LETTERA APERTA AL PRESIDENTE SERGIO MATTARELLA. 2 dic. 2021

Posted: 2nd Dicembre 2021 by rivincitasociale in Politica
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Prof. Paolo De Marco

Via Filippa 189

San Giovanni in Fiore (CS)

Data: 2 novembre 2021

Oggetto: La mia raccomandata del 12 luglio 2021 rimasta senza risposta.

Re: Contro la violazione continua dei miei diritti fondamentali e le sue conseguenze ormai irreversibili, chiedo il Suo intervento in quanto primo garante istituzionale.

Onorevole Presidente Mattarella, Presidenza della Repubblica italiana, Palazzo del Quirinale, 00187 Roma – Piazza del Quirinale

Egregio Signore Presidente,

Il 12 luglio 2021, ho mandato a Lei come primo garante istituzionale una lettera raccomandata intitolata: « Contro la violazione continua dei miei diritti fondamentali e le sue conseguenze ormai irreversibili, chiedo il Suo intervento in quanto primo garante istituzionale. » Alla mia grande sorpresa, malgrado la gravità estrema del caso, non ho ancora ricevuto la Sua risposta. Vorrei rispettosamente rinnovare qui la mia urgente richiesta. Sottolineo che sono un cittadino italiano, nato in Italia, i cui diritti sono tutelati dalla Costituzione.

Io, Paolo De Marco, non riconosco a nessuno la possibilità di violare i miei diritti costituzionali, di violare il mio domicilio e di macchiare la mia reputazione fin qui immacolata con una diagnosi illegale, senza nessuno fondamento e in violazione frontale del « due process ». Il nome della mia famiglia non si tocca. Oltre all’immediata rimozione della detta criminale diagnosi dal mio fascicolo sanitario, i colpevoli devono essere puniti e i dovuti risarcimenti devono essermi versati.

Cordiali saluti,

Paolo De Marco.

NB) Ecco il codice di invio della mia raccomandata: 20038084218-8.

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Prof. Paolo De Marco

Via Filippa 189

San Giovanni in Fiore (CS)

Data: 12 luglio 2021

Oggetto: Contro la violazione continua dei miei diritti fondamentali e le sue conseguenze ormai irreversibili, chiedo il Suo intervento in quanto primo garante istituzionale.

Onorevole Presidente Mattarella, Presidenza della Repubblica italiana, Palazzo del Quirinale, 00187 Roma – Piazza del Quirinale

Egregio Signore Presidente,

Sono un cittadino italiano in possesso di uno passaporto italiano, nato cittadino in una Repubblica che garantisce i diritti fondamentali in sintonia con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948. Perciò, come Lei ben sa in quanto primo garante dei diritti costituzionali fondamentali, non è concesso a nessuno :

1 ) Macchiare il mio cognome e la mia riputazione fin qui immacolata senza nessuna prova umanamente o legalmente eccepibile;

2 ) Violare il mio domicilio, quello dei miei antenati, per alterare il mio cibo e le mie bevande causando un debilitante « boling body effect », e per commettere atti di intimidazione polizieschi-mafiosi; ad esempio, macchiando le mie tovaglie da bagno con pittura rossa.

3 ) Invadere in modo intrusivo 24 ore su 24 la mia privacy e la mia intimità, anche fuori casa, con l’obbiettivo di isolarmi socialmente portando così a gravissimi danni al livello accademico e personali, incluso l’induzione programmata da anni dell’estinzione del mio lignaggio.

4 ) Fabbricare a modo di depistaggio una infamante diagnosi medicale solo ideata alla continuazione imperturbata della criminale operazione messa in campo contro di me, in Italia, sin dal mio rimpatrio nel giungo 2013. Come testimoniato dai documenti citati, questa diagnosi illegale fu fabbricata ad hoc dai criminali e incompetenti dr. Curcio e comandante Pantano, gente ovviamente indegna dei loro incarichi, che non avevo mai visto prima. Questo avvenne senza l’avallo di nessuna Commissione medica legalmente costituita. Questa illegale e infamante diagnosi va tolta dal mio fascicolo medico con tutte le sue conseguenze.

5 ) Ignorare tutti i miei appelli e le mie denunce come fanno in modo criminale i ministri in carica, la strana Procura di Cosenza e il più strano ancora Ordine dei medici di Cosenza. Rimando pure alle mie varie lettere alla Presidenza, ad esempio quella del 3 agosto 2017 allegata qui.

6 ) Non è concesso a nessuno Italiano, meno di tutti ai membri delle istituzioni garanti pagati con fondi pubblici, violare con impunità per anni i miei diritti fondamentali, anche in complicità attiva con servizi di sicurezza stranieri, sapendo di causarmi pregiudizi irreversibili. Stiamo parlando di un crimine contro la Costituzione stessa.

Nel specifico, aggiungo che, con la totale complicità di tutte le istituzioni, compresa la magistratura, sono stato vittima per più di 8 anni di quello che può solo essere definito come “terrorismo di Stato”. Per coprire un’operazione tanto incompetente quanto mostruosamente disumana, una che avrebbe fatto inorridire lo stesso dottor Zimbardo, una diagnosi di paranoia è stata fabbricata illegalmente contro di me. Questo crimine ha avuto luogo senza nessuna autorizzazione conferita da una commissione medica legalmente costituita. L’onorevole Sapia scrive: “È evidente, nel merito, che tertium non datur: o una commissione lo ha visitato secondo le procedure prescritte, o De Marco è vittima di un abuso. ” – DOC H.

L’evidenza dei fatti, comprese le prove sequestrate dai carabinieri e mai analizzate dalla magistratura, è accecante. Da più di 8 anni, con l’evidente coinvolgimento dei servizi di sicurezza italiani, la mia casa è violata durante le mie assenze, nonostante due telecamere di sorveglianza e un sistema d’allarme; il mio cibo e le mie bevande sono alterati per provocare un debilitante “boiling body effect”; e, per finire, con volgari metodi polizieschi-mafiosi … in Calabria, immaginarsi! … si procede a volta ad intimidirmi macchiando le mie tovaglie da bagno con pittura rossa. Infine, nel tentativo di coprire questi crimini per permettere la continuazione di questa mostruosa operazione di disumanizzazione totale, il comandante Pantano e il suo accolito dr. Curcio, gente che non avevo mai visto prima, si sono inventati una diagnosi di paranoia.

A prova del degrado etico-politico attuale senza precedenti della nostra Repubblica, né l’Ordine dei Medici di Cosenza (DOC 1), né la magistratura (DOC 4, che incredibilmente recita “Non risultano iscrizioni suscettibili di comunicazione”) hanno preso la minima iniziativa per ripristinare la mia reputazione. Niente è stato fatto per cancellare questa illegale e criminale diagnosi dal mio fascicolo medico, o per fermare questa indicibile operazione di destabilizzazione e di disumanizzazione. Non solo l’Ordine dei Medici di Cosenza e il suo Ufficio di Deontologia non hanno preso le misure necessarie per ristabilire la mia reputazione, ma, in modo molto riprovevole in una Repubblica rispettosa dello Stato di diritto, non hanno risposto né a me né alle numerose ma vane richieste rivolte loro dal Ministero della Sanità. – Per esempio, DOC 5. d

Faccio umilmente notare che la nostra Costituzione non consente di imporre tale tortura e tale trattamento a nessun cittadino, indipendentemente dal suo stato di salute. Faccio umilmente notare che se io, professor Paolo De Marco, cittadino italiano con contributi scientifici di primo ordine e con una reputazione fin qui immacolata, non fossi stato dotato di una personalità così stabile e di una seria formazione accademica, una simile operazione, mostruosamente condotta per tanti anni, avrebbe già prodotto tragedie. Aggiungo che, con la complicità dello Stato italiano, in-costituzionalmente posto sotto influenza straniera, questo mi sembra essere proprio il risultato che gli incompetenti e criminali artefici di questa operazione cercavano. È una loro patologia criminale, ma è una patologia, aggravata dal senso di impunità, che non ha nessuno posto nel nostro ordinamento costituzionale repubblicano, in una Repubblica nata dalla Resistenza.

Sottolineo ancora una volta che non c’è mai stata nessuna commissione medica ad autorizzare nessuna diagnosi contro di me, né in Italia, né in nessun altro paese al Mondo. Sottolineo che, alla pari con ogni altro cittadino italiano, posso aspettarmi e anzi pretendo il rispetto scrupoloso di tutti i miei diritti costituzionali, comprese l’inviolabilità della mia casa e della mia privacy e la sicurezza della mia persona. Sottolineo con massima indignazione il fatto che questi crimini perpetrati contro di me furono mantenuti e prolungati malgrado il conferimento della protezione dello Stato davanti ad uno testimone nella Prefettura di Cosenza il 7 aprile 2017.

Alla fine, la Ragione e la decenza umana e democratica devono prevalere. Di conseguenza, chiedo a Lei, in quanto primo garante dei diritti fondamentali, di assumersi le proprie responsabilità e:

1 ) Di fermare immediatamente questa vile operazione di destabilizzazione e di disumanizzazione condotta contro di me, e di punire i colpevoli in modo esemplare.

2 ) Di porre fine con urgenza alla negazione dei miei diritti, compreso il mio diritto alla difesa e al giusto processo.

3 ) Di ristabilire con massima tempestività la mia reputazione eliminando dal mio fascicolo medico la diagnosi illegale fabbricata dai vili criminali Pantano e Curcio, e di risarcirmi per gli ormai irreversibili danni morali, professionali e materiali.

4 ) Di ordinare l’immediata restituzione del prezioso manufatto storico – ossia il vecchio moschetto risalente ai tempi di Napoleone – che, di fatto, mi è stato sottratto grazie all’infame complicità del dottor Nicotera – vedi DOC F e DOC I.

In attesa di una Sua pronta risposta,

Cordiali saluti

Paolo De Marco, ex-professore di Relazioni Internazionali – Economia Politica Internazionale.

NB:

a ) Tutti i documenti qui menzionati assieme a tutti gli altri più pertinenti sono accessibili nel seguente indirizzo elettronico : http://rivincitasociale.altervista.org/constrastare-terrorismo-italiano-mi-serve-un-avvocato-dufficio-fiducia-26-luglio-2020/

b ) Una lettera simile rimasta senza risposta fu già spedita via PEC al Presidente del Consiglio Mario Draghi, in persona, al Ministro della Difesa, al Ministro dell’Interno, al Ministro della Giustizia e al Ministro della Salute.

c ) In seguito la mia lettera del 3 agosto 2017.

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Paolo De Marco

Via Filippa 189

San Giovanni in Fiore (CS)

Data: 3 agosto 2017

Oggetto: Ripetute violazioni del mio domicilio e complicità delle Autorità italiane.

Onorevole Presidente Mattarella,

Presidente della Repubblica italiana.

Egregio Signore Presidente,

Ho tentato a varie occasioni di allertarla in quanto garante dei diritti costituzionali e in quanto Capo delle Forze armate e dunque dei servizi di sicurezza. Fin qui i miei tentativi furono vani. Lei ricorderà che avevo chiesto la protezione dello Stato italiano.

Vorrei chiarire alcuni punti relativi alla vile e criminale manipolazione mafiosa-poliziesca della quale sono vittima da ormai 6 anni in Italia, paese nel quale sono nato e del quale sono cittadino. Il mio domicilio è costantemente violato malgrado un doppio sistema di sicurezza. Questo comporta un sistema di allarme programmato per contattarmi telefonicamente ogni volta che viene inserito o disinserito e due telecamere di sorveglianza. Durante questi violazioni, ovviamente compiute con la complicità e la copertura dei servizi di sicurezza italiani, il mio cibo e le mie bevande vengono alterate per produrre il cosiddetto « boiling body effect » mentre le mie tovaglie sono macchiate di pittura rossa.

Lei sa già che sono stato minacciato dal ex-comandante dei Carabinieri di San Giovanni in Fiore (cs) il Sig. Pantano; questo avvenne in presenza di un criminale dottore Curcio che non avevo mai visto prima. Con queste minacce mi fu chiesto di non porgere altre denunce. Ovviamente, io, da cittadino italiano e da professore, ho rifiutato, mettendoli pero in guardia per quelle irricevibili e criminali intimidazioni degne di un paese totalitario.

Ho saputo dopo tramite l’Associazione di tutela La Voce di Fiore che i Carabinieri di San Giovanni in Fiore avevano cercato di discreditarmi presso la Procura di Cosenza col pretesto che ero soggetto di « sindrome paranoida in stato delirante acuto », accusa ovviamente senza nessuno fondamento visto che io non ho mai fatto nessuna analisi in nessuno paese. Ripeto che sono una persona per bene, rispettoso della legge e con un passato immacolato. Va pure detto a difesa delle altre eventuali vittime di questi delinquenti criminali che, nonostante lo stato mentale dei soggetti in questione, la violazione del domicilio e gli altri crimini vanno investigati dal sistema giudiziario, non dal sistema medico. Nel mio caso questo criminale montaggio mafioso-poliziesco fu utilizzato per eludere ogni tipo di inchiesta, incluse la presa delle importi digitali, l’analisi dei tabulati del sistema di allarme ecc. Si dovrà anche spiegare per quali reali motivi.

Sottolineo il fatto che avendo fatto una domanda di accesso agli atti il 13 giugno 2017, non ho ricevuto nessuna risposta. Questa mancata risposta è in se illegale e altamente criminale. Lei avrà dunque capito la gravità della strumentalizzazione di cui sono vittima e l’ampiezza delle complicità.

Questa mattina sono andato al Distretto di San Giovanni in Fiore con la copia dei documenti pertinenti alla mia domanda di accesso agli atti. Al mio ritorno in casa ho trovato una camicia bianca sporcata con vernice giallastra impossibile da lavare. (Anche per questo chiedo i dovuti danni.) Ho subito mandato la foto al Signore Emiliano Morrone dell’Associazione La Voce di Fiore (CS). Noto che, malgrado la mia rinnovata denuncia ai Carabinieri di San Giovanni in Fiore in data del 17-05-20117, queste intimidazioni continuano senza che il magistrato in carica alla Procura di Cosenza, il Signore Giuseppe Cozzolino abbia preso le misure necessarie per proteggermi e per arrestare i colpevoli e i loro controllori e mandanti.

In conseguenza, io, Paolo De Marco, cittadino italiano, chiedo di nuovo con urgenza il suo invertente in quanto garante dei diritti costituzionali e capo delle Forze armate italiane. Aspetto una sua risposta.

Cordiali e rispettosi saluti,

Paolo De Marco

Ex-professore di Relazioni Internazionali – Economia Politica Internazionale.  

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