GRILLO, IL M5S E IL REDDITO UNIVERSALE DI SCHIAVITÙ

Posted: 17th Maggio 2015 by rivincitasociale in Politica
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La proposta grillina va interpretata nel contesto dell’evoluzione neoliberale del reddito dei focolari. Questo includeva il salario individuale capitalista, il salario differito – ammortizzatori sociali, pensione ecc – ed il reddito globale netto dei focolari, cioè i due primi più i trasferimenti sotto forma del accesso universale ai programmi sociali, all’educazione ed alle infrastrutture pubbliche. Il nuovo reddito viene invece fondato sulla soglia di povertà. Ecco perché la proposta di reddito di cittadinanza grillina introduce anche quella del salario minimo legale – oggi inesistente in Italia. Basta poi tenere conto dell’evoluzione del mercato del lavoro con un tasso di assunzioni precarie attorno al 60 %.

La soglia di povertà, ovvero il reddito di cittadinanza (!), viene definita come 600 euro, 1000 euro e 1330 euro per un nucleo familiare di una, due o tre persone. Il salario minimo di 9 euro/ora lordi va interpretato nel contesto della direttiva europea. Questa permette 40, 48, 60, 65, 72 ore settimanali, nel contesto del posticipo dell’età pensionabile verso 72 anni ed anche oltre e nel contesto della precarietà triennale, stabilizzata come norme non esclusiva di altre forme di precarietà, dal Jobs Act. Ma ovviamente non impedisce orari precari o a tempo parziale.

Vediamo: 9 euro moltiplicati 24 ore danno 216 euro, cioè 864 euro mensili lordi. E così via: 40 ore danno 360 euro settimanali lordi, 72 ore danno 648 euro, ma ovviamente 72 ore settimanali possono solo realizzarsi con intermittenza.

Ecco dunque in riassunto tutta la logica di questa grottesca farsa del reddito di cittadinanza grillino: permettere allo Stato di finanziare un costo del lavoro minimo con gli esoneri fiscali a favore del padronato, aggiungendo poi una manciata di euro per arrivare alla soglia di povertà. Con tutto ciò, il surplus commerciale è dovuto al calo delle importazioni più che alla ripresa delle esportazioni. La produttività e la competitività reali rispondano ad altre regole economiche. Usualmente, per paura della disincentivazione al lavoro, si stabiliva il salario minimo poco sopra la soglia massima del sostegno sociale. Ora conta il « reddito » staccato dalla produttività reale non più condivisa con la spartizione del tempo di lavoro socialmente disponibile tra tutti i cittadini capaci di lavorare. Senza questo collegamento al lavoro sociale si perde ogni fondamento alla cittadinanza effettiva. Si organizza dunque il lavoro sulla base della soglia di povertà ma secondo la logica della irreggimentazione spiegata nel « Bridge of the River Kwai », cioè « Keep them busy !» e poveri, altrimenti potrebbero pensare con la propria testa ad alternative sociali razionali e positive. Per fortuna, sappiamo già che la fiscalità generale non segue. Il sistema risulta dunque altamente instabile prima di essere totalmente operativo. 

Secondo il grande stratega cinese Sun Tzu, le più grande vittorie debbono essere vinte senza combattere. Per questo, si deve controllare i propri generali e quelli del campo avverso. Avrete dunque capito il ruolo di Beppe Grillo, comico di seconda classe prima dell’inizio della sua carriera politica mirata contro la sinistra. Si trattava allora, in particolare, di mantenere il Partito della rifondazione comunista sotto la soglia fatidica del 4 %. Il PRC era allora in piena espansione dopo la grande mobilitazione per la pace del 2002 a Firenze, poco prima del rinnegamento dei dirigenti già spiegato nella sezione Italia del mio sito www.la-commune-paraclet.com .    

Con questa proposta di Reddito di cittadinanza pentastellata abbiamo un’altra prova del ruolo di appoggio alle riforme filo-semite nietzschiane del M5S. Ho già detto che il M5S fu creato proprio per questo. Oggi, la verifica risulta facile. La gente non è poi così credula. Il barbaro ed irrazionale tuono gridato a piena voce per attirare quel pezzo di popolo disgustato dalla casta trasversale e dalla sua politica. L’appoggio laterale tattico, ma determinante sul fondo, alle « riforme » neoliberali iniziate prima della costituzione del Fiscal compact. L’appoggio alla distruzione dei parametri costituzionali relativi alla legge elettorale, alla rappresentanza in generale – incluso sindacale – ed alla gravissima distruzione del finanziamento pubblico dei partiti politici, trasformando questi in semplici lobby per i pochi poteri forti capaci di « donare » 100 000 euro ogni anno – in gran parte poi rimborsati con soldi pubblici. L’appoggio al fallito federalismo fiscale e, ancora oggi, alla nuova riforme acostituzionale del Capitolo V, incluso la privatizzazione delle imprese pubbliche municipali. (La Costituzione permette solo modifiche articolo per articolo, non permette tali modifiche omnibus.) Più grave ancora è l’appoggio oggettivo determinante alla politica del « ritorno alla società della nuova domesticità e della nuova schiavitù » con la proposta del cosiddetto reddito di cittadinanza.

Basta leggere la Proposta di legge del M5S. Si tratta solo di accompagnare la politica trasversale dell’attuale governo trasversale, coprendolo sulla sinistra. In breve, dopo la distruzione del regime pensionistico retributivo, dopo la distruzione dello Statuto dei lavoratori, ultimamente ancora con l’epilogo del Jobs Act, si tratta di completare quest’ultimo con un feroce workfare all’italiano, cioè alla Renzi-Gutgeld. Ovvero, si tratta di istituire un obbligo incondizionato di lavoro senza cumulo con altri possibili redditi (i.e., means tested workfare nel gergo reaganiano-thatcheriano). Ma la proposta grillina aggiunge una piccola variazione nell’aria del tempo, quella di « favorire la nascita di attività imprenditoriali » (!) proprio con l’istituzione di questa soglia di povertà mascherata in reddito di cittadinanza. Si! Perché l’esperienza neo-conservatrice della GB dimostra che le partite IVA, purtroppo disastrate in Italia, costituiscono il segmento in crescita dei nuovi impieghi. Si dimostrano così utilissimi per cooptare ideologicamente una nuova massa di poveri costretti a sognare se stessi come nuovi « self-made persons » … L’intenzione politica risulta dunque ovvia; è ancora peggio del rovinoso finanziamento pubblico dei cosiddetti imprenditori verdi.) Vedi la Proposta di legge in http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/milano/area_stampa_1/comunicati_stampa/PROPOSTA%20DI%20LEGGE%20reddito%20di%20cittadinanza.pdf

Per completare il regressivo progetto di precarietà generale istituita col Jobs Act, oltre a istituire un sistema pensionistico prevalentemente contributivo e privato, si deve creare una Agenzia nazionale per tutelare-controllare i disoccupati. Questo è vitale perché i versamenti previsti dal Jobs Act in caso di disoccupazione sono minimi – Aspi, poi naspi sin dal 1 maggio 2015, v. http://www.forexinfo.it/Naspi-2015-beneficiari-esclusi –, e, di più, sono soggetti al limite dei fondi previsti e limitati nel tempo. Sopratutto, sono insostenibili per la struttura stessa del Jobs Act. Lo Stato paga tra 4000 a 8000 euro per sostituire il precariato tradizionale con un precariato di falsi contratti a tempo indeterminati senza nessuna tutela. (vedi Il Jobs Act è un successo? Sabato, 21 Marzo 2015 12:41 http://contropiano.org/interventi/item/29796-il-jobs-act-e-un-successo . Vedi pure Lavoro, Inps: “A gennaio e febbraio firmati 13 contratti in più rispetto a 2014″ http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/10/inps-gennaio-febbraio-firmati-13-contratti-in-2014/1578037/ ). La sostituzione sarà comunque limitata, ma in modo più grave ancora la creazione di nuovi posti di lavoro sarà ancora inferiore a quella che si verificava prima, se non altro per una semplice questione di tempo di lavoro complessivo nel contesto di crisi strutturale attuale. Non si  creano posti di lavoro nuovi allungando la settimana lavorativa agli occupati attuali. Il risultato sarà lo stesso di quello già verificato col mantenimento dei pensionati più a lungo sul loro posto lavoro a scapito delle nuove generazioni e della domanda interna

Adottando questa logica, è prevedibile che la fiscalità generale non potrà seguire a lungo. Non lo potrebbe neanche facendo astrazione del peso del finanziamento del debito pubblico. Perciò, si prepara l’inasprimento del regime pensionistico prevalentemente contributivo e privatizzato assieme al workfare.

Cosa dice questa infame proposta del M5S, proposta che mira a spartire la povertà tra le classi lavoratrici invece di spartire il lavoro socialmente disponibile tra tutti le cittadine e cittadini che compongono la forza di lavoro attiva, tale che già analizzato da anni nel mio sito.

Il reddito di cittadinanza « pentastellato » (!) anticipa un’evoluzione dei salari inferiore alla soglia di povertà dunque da completare con soldi pubblici! « a) reddito di cittadinanza: l’insieme delle misure volte al sostegno al reddito per tutti i soggetti residenti sul territorio nazionale che hanno un reddito inferiore alla soglia di povertà come definita alla lettera d) al fine di garantire la pari dignità sociale e la partecipazione al progresso della nazione; » (Art. 2)

La proposta specifica che: «1. Il reddito di cittadinanza garantisce al beneficiario, qualora unico componente di nucleo familiare, il raggiungimento, anche tramite integrazione, di un reddito annuo netto pari a 7.200 euro stabilito in ordine alla soglia di povertà relativa, quantificata a partire dall’anno 2013 in 600 euro mensili netti. » (Art. 3) Questi 7.200 euro annui cadano nella no-tax area, e dunque non partecipano né ai contributi – pensione, disoccupazione ecc – mentre restringono ancora di più la base fiscale: unsi tratta di una idiozia attuariale caratteristica e pentastellata …

La soglia di povertà – sempre aggiustabile verso il basso come insegna la storia recente – è di 600 euro per una persona, 1000 per un nucleo familiare di due persone, 1330 per 3 persone e così via. Questi numeri corrispondono alla soglia di povertà per il 2013 utilizzata come base ideologica del calcolo. Non è nemmeno all’altezza del vecchio panem et circenses! (vedi l’Allegato 1 nella Proposta di legge.) Ricorderete che Yoland Bresson attualizzò la proposta di Milton Friedman fissando il livello tra 350 e 500 euro mensili. Pochi anni fa fu rivelato da Repubblica che Grillo disponeva di un patrimonio non indifferente: prova che i poteri forti appressano il suo contributo e quello del suo controllore diretto Casaleggio. (Vedi Redditi, la dichiarazione 2013 di Grillo: 147mila euro e quattro case tra Italia, Svizzera e Franciahttp://www.repubblica.it/politica/2014/11/18/news/redditi_grillo_dichiara_147mila_euro_di_reddito_nel_2013-100853515/ . Qui non si dice niente del patrimonio … Lo felicitiamo comunque, si fa per dire, per avere trovato un nuovo impiego più profittevole di prima, ma questo non lo autorizza relegare tendenzialmente la maggioranza dei cittadini alla soglia della povertà.)

Secondo la Proposta, il sistema deve essere centralizzato, appunto nell’ottica della nuova Agenzia nazionale da creare. Quest’ultima è necessaria per effettuare il controllo continuo, intrusivo e repressivo – v. Articolo 10 – delle cosiddette classi pericolose, cioè dei disoccupati e dei precari. « Art. 5 (Strutture di gestione, controllo ed erogazione)

1. Ai fini dell’efficace svolgimento delle procedure di informatizzazione, gestione, controllo ed erogazione del reddito di cittadinanza, vengono attribuite le seguenti competenze:

a) le strutture dei centri per l’impiego hanno il compito di ricevere le domande di accesso al reddito di cittadinanza di cui alla presente legge. I centri per l’impiego gestiscono le procedure, coordinano le attività degli enti che partecipano allo svolgimento dei procedimenti, ne raccolgono i pareri per le parti di competenza e nel caso di esito positivo inviano all’Inps il parere favorevole all’erogazione del reddito di cittadinanza; »

L’INPS deve effettuare l’erogazione, in linea con la sua peculiarità rispetto all’assistenza sociale oltre che alla gestione delle pensioni. In oltre, assieme all’Agenzia delle entrate effettua i controlli dei dati. L’articolo 6 prevede una struttura centralizzata.

Come già previsto dal Jobs Act, anche il reddito di cittadinanza è sottomesso all’obbligo di accettare le proposte di impiego o di formazione, pena il taglio dell’erogazione! (e poi?) Si sa purtroppo che prima di 25-30 anni ed oltre 50-55 anni è difficile trovare un lavoro decente. La logica consiste dunque nel costringere i lavoratori ad accettare lavori meno qualificati, con tutte le conseguenze indotte per il salario, i contributi pensionistici, ecc. Vedi: «Art. 9 (Obblighi del Beneficiario)

1. Il beneficiario in età non pensionabile deve fornire immediata disponibilità al lavoro presso i centri per l’impiego territorialmente competenti.

2. Il beneficiario, fornita la disponibilità di cui al comma 1 del presente articolo, deve entro sette giorni intraprendere il percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo tramite le strutture preposte alla presa in carico del soggetto indicate all’articolo 10 della presente legge. »

L’articolo 19 istituisce un salario minimo garantito. Aggiunge:« 2. Fatte salve disposizioni di maggior favore previste dalla contrattazione collettiva nazionale la retribuzione oraria lorda applicabile a tutti i rapporti aventi per oggetto una prestazione lavorativa, non può essere inferiore a 9 euro. »Si, 9 euro lordi!! Ora, 9 euro x 72 ore settimanali = 648 euro lordi. Secondo la Proposta la soglia di povertà-reddito di cittadinanza è di 1000 euro netti per un nucleo familiare di due persone e di 1330 per tre persone. (Va ricordato che la Direttiva europea già da me denunciata prevede una settimana di 40, 48, 60, 65, 72 ore legali … Altri commenti sono superflui. Vedi « Nota ** La riduzione generale ricorrente del tempo di lavoro rimane l’ideale.» in Brani scelti del mio Keynésianisme, Marxisme, Stabilité Economique et Croissance, http://www.la-commune-paraclet.com/ItaliaFrame1Source1.htm

L’erogazione del reddito di cittadinanza viene « … Art. 17 (Incentivi)

1. Al fine di agevolare la fiscalità generale l’importo mensile del reddito di cittadinanza è incrementato del 5 percento per i beneficiari che accettano di ricevere l’erogazione su carta prepagata e che utilizzano almeno il 70 per cento dell’importo della mensilità precedente in acquisti effettuati tramite la medesima carta prepagata. » Cioè viene integrato in una nuova Social card, la quale permette una pervasiva tracciabilità mentre fa transitare con profitto i versamenti nel sistema finanziario …

Infine, la proposta prevede le coperture finanziare anche perché questo misero, socialmente e fiscalmente distruttivo, reddito di cittadinanza, viene valutato a 19 miliardi di euro « al decorrere del 2014». Vedi Articolo 20. Questa cifra è forse volontariamente sottovalutata – altri studi parlano di attorno a 30 miliardi. Si spera forse irrazionalmente un effetto positivo del Jobs Act per abbassare sensibilmente il tasso di disoccupazione. Sopratutto, il trucchetto viene dal fatto che la gente sarà forzata lavorare a 9 euro-ora in modo che l’importo del Reddito di cittadinanza interviene solo per garantire la soglia di povertà a quelli che già negli anni 90 Julius Wilson chiamava i « working poor ». Con questi pentastellati (!) di ispirazione filosemita nietzschiana, non si lavora più per vivere dignitosamente, come recita la Carta fondamentale, ma solo per agevolare il padronato in preda al globalismo neoliberale nel quale non sa più essere competitivo …

Secondo la Proposta, il “Fondo per il reddito di cittadinanza” sarà in gran parte alimentato con la riallocazione dei contributi e degli ammortizzatori sociali. Il resto è o marginale, oppure non plausibile – tagli alla difesa –  oppure temporaneo – cioè triennale. Si arriva a gran pena attorno ai 19 miliardi, senza pero nessuna sicurezza, sapendo che per stabilizzare un tale sistema né occorrerebbe un poco meno del doppio. Dobbiamo dunque concludere che si tratta di una proposta fantasiosa se non addirittura lunatica, dato che la precarietà distrugge i contributi assieme alla fiscalità generale, allorché il Jobs Act stesso costerà attorno a 13 miliardi senza contare le altre riduzioni al cuneo fiscale effettuate da Renzi e dai suoi predecessori. Siamo in pieno nella cosiddetta voodoo economics.

Avrete pero capito che le coperture che importano di più non sono finanziare ma ideologiche. Qui si tratta di ingannare le lavoratrici ed i lavoratori facendoli credere che questa marcia accelerata verso la  nuova domesticità e la nuova schiavitù salariale rappresenta un progresso cittadino. Se la manovra riesce, allora l’Italicum – malgrado la sua reale incostituzionalità – avrà già tolto in modo preventivo la possibilità per le cittadine ed i cittadini di reagire col voto. In effetti, l’Italicum sostituisce la regola una/o cittadina/o, un voto, con la nuova regola filosemita fascista – per la seconda volta nella nostra storia sin dall’inizio del XX secolo – un euro, un voto. Si tratta di una drammatica situazione anti-democratica perché quando il regime impedisce la reazione popolare tramite le elezioni, si apre fatalmente la porta ad azioni extra-parlamentari. Ma questo è già previsto con l’inasprimento della cosiddetta « dottrina della guerra preventiva », cioè quella che caratterizza l’opposizione democratica di sinistra come « terrorista » alla faccia della Costituzione, nata dalla Resistenza e dall’Assemblea costituente teorizzata e voluta da Gramsci. Per il riassunto basta dire che queste misere misure sono ideate per lasciare intatto il profitto del grande capitale vedi l’Appendice qui sotto.

Per colmo l’Articolo 1 di questo tradimento filosemita nietzschiano fascistoide afferma che questa proposta di legge corrisponde ai principi della nostra Costituzione! Mentre, in realtà, si tratta di istituire un regime – economicamente irrazionale e fiscalmente instabile – di esclusione irregimentata e permanente per la maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori.

Di fatti, il M5S non ha nessuna illusione rispetto alla sua proposta. All’articolo 10 specifica : « Le Agenzie formative accreditate devono garantire che almeno il 10 % degli iscritti ai corsi che abbiano conseguito il titolo, trovino assunzione. » Così, in questa orwelliana nuova Animal Farm, la permanenza della massa precaria servirà ad assicurare la paga delle ristrette truppe di « guardiani », di «educatori », ovvero di « cani di guardia » !

Va ricordato che secondo Piketty basterebbe un minimo sacrifico da parte del 10 % più ricco per impiegare il 50 % meno agiato come domestici. Il reddito cittadino pentastellato permetterebbe di realizzare questo sogno elitista con molto più celerità rispetto alla fasulla proposta pikettiane di introdurre una tassa sul capitale. Scrive : « Concrètement, en y consacrant une petite part de leur revenu, les 10 % du haut pourraient embaucher comme domestiques une bonne part des 50 % du bas. » (p 403) » Vedi http://www.la-commune-paraclet.com/Book%20ReviewsFrame1Source1.htm#pikettyenglish … Piketty stesso presenta la sua tassa sul capitale come « utopica », cioè la intende come un tipico « mito soreliano », che andrebbe di pari passo con la soppressione o almeno la riduzione delle altre tasse attuali, sopratutto quelle più progressive. Questa emblematica ammissione di Piketty si trova pagina 836 del suo libro Le Capital au XXI siècle (Ed. Seuil, 2013). 

Vostro,

Paolo De Marco

Copyright © La Commune Inc, 15 maggio 2015.

Appendice sulle coperture finanziarie della Proposta pentastellata.

A) Trattamento economico dei parlamentari. Si tratta comunque di modifiche marginali. Vedi Decreto legge 13 agosto 2011, n. 138.  http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2011-08-13;138~art13 . Citazione : « 1. A decorrere dal mese successivo a quello di  entrata  in  vigore della legge di conversione del  presente  decreto,  ai  membri  degli organi costituzionali si applica, senza effetti a fini previdenziali,una riduzione delle retribuzioni o indennità di carica  superiori  a 90.000 Euro lordi annui previste alla data di entrata in  vigore  del presente decreto, in misura del 10 per cento per la parte eccedente i 90.000 euro e fino a 150.000 euro, nonché’ del 20 per  cento  per  la parte eccedente 150.000 euro. » Decreto legge 13 agosto 2011, n. 148(i.e., idem) http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2011-08-13;138~art13

B) Entrate dai giochi. « 86. A decorrere dal 1 gennaio 2014 una quota non inferiore a 2.700 milioni di euro annui delle entrate derivanti dai giochi pubblici è destinata alle finalità della presente legge.» Proposta comma, 86.

C)  2.5 miliardi annui provenienti di tagli alla Difesa. Imposta di bollo del 18 per mille per « «Art. 19. – (Disposizioni in materia di imposta di bollo su conti correnti, titoli, strumenti e prodotti finanziari nonché su valori”scudati” e su attività’ finanziarie e immobili detenuti all’estero). » vedi http://www.lavoro.gov.it/Strumenti/Normativa/Documents/2011/20111222_L_214.pdf

D) Contributo triennale sulle pensioni. E dopo 3 anni? Comunque si contemplano placidamente pensioni 50 volta il minimo! «i) oltre 50 volte il minimo: aliquota 32 per cento.» Sempre nel quadro della marcia al contributivo secco ed alla privatizzazione accelerata delle pensioni tramite le cosiddette « complementari». E con un’età pensionistica legata alla progressione dell’aspettativa di vita, almeno finché sarà positiva. Vedi comma 89 della Proposta.

E) Finanziamenti pubblici non ancora erogati alla data di entrata in vigore della Proposta: « cessano dal diritto ad usufruirne a decorrere dall’esercizio finanziario in corso. »

F) Imposta sui redditi. «e) oltre 75.000 euro e fino a 100.000 euro, 43 per cento; f) oltre 100.000 euro, 45 per cento”. » Sembra una misura temporanea perché legata alla « eccezionalità della situazione economica internazionale e tenuto conto delle esigenze prioritarie di raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea, »

G) Patrimoniale. « 94. 1. A decorrere dal 1°gennaio 2014 è istituita un’imposta progressiva sui grandi patrimoni mobiliari e immobiliari determinata e percepita dallo Stato. Per grandi patrimoni si intendono i patrimoni il cui valore complessivo è superiore a 1.500.000 euro. » Ma: « 95. Sono esclusi gli immobili di proprietà di persone giuridiche che sono utilizzati dalle medesime ai soli fini dell’esercizio dell’attività imprenditoriale. ».  Così per « 1) per patrimoni superiori a 1.500.000 euro, lo 0,50 per cento;» e :« 4) per patrimoni superiori a 10 milioni di euro, l’1,5 per cento; 5) per patrimoni superiori a 15 milioni di euro, il 3 per cento. »

H) Parte dei contributi andranno al Fondo per il reddito di cittadinanza. Insomma una riallocazione di fondi esistenti verso un sistema di workfare più irregimentato nel senso della precarietà permanente prevedibile.

I) Idem per gli ammortizzatori sociali. « 102. A decorrere dal 1° gennaio 2014 tutte le risorse stanziate per il finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga di cui all’articolo 2, commi 64, 65 e 66, della legge 28 giugno 2012, n. 92, sono destinate integralmente al Fondo per il reddito di cittadinanza. »

J) Parte del 8 per mille « 103. A decorrere dal 1° gennaio 2014, le somme riferite alle scelte non espresse dai contribuenti della quota dell’otto per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche ai sensi di quanto stabilito dall’articolo 47 della legge 20 maggio 1985, n.222, sono destinate integralmente al Fondo per il reddito di cittadinanza di cui al comma 4. »

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