Commenti disabilitati su REFERENDUM DEL 29 MARZO 2020: VOTARE « NO » PER DIFENDERE LA DEMOCRAZIA CONTRO LA SUA PRIVATIZZAZIONE, 1 marzo 2020.

Col pretesto di lottare contro la « casta » si continua ad arricchire la casta. Riducono il numero dei Parlamentari e privatizzano il finanziamento dei partiti politici, senza grande rispetto per la par condicio, trasformandoli in lobbie per i poteri forti. Questa privatizzazione della politica va di pari passo con la privatizzazione di tutta la sfera pubblica, dalle infrastrutture, ai servizi sociali, incluso la Sanità e l’Educazione, e per fine il patrimonio museale e archeologico e il demanio. Si passa da una cittadina/o, un voto, a un euro = un voto.

Questo attacco sistematico alla democrazia, di conseguenza alla sovranità del popolo, porta il segno del vecchio programma della P2. Serve per regionalizzare il Paese – autonomie differenziate – e per sottometterlo alla « governanza privata globale » della finanza speculativa globale e apolide.

E desolante costatare come questi concetti piduisti, fondamentalmente a-costituzionali, abbiano conquistato una maggioranza trasversale nei vari corpi sociali e sopratutto nelle istituzioni della nostra Repubblica, nata dalla Resistenza. Eppure questo non gli basta, non riesco ancora a trovare la legge elettorale magica che, alla faccia della Costituzione e dell’avviso della Corte costituzionale, sarebbe in grado di conferire una maggioranze parlamentare blindata !!!

Perciò, bisogna COMPIERE UN ATTO DI RESISTENZA COSTITUZIONALE e votare NO in modo massiccio, sapendo che per il referendum confermativo non c’è nessuno quorum. Si può dunque vincere con una semplice maggioranza dei voti espressi anche se la partecipazione è risicatissima. Perciò malgrado il disgusto che può provocare l’attuale politica italiana, per il bene del Paese e della sua popolazione, importa prendersi per mano e andare a votare NO.

Importa convincere la gente attorno a noi e sconfiggere questo progetto regressivo.

Vedi:

1 ) Il 29 marzo si terrà il referendum sul taglio dei parlamentari, 28 gennaio 2020 https://www.today.it/politica/referendum-taglio-dei-parlamentari.html

2 ) Referendum sul taglio dei parlamentari. Il “NO” dell’Anpi

di Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) http://contropiano.org/interventi/2020/02/16/referendum-sul-taglio-dei-parlamentari-il-no-dellanpi-0124131

3 ) Taglio piduesco e autonomia differenziata, vedi http://rivincitasociale.altervista.org/leggere-diffondere-testo-del-comitato-nazionale-lautonomia-differenziata-9-dicembre-2019/ .

1 ) Tagli e quorum

« Il 29 marzo si vota per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Si tratta di un referendum confermativo della legge che taglia 345 parlamentari modificando gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione. (…)

La cosiddetta “riforma Fraccaro“, dal nome dal sottosegretario pentastellato alla presidenza del Consiglio, taglia 345 poltrone in Parlamento. Se il referendum confermasse la legge approvata dalla prossima legislatura vi saranno 115 Senatori in meno e 230 Deputati in meno. La legge infatti cambia il rapporto numerico di rappresentanza sia alla Camera dei Deputati sia al Senato:

· si passerà da 1 deputato ogni 96.006 abitanti a 1 deputato ogni 151.210 abitanti.

·si passerà da 1 senatore ogni 188.424 abitanti a 1 senatore ogni 302.420 abitanti

Se il referendum confermasse il taglio dei parlamentari il nuovo Parlamento sarà composto 200 Senatori e 400 Deputati. (…)

Nel referendum confermativo, detto anche costituzionale o sospensivo, si prescinde dal quorum, ossia si procede al conteggio dei voti validamente espressi indipendentemente se abbia partecipato o meno alla consultazione la maggioranza degli aventi diritto, a differenza pertanto da quanto avviene nel referendum abrogativo. » in https://www.today.it/politica/referendum-taglio-dei-parlamentari.html

2 ) Invece di tagliare il numero dei Parlamentari si poteva tagliare i loro stipendi e re-introdurre un finanziamento esclusivamente pubblico e rigorosamente verificabile dei partiti politici.

« E’ ovvio per noi – per fortuna non solo per noi – che una riduzione del numero dei parlamentari è concretamente una riduzione della rappresentatività del Parlamento rispetto alla complessità sociale e politica del Paese.

Specie se, com’è per l’attuale legge elettorale e per quasi tutte quelle precedenti, fondate sul “principio maggioritario”, la riduzione del numero si combina con la “riduzione forzata dei partiti”, per farli diventare sostanzialmente soltanto due e perfettamente intercambiabili al governo senza mutare di una virgola gli assetti di potere.

Se davvero la motivazione “riduzione dei costi e dei privilegi” avesse un’importanza per le forze che hanno votato questa ignobile “riforma costituzionale” avrebbero potuto proporre e imporre il taglio degli stipendi dei parlamentari.

Nelle discussioni sul programma politico all’interno di Potere al Popolo, per esempio, è stata avanzata la proposta di ridurli a 2.500 euro al mese, invece dei quasi 14.000 dei deputati e dei quasi 15.000 dei senatori. Al tempo stesso, viene proposta l’assunzione temporanea dei “collaboratori” dei parlamentari per tutta la durata della legislatura, in modo da evitare l’attuale “mercato degli schiavi” a disposizione dei singoli eletti. » di Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia)  http://contropiano.org/interventi/2020/02/16/referendum-sul-taglio-dei-parlamentari-il-no-dellanpi-0124131

3 ) Tutt’altro che « casta », si tratta di un taglio piduesco mirato alla distruzione dell’unità della Repubblica con l’incostituzionale autonomia differenziata. (scellerato progetto oggi già messo a male dall’urgenza sanitaria legata alla propagazione del coronavirus.)

Vedi: http://rivincitasociale.altervista.org/leggere-diffondere-testo-del-comitato-nazionale-lautonomia-differenziata-9-dicembre-2019/ assieme agli altri articoli nella Categoria « Costituzione » del sito http://rivincitasociale.altervsita.org

La società della conoscenza e della condivisione dell’informazione del XXI Secolo necessita più e non meno democrazia. Serve più democrazia partecipativa, industriale e sociale; serve più democrazia partecipativa; servono istanze democratiche di controllo cittadino. Sopra questo argomento essenziale rimando al capitolo « Le nuove forme di democrazia socialiste da inventare » del mio saggio Salvare il Partito comunista dai suoi nemici interni (02/11/2004),Vedi ”Download” nella Sezione Livres-Books del mio vecchio sito giurassico www.la-commune-paraclet.com

I diritti, sopratutto i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione, valgono solo lo sforzo collettivo messo in campo per difenderli. Perciò la Costituzione, nata dalla Resistenza, fa obbligo a tutte/i le cittadine/i difenderla. (Articolo 52)

Vostro,

Paolo De Marco

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