Commenti disabilitati su Lettera aperta alla Commissaria europea Margrethe Vestager: Si prega di mettere un termine alla « captive market strategy » delle GAFA ed altre imprese simili.

Re: « C’è bisogno di nazionalizzare Google, Facebook ed Amazon. Ecco perché » di Nick Srnicek * , http://contropiano.org/news/politica-news/2017/09/04/ce-bisogno-nazionalizzare-google-facebook-ed-amazon-perche-095281

Questo è uno articolo interessantissimo. Sottolineiamo che poco fa la Commissione europea ha chiesto a Apple di restituire 13 miliardi di euro all’Irlanda, gli altri paesi membri possendo fare valere proporzionalmente i loro diritti a questa somma. (1) Sembra che la logica neoliberale attuale consiste in fare finta di fare pagare qualche spicci alle GAFA – Google, Apple, Facebook, Amazon – ed altre imprese simile. Questo perché è saltato in aria tutto l’impianto del Fiscal compact e della politica di austerità. Come rimane ancora qualcosa da privatizzare in Grecia – meno di 50 miliardi di euro ormai -, in Italia – attorno a 500 miliardi incluso i beni demaniali – e negli altri paesi membri, si darà un poco di corda in più per fare finta che i conti quadrano. Come le favole dell’output gap e del deficit strutturale assieme alla falsificazione della contabilità nazionale non bastano, si cerca un paio di miliardi in più facendo tanto demagogia con fatto che anche le nuove grandi internazionali debbono contribuire al fisco. Ho già trattato l’argomento in dettaglio a questo link: http://rivincitasociale.altervista.org/debito-pubblico-sciocchezze-marginaliste-caso-italiano-3-marzo-2017/

Oltre l’equità fiscale e la questione della nazionalizzazione, se non altro per vietare il controllo privato di tutti i flussi di informazione e altri data sensibili, la questione è come conservare la potenza della rete senza perdere il controllo economico e fiscale e senza compromettere la privacy.

Secondo la Commissaria Europea, le GAFA e altre transnazionali non specificano nemmeno dove siano situate le loro sede sociali. Questo risulta poi molto pratico per evadere il fisco, pardon, per ottimizzare la struttura fiscale dell’impresa su scala globale. Esempio, si stabilisce una sede in Olanda, una filiale in Irlanda, da lì si va in un paradiso fiscale, forse le Bahamas, e da lì spesso si può rimpatriare i soldi negli USA senza tasse o con pochissime tasse. Oggi ci sono da 2500 a 3000 miliardi di dollari parcheggiati nei paradisi fiscali vicini agli USA! Tutti gli altri paesi occidentali fanno lo stesso. La questione della fiscalità non è minimamente tecnica, è solo una questione di volontà politica – scelta di classe dei nostri Stati. Per conservare l’apparenza di budget sostenibili, la EU si sta muovendo per fare pagare qualche briciole a questi mastodonti fuori controllo ma ovviamente senza cambiare la base neo-liberale del sistema.

La questione della privacy, ovvero del controllo dei nostri dati, è similarmente una questione di scelta di regime, non è minimamente una questione tecnica. Ad esempio, io non ho mai capito perché la Commissione Europea e l’Anti-trust non siano intervenuti contro Facebook per la sua creazione abusiva del suo « captive market », incluso il fatto di impadronirsi dei copyrights sui dati e foto pubblicate, e per l’obbligo di utilizzare il nome proprio invece di uno alias – comunque rintracciabile dalle Autorità via l’indirizzo IP per tutelare la sicurezza.

In effetti, uno terso non può accedere alla pagina Facebook di un amico senza essere già iscritto su Facebook. Questo è contrario a tutte le regole, andrebbe cambiato subito. Se necessario i social groups dovrebbero lanciare una petizione per costriere la UE ad agire in questo senso senza perdere tempo. A quel punto, altre piatteforme come Ello menzionata nel articolo, troverebbero la loro giusta parte sul « mercato » delle piattaforme, sopratutto se rispettano la privacy degli utenti. Una tale misura creerebbe una miriade di posti di lavoro nelle piatteforme nazionali o europee che siano – software, gestione ecc.

Aggiungo che la Francia aveva già sviluppato con grandissimo successo un sistema nazionale chiamato Minitel. Il ministro in carica, troppo abituato dei campus americani incluso durante l’epoca del intranet universitario, ha poi aperto grande la porta a Miscrosoft ecc, mentre bastava solo creare una interfaccia – linguaggio informatico universale – per dialogare con l’Internet globale conservando pero il controllo nazionale e pubblico con Minitel. Tanto il Web che permise la globalizzazione di Internet è una invenzione del CERN, non dei studi del General Taylor ed altre « stelle » della cosiddetta New Economy sulla sopravvivenza dei sistemi militari di comando e controllo … Oggi si cerca con ragione di togliere il controllo della gestione di Internet alla tutela di un solo e unico paese – suivez mon regard – anche perché si aggiunge il potenziale – ed il pericolo – del controllo pervasivo e quotidiano tramite l’Internet degli oggetti.

Paolo De Marco, Ex-Professore di Relazioni internazionali – Economia Politica Internazionale.

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Nota:

1 ) Vedi: http://www.huffingtonpost.it/2016/08/30/apple-multa-ue-itax_n_11770676.html

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