Commenti disabilitati su LETTERA APERTA AL GOVERNO sulla gravissima mancata risposta dell’Ordine dei Medici di Cosenza. 21 aprile 2019

La lettera indirizzata qui al Ministro della Salute, la Signora G. Grillo, è anche indirizzata al Presidente del Consiglio, il Signore G. Conte e a tutti i ministri del suo governo. Tutti sono già stati contattati ripettutamente, invano, e per il momento il loro silenzio e la loro inazione li rendono complici dei crimini perpetrati contro di me.

Per quanto riguarda la diagnosi criminale del dott. Curcio, che è stata ideata per consentire l’archiviazione delle mie denunce senza nessuna indagine, ecco quanto scrive il Deputato della Repubblica italiana l’Onorevole Sapia nel suo esposto alle autorità interessate: « È evidente, nel merito, che tertium non datur: o una commissione l’ha esaminato secondo le procedure previste, oppure De Marco è vittima di abusi. »

INDICE 

Per l’omicidio medicale del mio fratello maggiore Giuseppe De Marco, vedi l’appendice « In memory of my elder brother Giuseppe De Marco medically murdered by Jews with the complicity of Canadians, Italians and others.*» http://rivincitasociale.altervista.org/self-separation-the-united-states-and-israel-leave-unesco-good-riddance/

1 ) PEC al Ministro Giulia Grillo del 8 aprile 2019 – con un richiamo del 15 aprile 2019.

2 ) Allegato 1 : Denuncia per la radiazione immediata del Dr. F. Curcio dell’Ordine dei Medici e il ristabilimento intempestivo della mia riputazione.

3 ) Allegato 2 : Le incalcolabili conseguenze dell’illegale mancata risposta dell’Ordine dei Medici di Cosenza. 10 settembre 2018

4 ) Allegato 3 : Dott.ssa Rossana Ugenti, Ministero della Salute , 13/11/2018

5 ) Allegato 4 : Nota dell’Onorevole Sapia « denunce violazione di domicilio del Prof. Paolo De Marco, in San Giovanni in Fiore ».

6 ) Allegato 5 : Risposta della Prefettura e la mia lettera all’Onorevole Sapia, 28 marzo 2019

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1 ) PEC al Ministro Giulia Grillo del 8 aprile 2019 – con un richiamo del 15 aprile 2019.

Prof. Paolo De Marco

87055-San Giovanni in Fiore (CS)

Data: 8 Aprile 2019

 

Ministro Giulia Grillo,

Ministero della Salute

[email protected]

Urgente: Al Ministro Grillo, in persona

Oggetto: La gravissima mancata risposta dell’Ordine dei Medici di Cosenza.

 

Gentile Ministro G. Grillo,

Chiedo rispettosamente a Lei ed al suo Ministero una spiegazione per la gravissima mancata risposta dell’Ordine dei Medici di Cosenza alla mia denuncia contro il criminale e incompetente Dr. F. Curcio. (Allegato 1)

Lei e il suo Ministero sono già al corrente dei fatti elencati nella mia Pec del 27 agosto 2018 (Allegato 2). La Dottoressa Rossana Ugenti sa già che non ho ottenuto nessuna risposta malgrado vari interventi del Ministero, incluso quello della Dottoressa Cristina Rinaldi (Allegato 3). Ultimamente Lei, da Ministro della Salute, ha potuto misurare lo stato di pietoso squallore, il livello di incompetenza gestionale ed altra aggravato da una diffusa corruzione clientelistica e mafiosa del sistema sanitario in Calabria. Sarei quasi tentato di menzionare la mia analisi del soggetto. (1) Nel caso che mi concerna, rimane la mostruosa complicità dei servizi di sicurezza sviati italiani, i quali cercano ora di fare depistaggio per coprire la loro propria criminale incompetenza, con la corruzione generale. Questo spiega perché le istituzioni non rispondono ai cittadini e nemmeno alle richieste del Ministero – Rinaldi e Ugenti – o a quelle di un Deputato della Repubblica italiana come l’Onorevole Sapia (Allegati 4 e 5)

Tutto questo non è accettabile ed è certo che io no lo accetterò. Ho già sottolineato il fatto che io, Professore De Marco, con una reputazione fin qui immacolata, non permetterò che questa gentaglia poliziesca-mafiosa possa sporcare il mio Cognome e la mia reputazione. Le mie denunce riguardano fatti gravissimi in se ma anche, e forse sopratutto, per la diffusa criminale complicità istituzionale. Il Presidente del Consiglio Conte come pure gli altri Ministri interessati, Giustizia, Difesa, Interno, sono già stati informati a varie occasioni via Pec. Come può una Procura degna del nome archiviare un caso gravissimo ignorando le prove sequestrate dai carabinieri? A cosa serve il Copasir?

Assieme ad una Sua risposta, chiedo rispettosamente il suo immediato intervento.

Prof. Paolo De Marco

1) Vedi « La Sanità tra tagli e corruzione: una vittima eccellente del federalismo fiscale », in http://rivincitasociale.altervista.org/la-sanita-tra-tagli-e-corruzione-una-vittima-eccellente-del-federalismo-fiscale/ . Uno dei problemi maggiori della corruzione sistemica risiede nelle soglie degli appalti autorizzati senza controllo, soglie che il governo ha innalzato invece di abbassare o addirittura sopprimere, almeno in Regioni come la Calabria.

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2 ) Allegato 1 : Denuncia per la radiazione immediata del Dr. F. Curcio dell’Ordine dei Medici e il ristabilimento intempestivo della mia riputazione.

Prof. Paolo De Marco

87055 – San Giovanni in Fiore (CS)

Italia

Data: 25 settembre 2017

Oggetto: Denuncia per la radiazione immediata del Dr. F. Curcio dell’Ordine dei Medici e il ristabilimento intempestivo della mia riputazione.

 

Ordine Provinciale dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri di Cosenza e Provincia (OMCeOCS)

Via Suor Elena Aiello, Palazzo Lucchetta S.n.c.

87100 – Cosenza –

Italia

A chi di dovere,

Chiedo la radiazione immediata dalla FNOMCeO del Dr. Francesco Curcio del Centro di Igiene Mentale di San Giovanni in Fiore (CS) per la sua gravissima mancanza criminale alla deontologia, e per le sue accuse menzognere e diffamatorie a mio riguardo. Queste furono tutte mirate in complicità con il criminale Comandante dei Carabinieri Pantano ad un tentativo di cover up. Noto che la mia richiesta di Accesso agli Atti presentata il 13 luglio 2017 fu disattesa oltre i 30 giorni legali. La copia degli Atti mi fu finalmente consegnata il 17 agosto 2017 solo dopo altri interventi personali e per via email.

Questo signore Curcio, senza avermi mai incontrato prima, si è permesso, in complicità con l’ex-comandante dei Carabinieri di San Giovanni in Fiore, Pantano, di formulare una diagnosi di tendenze paranoide al mio riguardo. Lo fece solo per creare un pretesto per l’archiviazione dell’inchiesta relativa alle violazioni ripetute del mio domicilio – durante quasi tutte le mie assenze – ed altri crimini collegati a queste violazioni. Tra questi il sostenuto e impietoso tentativo di intimidazione di stampo mafioso-poliziesco – in Calabria ! – con tovaglie da bagno macchiate di pittura rossa, alterazione del cibo e delle bevande per produrre il cosiddetto « boiling body effect », il rifiuto di mandare le pattuglie di carabinieri per procedere alle dovute indagini in loco, le minacce proferite contro di me se porgevo altre denunce, ecc. La prova patente dei crimini di questo signore Curcio e dei suoi accoliti sta nel fatto che l’inchiesta è stata rilanciata il 17 maggio 2017 ed è ora in corso, anche se sembra che la Magistratura ed i Carabinieri cercano ancora di occultare tutte le mie denunce iniziali. ( Vedi l’elenco qui sotto)

Questo gravissimo crimine diffamatorio del Curcio avvenne il 30 novembre 2015 durante un incontro da me richiesto al Comandante Pantano per capire perché, dopo tutte le mie denunce, le violazioni del mio domicilio continuavano in tutta impunità. Invece di fornire le dovute spiegazioni, il criminale Pantano immaginò un stratagemma indegno: mi fece trovare il Curcio nel suo ufficio. Dopo avermi ascoltato il Pantano negò le violazioni del mio domicilio e si voltò verso il Curcio, il quale disse : « E angosciato, ci vuole una pillola, ci vuole una pillola. » A quel punto io dissi al Curcio che non sapevo qui era e neanche perché era presente a questo incontro e gli intimò di tacere. Poi mi rivolsi al Pantano spiegandoli che non poteva rifiutare di fare le dovute indagini né di accettare le prove che portavo con me – tovaglia macchiata di pittura rossa e un campione di Vecchia Romagna alterata per produrre il cosiddetto « boiling body effect ». Il Pantano mi minacciò allora se porgevo altre denunce di chiedere l’intervento della Commissione per farmi esaminare. Io da cittadino e da professore respinse quelle criminali minacce e messi in guardia il Comandante per il suo inaccettabile comportamento. L’incontro si terminò con l’accettazione delle prove da parte del Pantano, il quale mi disse di ritornare il giorno dopo. Il giorno dopo, era presente solo il Curcio e non si fece nulla. Ero convinto che la cosa era finita lì e che le mie prove sarebbero state esaminate e le indagini finalmente condotte, come dovuto per legge. Invece oggi capisco che questo incontro del 30 novembre 2015 servì a Curcio e Pantano per fabbricare una diagnosi senza fondamento e diffamatoria contro di me, solo per archiviare le indagini.

Questa fabbricazione criminale non fini lì. Il 14 febbraio 2017, il Crucio, accompagnato dall’infermiere G. Audia, si presentò senza essere invitato e senza appuntamento a casa mia. Lo fece col pretesto di felicitarmi per il mio lavoro, secondo lui « lodevole », a favore dei disoccupati della mia Città. Entrato in casa mia mi chiese « come poteva aiutarmi ». A quel punto io, avendolo riconosciuto, gli chiese, assieme al signore Audia, di scrivere i loro nome su un foglio di carta e di uscire di casa mia. Mentre uscivano, feci notare al Curcio che il suo comportamento durante l’incontro al Comando dei Carabinieri del 30 novembre 2015 era totalmente inaccettabile e costituiva una violazione imperdonabile della deontologia medica. Oggi so che, in realtà, era intenzionalmente criminale. (Vedi allegato) La sua presunta diagnosi del 14 febbraio 2017, oltre ad essere menzognere, rappresenta un vile tentativo criminale di coprire il suo crimine del 30 novembre 2015. Nessuno a mai autorizzato quella presunta « visita a domicilio ». La lettera della Digos del 13 febbraio 2017 partecipa a questo cover up nel modo più grottesco e post hoc possibile.

Intanto, è già chiaro che Curcio non è mai stato autorizzato da nessuna autorità competente, a parte il criminale Pantano, per formulare la sua diagnosi iniziale del 30 novembre 2015. Questa sua condotta costituisce un elemento sufficiente per licenziarlo immediatamente per mancanza grave contro la deontologia e per la sua complicità con un criminale ed infame tentativo di cover up, aggravato da una gratuita e inaccettabile diffamazione nei miei riguardi. Faccio notare che io ho una riputazione immacolata non essendo mai stato accusato di nessuno reato in nessuno paese, e che non ho mai subito nessuna analisi ovunque. La mia riputazione deve essere ristabilita con massima tempestività.

Le violazioni del domicilio sono affare per la magistratura e per i Carabinieri, non per la medicina. Il Curcio non ha nemmeno aspettato la fine dell’inchiesta per pronunciarsi. Pero ha la faccia tosta di parlare di « complottismo ». Perciò, siamo anche legittimati a chiederci quanto famiglie avrà distrutto con questo suo incompetente e criminale comportamento.

Per il resto, faccio notare che malgrado il fatto che questi crimini contro di me siano perpetrati da ormai quasi 6 anni in Italia, io, da persona per bene e da professore di un certo livello nelle mie discipline, ho sempre dimostrato una calma e una serenità olimpica. Malgrado queste ripetute e impietose infamie per parte mia ho cercato di condurre una esistenza pacifica e normale, continuando le mie letture e le mie ricerche, effettuando vari viaggi di studio in Italia ed in Calabria e, ad esempio, andare in escursioni visto che sono membro del CAI di San Giovanni in Fiore. Nel mio piccolo, ho pure cercato di essere utile alla mia Comunità. Durante tutti questi orribili 6 anni, ho sempre assunto uno comportamento esemplare facendo fiducie alla magistratura ed alla giustizia della mia Repubblica italiana. Sono tra le persone convinte che alla fine la giustizia trionfa sempre.

Mi permetto di sottolineare il fatto che se una persona esibisce dei disturbi psicologi, legati alla violazione del suo domicilio, e se la magistratura e certi medici, invece di fare le dovute indagini, archiviano il caso diffamando la persona in questione, allora il crimine diventa doppio, mostruosamente doppio. Le associazioni dei pazienti potranno eventualmente testimoniare.

Il PM principale Cozzolino della Procura di Cosenza dovrà anche Lui dimostrare che l’inchiesta viene condotta secondo le regole. In particolare, l’inchiesta dovrà tenere conto del fatto che ho visto il mio giovane vicino Pasquale Oliverio – probabilmente un piccolo informatore di polizia – uscire dal mio domicilio un giorno che mi ero assentato per meno di 10 minuti; dovrà procedere al prelievo delle impronti digitali ed altre simile prove; dovrà procedere al esame dei tabulati telefonici del sistema di allarme programmato per chiamarmi sul mio cellulare ogni volta che viene inserito – uscita – o disinserito – rientro a casa; dovrà procedere all’esame dell’ovvia presa di controllo delle due telecamere effettuata per coprire la violazione del mio domicilio, cosa che richiede altissime complicità; dovrà procedere all’analisi delle tovaglie macchiate e della cibo e bevande alterate, ecc. Dovrà pure investigare le ragioni che hanno motivato questi crimini. In oltre, il PM Cozzolino, certamente con l’aiuto di gente più competente del Curcio dovrà pure spiegare come vengono macchiate le mie tovaglie, almeno che non voglia dare a questo fatto ripetuto e documentato una spiegazione irrazionale con l’aiuto di qualche sviato complice della Digos e dei servizi di sicurezza.

Se ancora una volta, la Procura di Cosenza non procederà a tutte indagini richieste, e se queste non saranno seguite dalla punizione esemplare dei criminali implicati, piccoli e grandi che siano, e dai risarcimenti morali e materiali a me dovuti, incluso il ristabilimento intempestivo della mia riputazione, allora questo rappresenterà un disonore grave per la Procura della Repubblica e per la Repubblica italiana stessa. A questo punto io non avrò altra scelta se non quella di portare tutto questo infame affare sulla piazza pubblica. In effetti, nel contesto contemporaneo, si può anche capire che i servizi di sicurezza procedono a varie indagini ma mai fuori della legalità. Non si può strumentalizzare i cittadini per bene senza motivo e poi diffamarli per coprire i propri crimini. In quanto cittadino e professore di un certo livello, sottolineo con fermezza che questa è e deve rimanere una linea rossa invalicabile. Le autorità garanti dei diritti fondamentali dei cittadini non dovrebbero mai dimenticarlo.

Sottolineo che io, Paolo De Marco, sono un cittadino italiano nato in Italia, titolare di un BA, di un MA e di una scolarità di dottorato in Relazioni internazionali – Economia Politica Internazionale. Ho studiato in Francia e in Canada. Sono stato al mio tempo uno professore esemplare nella mia disciplina presso un CEGEP a Montreal, Canada. Sono una persona per bene, pacifica e costruttiva e con una riputazione immacolata che deve rimanere tale.

Nel mese di giugno del 2013 mi sono rimpatriato a San Giovanni in Fiore (CS) città nella quale sono nato e dove sono residente sin da allora. Prima di decidere del mio rimpatrio ho soggiornato a San Giovanni in Fiore (CS) per pochi mesi nel 2011 e nel 2012. A San Giovanni in Fiore vivo nella modesta casa dei miei nonni di mia proprietà situata all’indirizzo indicato qui sopra, casa a me molto cara perché ci sono nato.

Concludo ricordando a tutti che la negazione della giustizia è il peggiore crimine possibile. E un crimine contro la Costituzione e contro la civiltà umana.

Cordiali saluti,

Paolo De Marco

Ex-Professore di Relazioni internazionali – Economia Politica Internazionale.

NB:

1 ) Allegati delle pseudo-diagnosi di Curcio e dell’illegale richiesta della Digos del 13 febbraio 2017.

2 ) Breve elenco delle mie denunce principali iniziali e attuali. Vedi copia allegata.

2a ) denuncia del 7 dicembre 2014

2b ) denuncia collegata alla prima contro il Sig. Mario Marra del 7 luglio 2014,

2c ) denuncia relativa al furto dei comodini della stanza da letto dei miei defunti genitori del 12 agosto 2014, furto perpetuata dalla Signora Vincenza Foglia-Federico.

2d ) denuncia ai Carabinieri di San Giovanni in Fiore (CS) del 4 maggio 2015 per la continua violazione del mio domicilio con alterazione del cibo e delle bevande e la presa di controllo del sistema di allarme e delle due telecamere di sorveglianza per mascherare i crimini commessi e coprire i criminali. Seguirono vari supplementi a questa denuncia finché il 30 novembre 2015 fui minacciato dal criminale Comandante Pantano, in presenza del Curcio – che non avevo mai incontrato prima.

Durante il mese di aprile 2017 venni a conoscenza del stratagemma criminale e diffamatorio immaginato da Pantano e Curcio per archiviare le mie denunce in modo da coprirsi assieme agli altri criminali ed alle loro complicità istituzionali, cioè l’invenzione di una diagnosi di paranoia senza il minimo pretesto e senza avermi mai incontrato prima. La scoperta di questo diabolico cover up portò dunque ad un’altra seria di denunce, in particolare:

2e ) l’esposto/denuncia del 17 maggio 2017 contro Oliviero Pasquale e altri ignoti, denuncia che riprende in sostanza tutte le denunce anteriori.

2f ) il primo supplemento a questo esposto/denuncia portato al comando dei carabinieri assieme alle estrapolazioni dei video delle telecamere, ad un campione di Vecchia Romagna alterato e a due tovaglie macchiate, prove che furono sequestrate per esame.

2g ) il secondo supplemento del 7 agosto 2017 alla mia denuncia del 17-05-2017 relativo alla mia domanda di Accesso agli Atti.

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3 ) Allegato 2 : Le incalcolabili conseguenze dell’illegale mancata risposta dell’Ordine dei Medici di Cosenza. 10 settembre 2018

Prof. Paolo De Marco

87055-San Giovanni in Fiore (CS)

Data: 10 settembre 2018

 

Ministro Giulia Grillo,

Ministero della Salute

[email protected]

Oggetto: Le incalcolabili conseguenze dell’illegale mancata risposta dell’Ordine dei Medici di Cosenza.

Gentile Ministro G. Grillo,

Rinnovo il mio appello del 27 agosto 2018 chiedendo rispettosamente il suo urgente intervento. Ho nuovamente chiesto al Ministro della Giustizia A. Bonafede una indagine indipendente nel inaccettabile e incomprensibile procedimento della Procura di Cosenza. Per ora, sembra unicamente mirato a proteggere i criminali che hanno violato il mio domicilio e alterato le mie bevande e il mio cibo con la copertura del criminale comandante Pantano e del suo complice Dr. Curcio.

Ecco gli ultimi e drammatici fatti. Non sarebbero mai avvenuti se la deontologia medica fosse stata minimamente rispettata dall’Ordine dei medici di Cosenza e se il suo Ministero fosse intervenuto con la dovuta tempestività. Ripeto che il diagnostico illegale e privo di ogni fondamento del Dr. Curcio rappresenta un crimine con un solo e unico motivo quello di coprire i colpevoli degli atti criminosi compiuti contro di me in Italia. (Allegato IV)

Probabilmente per anticipare l’intervento del Ministero della Giustizia, il Procuratore Cozzolino rispose infine alle mie richieste il 3 settembre scorso. La risposta allude all’archiviazione di denunce contro ignoti. (Allegato 1) Per vietare inutili ripetizioni riproduco qui la mia risposta al Dr. Cozzolino:

« Questa risposta non riguarda per niente la mie denuncia del 17-05-2017 seguita in particolare dalla cruciale 3e Integrazione del 22 agosto 2017 e da varie altre, l’ultima, la 5e Integrazione, essendo stata formulata il 20 aprile 2018. (Allegato 3)

Queste non sono denunce contro ignoti – codice 44 che appare nella sua risposta. Sono invece delle denunce molto specifiche contro Pasquale Oliverio, un mio giovane vicino, e contro i criminali comandante Pantano ed il suo complice Dr. Curcio. Noto anche una confusione sul codice del procedimento il quale quando scritto da sua mano appare come 3955/14 e poi in testa del documento come 3955/17.

In oltre, saboto 8 settembre 2018, sono finalmente riuscito a verificare presso l’attuale comandante di turno dei Carabinieri di San Giovanni in Fiore un fatto gravissimo: in effetti le prove – chiavetta USB, tovaglie macchiate di pittura rossa e bottiglia di Vecchia Romagna – sequestrate dai Carabinieri il 4 luglio 2017 non sono state trasmesse né analizzate dalla Procura. Numerose altre prove simili e inconfutabili sono in mio possesso. Nessuna altra indagine è mai stata condotta in loco – impronte digitali ecc. Le varie integrazioni documentano anche la continuazione delle violazioni del mio domicilio tra il 17 maggio 2017 e il 18 novembre 2017 e anche dopo. Per questo non mi spiego la sua risposta, che comunque arrivava stranamente dopo molte altre richieste di informazioni rimaste senza risposta. (Allegato 1)

Le nuove denunce qui menzionate seguirono un incontro alla Prefettura di Cosenza il 7 aprile 2017 durante il quale, in presenza di un noto giornalista sangiovannese, Emiliano Morrone, mi fu concessa la protezione dello Stato. In precedenza ci furono anche due Interrogazioni parlamentari da parte del coraggioso deputato calabrese l’Onorevole Paolo Parentela. In effetti, risultò che in modo da me giudicato altamente criminale, le mie prime denunce risalenti al mese di dicembre 2014 e all’anno 2015 erano state archiviate senza mai avvertirmi. L’unica spiegazione è quella del depistaggio o cover up messo in opera con troppe complicità.

Vorrei prevenire altre possibili confusioni. Sottolineo, dopo avere consultato i carabinieri, che il loro codice di trasmissione della mia denuncia del 17-05-2018 e delle varie Integrazioni è il seguente: Prot. 45/18 – 2017. Su questa base si può determinare il numero di codice del procedimento penale che riguarda specificamente queste denunce e comunicarmelo al più presto. Forse mi avranno dato una informazione sbagliata e Lei non è incaricato di questo nuovo procedimento penale.

In quanto cittadino italiano insisto sulla mia esigenza riguardo al rigoroso rispetto del « due process ». Sottolineo di nuovo la mia richiesta per l’intervento intempestivo della Procura nel ristabilire la mia riputazione vilmente macchiata senza fondamento dal criminale Dr. Curzio e dal suo comandante Pantano. Le conseguenze di quella vigliaccheria altamente criminale sono molteplici. Causa la mia inevitabile e permanente esclusione di ogni posizione professionale e accademica minimamente all’altezza della mia formazione e dei miei contributi scientifici. Causa una inevitabile e infamante esclusione sociale.

L’ultima e tipica conseguenza risale al 7 settembre 2018 quando il Dr. Nicoterra della ASP di Cosenza mi informò per telefono della negazione del permesso di possesso di arma a fuoco. (Allegato 2) Avendo trovato negli attrezzi del mio defunto padre un vecchissimo moschetto storico non più funzionale sono immediatamente andato ad informare i carabinieri. Per non perdere questo prezioso oggetto di famiglia, ho poi iniziato il processo legale per ottenere il nulla osta per il possesso di arme a fuco. Ho chiesto al Dr. Nicoterra una motivazione scritta del suo rifiuto. Essendo una persona per bene con una riputazione fin qui immacolata, oltre ad essere stato un esemplare professore, non concepisco come un tale rifiuto possa spiegarsi a parte la criminale diagnosi senza fondamento del criminale Dr. Curcio. (Allegato 3) Faccio umilmente notare che pure essendo vittima di queste orrendi e vili manipolazioni degne di Philip Zimbardo da oltre 6 anni in Italia, io, Paolo De Marco, non ho mai mancato di cortesia verso nessuno e non ho mai minacciato nessuno, ponendo invece la mia fiducia nella giustizia del mio Paese.

La Procura di Cosenza come pure le istanze garanti della Repubblica devono capire che non si può macchiare la riputazione di una persona per bene come me unicamente per coprire i criminali domestici e stranieri colpevoli delle violazioni del mio domicilio e del persistente cover up. Sottolineo di nuovo la protezione dello Stato offerta in Prefettura. »

Onorevole Ministro Grillo, Lei avrà capito l’estrema gravità della situazione. Visto le conseguenze drammatiche e ingiuste del criminale diagnostico scritto in flagrante violazione della deontologia medica dal vile Dr. Curcio, rinnovo il mio appello al Ministro della Salute affinché non sia permesso all’Ordine dei Medici di Cosenza ignorare la mia domande di radiazione immediata del criminale Curcio. (Allegato 4).

Intanto Lei come pure il Ministro della Giustizia no possono permettere che la giustizia sia così calpestata. Lei non può permettere che la reputazione di una persona per bene come me sia irrimediabilmente macchiata con un diagnostico illegalmente proposto da due complici criminali che mi hanno minacciato all’interno del comando dei carabinieri della mia Città. Il Pantano mi minacciò di ricorre alla Commissione per un avviso medico se continuava a porre denunce! Intanto, senza nessuno avviso della detta Commissione, e alla mia insaputa, il Pantano e il suo complice Curcio non esitarono fabbricare illegalmente un diagnostico infamante – di paranoia – unicamente mirato a permettere la prima archiviazione delle mie denunce senza procedere alla più minima indagine. Si tratta di un crimine gravissimo che non può rimanere impunito. Non credo che la mia Repubblica italiana si sia già trasformata in un regime totalitario.

La prego intervenire con fermezza. La prego rispondermi al più presto.

Cordiali saluti,

Paolo De Marco, ex-professore di Relazioni Internazionali – Economia Politica Internazionale.

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4 ) Allegato 3 : Dott.ssa Rossana Ugenti, Ministero della Salute , 13/11/2018

Ugenti 1

Ugenti 2

 

 

 

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5 ) Allegato 4 : Nota dell’Onorevole Sapia « denunce violazione di domicilio del Prof. Paolo DE MARCO, in San Giovanni in Fiore ».

Deputato Francesco Sapia

Commissione Affari sociali

[email protected]

[email protected]

0039.389.549.27.39

 

Dott.ssa Paola GALEONE

Prefetto di Cosenza

[email protected]

Dott. Mario SPAGNUOLO

Procuratore della Repubblica di Cosenza

[email protected]

Dott.ssa Rossana UGENTI

Dg Dir gen. professioni sanitarie e risorse umane del SSn

[email protected]

Comando provinciale Carabinieri Cosenza

[email protected]

Dott. Raffaele MAURO

Direttore generale Asp di Cosenza

[email protected]

E p. c.

Deputato Paolo PARENTELA

Capogruppo M5S in commissione Agricoltura

[email protected]

Prof. Paolo DE MARCO

[email protected]

 

Oggetto: denunce violazione di domicilio del Prof. Paolo DE MARCO, in San

Giovanni in Fiore.

 

Dal 2013 il Prof. Paolo De Marco, in Canada già docente di Relazioni

internazionali e di Economia politica, è ritornato a San Giovanni in Fiore (Cs),

comune di cui è originario e in cui ad oggi risiede.

Nell’allegata interrogazione a risposta scritta n. 4-14927 del 6 dicembre 2016, a firma del collega deputato Parentela, il docente in predicato è definito come «particolarmente attivo nella critica al sistema capitalistico dominante», specie sul web, ed è riassunta la vicenda delle ripetute violazioni del suo domicilio, con richiesta ai Ministri dell’Interno e della Giustizia di eventuali iniziative di competenza «a tutela dell’incolumità e della sicurezza del suddetto professore», peraltro noto a San Giovanni in Fiore – e oltre – per la sua vicinanza a un gruppo di centinaia di disoccupati che nel febbraio 2016 presidiarono e occuparono il municipio di lì chiedendo lavoro, fondamento della Repubblica secondo la Costituzione. Si tratta, dunque, di un personaggio dal manifesto impegno intellettuale e politico, non di un soggetto “naïf”.

In breve, più volte De Marco ha denunciato la violazione del suo domicilio da

parte di un vicino di casa, all’uopo nominato, che, per quanto si legge in diverse sue note, si sarebbe introdotto illecitamente nel proprio appartamento. Inoltre, lo stesso De Marco – che, benché risieda da tempo in Calabria, proviene da una differente cultura di rapporti con le Istituzioni – ha formalmente rappresentato – pure con espressioni forti e sdegnate, ed anche ai Carabinieri di San Giovanni in Fiore – l’avvenuta alterazione, presso l’immobile in cui vive, di cibi e bevande con sostanze tali da indurgli un pericoloso surriscaldamento corporeo.

In particolare, in una sua nota, qui allegata, De Marco ha fatto riferimento a una

vicenda avvenuta nell’anno 2015 presso la caserma dei Carabinieri di San Giovanni in Fiore, precisando di essersi lì recato per avere notizie sugli accertamenti compiuti dall’Arma rispetto a sue circostanziate denunce e d’avervi trovato uno psichiatra in servizio al locale Centro di Salute Mentale, il quale avrebbe prospettato l’esigenza di farmaci per il riferito denunciante. L’incontro in caserma, ha scritto De Marco, che non è di lingua madre italiana, «terminò con l’accettazione delle prove da parte» dell’allora comandante della locale stazione, il quale gli disse «di ritornare il giorno dopo», ma poi «non si fece nulla».

In sintesi, come da allegati alla presente, il Prof. De Marco lamenta che le indagini conseguenti alle sue denunce non siano approdate ad alcunché, anche per una mancata – secondo il proprio intendimento – considerazione di prove fornite agli inquirenti e che, anzi, esse siano state archiviate malgrado lo stesso si sia assunto la responsabilità di indicare il soggetto che avrebbe visto introdursi nel suo appartamento.

Di più, in una richiesta di accesso agli atti – recante la data del 13 giugno 1017 – indirizzata alla Direzione generale dell’Asp di Cosenza, il De Marco ha rappresentato che il Centro di Salute mentale gli avrebbe addebitato in maniera arbitraria una «sindrome paranoidea in stato delirante acuto», al sottoscritto riferendo di non essere mai stato sottoposto, in proposito, a specifica visita collegiale. È evidente, nel merito, che tertium non datur: o una commissione l’ha esaminato secondo le procedure previste, oppure De Marco è vittima di abusi.

Allo stato, allo scrivente Parlamentare desta preoccupazione la situazione in cui si trova il Prof. De Marco, che potrebbe essere alimentata da una serie di equivoci nelle diverse interlocuzioni che lo stesso ha finora avuto a vari livelli; magari per il linguaggio usato dal medesimo, magari per sue divergenze rispetto al modo di procedere nella fattispecie.

Occorrerebbe, perciò, accertare – una volta per tutte – se qualcuno si sia introdotto nel suo appartamento e chi all’occorrenza sia stato, atteso che il De Marco ha in proposito fatto riferimenti espliciti e diretti.

Occorrerebbe verificare, poi, in ordine al riassunto episodio dello psichiatra e della patologia che sarebbe stata diagnosticata o addebitata al De Marco – che, come da allegati, ha chiesto la radiazione del Professionista dall’Albo di appartenenza – come si siano svolti i relativi fatti e quali interventi di competenza l’Asp di Cosenza abbia in proposito posto in essere. Alla luce di quanto qui esposto, chiedo alle SS. LL. di attivarsi, ciascuno secondo le proprie competenze, di modo che sia tutelato il Prof. Paolo De Marco, cittadino italiano.

In attesa di cortese riscontro, porgo cordiali saluti.

Roma, 23 ottobre 2018 Francesco Sapia Deputato, M5s

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6 ) Allegato 5 : Risposta della Prefettura e la mia lettera all’Onorevole Sapia, 28 marzo 2019

Trascrizione della risposta PDF della Prefettura di Cosenza all’Onorevole Sapia.

Oggetto: Prof. Paolo De Marco di San Giovanni in Fiore

In riferimento a quanto richiesto con la nota del 23 ottobre 2018, concernete il nominato in oggetto, si riferisce quanto al riguardo comunicato dal locale Comando Provinciale Carabinieri .

Il Sig. Paolo De Marco, già professore di economia politica internazionale, dall’anno 2013 ha presentato diversi esposti e denunce presso la Stazione Carabinieri di San Giovanni in Fiore per presunte violazioni del proprio domicilio messe in atto, per come riferito dall’interessato dai « servizi segreti » italiani ed esteri.

Gli atti formalizzati dl Sig. De Marco sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza e confluiti nel procedimento 1154/2016, fatti non costituenti reato.

Per completezza di informazione si riferisce che il Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza ha comunicato che dai fatti sinora emersi non risulta che il Sig. De Marco sia esposto a particolari rischi.

Il Prefetto,

Galeone.

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Prof. Paolo De Marco

87055 – San Giovanni in Fiore (CS)

Italia

Data : 28 marzo 2019

All’Onorevole Sapia

Deputato della Repubblica italiana,

 

Egregio Onorevole Sapia,

A parte la risposta inaccettabile e complice della Prefettura – qui allegata – non ho ricevuto nessuna altra risposta. La Procura di Cosenza di Cosenza, anch’essa attivamente complice, non mi risponde come evidenziato dalla mia ennesima richiesta al Procuratore Spagnuolo, riprodotta qui sotto.

Ho avuto modo di spiegarle che abbiamo a che fare qui con una strumentalizzazione canaglia da parte dei servizi di sicurezza italiani, all’inizio sotto influenza di servizi esteri. Oggi, visto il puro cretinismo fallito della loro strumentalizzazione criminale alla Zimbardo, cercano di coprirsi, in particolare con il depistaggio criminale messo in opera dal Comandante Pantano e dal suo criminale e incompetente accolite Curcio.

A questo punto Lei avrà capito che la Procura di Cosenza essendo criminalmente complice, ci vuole l’intervento diretto del Presidente del Consiglio e dei ministri di competenza, in particolare i ministri della giustizia, della difesa, dell’interno e della salute. Come Lei sa già dai documenti da me trasmessi, tutti questi sono già al corrente del caso.

Certo che una tale ingiustizia deve essere corretta. A parte tutti gli altri danni causati, non è concepibile che il mio Cognome sia sporcato da gentaglia poliziesca-mafiosa come questa. Che per colmo ignora la richiesta di un rappresentante del popolo italiano. Io, Paolo De Marco sono un cittadino italiano, nato in Italia, e un professore con una riputazione fin qui immacolata.

La prego informarmi.

Cordiali e rispettosi saluti,

Prof  Paolo De Marco

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Prof. Paolo De Marco

87055 – San Giovanni in Fiore (CS)

Italia

Data : 18 marzo 2019

Oggetto: Denuncia contro il reparto di deontologia dell’Ordine dei Medici di Cosenza e contro il Presidente dell’Ordine, il Dr. Corcioni.

Al Procuratore Dr. Spagnuolo,

Procura di Cosenza,

Repubblica italiana,

 

Egregio Dr. Spagnuolo,

Con referenza alla mia PEC del 6 marzo 2019, La scrivo di nuovo in quanto rappresentante legale di me stesso per cui mi aspetto a ricevere una pronta risposta. Il 14 novembre 2018 ho sporto una denuncia al Commando dei Carabinieri intitolata « Denuncia contro il reparto di deontologia dell’Ordine dei Medici di Cosenza e contro il Presidente dell’Ordine, il Dr. Corcioni. ». (V. Allegato)

In quanto cittadino italiano, con i miei diritti fondamentali riconosciutimi dalla Costituzione e dalla legge, chiedo alla Procura di Cosenza e a Lei personalmente informarmi d’urgenza sullo stato attuale di questa mia denuncia.

Cordiali saluti,

Prof. Paolo De Marco

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