematica dei specifici progetti. (2) Possono anche essere utilizzate forme di partnership tra le cooperative pubbliche e gli Enti pubblici esistenti per facilitarne la creazione e la gestione.

Questo è un dovere costituzionale. Dato l’alto livello di disoccupazioni per tutte le categorie di lavoratrici e di lavoratori si tratta di un dovere imperativo. L’Articolo 107 del Trattato di funzionamento della UE prevede varie eccezioni alla libera concorrenza – grande disparità regionale, alti tassi di disoccupazione incluso per le donne ed i giovani ecc. Per sfortuna, la nostra Città e la nostra Regione si qualificano sempre rispetto alle eccezioni previste. Il resto è questione di razionalità e di buona volontà politica.

Una somma di 700 000 euro buttata per la finestra non serve molto. Utilizzata invece come cofinanziamento a 25 % permetterebbe di attingere a 2 100 000 euro in fondi europei per una somma disponibile di 2 800 000 euro. Con uno cofinanziamento a 50 % la somma disponibile diventa 1 400 000 euro. In entrambi i casi, i progetti finanziati durerebbero almeno due anni – durata ordinaria dei finanziamenti europei – con la possibilità di diventare autonomi e perenni. Si creerebbe così anno dopo anno una logica socio-economica incrementale tale da fare uscire la nostra Città dal suo stato attuale di sviluppo del sottosviluppo.

Non ha senso buttare i soldi disponibili per la finestra per corsi di formazione non direttamente legati a progetti specifici e dunque senza nessuno futuro stabile. Non ha senso trasferire fondi pubblici nelle tasche private senza pianificare nessuna sinergia locale sul medio e lungo termine. Così facendo si creeranno solo altri elefanti bianchi senza nemmeno massimizzare le ripercussioni positive in termini di occupazione. (3) Nella drammatica situazione attuale, non ha nessun senso opporsi, unicamente per rigida scelta ideologica, alla creazione delle cooperative pubbliche necessarie per attingere ai fondi europei. 

Chiediamo al Comune di San Giovanni in Fiore ed alla Regione Calabria una risposta scritta nero su bianco se, si o no, saranno create la o le cooperative pubbliche necessarie per attualizzare il processo di sviluppo socio-economico contenuto nei nostri progetti qui allegati.

Chiediamo, in oltre, al Comune di San Giovanni in Fiore di seguire la stessa logica pubblica per negoziare e attuare un autentico Piano di Lavoro Locale con la Regione Calabria.

Chiediamo infine una risposta scritta e trasmessa nei tempi più brevi possibili.

Cordiali Saluti,

Il Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso  

Note:

  1. I dieci primi principi cardini della Costituzione sanciscono i diritti fondamentali tra i quali i diritti sociali. Gli articoli 41- 43 permettono l’intervento dello Stato e legittimano l’economia mista, le imprese pubbliche e le cooperative. L’Articolo 44 prevede eccezioni per le zone montane. Infine, queste eccezioni vengono riconfermate in modo ancora più ampio dall’Articolo 107 del Trattato di funzionamento della UE.
  2. Questi Enti pubblici esistono ancora (Parco Nazionale della Sila, SILAvoro, Calabria Verde, ARCEA, ecc.). Non è ammissibile che attorno a 50 milioni di euro spariscano di Calabria Verde senza immediate ed esemplari ripercussioni penali e senza che questi soldi pubblici siano recuperati dalla Magistratura. Altrimenti diventa un gravissimo affronto alle cittadine/i ed a tutti i disoccupati e precari, oltre ad assomigliare ad un modo criminoso mirato a delegittimare un Ente pubblico per meglio privatizzarlo.
  3. In Calabria la malagestione dei fondi pubblici è altamente reprensibile è più volte denunciata dalla Corte dei conti. Ad esempio, si spreca più terreno agricolo per costruzioni spesso abusive che nelle altre regioni italiane!

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