Commenti disabilitati su NOTA DEL 30 SETTEMBRE 2020. La chiave pitagorica della riformulazione di Gioacchino è data nel Salterio a dieci corde.

(Abbozzo scritto e pubblicato così per proteggere il mio lavoro visto la sorveglianza intrusiva illegale ma continua. L’Italia contemporanea è un Paese totalitario e trasversalmente maledetto. L’omertosa complicità istituzionale e generale e la degenerazione filo-sionista nietzschiana, esclusivista e aldilà del Bene e del Male, sono tali che non sono sicuro che,senza un forte fattore esogeno, troverà la forza necessaria per effettuare la necessaria riforma etico-politica.)

Il Salterio a dieci corde rappresenta il piano di lavoro iniziale di Gioacchino è fu elaborato e raffinato fine al 1201 – cioè poco prima della morte nel marzo 1202. I suoi 3 libri contengono: il Libro 1 la teoria trinitaria opposta a quella di Ario e di Sabellio ma anche alla versione quaternaria di Piero Lombardo e alla versione singola del dio padre degli Ebrei. (Ario = trinità in uno solo dio, Sabellio = tre ma separati come : I,I,I , Lombardo 3 più la « salvezza » con l’intercessione gerarchica dalla Chiesa e non conferita dallo Spirito santo. Il Libro 2 espone la teorizzazione razionale e storica del schema trinitario gioachimita che porta alla Concordia ed alla secolarizzazione dello Spirito. Il Libro 3 è molto corto; concerna la psalmodia cioè rappresenta in realtà una reiterazione del valore numerico delle 3 serie di 50 salmi, 150 salmi.

La chiave pitagorica del lavoro di riformulazione di Gioacchino sta nella « perfezione » dei numeri 3, 5, 7, 12 e 15. In chiaro, la Tetractide che da la decada (1 +2+3+4 = 10 ) e la Tetractide divina o sacra che da 15 cioè 3, la Trinità, avvolta da 12, i padri, i profeti, gli apostoli, cioè le costellazioni.

I

II

III

IIII

Tetractide

I

II

III

IIII

IIIII

Tetractide sacra

Il quadrato rappresenta il Tetramorfo ovvero la Città celesta con i suoi 4 muri ognuno con 3 porte cioè 12. Al centro dei muri c’è la Città con i suoi sobborghi e periferia.

Il pentagramma, simbolo eccellente dei pitagorici, ha angoli di 72 gradi che sono vitali nella comprensione della precessione degli equinozi. (72 x 5 = 360.)

Il numero 7 rinvia a 7 intelligenze, cioè alla reinterpretazione razionale di Gioacchino dei 7 pianeti – a cui l’astrologia conferisce noti attributi fantasiosi ma meta empirici meta fantasiosi per quello che concerna l’alchemia. Come fa d’altronde con i 4 punti cardinali e il Fuoco, l’Aria, la Terra e l’Acqua. Gioacchino invece trasforma questo schema derivato in modo narrativo poco scientifico in un schema scientifico che rimanda alle 7 intelligenze, cioè alla sua riformulazione secondo i dati della logica, che lo porta a intravedere una vera e propria scienza cognitiva. Le 7 intelligenze sono sempre presenti ma si elevano nella loro espressione dai sensi alla Ragione. Vico riprenderà questo schema in una vera è propria interpretazione della storia della filosofia tanto dal punto di vita sociale – Scienza nuova – come dal punto di vista personale – la sua magnifica Autobiografia, cioè la storia del suo proprio sviluppo intellettuale nel quadro delle sue condizioni di vita. ( Per Gramsci, la Napoli cosmopolita del suo tempo era propensa da tali grandi sviluppi del pensiero umano …)

Lo schema del Salterio – e di tutti gli altri lavori di Gioacchino come pure delle sue Figure – sta nel tentativo di ordinare tutta la storia testamentaria o Età del Padre – secondo le 42 generazioni di 30 anni di Matteo – e neotestamentaria, età del Figlio, altre 42 generazioni, in una concordanza. Idem per lo Terzo stato dello Spirito, il quale secondo questo schema, doveva aprirsi attorno al 1260.

Questa concordia è controllata dallo sviluppo storico della Tetractide sacra, dunque sempre partendo dalla Trinità e declinata secondo i 5 Sensi in decade, che corrispondono alle dieci corde.. (3, 5, 15)

Ex:

Tabella p 146 del Salterio (con i le sue sovrapposizioni trinitarie.)

Lo sviluppo storico non è più circolare ma ascendente – in spirale, come illustrato dalla Figura Mistero della Chiesa in https://it.wikipedia.org/wiki/Liber_Figurarum – la quale rimanda, anche come già detto altrove, agli rapporti della seria di Fibonacci e al numero Phi. Si tratta della progressione verso l’emancipazione che sarà compiuta con l’avvento dell’Età dello Spirito, Cioè, della libertà e della conoscenza, prima appannaggio dei viri spiritualis, poi di tutte.i. Gioacchino era contrario alla schiavitù delle donne e ci furono 2 conventi di donne nel suo orine – ci furono almeno due donne nell’Accademia di Platone.

Il Salterio, strumento musicale scelto per la referenza biblica e per le sue 10 corde, è eminentemente pitagorico. Molto chiaramente la base pitagorica del calabrese Gioacchino rinvia, non solo alla tradizione pitagorica mantenuta in Calabria e in Sicilia, ma anche al Platone della Repubblica, quello del Timeo, delle Leggi ecc. Non dimentichiamo che oltre ad essere calabrese, Gioacchino fu anche impiegato nella Corte di Palermo, corte arabo-normanna allora la più brillante e culturalmente avanzata in Europea. Tramite gli Arabi, furono riscoperti i testi dei Greci antichi, in particolare Platone più che Aristotele – questo ultimo sempre caro alla Chiesa per il suo aspetto statico, contermine col status quo – e la sua difesa della gerarchia sociale ancorata nella « famiglia » – etimologicamente domesticità – mentre il punto di partenza di Pitagora, Socrate e Platone è la società. (Idem il giovane Marx della critica all’esclusivismo e alla filosofia del diritto di Hegel. La società è quella della specie umana; il concetto di specie sarà appunto ripreso da Kant a Herder ed altri e costituisce il fondamento di ogni discorso universalista cioè ugualitario. Rimanda al concetto moderno di legge naturale espresso da Vico come « diritti delle genti » nel suo Scienza nuova.) Nel Salterio Gioacchino associa il bronzo all’età del Padre, l’argento a quella del Figlio e l’oro a quella dello Spirito.

(Per incisa, la Prima Rinascenza comincia con questa riscoperta tramite gli Arabi e gli Arabo-normanni e tramite la riformulazione « cristiana » di Gioacchino. Fu una lotta per la civiltà subito in preda alla contro-offensiva dell’oscurantismo – condanna del modello trinitario di Gioacchino ad Anagni, incendio di Jure Vetero e ritirata simbolica da Jure Vetere a San Giovanni in Fiore dedicata non a Cristo ma anche prima di Cristo a Giovanni Battista … Questa vera e propria pulizia ideologica – il papa di Anagni era discepole di Piero Lombardo, il che spiega probabilmente il prudente contenuto del Testamento di Gioacchino calcolato per proteggere la sua opera e i suoi monaci – culminò con il Concilio di Trento, la Contro-riforma e l’inquisizione – il cardinale Santoro a SGF …- Un altro episodio della lotta dell’oscurantismo contro la Ragione è perfettamente illustrato durante la Seconda Rinascenza , con il Medici che chiese a Marsilio Ficino di interrompere la sua traduzione di Platone per tradurre il libro esoterico di Ermes trismegisto con tutta la sua carica di oscurantismo narrativo, astrologico e alchemico.) (E vero che Pitagora fu anche iniziato alla scienza egizia. Fu certamente a conoscenza del mito di Horus – trinità Osiride, Iside, Horus – e, ad esempio, della narrazione dei Libri di Thot e dei libri di Edfu, ma come i sacerdoti egizi sapeva che erano solo una versione mitica della teoria della creazione e della conoscenza astronomica. Basta leggere Platone per capire la differenza ad esempio quando affronta la questione del calcolo dell’equinozio, cioè l’Anno Grande platonico: il ragionamento qui è puramente scientifico anche se formulato con la dovuta cautela visto la regola del segreto che prevaleva tra di sacerdoti egizi e tra i pitagorici …)

Gioacchino ritornò in Calabria con l’intento di predicare nelle strade direttamente alle popolazioni. Fu rimarcato per la sua cultura e fu convinto di farsi monaco. Questo aneddoto maschera probabilmente la sua missione di tentare una riforma intellettuale-sociale. Si trattava probabilmente di unire le diverse chiese attorno alla nuova casa reale del Meridione – Altavilla e poi normanna-sveva. A Casamari e poi a Corazzo formulò il suo piano di lavoro – il Salterio in particolare- e le sue opere maggiori – Concordia, Apocalisse, Salterio.

Gioacchino racconta i suoi dubbi a Pasqua e alla Pentecoste: dice di avere avuto paura di perdere la fede – cioè, la sua fede nella possibilità di portare a termine la sua missione – quando gli apparse il concetto del Salterio, come la forma didattica che gli permetteva di riformulare il messaggio pitagorico cristiano originale adatto all’età del Figlio a quella dello Spirito. A questo punto poteva fondare il suo Ordine di Fiore per tentare di riformare la cristianità – e fare l’unità ideologico-spirituale nel regno attorno ad una chiesa riformata in modo da conciliare le diverse frazioni – greche, latine, gli ebrei e i musulmani e altri – attorno alla nuova restituzione del messaggio scientifico e sociale ugualitaria e emancipatore di Pitagora. Si nota che i Cistercensi avevano giocato proprio questo ruolo di unificatori ideologici per i Normanni francesi e inglesi …

Perciò, malgrado la sua usuale tolleranza, i Valdesi non gli sembrano portare avanti una riforma valida: Valdo, un ricco mercante prima della sua conversione, aveva fatto tradurre l’Antico testamento e ne aveva concluso una forte discrepanza con il messaggio della Chiesa romana stabilità. Ma non aveva capito il messaggio pitagorico presente sia nell’Antico testamento – i numeri chiave 3, 5, 7, 12, 50 con il giubileo, 144 etc – oppure l’intento dei primi riformatori cristiani portato avanti, attorno all’era di Costantino, da Cassiodoro e Eusebio per lottare contro la decadenza di Roma messa male dall’impero bizantino e dalle invasioni dei « barbari ». Questo progetto di riforma a base pitagorica – Pitagora fu la vera ispirazione della Roma Antica e della sua grandezza prima di soccombere alle influenze imperiali e oscurantiste/esclusiviste – fu ripreso da San Benedetto, anche lui appartenente ad una famiglia patrizia romana, che Gioacchino ama. Partendo per la Sila imita l’usanza monacale di san Benedetto secondo la quale l’abate fondava un nuovo convento portando con lui 12 monaci. Canale san Martino – di Giove – dove morì l’abate calabrese era stato un sito benedettino.

La Figura di copertina del Salterio a dieci corde parla da sola. Abbiamo il triangolo della Tetractide per rappresentare la Trinità ma la punta soprana è smorzata per indicare che il Padre non è generato. L’angolo a sinistra rappresenta il Figlio e quello di destra lo Spirito. All’interno del triangolo, che figura la cassa di risonanza del Salterio a dieci corde, c’è un cerchio. Assieme fanno Alpha (A) e Omega (O) l’inizino e la fine.

Questa formulazione si aggiunge alla riformulazione de tetragramma con il quale finisce il secondo libro del Salterio, cioè IEVE declinato nella catena IE, EV, VE. O meglio, non alla maniera oscurantista talmudista, ma nella catena tanto conosciuta quanto poco capita dei tre cerchi di Gioacchino che da lo schema figurativo dello sviluppo storico della Trinità. I cerchi sono concatenati come un diagramma Wenn – logica – anticipato, per dare i 5 sensi, cioè 5 insiemi definiti dalle interpretazioni dei 3 cerchi. Vedi la Figura Cerchi trinitari in https://it.wikipedia.org/wiki/Liber_Figurarum

Il progetto di Gioacchino – come già detto nella mia prima conferenza per l’Associazione Gunesh, vedi stessa Categoria oppure in https://www.la-commune-paraclet.com/ItaliaFrame1Source1.htm#ITALIA … – è di riformulare la necessità pitagorica di camminare lungo la strada dell’emancipazione umana. Perciò riprende il modello pitagorico cristiano originario, in particolare la genealogia di Cristo stabilita in 42 generazioni da Matteo. Stabilire questa Concordia non è un tentativo facile. Gioacchino usa i personaggi biblici e neotestamentari e cristiani come delle « figure » cioè quasi degli archetipi dei specifici sensi e delle specifiche intelligenze che si verificano nell’Età del Padre e del Figlio – e si verificheranno altrimenti all’inizio dell’età dello Spirito. Questo è il punto importante. La concordanza numerica non lo impressiona tanto. Ad esempio, l’Antico testamento parla di 70 e 72, ma la differenza qui non importa – importa il concetto, cioè i 72 anni per un grado attorno al cerchio celeste. Oppure il 72 del pentagramma con 72 x 5 = 360. La stessa cosa vale per la quaresima, anche con la complicazione che si deve ora rispettare la versione della Pasqua cristiana. (E questo in un contesto di calendario giuliano già un poco sfazato alla sua epoca, in modo che la questione della determinazione della Pasqua – equinozio di primavera – rimase un poco difficile. Ci vorrà il contributo del matematico calabrese Luigi Lilio di Cirò per arrivare alla riforma del calendario gregoriano introdotto il 4 ottobre 1582 …)

In particolare, lo schema in 3 parti – per 50 – per il Vecchio Testamento riassunto, ad esempio, nel diagramma del Salterio p 146 comincia con Abramo e va fine a Giuda e Giuseppe, cioè verso l’inizio dell’età del Figlio. Sparisce cosi il periodo che va da Adamo a Abramo, che Gioacchino spiega come inizio Trinitario. E che permetterà poi a Vico – per prudenza contro i pericoli dell’Inquisizione – di introdurre il concetto del Limbo per non dovere discutere della sua Scienza nuova applicata all’Antico testamento.

La restituzione concettuale e teorica della Trinità – sillogismo originale tanto nella sua versione logica che nella sua versione mitologica sumera, egizia, greca ecc – dei 5 Sensi e delle 7 intelligenze in una spirale storica non ciclica (1) ma ascendente darà la monade di Giordano Bruno – il quale opera una vera e propria concordia astronomica pitagorica moderna nel suo On the composition in file:///C:/Users/Paul/BACKUP%20TEXTES/Bruno_Giordano_On_the_Composition.pdf – poi ripresa in parte, a modo suo, da Spinoza – e combattuta dal rosicrusciano Leibniz nella sua reazionaria Monadologie – scritta non per caso in francese – per portare alla versione idealista di Hegel – e infine a Marx tramite la poco capita riformulazione marxista dell’epistemologia e della metodologia di Kant- rimando qui alla mia Introduzione metodologica nella sezione Livres-Books del mio vecchio sito giurassico www.la-commune-paraclet.com , cioè il « concetto a priori » – ovvero in termini marxisti « le concret pensé » – ma non più in un modello statico ma storico nel quale la Storia riproduce in modo concreto il processo kantiano di investigazione e di esposizione.

Paolo De Marco

Copyright © La Commune Inc, 30 settembre 2020

1 ) I 4 cavalli dell’Apocalisse di Giovanni Apostolo rimandano alla 4 Porte del Cielo – Heaven’s Gates – definite dalle due intersezioni dell’eclittica con la Via Lattea. La Via Lattea fu rappresentata nell’Antichità come un fiume oppure come un serpente che si morde la coda. Questa parte si distingue facilmente perché più voluminosa. La freccia del Sagittario punta verso la bocca del serpente Ouroboros, una volta ogni 25 920 anno – come ad esempio oggi come pure predetto dal calendario maya – perciò il serpente che si morde la coda rappresenta il tempo ciclico. Questa periodizzazione arcaica rimanda ad un tempo anteriore o contemporaneo al calendario lunare ma certo anteriore ai calendari luni-solare e solare, questo ultimo già ben capito dai Pitagorici, ad esempio, Filolao e Platone.

Rimane da capire come i flagelli dei 4 cavalli siano collegati alla posizione terreste con rispetto alla precessione degli equinozi. Anni fa avevo puntato all’importanza determinante della precessione per capire i cambiamenti climatici, Vedi il mio Défi aux écologistes, au Giec et à tous les apôtres du réchauffement climatique, juin 2007, nella sezione Commentaires d’actualité

http://www.la-commune-paraclet.com/Commentaires%20d’actuConstructionFrame1Source1.htm#commentaires%20d’actualit%C3%A9

Per una discussione interessante sul Ouroboros vedi ad esempio David Flynn, Collection (2012). Per il resto, incluso la discussione su Newton, cade nella peggiore gematria talmudista manipolando i numeri retrospettivamente per arrivare a risultati già scontati prima. Per il Libro di Toth e i testi di Edfu vedi ad esempio Graham Hancock (2015). Ha viaggiato molto, raccoglia molto fatti che contraddicono le narrazioni usuali, ma non sa fare la differenza tra mitologia e scienza, ignorando pure l’aspetto sottolineato nella seconda parte del mio Pour Marx, contre le nihilisme (2002). La stessa cosa vale ad esempio per Robert Bauval e Adrian Gilbert Il mistero di Orione (1997) La tesi dell’allignamento di una apertura della Grande piramide su Orione e di un’altra su Sirio non è nuova. Credo che dal punto di vista razionale basta conoscere 3 o 4 cambiamenti di costellazione rispetto all’equinozio di primavera – e a volte della Stella polare – di 2160 anni dovuti alla Precessione per dedurre l’intero Ciclo della precessione, che allora deve essere verificato in modo empirico-astratto – in realtà lo spostamento reale non è così uniforme come quello dello zodiaco. Ecco perché in nostri antenati anche preistorici costruivano osservatori giganteschi capaci di resistere all’usura del tempo. Rimane che l’idea della somiglianza tra il cielo e la terra – alto e basso – è importante nel Egizio antico dal punto di vista della narrazione religiosa e dunque la teoria del riflesso della Via Lattea sul Nilo e sul plateau di Giza sembra comprovato. La stessa cosa vale ad esempio per le cattedrali in Normandia come riflesso delle costellazioni tramite l’eredita pitagorica-architetturale. Ma questo non permette poi di sostituire la narrazione mitologica, anche didattica, alla scienza che ne costituisce il sostrato.

Tale sostituzione è evidenziata dalla comprensione oscurantista di Pitagora da tutti quelli che danno i Numeri come la Realtà. Nella Repubblica, Socrate spiega che i numeri sono degli strumenti tecnici per avvicinarsi alle Idee, la Logica è la scienza maggiore, la matematica solo uno strumento. Così per la Tetractide si leggono molte sciocchezze mitologiche tale ad esempio 1 maschio, 2 femmina ecc. In realtà si tratta solo di comprensione concettuale della realtà in modo che si passa dai numeri – con la loro logica fondata sopra una unità e le operazioni che permette – alle varie dimensioni studiate dalla geometria, rapporti, superficie o volumi. Con la difficoltà di capire il cerchio – quadratura del cerchio. Oppure secondo l’Oracolo di Delfi il raddoppio del cubo. In tale modo, per dare un esempio, i solidi di Platone funzionano come un modello euristico del Cosmos niente altro. Filolao e Platone ne erano coscienti. Anche Kepler, confrontato con i nuovi dati empirici derivati dalle osservazioni di Tycho Brahe fu obbligato di modificarne la struttura – emboîtement – anche se rimase prigioniero di orbiti circolari.

Per la spirale storica ascendente delle tre età del Padre, al Figlio, allo Spirito santo verso l’emancipazione ugualitaria dell’umanità vedi questa citazione della Concordia in https://imalpensanti.it/2018/07/gioacchino-da-fiore-utopia-di-un-rinnovamento-spirituale/

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