Commenti disabilitati su Italia ormai spazzatura. La domanda urgente sul debito è: di chi è la colpa?

Dunque fra poco il debito italiano sarà considerato spazzatura.(1)

Non è l’unico grande paese europeo in questa tragica situazione. La Francia, ad esempio, ci segue con rapidità. Pero, la mala sorte degli altri non è mai una consolazione, nemmeno nel quadro dei parametri e delle regole attuali.

La situazione italiana sarà assai peggiore di quella della Grecia. La Grecia pesa attorno al 2 % del PIL dell’eurozona mentre l’Italia pesa attorno al 17 %. Il QE di Draghi fu strutturato per vietare ogni reale obbligo europeo comune in caso di operazioni di salvataggio o di default. L’obbligo comune ammonta a 12 % dei quali 8 % per la BCE e il resto per il FESF ed il ESM. Quello 8 % della BCE corrisponde al fondo di copertura della BCE, dunque non costa niente direttamente ai stati membri. Il resto è responsabilità della banca nazionale membra della BCE. (2) Qui sta l’illusionismo del QE.

Questo non significa pero che la banca centrale membra, diciamo Bankitalia, potrà comprare il debito italiano senza condizioni. Non solo la banca membra continuerà a comprare sul mercato secondario cioè alle banche private, ma di più la valutazione del rischio rimarrà una condizione stringente. Nel momento in cui i buoni del Tesoro italiano saranno considerati junk bonds, Bankitalia non potrà più comprarli. Gli rimarrebbe per un cortissimo tempo, come per Tsipras, l’alternativa del finanziamento a corto termine con la facilità d’urgenza ELA.(2)

A questo punto, per risolvere la questione sempre aperta del finanziamento del debito, rimarrà una versione della soluzione africana se non haitiana. Proprio quella che chiedono Tsipras e Varufakis malgrado sia già iscritta nel non ancora attivato OMT: gli aiuti saranno proposti in cambio di condizioni molto dure. Si può già prevedere che, oltre il haircut à la Cipro rapinando i depositi dei risparmianti, ci sarà la cancellazione di una parte del principale con una ristrutturazione del rimanente per un tempo più lungo – Varufakis parala addirittura di « perpetuità » -, ma con interessi da pagare comunque più alti. Tsipras e il suo ministro potranno cantare vittoria almeno se riescono a vendere tale sporco trucco al loro popolo. In oltre, come già annunciato dall’OMT al momento della sua creazione, questi « aiuti » saranno condizionali al proseguimento delle cosiddette « riforme » neoliberali ed al cedimento della parte del Tesoro, cioè delle entrate fiscali, necessaria per assicurare il pagamento dei credenzieri. Si crea dunque uno statuto di schiavitù. Questa diventerà fatalmente irreversibile senza una rivoluzione dei parametri della cosiddetta « banca universale ». (3)

Ho già sottolineato il ruolo dell’israeliano-americano Gutgeld nella scrittura del programma di « riforme » di Renzi. (4) Entra nella politica più generale descritta da me come filo-semita nietzschiana.  Gutgeld non è solo ovviamente. Ecco perché, per la salvezza della nostra Patria, diventa necessario chiedersi  la domanda urgente: di chi è la colpa? Ho teorizzato la questione della sovra-rappresentanza e quella, ad essa legata, della falsa rappresentanza. Bisogna chiedersi seriamente chi occupa i posti istituzionali e privati strategici e chi impone l’austerità con le sue « riforme » (comunque anti-constitutionali ) cercando sempre di proteggere le banche private e gli altri interessi privati. Questo in una repubblica nella quale 10 % della popolazione controlla già 48 % delle ricchezze.

Leggiamo che Visco e Bassanini stanno immaginando un piano disperato.(5) In poche parole trasforma Bankitalia in una bad bank! Ammonta a creare CDOs con il debito italiano. Cioè, dei strumenti finanziari nei quali il debito italiano, ormai ridotta a spazzatura, sarebbe impacchettato con altri titoli ed altri beni, in modo da arrivare ad un livello mediano di rischio accettabile alla banca centrale. Questo gli permetterebbe, anche se solo durante un corto tempo supplementare, accettare i titoli delle banche private tra i quali anche i titoli di Stato. Così le banche private potranno continuare a finanziarsi a bassissimo livello preso la BCE con la speranza incerta che proseguiranno a comprare il nuovo debito di Stato italiano come prima, debito oggi purtroppo in crescita inarrestabile. L’oggetto di questo « piano » non è di affrontare il problema del debito nazionale ma unicamente di « liberare le banche di almeno 50 dei loro 180 miliardi di sofferenze (come è contenuto) in un documento già inviato a Draghi e alla Banca d’Italia. »

Se risulta chiaro che il debito italiano sarà fra poco considerato spazzatura, non è del tutto chiaro cosa altro di solido entrerà nei pacchetti proposti. Non solo, ma non è del tutto sicuro che la BCE accetterà questo tipo di manovra. Semplicemente perché questo farebbe saltare ogni razionalità nel calcolo del rischio, inducendo in oltre un gravissimo « rischio morale ». Di più, tale falsa e disperata alternativa non cambierà la problematica generale del debito. Oggi il suo finanziamento ci costa oltre 80 miliardi di euro annui! Non cambierà neppure il fatto che esso non peserà più sulla BCE centrale ma bensì sopra Bankitalia tale banca membra della BCE. Cioè, in fine dei conti, direttamente sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori e cittadine/i italiane/i.

In breve, l’Italia spazzatura sta rovinando la Repubblica Italiana nata dalla resistenza alla prima versione di filo-semitismo nietzschiano, cioè il fascismo – quello dell’ebrea-italiana Margherita Sarfatti e di Mussolini et al.)

Rimane pero il fatto che l’Articolo 47 della Costituzione recita che il credito è nazionale. (L’Articolo 14 recita « Il domicilio è inviolabile.») Non viene diminuito dallo scellerato ed ormai non più applicabile Articolo 81, articolo a parere mio illegalmente modificato per incatenare il Paese al fiscal compact, ma comunque abortito dalla realtà prima ancora di nascere. Prova supplementare del oscurantismo marginalista dei liberali-fascisti attuali, tutti eredi di von Mises. (6) Ho spiegato che il credito e la moneta sono due cose distinte. Ho anche spiegato che il credito speculativo porta alla rovina mentre il credito produttivo è necessario ad ogni dinamica economica di crescita e di benessere sociale.

Si può dunque, anzi si deve, lasciare la gestione della moneta e dei fasulli tassi direttori centrali alla BCE. Intanto, questo ci proteggerà da ogni eventuali attacchi speculativi purtroppo prevedibili se mai si adottano riforme mirate alla rivincita sociale del nostro popolo nel contesto di una Europa sociale da conquistare. (7)

Non vi è altra soluzione : preme dunque nazionalizzare il credito tramite una banca pubblica dotata con una leve iniziale di 40 per 1. Questo anno, l’Italia deve finanziare attorno a 400 miliardi di euro di debito. La posta iniziale di questa banca pubblica può dunque rimanere minima. Di fatti, potrà essere rinnovata più facilmente col passare del tempo. Questo perché il debito statale potrà essere comprato sul mercato primario a bassissimo costo dato che questa banca pubblica non sarà costretta a fare profitto per gli azionari ma solo ad essere capace di affrontare i suoi costi di funzionamento. Il debito da essa comprato potrà essere semplicemente cancellato. Si libererà così lo spazio necessario nel budget per rilanciare le politiche socio-industriali e rimettere il Paese su piedi. Questa soluzione rappresenterebbe una forma nuova di ri-segregazione funzionale del settore finanziario disconnettendo la speculazione dall’economia reale e dalla fiscalità dello Stato.

In oltre, questa banca pubblica potrà mettere fine alle privatizzazioni, anzi rinazionalizzare i settori strategici. Il Trattato di Maastricht (Article F, 3, 3b.), mai modificato a questo capitolo, permette l’esistenza delle imprese pubbliche. Queste debbono essere finanziate sul lungo termine cosa che la banca pubblica può fare, incluso nella cruciale sfera ambientale, mentre il capitale speculativo a corto termine sottomesso ad uno ROE a due cifre non può permetterselo.

Intanto, a parte la classe politica attuale di domestici tanto trasversalmente inutili quanto servili e complici, nel quadro della politica della rivincita sociale, la domande urgente è : di chi è la colpa? Questa domanda fondamentale, senza la quale non si può nemmeno pensare le alternative valide, dovrà prendere una forma politica concreta, quella degli audit, come chiede giustamente ATTAC.

Paolo De Marco, cittadino italiano.

Note:

1) Citazione:  l’Italia è a un solo gradino dal rating “spazzatura”, in Ocse: Italia in ritardo sulle riforme, cresce il divario con le altre economie.  Il PIL pro capite italiano nel 2013 era inferiore del 30% rispetto alla media dei primi 17 Paesi Ocse. Il gap è sensibilmente cresciuto negli ultimi anni: nel 2007 era del 22,7%. Sostegno al Jobs Act, male la scuola per efficienza e investimenti.) http://www.repubblica.it/economia/2015/02/09/news/ocse_pil_lavoro_jobs_act_italia-106867485/?ref=HREC1-1

2) BCE : un assouplissement quantitatif, faute de mieux.60 milliards par mois. Sera-ce assez ? (Crédits : Reuters) Romaric Godin  |  22/01/2015, 17:20  –  1555  mots http://www.latribune.fr/actualites/economie/union-europeenne/20150122trib10d21e099/bce-un-assouplissement-quantitatif-faute-de-mieux.html .Vedi pure: QE: Comment la BCE se moque du monde, in http://www.les-crises.fr/comment-la-bce-se-moque-du-monde/

3) Vedi il mio saggio « Uscire dall’euro non serve, serve mettere finale regime della banca detta « universale » in Download Now, Sezione Livres-Books del mio sito www.la-commune-paraclet.com

4) Vedi Yoram Gutgeld, Più uguali, più ricchi, ed Rizzoli, 2013, ovvero un sacco di vecchi cliché neoliberali che non valgono la carta sulla quale sono scritti, in http://www.la-commune-paraclet.com/Book%20ReviewsFrame1Source1.htm

5) Vedi Nota (1) qui sopra.

6) A proposito del liberal-fascismo di von Mises ripreso da tutti i neoliberali attuali vedi « Il socialismo marginalista, o come incatenarsi se stessi nella caverna capitalista. » , Sezione Italia del mio sito www.la-commune-paraclet.com

7) A proposito dell’Europa sociale vedi gli articoli nella Sezione International Political Economy del mio sito.

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