Commenti disabilitati su Riforma costituzionale: uno straccio tipicamente anti-nazionale e spinelliano.

Appello alla mobilizzazione generale per seppellire questa riforma a-costituzionale con il referendum.

Vedi:

1) Scheda / La nuova Costituzione e il nuovo Senato (versione solo testo)

http://www.repubblica.it/politica/2015/10/13/news/scheda_riforma_costituzione_senato_ddl_boschi_solo_testo-124904893/?ref=search

2) La citazione chiave estratta dalla legge di riforma costituzionale alla Nota 1 qui sotto.

Commento: La Costituzione è la carta fondamentale della Repubblica italiana. Sancisce i diritti individuali e sociali fondamentali; determina il suo quadro socio-economico, politico e giuridico. Per interpretare i Capitoli e i singoli articoli della Costituzione importa riferirsi ai suoi principi cardini ed al contesto storico.

Ad esempio se un articolo dichiarasse « Tutte/i sono uguali davanti agli occhi della legge » questa dichiarazione avrebbe un determinato significato nel contesto di una società capitalista nella quale predomina la sola proprietà privata, un altro significato nel contesto di una economia costituzionalmente mista come la nostra ed un altro ancora nel contesto di una economia fondata sul dominio della proprietà pubblica. Nel primo caso avremo disuguaglianze estreme, nel secondo caso queste verranno attenuate dallo Stato sociale e nel terzo le disuguaglianze diventeranno marginali, evanescenti. La stessa rimarca vale se il contesto è puramente nazionale, se invece è confederale – Europa sociale fondata sull’Europa delle Nazioni – oppure se è federale. La tendenza attuale corrisponde ad una deriva verso un iper-federalismo monetarista nel quale le periferie sono sacrificate agli interessi del Centro e di conseguenze abbandonate allo « sviluppo dello sottosviluppo ».

Posto questo, possiamo allora interpretare la riforma renziana-gutgeldiana nella sua lettera, nel suo contesto federalista europeo e nei suoi meccanismi di dipendenza economica, sociale, culturale e politica che affliggeranno inevitabilmente il nostro Paese se non verrà rigettata con forza durante il referendum.

E da notare che la grande maggioranza dei commentatori non tengono conto né di questo contesto, né dei meccanismi che ne scaturiranno fatalmente. (1)

Il punto principale di questa famigerata riforma costituzionale: Con la riforma del Senato, il nostro Paese viene conferito alle mafie e gruppi regionali. Queste baronie locali vengono istituiti come intermediari istituzionali principali con la UE, la quale, con le sue direttive, detta già più di 80 di tutte le leggi adottate dal Parlamento, oltre ad influenzare tutte le altre leggi con la sua politica monetarista e libera-scambista malgrado la divisione delle competenze. Ad esempio, il « reddito globale netto » dei focolari, le pensioni, gli ammortizzatori sociali vengono armonizzati verso il basso benché gli affari sociali siano di competenza nazionale esclusiva. O ancora, la moneta e il credito vengono confuse e ambedue gestite da una BCE monetarista malgrado l’Articolo 47 della Costituzione. Questo Articolo 47 recita che il credito è nazionale e tutela il risparmio dei cittadini – perciò il bail-in è anti-costituzionale.

Così la sovranità popolare viene de facto diminuita-abolita due volte:

Prima con la nuova Camera delle deputate/i eletta con un Italicum peggiore del Porcellum. Questa Camera, de facto composta da lobbisti esenti di ogni conflitto di interesse, affiancherà e controllerà l’Esecutivo ma solo dopo essere « costituzionalmente » diventata un organo trasmissione delle direttive europee.

Secondo, non solo il Senato non sarà direttamente eletto ma, tramite la EU, detterà gli indirizzi politici principali. (2)

La situazione risultante sarà di gran lunga peggiore rispetto alla drammatica situazione attuale nella quale l’Articolo 11 fu abusato per imporre orientamenti a-costituzionali. Questo avvenne con il pretesto dell’armonizzazione con i Trattati internazionali anche quando questi non erano in conformità con la Carta fondamentale delle Nazioni Unite. Ad esempio, quest’ultima non riconosce nessuno pseudoconcetto di « guerra preventiva » oppure di « torture sotto controllo medico » di esclusivo criminale stampo israeliano.

In questo senso la revisione parziale del famigerato federalismo fiscale peggiorerà ancora le cose perché le Regioni e gli Enti locali svolgeranno un ruolo amministrativo di attuazione di leggi-decreti legiferati dalla Camera, ma lo faranno senza nessuna garanzia di potere usufruire di fondi adeguati né di uscire dal quadro del Patto di Stabilità interno sottomesso al Fiscal compact interno sancito dall’Articolo 81. Questo Articolo 81, frontalmente contrario a tutti i principi costituzionali, fu inserito dall’attuale casta trasversale filosemita nietzschiana per prevenire ogni vera svolta in caso di alternanza politica. Perciò è molto più pericoloso e nefaste delle scelte monetariste europee. Una autentica riforma farebbe della sua abolizione la vera priorità costituzionale.

Il fatto che i fondi non saranno adeguati può facilmente essere dedotto dalla logica della « public policy » reaganiana-monetarista: lo smantellamento del « reddito globale netto » dei focolari a favore del solo salario individuale determinato tendenzialmente dalla competizione globale – costo del lavoro sostituito al costo di produzione – porta ad un precariato generalizzato, distruggendo così tanto i contributi sociali quanto la fiscalità generale.

Se, inoltre, per compensare sul corto termine l’abbassamento del salario individuale si distrugge la base della fiscalità locale, cioè l’IMU, allora è chiaro che gli aumenti delle tasse locali verificati negli ultimi anni – più del 22% secondo la Corte dei Conti – avranno conseguenze debilitanti per le Regioni e per il Paese intero. Complessivamente questa sottomissione più forte alla logica attualmente monetarista e libera-scambista della UE porterà alla privatizzazioni di tutti gli Enti pubblici locali, incluso quelli che si occupano dei beni comuni – si tratta di un crimine contro la natura economica mista e contro i principi cardini della Costituzione, un crimine ideato da Gutgeld et al. (vedi la critica nella Sezione Critiques de livres/Look Reviews del sito www.la-commune-paraclet.com .) In questo modo saranno eviscerate tutte le eccezioni alla concorrenza previste all’Articolo 107 del Trattato di funzionamento europeo, come pure la portata dell’Articolo 44 della Costituzione sulle zone montane, per non parlare della portata dei primi articoli della Carta fondamentale, i suoi principi cardini, cioè quelli relativi al lavoro dignitoso, ai diritti individuali e sociali ed alla solidarietà nazionale.

Così si spiega la logica dell’abolizione del CNEL – cioè, di ogni programmazione residuale fondata sul dialogo tra le parti sociali. Si apre così la via al regno incontestato delle banche e delle transazionali apolide. Se, inoltre, il TTIP, ovvero il trattato di libero-scambio transatlantico, viene adottato, allora tutti i servizi – sanità, educazione, trasporti pubblici, acqua ecc – e tutti gli appalti, anche locali, saranno aperti alla concorrenza globale. Il TTIP prevede un Tribunale internazionale, copiato in peggio su quello che infierisce nella NAFTA, per garantire i diritti delle transazionali contro l’ingerenza delle leggi nazionali, incluse quelle relative alla più modesta tutela sociale e ambientale. Oggi, i nostri dirigenti parassiti auspicano un ministero dell’economia europeo – sapendo benissimo che loro non servono più a niente, essendo diventati dei meri servi in camera filosemiti nietzschiani e spinelliani.

Intanto, ho spesso sottolineato che i principi cardini della Costituzione non possono essere modificati, mentre le modifiche dovrebbero essere efettuata un articolo alla volta senza modifiche omnibus. Queste ultime non dovrebbero neanche superare l’esame giudiziario preliminare al quale vengono normalmente sottomessi i progetti di legge, né quello dei massimi garanti costituzionali. Il costituzionalista Claudio De Fiores aggiunge l’intangibilità dell’ordinamento costituzionale di origine. (3) Questo include, il bicameralismo, il quale era motivato, all’origine, per prevenire ogni deriva autoritaria simile a quella fascista del 1922.

Se questo straccio filosemita spinelliamo (4) sarà accettato, il nostro Paese, già socio-economicamente distrutto, si verrà togliere la capacità istituzionale di rimbalzare proprio perché il suo contenuto antidemocratico sopprime preventivamente la sovranità del popolo. Non per niente questo straccio è il risultato del programma del non eletto Renzi e di Gutgeld et al. E del loro governo, il più corrotto nella storia della nostra Repubblica. Al contrario, la Germania continua a sottomettere le politiche della BCE all’esame della Corte di Karlsruhe ed al controllo del suo Parlamento.

Tutte e tutti dovranno impegnarsi per fare fallire questo disegno machiavellico-spinelliano con il referendum.

Intanto, l’Italicum è più antidemocratico e opaco del Mattarellum. Perciò deve essere contestato in Corte. Le critiche nate in ambito rinnegato PD sono solo manovre difensive ideate per spostare la critica su punti marginali, in modo da salvare l’orientamento fondamentalmente anti-democratico della legge stessa, incluso la sua trasformazione dei partiti politici in volgari lobbie via il finanziamento privato, per colmo in parte oggetto di detrazioni fiscali ! (vedi: http://www.repubblica.it/politica/2014/02/12/news/dl_finanziamento_ai_partiti_tutte_le_misure-78411363/ )

Paolo De Marco,

Testo scritto il 13 aprile 2016 poi completato il 26 aprile 2016.

Note:

1) vedi ad esempio i commenti seguenti: a) « La Costituzione italiana » http://www.lacostituzione.it/#btn-cap02 . Ecco una bella presentazione della riforma alla quale purtroppo manca la comprensione dei punti principali nei loro effetti prevedibili; b) « “Riforme confuse”. Il no di 56 giuristi » di ANNALISA CUZZOCREA 24 aprile 2016, http://www.repubblica.it/politica/2016/04/24/news/_riforme_confuse_il_no_di_56_giuristi-138320752/?ref=search ; c) « Una Costituzione “ad personam”» http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2016/04/26/una-costituzione-ad-personam/?ref=HROBA-1 Questo articolo ha un grande merito in quanto offre un utile paragone tra la legittimità dell’Assemblea  costituente, figlia della Resistenza e del pensiero di Gramsci, che scrisse la Costituzione originale e l’illegittimità parlamentare e politica di questa riforma renziana-gutgeldiana priva dell’ampio consenso richiesto.

2) Citazione: « Il primo comma del nuovo articolo 55 della Costituzione – che prevede che « Il Parlamento si compone della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica » – non è modificato rispetto al testo vigente della Costituzione e mantiene dunque la denominazione di « Senato della Repubblica », rispetto al testo iniziale del disegno di legge, che faceva invece riferimento al « Senato delle Autonomie ».

Il nuovo secondo comma dell’articolo 55 della Costituzione, introdotto dal Senato, prevede che le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere promuovono l’equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza, rafforzando in tal modo il principio sulla parità di accesso alle cariche elettive, già sancito dall’articolo 51 della Costituzione Il nuovo terzo comma dell’articolo 55 della Costituzione prevede che « Ciascun membro della Camera dei deputati rappresenta la Nazione ».

I senatori cessano dunque di condividere con i deputati la rappresentanza della Nazione attualmente richiamata dall’articolo 67 della Costituzione, il quale, nel testo vigente, fa di « ogni membro del Parlamento » il rappresentante della Nazione.

Essi divengono invece rappresentanti delle istituzioni territoriali come risulta dal nuovo quinto comma dell’articolo 55 e dal nuovo primo comma dell’articolo 57.

Il nuovo quarto comma dell’articolo 55 della Costituzione attribuisce la titolarità del rapporto di fiducia con il Governo alla sola Camera dei deputati, la quale esercita la « funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e quella di controllo dell’operato del Governo ».

La Camera dei deputati, dunque, « esercita la funzione legislativa » mentre – come prevede il nuovo quinto comma dell’articolo 55 della Costituzione – il Senato « concorre, nei casi e secondo modalità stabilite dalla Costituzione, alla funzione legislativa ».

In base al nuovo quinto comma dell’articolo 55 della Costituzione il Senato della Repubblica « rappresenta le istituzioni territoriali ». Il comma individua poi le funzioni del Senato, che, a seguito delle modifiche apportate nel corso dell’esame in sede referente, sono:

il concorso, nei casi e secondo le modalità stabilite dalla Costituzione, alla funzione legislativa;

l’esercizio di funzioni di raccordo tra Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica e tra questi ultimi e l’Unione europea;

la partecipazione alle decisioni dirette alla formazione e all’attuazione degli atti normativi e delle politiche   dell’Unione europea;

il concorso alla valutazione delle politiche pubbliche e dell’attività delle pubbliche amministrazioni;

il concorso alla verifica dell’attuazione delle leggi dello Stato;

il concorso all’espressione dei pareri sulle nomine di competenza del Governo nei casi previsti dalla legge. » in http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0027272.pdf

3) Vedi Claudio De Fiores « Le revisioni costituzionali » in http://www.treccani.it/scuola/tesine/costituzione_italiana/4.html

4) Su Altiero Spinelli vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Altiero_Spinelli . Questo sostenitore del Piano Marshall fu quello che immaginò l’infiltrazione dei gruppi di sinistra allora sotto egemonia comunista al finire della Seconda guerra mondiale. Fu così il precursore dei Stay Behind e del Gladio. La loro influenza fece del nostro Paese un Paese a sovranità limitata subito dopo l’espulsione dei comunisti dal governo. (vedi l’articolo « L’Italia, paese a sovranità limitata » in http://www.la-commune-paraclet.com/ItaliaFrame1Source1.htm#ITALIA .) Ecco come finisce il Manifesto di Ventotene, titolo originale Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto, con la sua avvocatura di varie forme di entriamo e di infiltrazione adatte al « partito rivoluzionario » atlantista : « Pur non trascurando nessuna occasione e nessun campo per seminare la sua parola, esso deve rivolgere la sua operosità in primissimo luogo a quegli ambienti che sono i più importanti come centri di diffusione di idee e come centri di reclutamento di uomini combattivi; anzitutto verso i due gruppi sociali più sensibili nella situazione odierna, e decisivi in quella di domani, vale a dire la classe operaia e i ceti intellettuali. La prima è quella che meno si è sottomessa alla ferula totalitaria, che sarà la più pronta a riorganizzare le proprie file. Gli intellettuali, particolarmente i più giovani, sono quelli che si sentono spiritualmente soffocare e disgustare dal regnante dispotismo. Man mano altri ceti saranno inevitabilmente attratti nel movimento generale.» (…) «  Se poggerà solo sulla classe operaia sarà privo di quella chiarezza di pensiero che non può venire che dagli intellettuali, e che è necessaria per ben distinguere i nuovi compiti e le nuove vie: rimarrà prigioniero del vecchio classismo, vedrà nemici dappertutto, e sdrucciolerà sulla dottrinaria soluzione comunista.+

Durante la crisi rivoluzionaria spetta a questo partito organizzare e dirigere le forze progressiste, utilizzando tutti quegli organi popolari che si formano spontaneamente come crogioli ardenti in cui vanno a mischiarsi le forze rivoluzionarie, non per emettere plebisciti, ma in attesa di essere guidate » in http://www.italialibri.net/contributi/0407-1.html

Certi analisti sottolineano l’influenza della P2 nell’attuale smantellamento della Costituzione nata dalla Resistenza. E vero, ma la P2 fu solo un avatar del spinellismo originale. Da tempo, gli archivi, incluso quelli americani, hanno dettagliato queste infiltrazioni dei partiti, sindacati e gruppi di sinistra sotto stretto controllo degli Stati Uniti. Sulla P2 vedi https://it.wikipedia.org/wiki/P2 .

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