Commenti disabilitati su Commento rapido a « Difendiamo l’Europa dai bulli? » 20 ottobre 2018

di Pasquale Cicalese http://contropiano.org/news/news-economia/2018/10/20/difendiamo-leuropa-dai-bulli-0108662

Commento rapido: Non sono mai stato impressionato da de Cecco, per dire il meno … La liquidità internazionale di una moneta rimanda alle modalità del suo uso internazionale, non necessariamente alla strumentalizzazione del « pareggio o (del) deficit della bilancia dei pagamenti, sull’esempio statunitense.» Oggi, con i suoi surplus, l’euro conta già per attorno al 22 % delle riserve mondiali, ragione per la quale i Stati Uniti sperano apertamente nel suo fallimento.

Per stabilire il dollaro US come « suzerain currency», i Stati Uniti stabilirono per prima, alla Conferenza di Savannah, il nuovo standard Dollaro-Oro, cioè la convertibilità di 35 dollari US per una oncia di oro fino. C’era una ragione precisa: alla fine della Seconda Guerra Mondiale i Stati Uniti controllavano nelle camere blindate di Fort Knox oltre 80 % delle riserve in oro del mondo. Poi, aggiunsero il GATT (1) alle due gemelle di Washington in parallele con il Piano Marshall : cioè, delle line di credito offerte con interessi per comprare prodotti americani. Senza la ricostruzione subordinata ma accelerata dell’Europa dell’Ovest con il Piano Marshall, la riconversione riuscita dell’economia americana di guerra in economia di pace avrebbe portato ad una gravissima crisi socio-economica e politica, che comunque arrivò a metta degli Anni 50 con la sovrapproduzione di Big Steeel, una delle ragioni della guerra contro la Corea del Nord e del maccartismo.

Subito dopo fu aggiunto il pagamento di interessi da parte della FED alle Banche Centrali che accertavano dollari come moneta di riserve. Cosa che fecero tutti i Stati del cosiddetto « Mondo Libero » con l’eccezione della Francia di de Gaulle, anche perché i Stati Uniti dominavano il credito capitalista internazionale grazie alla loro dominanza del FMI e della Banca Mondiale. Alcuni paesi Non-Alienati come l’Egizio – Diga di Assuan – e l’India cercarono di trovare dei contrappesi a questa dominazione finanziaria unilaterale. Naturalmente questa politica del dollaro rafforzava i flussi commerciali già manipolati dal Piano Marshall, riorientamento questi flussi verso i Stati Uniti. Questa espansione portò all’espansione delle MNCs e delle basi americani all’estero per proteggere questi flussi. Questa espansione militare assieme alla guerra in Vietnam fu pagata stampando dollari, dunque abusando dei privilegi auto-conferiti alla dollaro come « suzerain currency ». (Vedi le belle analisi di Harry Magdoff, ad esempio in Monthly Review)

In effetti, il deficit – doppio – di Nixon-Connally aveva le sue ragioni primarie in quello che la GB – costretta a concedere l’indipendenza ai suoi Dominion all’interno dell’Impero poi trasformato nel 1936 in Commonwealth – chiamò « The Burden of Empire », i.e. le spese militari del mantenimento dell’Impero.

Poi venne il primo tentativo di strumentalizzare-controllare i petrodollari con il cambiamento della Regulation Q alla fine degli Anni 60, che modificò l’operato internazionale delle banche americane, manovra poi seguita dal riciclaggio dei petrodollari da Kissinger dopo la guerra israelo-araba nel 1973: si passò allora dal Standard Dollaro-Oro di Savannah ad un standard de facto dollaro-petrolio e materie prime. Questo spiega perché il dollaro US rappresenta ancora 66 % delle riserve mondiali, permettendoli così di condizionarne i flussi. Oggi esiste un mercato petrolio e materie prime in altre monete ad esempio il renminbi …

Una volta capito questo assieme al ruolo primordiale del credito – privato e pubblico – vedi il mio articolo qui http://rivincitasociale.altervista.org/private-or-public-central-banks-to-defeat-speculative-and-economic-attacks-september-21-2018/ – allora si può concepire come cambiare la struttura dell’ordine mondiale vigente, e non solo in Turchia, Russia e Cina. In effetti, la Zona euro sta creando un veicolo per evitare l’uso penalizzante del sistema Swift – transazioni internazionali agevolate da questa piattaforma – nel contesto delle sanzioni americane, cioè l’uso illegale dell’extraterritorialità.

Se in oltre si stabiliscono delle linee di credito bilaterali come spiegato nell’articolo menzionato prima, allora il problema sarà risolto al livello monetario dei scambi, riorientando i flussi mondiali dei beni e servizi. Basterebbe poi adottare un paniere di grandi monete convertibili tra loro per dare flessibilità a questi accordi bilaterali, almeno finché i quota nazionali nel FMI non saranno riaggiustati permettendo dunque ai SDR di giocare il loro ruolo di riserve internazionali.

Detto questo per stabilizzare i scambi internazionali, stabilizzando la struttura sotto-giacente cioè la divisione internazionale del lavoro, non si potrà fare almeno della nuova definizione dell’anti-dumping da me proposta. Come spiegata nell’« Appello » nel sito http://rivincitasociale.altervista.org, questa proteggerebbe il « reddito globale netto » dei focolari. Assieme alla riaffermazione della « clausola della nazione più favoreggiata » si aprirebbe allora un’area di prosperità mondiale senza pari, nel rispetto della sovranità e della difesa dello standard di vita di tutti i Stati-Nazioni che compongono la Comunità internazionale. Sottolineo che alla sua nascita, l’organismo principale dell’ONU non era il Consiglio di sicurezza, subito favoreggiato dalla Guerra Fredda, ma il Consiglio Economico e Sociale appoggiato dall’UNESCO.

Paolo De Marco

San Giovanni in Fiore (cs)

1 ) La GB fortemente keynesiana cercò di mantenere le vecchie preferenze imperiale tramite il rilancio del Commonwealth. Questo protezionismo britannico fu subito spazzato via con un attacco americano sulla lira sterlina nel 1949. Episodio capitale da paragonare con il ruolo l’euro che fece da scudo alle riforme realmente progressiste – RTT ecc – della « gauche plurielle » sotto guida del Primo Ministro Jospin. Ruolo da meditare oggi in Italia assieme al ruolo necessario del credito pubblico. Fanno ridere – o fanno pietà ? – gli epigoni dei un euro a ribasso detto « mediterraneo » o peggio ancora « Alba mediterranea », probabilmente sempre concepito con la struttura gestionale di Mundell. Questi toglierebbero all’Italia il suo posto in Seria A perché non vogliono, o non riescono a concepire, un reale cambiamento della ridistribuzione altamente iniqua del nostro Paese per rilanciare la produttività e la competitività reali, rilanciando l’educazione, la R&S e la nazionalizzazione del cuore industriale ed economico assieme al credito, che deve ritornare ad essere in gran parte pubblico. Non parlano per il proletariato mondiale, europeo e italiano. Il loro sembra un discorso più adatto al « poujadisme » arcaico delle PMI del fallito Modello del Nord-Est – 90 % di imprese con meno di 10 operai che oggi lavorano in sub-appalto per la Mitteleuropa perché hanno contribuito a liquidare la gran parte delle grandi imprese nazionali. Deflazione monetaria auto-distruttrice alla Dini e deflazione salariale nel Euro iper-centralizzato di Mundell non sono le uniche alternative. Rimando al mio « «uscire dall’euro non serve, serve mettere fine al regime delle banche « universali »» in Download Now nella Sezione Livres-Books de mio vecchio sito www.la-commune-paraclet.com

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