Commenti disabilitati su Lettera al Presidente del Consiglio ed al Ministro della Giustizia per la necessaria riapertura delle mie denunce disattese dalla Procura di Cosenza e l’intempestivo ristabilimento dei miei diritti fondamentali e della mia riputazione. 25 luglio 2019

Prof. Paolo De Marco

87055 – San Giovanni in Fiore (CS)

Data: 25 luglio 2019

Oggetto: La necessaria riapertura delle mie denunce disattese dalla Procura di Cosenza e l’intempestivo ristabilimento dei miei diritti fondamentali e della mia riputazione.

Onorevole Giuseppe Conte,

Presidente del Consiglio,

Ministro della giustizia

Onorevole Alfonso Bonafede,

Repubblica italiana.

Come già sollecitato dal magistrato Cozzolino, dal Procuratore Spagnuolo e ultimamente dal CSM – allegato 1 qui sotto -, chiedo la riapertura immediata della mia denuncia del 17-05-2017 con le sue integrazioni abusivamente archiviate dal PM Cozzolino col falso pretesto che erano denunce contro ignoti. Al contrario, le mie denunce sono precisamente nominative, cioè contro il mio giovane vicino Pasquale Oliverio, e contro i criminali Pantano e Curcio – allegato II qui sotto. Chiedo, in oltre, la de-territorialità, ora necessaria, del caso visto lo strano funzionamento della Procura di Cosenza.

Vorrei anche sapere perché, malgrado tutti i miei appelli, questa criminale persecuzione contro di me non sia ancora stata fermata?

Prego il suo gabinetto informarmi.

Cordiali saluti,

Prof. Paolo De Marco

Allegato I: Lettera aperta al Consiglio Superiore della Magistratura sulla violazione del mio domicilio, l’alterazione del mio cibo e delle mie bevande e gli atti intimidatori di chiaro stampo poliziesco-mafioso. 24 luglio 2019, in http://rivincitasociale.altervista.org/lettera-aperta-al-consiglio-superiore-della-magistratura-sulla-violazione-del-mio-domicilio-lalterazione-del-mio-cibo-delle-mie-bevande-gli-atti-intimidatori-chiaro-stampo-poliziesco-mafioso/

Allegato II: Lettera al magistrato Cozzolino del 10 settembre 2018

Paolo De Marco

87055 – San Giovanni in Fiore (CS)

Email: [email protected]

Data: 10 settembre 2018

Oggetto: Risposta alla sua del 3 settembre 2018. Al Dr. Cozzolino, in persona.

Dr. Giuseppe F. Cozzolino, in persona

Procura della Repubblica di Cosenza Piazza Gullo, s.n.c. 87100 Cosenza

[email protected]

[email protected]

Egregio Dr. Cozzolino,

Il 3 settembre 2018 ho ricevuto una sua risposta – allegato 1 – nella quale mi informa che un procedimento contro ignoti è stato archiviato il 18-11-2017. Questa risposta non riguarda per niente la mie denuncia del 17-05-2017 seguita in particolare dalla cruciale 3e Integrazione del 22 agosto 2017 e da varie altre, l’ultima, la 5e Integrazione, essendo stata formulata il 20 aprile 2018. (Allegato 3)

Queste non sono denunce contro ignoti – codice 44 che appare nella sua risposta. Sono invece delle denunce molto specifiche contro Pasquale Oliverio, un mio giovane vicino, e contro i criminali comandante Pantano ed il suo complice Dr. Curcio. Noto anche una confusione sul codice del procedimento il quale quando scritto da sua mano appare come 3955/14 e poi in testa del documento come 3955/17.

In oltre, saboto 8 settembre 2018, sono finalmente riuscito a verificare presso l’attuale comandante di turno dei Carabinieri di San Giovanni in Fiore un fatto gravissimo: in effetti le prove – chiavetta USB, tovaglie macchiate di pittura rossa e bottiglia di Vecchia Romagna – sequestrate dai Carabinieri il 4 luglio 2017 non sono state trasmesse né analizzate dalla Procura. Numerose altre prove simili e inconfutabili sono in mio possesso. Nessuna altra indagine è mai stata condotta in loco – impronte digitali ecc. Le varie integrazioni documentano anche la continuazione delle violazioni del mio domicilio tra il 17 maggio 2017 e il 18 novembre 2017 e anche dopo. Per questo non mi spiego la sua risposta, che comunque arrivava stranamente dopo molte altre richieste di informazioni rimaste senza risposta. (Allegato 1)

Le nuove denunce qui menzionate seguirono un incontro alla Prefettura di Cosenza il 7 aprile 2017 durante il quale, in presenza di un noto giornalista sangiovannese, Emiliano Morrone, mi fu concessa la protezione dello Stato. In precedenza ci furono anche due Interrogazioni parlamentari da parte del coraggioso deputato calabrese l’Onorevole Paolo Parentela. In effetti, risultò che in modo da me giudicato altamente criminale, le mie prime denunce risalenti al mese di dicembre 2014 e all’anno 2015 erano state archiviate senza mai avvertirmi. L’unica spiegazione è quella del depistaggio o cover up messo in opera con troppe complicità.

Vorrei prevenire altre possibili confusioni. Sottolineo, dopo avere consultato i carabinieri, che il loro codice di trasmissione della mia denuncia del 17-05-2018 e delle varie Integrazioni è il seguente: Prot. 45/18 – 2017. Su questa base si può determinare il numero di codice del procedimento penale che riguarda specificamente queste denunce e comunicarmelo al più presto. Forse mi avranno dato una informazione sbagliata e Lei non è incaricato di questo nuovo procedimento penale.

In quanto cittadino italiano insisto sulla mia esigenza riguardo al rigoroso rispetto del « due process ». Sottolineo di nuovo la mia richiesta per l’intervento intempestivo della Procura nel ristabilire la mia riputazione vilmente macchiata senza fondamento dal criminale Dr. Curzio e dal suo comandante Pantano. Le conseguenze di quella vigliaccheria altamente criminale sono molteplici. Causa la mia inevitabile e permanente esclusione di ogni posizione professionale e accademica minimamente all’altezza della mia formazione e dei miei contributi scientifici. Causa una inevitabile e infamante esclusione sociale.

L’ultima e tipica conseguenza risale al 7 settembre 2018 quando il Dr. Nicoterra della ASP di Cosenza mi informò per telefono della negazione del permesso di possesso di arma a fuoco. (Allegato 2) Avendo trovato negli attrezzi del mio defunto padre un vecchissimo moschetto storico non più funzionale sono immediatamente andato ad informare i carabinieri. Per non perdere questo prezioso oggetto di famiglia, ho poi iniziato il processo legale per ottenere il nulla osta per il possesso di arme a fuco. Ho chiesto al Dr. Nicoterra una motivazione scritta del suo rifiuto. Essendo una persona per bene con una riputazione fin qui immacolata, oltre ad essere stato un esemplare professore, non concepisco come un tale rifiuto possa spiegarsi a parte la criminale diagnosi senza fondamento del criminale Dr. Curcio. (Allegato 3) Faccio umilmente notare che pure essendo vittima di queste orrendi e vili manipolazioni degne di Philip Zimbardo da oltre 6 anni in Italia, io, Paolo De Marco, non ho mai mancato di cortesia verso nessuno e non ho mai minacciato nessuno, ponendo invece la mia fiducia nella giustizia del mio Paese.

La Procura di Cosenza come pure le istanze garanti della Repubblica devono capire che non si può macchiare la riputazione di una persona per bene come me unicamente per coprire i criminali domestici e stranieri colpevoli delle violazioni del mio domicilio e del persistente cover up. Sottolineo di nuovo la protezione dello Stato offerta in Prefettura.

Rimango in attesa della sua risposta.

Cordiali saluti,

Paolo De Marco, ex-professore di Relazioni Internazionali – Economia Politica Internazionale.

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