Commenti disabilitati su Archeoastronomia : L’Elefante di Campana, i megaliti di Nardodipace, la Città della Porta e altri tesori sconosciuti della Calabria, 06 Marzo 2017

(Nota aggiunta il 15 marzo 2017: Il complesso dell’Incavallicata di Campana comprende un’altra struttura a parte l’Elefante. Fu scritto che certi pezzi al suolo attorno alla struttura possono pervenire di essa. Se così fosse, ad esempio per causa del terremoto del 1827, allora certi blocchi possono trovarsi più in giù. Una seria di foto 3D dei blocchi e di quello che rimane della struttura potrebbe dare la chiave dell’enigma, cioè del puzzle.)

Rispetto al complesso dell’Incavallicata la mia tesi è la seguente: Si tratta di strutture megalitiche neolitiche poi rimodellate. Il sincretismo religioso opera comunque spesso così; i siti sono spesso siti di osservazione astronomica che servono naturalmente di base per stratte di culti super-imposte dall’evoluzione storica. In effetti, come in altre strutture megalitiche in Calabria – ed altrove – si tratta di uno osservatorio astronomico (calendario).

La prima cosa da verificare è l’orientamento delle strutture ed in particolare delle due grotte e della cavità tra queste due disposta proprio davanti all’Elefante. La localizzazione permette una visione a 360 gradi, dunque perfetta per osservare i movimenti della luna, del sole e degli astri in generale. L’orientamento delle strutture e l’orizzonte montano sono dunque importanti per notare la posizione mutevole degli astri all’alba ed al tramonto. Dato la Precessione degli Equinozi conviene verificare l’orientamento su Orione – E attestato nell’Iliade che Orione serviva per l’orientamento ai Popoli del Mare prima che questa funzione sia assunta dalla Stella Polare. Un tale orientamento permetterebbe di procedere ad una datazione preliminare delle strutture che potrebbero dunque risalire a 6000 anni A. C. o di più. In oltre, si dovrà verificare per i cicli lunari e solari. La Legenda che si riferisce a Filottete e dunque a Eracle-Ercole – esistono una trentina di luoghi che fanno riferimento all’antico Eroe – è importantissima visto che le 12 Fatiche rimandano alla stabilizzazione occidentale del calendario e dunque alle 12 costellazioni. Probabilmente, la legenda del bimbo in fasce rimanda alla nascita dell’Anno nuovo.

Per quello che riguarda la rimodellazione delle due masse megalitiche, le ricerche continueranno come è giusto che sia, ma non porteranno più sull’essenza del complesso che rimanda all’archeoastronomia. Io avrei tendenza a preferire la versione che rimanda all’invasione duratura del Re Pirro. Ovviamente non si potrà decidere tra l’ipotesi Re Pirro o Annibale finché non si avrà elementi decisivi – ad esempio la questione della mappa della Sila nella Mappa del Mangini (1606) crea problema.

Sabato sera, il 4 marzo 2017, ho effettuato una rapida ricerca Internet. Ecco il migliore link sulla questione archeoastronomia per « I megaliti di Nardodipace e la Città della Porta » http://www.shan-newspaper.com/web/megalitismo/88-i-megaliti-di-nardodipace-e-la-citta-della-porta.html , 12 Aprile 2011.

La tesi rispetto al Re Pirro si trova qui: http://www.luoghimisteriosi.it/calabria_campana.html

Rispetto alla discussione scientifica dell’archeoastronomia, alcuni elementi interessanti si trovano in a) Dal giugno 2002 anche la Calabria ha i suoi dolmen http://www.tropeaedintorni.it/nardodipacelepietre.htm ; e b) I MEGALITI DI NARDODIPACE -CALABRIA- Posted by pjmanc / Attualità / 3 Comments http://ricerca.virgilio.it/ricerca?f=hpA&site=&qs=menhir+in+calabria

In questa materia si deve sempre procedere con precauzione per vietare le confusioni, a volte volute, con le quali si fanno veri e propri equivoci su i megaliti, l’esoterismo, le logge ecc. Queste logorree anacronistiche non hanno più niente a che vedere con un esame scientifico dell’oggetto di studio, cioè con le strutture megalitiche stesse, ad esempio quelle del complesso dell’Incavallicata. Un esempio di questo approccio si trova qui: « Calabria, scoperta “Stonehenge all’italiana” »

Il sito preistorico è un villaggio megalitico costellato di simboli di cui non si conosce il significato http://www.tgcom24.mediaset.it/magazine/articoli/1063894/calabria-scoperta-stonehenge-allitaliana.shtml

Sottolineo che lo studio moderno dell’archeoastronomia in quanto tale risale al 1989 con la pubblicazione del volume World archaeoastronomy, Selected papers from the 2nd Oxford International conference on Archeoastronomy Held at Merida, Yucatan, Mexico 13-17 January 1986, Cambridge University Press, 1989.

Dopo questa pubblicazione cominciò una grande confusione mediatica sul soggetto con tanto di esoterismo e di fantasie oscurantiste. Nella Seconda sezione del mio libro Pour Marx, contre le nihilisme (Ed. La Commune Inc, 2002) ho cercato di introdurre un poco di serietà scientifica nel soggetto. Ho prima proposto la critica definitiva di Freud et al., assieme ai lineamenti della teoria psicoanalitica marxista, e poi ho sottolineato che dietro l’astrologia e le sue narrazioni c’era la scienza dell’astronomia, in particolare il cruciale passaggio del calendario lunare al calendario solare e la comprensione della Precessione degli Equinozi. Il controllo del tempo era importantissimo per le società antiche dipendenti ad oltre 80 % dell’agricoltura, della pastorizia e dell’allevamento. La casta dei preti ha presto difeso i suoi privilegi confondendo volontariamente le due cose e creando narrazioni, non sempre con fini di autentica pedagogia di massa.

Questo ultimo aspetto – narrazione vs scienza – viene trattato nel mio saggio su Gioacchino da Fiore disponibile in http://rivincitasociale.altervista.org/tre-brevi-appunti-su-gioacchino-pitagorico-24-agosto-2016/ ed in particolare nella trascrizione della Conferenza sul soggetto intitolata « Brevi appunti su Gioacchino da Fiore pitagorico »

presentati alla Conferenza organizzata dall’Associazione culturale Gunesh, il 27 agosto 2016,  ed altri testi su Gioacchino disponibili nella Sezione Italia del sito www.la-commune-paraclet.com. Questa trascrizione è disponibile seguendo lo stesso link.

Aggiungo che nel mio Pour Marx, contre le nihilisme avevo già sottolineato l’importanza del Numero Pi. Dopo la pubblicazione del mio libro, la versione scientifica dell’archeoastronomia si sviluppò – anche in Italia – senza dovere più essere confusa con un esoterismo oscurantista. Per portare alla luce la cruciale importanza scientifica e sociale di Gioacchino rimaneva dimostrare il suo uso pitagorico del Tetramorfo con la sua illustrazione nel Liber figurarum, in particolare la Tavola XII sull’Ordine Nuovo, dimostrazione compiuta con il mio contributo alla conferenza cita qui sopra.

Per completare, nello stesso sito si possono trovare i lineamenti della continuazione scientifica della rinascita pitagorica-scientifica iniziata con Gioacchino nell’opera di Giordano Bruno. In particolare, per quello che ci riguarda qui, la delucidazione della storia delle astrologie-astronomie antiche per mezzo della ricerca delle concordanze astronomiche alla luce delle conoscenze scientifiche-critiche a disposizione del grande matematico-teorico Giordano Bruno.

In conclusione, personalmente non ho nessuno dubbio sull’aspetto archeoastronomico del complesso dei megaliti dell’Incavallicata di Campana. Durante gli accertamenti scientifici sarà importante verificare l’orientamento, ad esempio su Orione. Questo corroborerebbe i fatti accertati, ma ancora poco conosciuti, dello sviluppo preistorico in Calabria, poi seguito dalla presenza di Sumeri, Pelasgi ecc. La questione del sincretismo religioso – modellazione nelle forme oggi visibili – rimane vitale ma di secondo piano.

Dopo verificazione, Campana potrebbe lanciare un progetto culturale-turistico di ampio respiro centrato sugli aspetti scientifici-culturali – ad esempio la storia dello sviluppo del calendario e del controllo del tempo dalla Preistoria ad oggi. Si metterebbe così da parte, almeno per il lato ufficiale, gli aspetti più folcloristici al limite del neo-oscurantismo, ad esempio certe celebrazioni ed eventi attorno a Stonehenge. Uno Festival del Solstizio d’inverno e dell’Equinozio vicino a Pasqua darebbe una importante base economico-turistica alla Città. Sappiamo che secondo le infrastrutture esistenti un euro investito nel turismo ne fa circolare da 4 a 7 col Moltiplicatore economico. Andando poi verso Sud sulla costa fine a Reggio Calabria, la ricchezza archeologica è immensa. In oltre, l’aspetto scientifico potrebbe essere completato da un piccolo Osservatorio destinato agli alunni e, in realtà, alle persone di tutte le età. I flussi scolastici durante tutto l’anno garantirebbe la solidità del progetto.

Esiste, fra l’altro, un vecchio ma bellissimo casale alla cosiddetta Macchia del Barone (vedi il bellissimo video https://www.youtube.com/watch?v=Il8f8b9ms6o&t=1536s a 16:30 minuti). Questo andrebbe ristrutturato e trasformato in un Bed and Breakfast con angolo cottura, in modo da attirare un flusso continuo di turisti di ogni età. Da lì potrebbero partire dei sentieri verso Longobucco ed il Mucone – paesaggi favolosi che ho in parte avuto la fortuna di vedere durante varie escursioni dalla Fossiata fine a Longobucco – o verso il mare e Cariati ecc. Esistono fondi europei per la restaurazione del patrimonio storico e per lo sviluppo culturale-turistico – oltre alla necessaria banda larga … Visto le buone relazioni tra Longobucco, Bocchigliero e Campana – da sempre uno insieme geologico e umano coerente fine alla costa – certi progetti possono essere concepiti in modo inter-comunali per abbattere le spese. Ad esempio, le ricerche archeologiche ed altre e il costo per il commercialista che deve presentare i progetti per i fondi europei e regionali.

La nostra Calabria è una delle Regioni più belle del mondo oltre ad essere una delle culle principali della civiltà moderna. Andrebbe tutelata e valorizzata nel rispetto dell’ambiente e della nostra variegata cultura calabrese e italiana. Dopo tutto, Pitagora scrisse la Costituzione degli Italioti che influenzò la Roma Antica nei suoi secoli repubblicani più brillanti.

Paolo De Marco

NB: Chiedo scusa per il maltrattamento che impongo ancora, mio malgrado, alla mia dolce lingua materna.

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