Commenti disabilitati su CORSI DI FORMAZIONE SENZA VERIFICA = I MILIARDO SPRECATO OGNI ANNO.

Il Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso di San Giovanni in Fiore (CCLD) ha già spiegato che certi corsi di formazioni non hanno nessuno orizzonte lavorativo concreto. Ha auspicato una presa di coscienza al livello della Unione Europea, la quale dovrebbe procedere ai dovuti audit dei fondi emanati. In effetti, assieme alla Garanzia Giovani, servono sopratutto per togliere migliaia e migliaia di disoccupati fuori del tasso di disoccupazione ufficiale. Certi economisti se ne sono finalmente accorti. Menomale! Ne testimonia un articolo pubblicato recentemente. Ecco le citazioni principali:

A) « Ogni anno, per la triplice formazione a studenti, disoccupati e lavoratori, partono quarantamila corsi finanziati con fondi pubblici, oltre 9 milioni di ore, 670 mila allievi »

B) Garanzia giovani « 800 mila presi in carico. Quanti hanno trovato lavoro? Non lo sappiamo in assoluto ma solo limitatamente ai 266 mila giovani che hanno completato il tirocinio: circa la metà ha firmato un contratto, e solo 30 mila ragazzi sono stati assunti a tempo indeterminato, l’11% dei tirocinanti.» (fonte: L’affare della formazione: un miliardo l’anno per i disoccupati, ma senza controlli, Per studenti, “Neet” e dipendenti ogni anno nascono 40 mila corsi con il principale obiettivo di riempire le aule e accedere ai fondi pubblici, ma nessuno ne verifica l’efficacia. di MARCO RUFFOLO 13 marzo 2017. http://www.repubblica.it/economia/2017/03/13/news/l_affare_della_formazione_un_miliardo_l_anno_per_i_disoccupati_ma_senza_controlli-160425728/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P5-S1.8-T1

In Italia, più che negli altri Paesi, il tasso di disoccupazione ufficiale è diventato una autentica farsa, basta lavorare un’ora nell’ultima settimana di verifica per essere tolti della lista ufficiale dei disoccupati. Questo tasso non tiene conto dei precari. Ma la realtà non può essere mascherata così facilmente. Oggi, il tasso di occupazione in Italia si aggira attorno al 57 %, in Calabria attorno al 38 %. In Calabria, 4 persone su 10 vive in povertà. IL SIA, ovvero il sostegno per l’inclusione attiva, non ha i fondi necessari per coprire tutti gli aventi diritti; sulla base di uno ISE a 3000 euro di reddito annuo e 5000 euro immobiliari per un nucleo famigliare (sic!) e con figli a carica, si può ricevere 80 euro mensili per una persona, per un massimo di 400 euro a famiglia ( fonte: https://www.forexinfo.it/SIA-social-card-bonus-400-euro-requisiti-domanda )

I fondi pero ci sono. Ad esempio, nel 2015 il Jobs Act, un costoso fallimento, costò 18 miliardi; oltre i numeri di disoccupati mascherati con corsi di formazioni inutili, il Jobs Act causò l’esplosione anti-costituzionale dei voucher. Altro esempio, gli elettoralistici renziani-gutgeldiani « 80 euro in busta paga » costano attorno a 10 miliardi di euro all’anno ma sono erogarti solo ai lavoratori dipendenti, cioè il bacino potenziale di elettori del partito governativo – almeno finché le privatizzazioni non ridurranno totalmente il loro numero assieme al peso dei loro sindacati.

Al contrario, la Riduzione della settimane legale del lavoro a 35 ore (RTT) in Francia costò solo 23 miliardi di euro, molti provenienti della ri-allocazione dei fondi altrimenti sprecati per l’assistenza sociale. La RTT fece diminuire il tasso di disoccupazione da oltre il 10 % a meno di 8 % in solo due anni, creando impieghi a tempo pieno, cioè con tutti i contributi sociali necessari per finanziare la previdenza sociale – ammortizzatori sociali, pensioni ecc – e le tasse necessarie per gli interventi dello Stato nell’economia (assistenza sociale, infrastrutture pubbliche ecc.). La RTT creò vera occupazione, salvò il sistema di previdenza-assistenza e abbassò il debito pubblico al 59 % del PIL – cioè, uno punto in meno del Criterio di Maastricht – creando pure una nuova prosperità evidenziata con la crescita delle industrie del divertimento. Un altro pensiero socio-economico è possibile!

Ecco i fatti essenziali su questo bonus renziano che va di pari passo con l’ormai quasi decennale blocco della contrattazione, purtroppo prevista dall’Articolo 99 della Costituzione come parte essenziale della democrazia economica e industriale :

Citazione : «Ciò costerebbe circa 6,9 miliardi di euro allo Stato solo nel 2014. Il costo totale aumenterebbe a circa 10 miliardi di euro se lo stesso bonus fosse riconfermato per l’anno 2015, dato che bisognerebbe garantire un identico bonus per tutto l’anno e non più per soli 8 mesi (da maggio a dicembre).

(…)

Chi guadagna meno di 8.145 € (i cosiddetti incapienti) o più di 26.000€ non avrà nulla e la stessa sorte tocca a chi non è un lavoratore dipendente (pensionati, autonomi, disoccupati etc.).»  http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/29/bonus-di-80-euro-garantisce-giustizia-sociale-e-rilancio-dei-consumi/967206/

Si sottolinea che tutti i corsi di formazione non sono inutili. Servono sopratutto quando si tratta di economie con un tasso di disoccupazione basso, ad esempio i Paesi dell’Europa del Nord. In Calabria, questi corsi di formazione per posti di lavoro non esistenti, non sono solo una vera e propria assurdità ma uno intollerabile spreco di denaro pubblico. Si dovrebbe piuttosto utilizzare una parte di questi fondi come co-finanziamento – il 25 % o il 50 % secondo le tematiche – per attingere ai fondi regionali e europei con veri progetti di creazione di posti di lavoro inseriti in un Piano di sviluppo socio-economico regionale e locale, ad esempio i 7 progetti presentati dal CCLD.

Normalmente pero la formazione è il compito del sistema di educazione pubblico oggi soggetto ad una vergognosa privatizzazione rampante con la cosiddetta « buona scuola ». Tra altro, quest’altra vergognosa riforma renziana-gultgeldiana trasforma molti studenti in forza di lavoro non pagata. Per certi c’è invece la « meritocrazia » all’italiana, con il profiling dei maestri imperiali. Guardando ai nostri dirigenti e servi in camera si realizza subito che questo profiling è diventata una scienza esatta.

Paolo De Marco

http://rivincitasociale.altervista.org

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