Commenti disabilitati su 25 APRILE = SI FESTEGGIA IL RITORNO AI DIRITTI SOCIALI E INDIVIDUALI FONDAMENTALI con la LIBERAZIONE, non è una « giornata della memoria » spesso amnesica e venale in Italia, 24 aprile 2020

Il 25 aprile non è una festa della memoria spesso amnesica, venale e a-costituzionale nell’Italia contemporanea.

Il 25 aprile si festeggia la Liberazione che permise il ritorno costituzionalizzato ai diritti universali sociali e individuali fondamentali sanciti in parallele nella Carta delle Nazioni Unite e nella Dichiarazione Universale dei Diritti Sociali e Individuali Fondamentali del 1948.

Si chiudeva così la sconfitta etico-politica, socio-economica e miliare durata oltre due decenni, del tentativo filo-semitico nietzschiano di ritorno esclusivista verso la società apertamente razzista e disuguale. La sconfitta di questo oscurantismo anti-umano non è solo sancita nei Trattati del dopo-guerra ma sopratutto nell’Articolo XII delle Disposizioni Transitorie e Finali della nostra Costituzione, il quale recita :

« E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.

In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista. »

Stiamo molto attenti perché di nuovo prevale la patologica voglia di molti dirigenti, spesso sovra-rappresentanti e senza merito, di riportarci indietro, questa volta verso una società dell’Uomo Giusto tra le Nazioni, Schindler, con il suo contabile « eletto » Stern. Si tratta di deriva totalitaria portata avanti con tanto di cybersecurtiy e di App di controllo sociale potenzialmente mercificate, senza dimenticare la tecnologia dei tatuaggi a sapori nazisti finanziata al MIT da Bill Gates e altri del genere.

Tollerare organizzazioni come Casa Pound o altre che si reclamano apertamente dal fascismo rappresenta un atto di alto tradimento della Costituzione, e sappiamo che sta diventando cosa comune nel nostro Paese allo sfascio.

Tutti gli autori antichi, ripresi ad esempio da J. J Rousseau con l’esempio di Sparta, fecero notare che un Paese incapace di rispettare le proprie regole costituzionali è un paese che corre ineluttabilmente alla sua rovina. Ci siamo quasi già.

Per concludere voglio notare in retrospettiva l’infame rinnegamento costituzionale e non solo partitistico contenuto nella distruzione finale segnalata dal vertice della Bolognina del 1992 – un harakiri etico-politico cominciato, in effetti, con l’arrivo di un Berlinguer filo-semitico pro-Nato alla testa del PCI.

Con la dichiarazione della Liberazione del 25 aprile si segnalava pure, in accordo con le analisi di Antonio Gramsci sul ruolo dell’assemblea costituente, la costituzione dell’Arco costituzionale che portò alla redazione della Costituzione e alla proclamazione della Repubblica.

Oggi troppo spesso le istituzioni e la magistratura tollerano, anzi spesso appoggiano, tutte le iniziative che portano alla decostruzione di ciò che rimane del Arco costituzionale, cioè dell’unità nazionale pluripartitica che poggia sulle basi dell’emancipazione umana formalizzate nel ordinamento costituzionale poi approfondito con i diritti civili. Questo avviene contro la volontà del nostro popolo segnalata senza la minima ambiguità nel brillante risultato del referendum del 4 dicembre 2016.

Proseguendo da questo passo si distruggerà pure l’unità nazionale della nostra « Repubblica, una e indivisibile », oggi purtroppo strutturalmente incapace di onorare i LEP e i LEA. A questa nefasta evoluzione partecipano le suicidi autonomie regionali, oggi verificate in anticipo con la Caporetto sanitaria specialmente in Lombardia e nel Veneto, regioni con poco scrupoli dirigenziali rispetto alla Costituzione, ai diritti fondamentali delle cittadine/i ed al principio di laicità, incluso nelle reti ospedalieri. Di fronte mie finestre, a San Giovanni in Fiore (CS), terra di Gioacchino da Fiore (1), c’è il Monte Gimmella che ricorda i nostri Fratelli Bandiera.

Sarebbe gran tempo ritornare allo spirito emancipatore del 25 aprile, rivisitando pure la tutela del credito pubblico e quella dei diritti sociali per uscire a testa alta dalla presente, profonda e duratura crisi etico-politica, sanitaria, socio-economica e finanziaria.

Paolo De Marco.

1 ) Su Gioacchino da Fiore pitagorico, inventore della secolarizzazione dello Spirito che porterà, tramite G. Bruno e T. Campanella, alle Scienza Nuova di G. Vico, quindi al metodo scientifico nelle scienze sociali, al diritto delle genti e all’emancipazione umana che costituiscono il cuore delle nostre civiltà democratiche moderne, vedi la Categoria Cultura e R&S in http://rivincitasociale.altervista.org/category/cultura-e-rs/

NB:

a ) Per i diritti civili rimando al mio Matrimonio, unioni civili e istituzionalizzazione dei costumi, http://la-commune-paraclet.com/moeursFrame1Source1.htm#matrimonio

b ) Per il dipresso attivo poliziesco mafioso, incluso da troppi magistrati, rimando alle mie denunce e appelli in questo medesimo sito. Sembra proprio il ritorno di una maledizione oscurantista, « una volta ancora » come diceva il talmudista razziata Nietzsche, gran maestro una volta ancora di tanti « spiriti animali » come le qualificava J. M Keynes, e piduisti come sappiamo tutti.

Comments are closed.