Commenti disabilitati su COMMENTO SULLA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE E LA DEMOCRAZIA SOCIALISTA. 20 Dic. 2017

VEDI : « Il primo e il secondo Colletti: questioni aperte », di Franco Russo http://contropiano.org/news/cultura-news/2017/12/20/primo-secondo-colletti-questioni-aperte-098913

Commento Rapido. Articolo molto interessante. Citazione : « Sovrana è la Costituzione con un suo nucleo di principi immodificabili anche da parte del ‘legislatore della revisione ». L’autore insiste anche sull’Articolo 3 secondo il quale è compite dello Stato rimuovere gli ostacoli all’uguaglianza di tutti i cittadini.

Mi sembra che la questione centrale sia quella della democrazia avanzata e della « democrazia socialista », ammesso che, come spiegato dal « giovane Marx », ogni forma di democrazia sia antitetica ad ogni esclusivismo, particolarmente agli esclusivismi di elezione divina e a quelli di elezione « razziale ».

La democrazia costituzionale è solo il quadro nel quale va esercitata la forma di democrazia prevalente. Altrimenti sarebbe solo una democrazia dei giudici, con la loro provenienza sociologica. La sovranità del popolo implica che i principi cardini non siano modificabili essendo espressione dei diritti fondamentali dell’Uomo (« diritto delle genti » secondo Vico). La loro riformulazione sarebbe solo pensabile tramite un’altra Assemblea costituente, cosa dimenticata nel nostro Paese, dove i dirigenti, da sempre ostili alla sovranità del popolo, hanno tendenzialmente la volontà di denaturare questi principi cardini cambiando l’ordinamento costituzionale. (Vedi la categoria Costituzione di http://rivincitasociale.altervista.org )

L’esercizio della sovranità popolare implica diverse forme possibili, incluso il sistema elettorale e la democrazia economica ed industriale oppure, in un sistema socialista, i processi decisionali multistrati che vanno oltre alla democrazia rappresentativa – con diritto di richiamo – per investire i meccanismi vitali della pianificazione. Non basta come faceva Colletti epilogare sulla « volontà generale » di Rousseau oppure sulle critiche volterriane di della Volpe. La lista degli intellettuali cosiddetti redenti non va sottostimata in Italia, anche perché la demografia permettere di fare chiarezza.

Perciò serve chiarire la questione del metodo dialettico in particolare nel campo dell’economia politica.

La dialettica di Marx non ha niente a che vedere con quella di Hegel perché né è lo rovesciamento e la storicizzazione. Lo disse lo stesso Marx. Per capirne la genesi si deve riferire a Gioacchino da Fiore, Bruno e Vico, tra altri. E a Kant, uno dei veri padri della rivoluzione francese, per la distinzione tra metodo dell’investigazione e metodo di esposizione. Mi sembra che Marx abbia più in comune con il Kant della « Critica della Ragione pura », nella quale le sensazioni sono poste all’origine della conoscenza umana, purché si aggiungesse a Kant la realtà storica – scoperta da Vico nella sua Scienza nuova – e dunque una dialettica storicizzata. Rimando alla mia « Introduzione metodologica » nella sezione Livres-Books di www.la-commune-paraclet.com

In breve:

1 ) Vi sono tre realtà (Vico): la Natura, la Storia (le istituzioni dunque il pensiero oggettivato) e le finzioni – o concetti e teorie dunque anche forme oggettivate di pensiero.

2 ) Non esiste nessuna possibilità logica per l’unità dei contrari o degli opposti come pretende Hegel. Marx lo dimostra perfettamente – prima del giovane Benedetto Croce – e perciò distingue tra categorie opposte e categorie distinte, arrivando alla dialettica scientifica, il Materialismo storico già enunciato nella Ideologia tedesca, cioè:

3 ) Esistono tre dialettiche: A) la Dialettica della Natura, con categorie distinte : la Natura crea l’Uomo ma la rovescia non vale. B) la Dialettica della Storia con categorie opposte che si cancellano; ad esempio, il modo di produzione feudale supera il modo fondato sulla schiavitù è a suo turno viene superato dal modo di produzione capitalista al quelle farà seguito il modo di produzione socialista. C) (il mio contributo sulla base di Marx) la Dialettica di Insieme (Dialectique d’ensemble ) la quale unisce la Dialettica della Natura e quella della Storia tramite il Soggetto, Individuo – in quanto essere cosciente dunque attivo e responsabile dei suoi atti – concepito come parte del blocco storico – Gramsci – cioè come parte di una classe sociale. Senza questo Soggetto non ci sarebbe nessuno discorso possibile – Foucault –, cioè nessuno « spazio intersoggettivo » per dirlo alla Hegel. Il Soggetto storico dunque il lavoro umano, ecco il vero senso dell’Articolo I della nostra Costituzione.

4) L’economia politica permette all’Uomo di riprodursi nel quadro della Natura e della Società-Storia, non sopra le nuvole di Aristofane.

5) La pseudo-scienza economica borghese non va oltre ad una funzione di produzione notata: c + v = p dove il capitale più il lavoro uguale la produzione. I Marginalisti per mascherare la contraddizione già vita da Smith scrivono la stessa cosa in modo diverso y = f (c,v). Ovviamente in entrambi i casi, tale concetto (Smith-Ricardo) non permette di capire la genesi del profitto, cioè la sovrappiù.

6) La sovrappiù è intascata dai possessori dei Mezzi di produzione. Se questi diventano collettivi la sovrappiù diventa una « sovrappiù sociale » (mio contributo sulla base di Marx, la sua Critica del programma di Gotha ). L’allocazione ottimizzata della « sovrappiù sociale » dipende dalla lista delle priorità decise dalla comunità tramite la democrazia socialista con il suo fulcro nella pianificazione (decisione e controllo democratico)

7 ) L’equilibrio economico borghese è una cosa possibile unicamente ex post . Spesso per il proletariato diventa uno equilibrio dei cimiteri proprio perché non esiste nessuno legame coerente tra micro-economia e macroeconomia. Le curve di offerta e di domanda sono una cosa logicamente occena, una falsificazione da me definitivamente dimostrata. Per disegnare la curva di Offerte si deve dare – in prezzi !!! – le tabelle della Domanda, per trovare la Domanda si deve dare quelle dell’Offerta, dopodiché si sovrappongono le due curve et voilà!, il prezzo magico del mercato-Re. Per l’equilibrio macroeconomico basta (Léon Walras) concepire un « mercato dei mercati» ! Aggiungete che nessuna teoria borghese è capace di coniugare quantità e prezzi in modo che non si ottiene nessuna teoria scientifica o organica della moneta – e meno ancora dell’inflazione – vedi http://rivincitasociale.altervista.org/the-fed-finally-admits-it-does-not-know-what-inflation-is-sept-21-2017/ ) Perciò, per le teorie economiche borghesi non esiste nessuna differenza tra interesse e profitto e tra intesse classico e interesse speculativo, dunque tra economia reale e economia speculativa. Anzi – von Mises e gli epigoni dei « mercati efficienti »– la speculazione non esiste o meglio ancora è normale ed efficace perché porta alla verità dei prezzi di mercato con massima rapidità. Cioè, il « one flew over the cuckoo’s nest » dei neoliberali esclusivisti attuali. La cui origine sociologica e culturale non è indifferente.

8 ) La pianificazione socialista riposa sulla funzione di produzione scientifica c + v + pv = p (qui p è o un Mezzo di produzione in appresso notato Mp oppure un Mezzo di consumo notato Cn, e riflette i due componenti attivi della funzione di produzione, cioè: c e v.) L’equilibrio viene dato dalle Equazioni della Riproduzione Semplice (RS) cioè per i due settori principali Mp e Cn :

Settore I  : c1 + v1 + pv 1 = M1

Settore II: c2 + v2 + pv 2 = M2

Le Equazioni della RS sono:

c2 = ( v1 + pv1)

M1 = (c1 + c2)

M2= (v1 + pv1) + (v2 + pv2)

La Riproduzione Allargata (RA) è fondata sopra la RS. Nel caso dell’economia borghese le decisioni di investimento sono nelle mani dei privati e un parte dello Stato capitalista con motivo di accumulazione privata dei profitti. Rispondere ai bisogni sociali anche essenziali è solo un afterthought. Perciò, la nostra Costituzione fa obbligo allo Stato intervenire nell’economia per rispondere a questi bisogni sociali. Nella pianificazione socialista, la dinamica riproduttiva rinvia alle priorità di crescita stabilite dalla democrazia socialista. Per vietare crisi di sovra-espansione in un settore e reciprocamente di contrazione negli altri settori e sub-settori – i trade cycles borghesi – gli investimenti devono rispettare la simmetria – proporzionale – tra SI e SII.

9) Il marxismo – mio contributo – dispone di una teoria scientifica della moneta e del credito. In situazione di pieno impiego la massa salariale reale con le sue rotazioni basta per permettere tutti i scambi necessari alla RS-RA. Equivale più o meno all’aggregato monetario attuale M1 e a piccole porzioni di M2. Con una disoccupazione frizionale (2 % o 3 % ) la massa salariale sociale implica un poco di inflazione dunque una differenza – inflazione strutturale – tra prezzo e valore di scambio. La differenza tra le due masse salariali viene emessa dalla Banca centrale socialista – semplicemente con gli assegni agli inattivi. Poi la cosiddetta Catena Fischer può essere rivisitata per dare i veri prezzi costanti , cioè l’equilibrio da me chiamato in Tous ensemble – 1998 – « equilibrio prezzo-valore» oppure « equilibrio di civiltà » visto che la disoccupazione o l’inattività dipende dalla gestione del sistema e non dalla persona o dal lavoratore. Il risparmio è solo un spostamento di consumo per i consumi non quotidiani dunque a prezzo più alto, ma non cambia niente per la RS-RA, cioè considerando tutto il ciclo della riproduzione. Perciò – mio contributo – la Banca centrale e le banche socialiste legate ad industrie specifiche, devono sviluppare il credito socialista. Cioè, sulla base di un sistema frazionario molto modesto e sicuro, si decide di anticipare il valore di scambio aggiunto da produrre facendo investimenti: oltre a rispettare la simmetria proporzionale intersettoriale, il credito socialista va attribuito secondo le industrie mensilmente e con rigorosi e regolari auditing. Questo perché non si tratta di creazione di moneta ex nihilo – come il QE della BCE o della FED. Il credito non è inflazionista perché si trasforma in nuovo valore di scambio. Gli investimenti suppongono la capacità produttiva supplementare domestica, secondo le scelte della pianificazione, oppure l’importazione – dunque la gestione del tasso di scambio e dell’inserzione della Formazione sociale nell’Economia mondiale capitalista. Per vietare dispersione e corruzione gli auditing si fanno mensilmente oppure trimestralmente. Sappiamo che anche nell’economia capitalistica uno investimento di traduce usualmente sin dall’inizio in 60 % in massa salariale, dunque in una domanda di consumo con il suo moltiplicatore economico. Perciò, la gestione socialista della forza di lavoro diventa una scienza socialista cruciale – anche perché, con la pianificazione socialista e l’educazione permanente, si deve ridurre secolarmente il tempo di lavoro per fare crescere lo standard di vita generale mentre i bisogni sociali sono teoricamente senza limiti. Questa contraddizione apparente va appunto risolta con la differenza tra sfera economica – ovvero la Sfera della Necessita gestita dalla pianificazione secondo la legge del valore di scambio; mentre la Sfera della Libertà fondata sul tempo liberato investe pure le attività umane totalmente emancipate ma produttrici di valore di uso, dunque senza prezzo – nel senso letterale e nel senso figurato. Si arriva così alla vera ricchezza delle nazioni. L’ecomarxismo – vedi l’Appendice il mio libre-book III – permette di arrivare ad una vera contabilità di impresa e nazionale socialiste nel rispetto non dogmatico e non-esclusivistico dell’ambiente – vedi la pesta verde-bruna di certi ambientalisti del climate change e della restrizione della dieta del proletariato calcata sopra la sorte fatta – media di vita 42 anni !!! – al mezzo miliardo di compagni Dalits in India dove le caste sussistono tutt’ora, una vera e propria vergogna per il genere umano e, genericamente parlando, per la democrazia. Vedi http://rivincitasociale.altervista.org/the-one-planet-summit-sellout-to-speculative-finance-dec-16-2017/ )

10 ) Dunque importanza della democrazia socialista, concepita secondo le « epoche » di ridistribuzione del modo di produzione capitalista, cioè secondo le forme di transizione di una società dove ognuno deve contribuire secondo le proprie capacita per ricevere secondo il proprio lavoro per passare ad una società più compiuta dove ognuno contribuisce secondo le sue capacità per ricevere secondo i suoi bisogni. Le epoche vanno sancite nella costituzione socialista come pure la dominanza della proprietà collettiva. Rimane la questione cruciale delle forme concrete di democrazia socialista. Il pluralismo borghese non serve più perché si riduce all’opposizione di partiti servi di frazioni di classi e dunque servi della loro proporzione di proprietà privata. I comuni – vedi la Commune de Paris 1871- e la federazione nazionale dei comuni diventa la base organizzativa, tenendo conto del quadro delle province e delle regioni. Va anche eletta una assemblea popolare nazionale. Ma sopratutto, i comitati di impresa ed i sindacati – Articolo 99 previsto nella nostra Costituzione per la democrazia sociale ed industriale – operano nel quadro della pianificazione, l’organo principale della democrazia socialista. L’Assemblea popolare permette un controllo nazionale, appoggiato al livello regionale, provinciale e comunale ed al livello di ogni impresa, industria e settore. Anche la burocrazia socialista – organo essenziale per raccogliere l’informazione e articolarla in scenari sui quali i cittadini scegliono le loro priorità sociali in modo informato – va democratizzata con diritto di rimostranza e di richiamo permanente.

Questa democrazia socialista, con le sue forme di transizione – anche in parte la nostra Costituzione attuale nata dalla Resistenza – deve diventare l’oggetto principale di attenzione e di pedagogia di massa per la sinistra autentica. Bisogna fare capire che la democrazia, come pure la transizione socialista, riposano ambedue sulla scienza, la quale non sarebbe concepibile senza l’uguaglianza umana, cioè senza la possibilità del discorso sociale che articola ogni società umana. Vedi i mio Compendio di Economia Politica Marxista nella sezione livres-books di www.la-commune-paraclet.com

Augurando a tutte/i un Felice e Prosperoso Anno Nuovo, concludo con una nota umoristica nel Paese del compagno Campanella da non confondere interamente con il compagno Marx: https://www.youtube.com/watch?v=Xsqzr12OXxc

Paolo De Marco, il 20 dicembre 2017

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