Commenti disabilitati su MES COME FMI EUROPEO E MESSA SOTTO TUTELA ETERNA DELL’ITALIA E DI ALTRI PAESI MEMBRI DELLA UE. 21 nov. 2019

Si va verso una soluzione greca della crisi italiana. La riforma del MES mira a creare un FMI europeo, cioè una istituzione che darà « prestiti » ai Stati membri in cambio di condizioni brutali, le solite « – conditionalities » di tipo Chicago Boys ma oggi in salsa speculativa.

Questo implica le solite riforme neoliberali monetariste dunque deregolamentazione e privatizzazioni da completare – rimangono ancora alcuni beni pubblici in Italia, dalle imprese nazionali e municipali, al demanio, ai musei ed al patrimonio artistico archeologico che vale 1/3 del patrimonio mondiale in un Paese senza una compagnia aerea di bandiera … e ovviamente con il ricorso al Martello filo-semite nietzschiano dunque le due leggi di sicurezza liberticidi e a-costituzionali di Salvini, Bannon and Co– da cancellare subito esigendo l’illeggibilità di chi non rispetta la Costituzione, sopratutto per quello che riguarda i diritti fondamentali individuali e sociali, il principio dell’intervento dello Stato nello spazio socio-economico quando il privato non assicura la dignità dei cittadini e l’interesse generale, e l’unità solidale in una « Repubblica, una e indivisibile».

Monti sa che l’Italia ha contribuito oltre 4 % del suo PIL ai meccanismi detti, alla rovescia, « salva Stati ». In cambio, oggi, ci promettano una messa sotto tutela ad vitam aeternam. In chiaro, la presa di controllo del Tesoro, del ministero delle finanze e dunque della fiscalità e delle spese pubbliche. Alla Grecia questi dottori Diafoirus dei salassi ricorrenti richiedono un avanzo primario annuo di oltre 3 % del PIL oltre alle privatizzazioni ma senza intaccare i privilegi degli armatori e la fiscalità ultra-regressiva della public policy monetarista. In chiaro, lo spirito ciarlatanesco trasversale e a-costituzionale della « flat tax ».

Perché questa modifica al MES malgrado il Fiscal Compact, questa è la vera questione. Malgrado il calcolo di tanti pitre nostrani sovra-numerari e sovra-pagati – in particolare i nostri Dottori Forbici e associati – il « sentiero di consolidamento » fiscale è fallito miserabilmente come si poteva prevedere. (Vedi http://rivincitasociale.altervista.org/credito-debito-pubblico-tagli-golpe-costituzionale-24-febbraio-2019/ )

L’economia borghese è una narrazione anti-scientifica. (Vedi « La pseudo-scienza economica borghese » in http://rivincitasociale.altervista.org/la-pseudo-scienza-economica-borghese-perche-dobbiamo-cambiare-paradigma-al-piu-presto/ ) Ad esempio, se lo Stato spende per la sanità, la scuola, le pensioni pubbliche, l’alloggio sociale e il trasporto collettivo, queste spese – con un Moltiplicatore economico alto, attorno a 3 – vengo contabilizzate nel debito pubblico; se invece questi settori sono privatizzati, rovinando la competitività macro-economica e dunque la produttività micro-economica, vengono considerate come contributi alla crescita del PIL. Spendere meno nel nostro sistema ospedalieri pubblico, ormai da Terzo mondo – malgrado le falsità sul « migliore sistema al mondo » -, causando la rinuncia alle cure di 11 milioni dei nostri concittadini, è diventata la strada maestra, idem per la « buona scuola », le pensioni e tutti i servizi pubblici gestiti dal settore pubblico.

In effetto, a parte alcuni pochissimi paesi come la Germania, i debiti e particolarmente il debito italiano sono cresciuti in numeri assoluti e in percentuale del PIL. Malgrado il fallimento teorico-pratico si continua con le stesse ricette perché, in effetti, stanno dando proprio il risultato taciuto ma ricercato: il ritorno ad una società della nuova domesticità e della nuova schiavitù ed alle sue grottesche disuguaglianze. Come negli anni 1920-1930 si spera nella passività delle classe popolarti, ma la logica del « Marienthal study » vale solo quando i disoccupati e i lavoratori si lanciano condurre da dirigenti rinnegati senza prendere la difesa dei loro interessi in mani proprie. ( vedi la Categoria Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso in questo medesimo sito oppure la presa di parola cosciente dei Gilets jaunes in Francia e altrove. )

La BCE può comprare il debito dei paesi membri – sul mercato secondario, dunque solo per agevolare le banche private – a concorrenza del peso PIL dei paesi membri rispettivi, dunque un poco meno di 17 % per l’Italia. Esiste una ponderazione di intervento massimo, cioè acquisti al massimo di un 1/3 del debito nazionale – ma, a dire vero, questo criterio era inteso per i debiti sotto controllo secondo i criteri della Commissione europea, del MES ed altre istituzioni europee create dalla BCE o attorno ad essa. Solo che la BCE non può comprare queste obbligazioni statali se sono considerate « junk ». La valutazione soggettiva viene fatta da agenzie di rating legate alla dozzina di banche primarie alle quali fu abbandonato il lucrativo business del finanziamento del Debito. Quando Bankitalia era pubblica e sottomessa al Tesoro – prima del 1981-83 -, dunque priva di dovere massimizzare i suoi profitti e quelli delle banche private soci, il credito pubblico a tassi molto bassi mantenne il debito pubblico attorno al 30 % del PIL e permise di finanziare il cosiddetto miracolo italiano, cioè la nazionalizzazione coerente del nostro apparato di produzione e di scambio. Il debito italiano è a due passi di essere svalutato a « junk », da qui il nervosismo attuale. Anche perché l’Italia vale 16-17 % del PIL della UE mentre quello della Grecia vale attorno a 2 %. Una crisi – default larvato o aperto – dell’Italia rimetterebbe l’euro in gravissime difficoltà. Trump, Stiglitz, Bannon et al., ne sarebbero felici.

Con questo pericolo di declassamento a breve la strategia immaginata dai pitre Blanchard e Summers, cioè quella degli interessi negativi per eliminare il debito pubblico poco a poco è fallita prima di prendere una nuova forma ampliata. Questa strategia mette le banche in difficoltà dato che con interessi negativi sulle obbligazioni di Stato devono restringere le attività – credit crunch – e aumentare le commissioni. Non solo ma i fondi pensioni sono messi in gravissime difficoltà mentre i risparmiatori vengo, a dire vero, derubati anche sui loro piccoli conti correnti. In somma un bail-in permanente e larvato … (La logica del bail-in è la seguente: i grossi azionari se ne vanno all’estero e nei paradisi fiscali, mentre rimangono i risparmiatori e i piccoli azionari a fare le spese, vedi l’esempio chiarissimo di Cipro all’inizio della crisi.)

Non di meno le leggi di bilancio rimangono regressive: scaglioni IRPEF ridotti per agevolare i ricchi, cancellazione dell’IMU sulla prima casa, oltre una certa superficie, del 1/3 più ricco che lo pagava ancora – attorno a 5 miliardi di euro in meno ogni anno –, tasse sul capitale evanescenti mentre esplodono le tasse indirette come le accise e l’IVA, senza parlare dell’aumento delle tasse locali.

In questo contesto a-costituzionale le leggi di bilancio fanno clientelismo con le tax expenditures – 70-80 miliardi dice il Senato ma intanto, se si ritorna indietro contando tutto, arriviamo ad oltre 300 miliardi di euro annui –, e con gli 80 euro in busta paga – 10 miliardi di euro all’anno ma con il blocco della contrattazione collettiva e con un ISE di 3000.00 euro annui familiari e 5000.00 immobiliari contando l’automobile per i disoccupati chiedono l’assistenza. Così lo Stato crea il mercato del lavoro nero per la sopravvivenza la più misera alla faccia di una Costituzione fondata sul lavoro. Se non bastava, mentre la Finanziaria prevede – come sempre – crediti IRPEF per il verde individuale – panelli solari, ristrutturazioni ecc – si aggiunge il credito per la « beautification » delle facciate. (Quello che c’è dietro lo sappiano tutti, basta pensare oggi al Mose, al ponte Morandi ecc, ecc. ) Se non pagate IRPEF o ne pagati poco, perché il vostro salario è derisorio, pazienza!

Per colmo, oltre i sfratti a favore delle banche, ecco il pignoramento dei conti bancari per quelli nostri che hanno difficoltà pagare le bollette ma devono comunque mettere da parte quelli miseri 5000.00 euro per gli eventuali funerali. Anche se in Italia, con l’ISE a 3000.00 e un Reddito di cittadinanza che Reddito proprio non è, l’industria della cremazione è una industria promessa ad un grande avvenire. La tendenza è già statisticamente evidente.

Questa gentaglia con il suo incompetente disprezzo attivo della Costituzione deve essere mandata a casa trasversalmente, tranquillamente, senza rabbia, ma con fermezza, trattandosi degli interessi superiori dei cittadini e della nostra Nazione.

L’unico modo di pagare il debito pubblico è il ricorso ad una banca pubblica che potrà anche fornire i fondi per riabilitare/nazionalizzare le nostre industrie strategiche, ad esempio ex-Ilva e Alitalia. Rimando, ad esempio, al programma molto moderato che avevo proposto nel 2005 nel mio « Brani scelti del mio Keynésianisme, Marxisme, Stabilité Economique et Croissance » – vedi nella Sezione Italia del mio vecchio sito www.la-commune-paraclet.com – come pure al mio Appello in questo medesimo sito.

La sinistra « Sinistra » parlamentare attuale, di nuovo filo-semitica nietzschiana come negli anni 1920-30, è altrettanto colpevole quanto il M5S della reazionaria piattaforma Rousseau e le destre da noi sempre impresentabili e fasciste, malgrado l’Articolo XII delle Disposizioni transitorie e definitive della nostra Costituzione, nata dalla Resistenza.

Si tratta ormai di una guerra aperta contro il popolo e contro i cittadini. Questa gentaglia mafiosa-poliziesca, incompetente e delegittimata cerca pure di intimidire e di delegittimare i suoi opponenti rispettosi della Costituzione. E il suo crimine più grave, imperdonabile.

Paolo De Marco, ex-professore di Relazioni internazionali – Economia Politica Internazionale

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