Commenti disabilitati su La crisi costituzionale senza precedenti di fine maggio 2018.

« Art. 52 : La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. »

La nostra Costituzione, nata dalla Resistenza, stabilisce una Repubblica parlamentare bicamerale. I fondatori scartarono ogni velleità di sistema presidenziale proprio perché erano ancora consapevoli delle derive autoritarie possibili. Scelsero perciò un sistema capace di fare da baluardo contro un eventuale ritorno dell’autoritarismo oppure del fascismo.

Il Presidente della Repubblica italiana non ha nessuno potere esecutivo o legislativo, anche se è il Capo delle Forze Armate e dunque dei principali servizi di sicurezza nazionali della Repubblica. In tempo normale, cioè fuori dallo stato di emergenza o di guerra, questa funzione rafforza il suo ruolo di garante della Costituzione. Un garante deve pure disporre di informazioni indipendenti e affidabili (sopratutto nel nostro Paese tristemente conosciuto per i suoi « servizi sviati » per non parlare dello Stato-maggiore una volta affiliato alla P2, solo per dare una idea …)

Il ruolo di garante è primordiale visto l’architettura della nostra Carta fondamentale. Questa sancisce una Repubblica fondata sul lavoro e sul rispetto dei diritti fondamentali individuali e sociali, concretamente elaborati in termini di solidarietà nazionale e di economia mista e dunque in termini del dovere imprescindibile dello Stato intervenire per garantire l’interesse nazionale e l’utilità sociale.

« Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri. » (Art. 92) ma non può certo farlo da testa sua. Se la lettera costituzionale non precisa la provenienza del Presidente del Consiglio, oppure di alcuni ministri, è pure vero che nessuna Costituzione parla per dire il nulla. Trattandosi di un sistema parlamentare bicamerale, il governo deve comunque ottenere l’appoggio della maggioranza in ambedue la Camera dei Deputati ed il Senato.

A parte l’eventuale questione del ricorso a perizia esterna – che, a dire vero, dovrebbe riguardare i sotto-ministri e la alta burocrazia – è chiaro che il governo deve normalmente essere un governo politico, responsabile davanti al Parlamento ed alle elettrici e elettori. Questa responsabilità è l’essenza stessa di ogni regime democratico. L’eccezione può essere contemplata nel caso di un governo tecnico il quale, per natura, deve solo badare agli affari correnti e certo non a leggi sostantive del tipo legge finanziaria e legge elettorale: la sua unica funzione legittima consiste nel ridare rapidamente voce al vero e unico sovrano costituzionalmente abilitato, cioè il popolo italiano. Le leggi, in particolare, quelle più sostantive, richiedono il voto maggioritario del Parlamento oltre alla firma del Presidente.

Tutti i casi conosciuti di veto presidenziale hanno, fin a poco fa, riguardato l’esercizio legittimo del ruolo di garante. Ad esempio, la Presidenza con le sue fonti di informazione indipendenti non potrebbe avallare la nomina di un mafioso avverato come ministro della giustizia. Il potere presidenziale di nomina si ferma qui. Con tutto ciò non deve essere sottostimato: il suo esercizio è una delle massime garanzie di rispetto della legalità quando le Corte non sono ancora intervenute. In un Paese normale, ci sarebbe una vera e propria Commissione elettorale ad affiancare preventivamente la Presidenza in questo suo ruolo chiave.

In Italia sin dal 1991-1992 prevale un disprezzo trasversale della nostra Carta fondamentale. Esiste una intollerabile deriva verso un nuovo autoritarismo anti-costituzionale e anti-democratico ancora una volta filo-semita nietzschiano. (1)

L’abuso dell’Articolo 11 – ripudio della guerra e trattati internazionali – fu il mezzo utilizzato per capovolgere in modo surrettizio la nostra Costituzione assieme al potere sovrano del popolo. In particolare perché, in materia di trattati internazionali, non esiste ricorso al referendum abrogativo. In pratica, questo rappresenta una gravissima lacuna. In realtà, leggendo con attenzione l’Articolo 11, è chiaro che gli unici trattati internazionali compatibili con la nostra Costituzione, e dunque con i suoi principi cardini, sono quelli compatibili con la Dichiarazione Universale dei Diritti Individuali e Sociali del 1948 e quelli sanciti dalla Carta fondamentale della ONU. Anche perché tutti furono figli della Resistenza comune e della vittoria contro il nazifascismo. Non c’è discussione possibile su questo punto particolare.

Questo significa che i trattati negoziati ed accettati dal nostro Paese devono superare l’esame dei comitati costituzionali del nostro Parlamento e … del Garante supremo. In oltre, i trattati internazionali, incluso quelli europei – sopratutto quelli del cosiddetto Fiscal Compact che non hanno ricevuto l’unanimità dei paesi membri -, possono, anzi devono, per natura essere aggiornati e, a volta, ripudiati. Nessuno trattato internazionale può prevalere sopra la volontà del popolo sovrano italiano e dunque sopra i suoi diritti costituzionali fondamentali cardini, per natura non modificabili se non da un’altra Assemblea costituente.

Il disprezzo trasversale della nostra Costituzione assieme alla prevalente domesticità nuovamente filo-semita nietzschiana e spinelliana di una grande parte dei dirigenti politici, economici e dell’intelligenza, hanno portato ad un vero e proprio attentato allo spirito e alla lettera della Costituzione (2), in particolare con la riformulazione dell’Articolo 81 e degli articoli afferranti, in primis l’Articolo 97 relativo al Patto di stabilità interno.

Preme pero ricordare che tali articoli vanno comunque interpretati nel rispetto dello spirito e della lettera della Costituzione, cioè nel rispetto dell’uguaglianza tra i cittadini, del diritto al lavoro e della solidarietà nazionale nel quadro di una economia mista. Quando la Corte dei conti (2017, p 29) è costretta scrivere che il sistema di previdenza e di assistenza italiano non è universale, siamo confrontati ad un tradimento vero e proprio della nostra Carta fondamentale, tradimento che avrebbe dovuto provocare l’intervento del Garante come pure dell’Esecutivo e del Legislativo. Al contrario, non vi è assolutamente nessuno obbligo costituzionale per garantire il buono andamento della Borsa o l’arricchirsi dei poteri finanziari domestici o stranieri. Piace o meno, l’uguaglianza rimane l’ispirazione fondamentale della nostra Costituzione.

In oltre, l’equilibrio di bilancio previsto nell’Articolo 81 è, e può solo essere, un equilibrio tendenziale. Altrimenti, visto i numeri catastrofici dei conti nazionali, tutti i governi e le amministrazioni avrebbero già dovuto dimissionare en bloc. Non per niente, nel quadro dell’austerità neoliberale imposta dai tecnocratici non eletti al livello europeo, fu inventato il cosiddetto « sentiero di consolidamento fiscale » assieme a vari trucchetti del tipo « output gap ». In effetti, un governo può benissimo decidere di pagare la penalità equivalente al 0,2 % del PIL richiesta dalla UE purché abbia un piano di ritorno, non tanto all’equilibrio, ma ad un sentiero di risanamento credibile dei conti pubblici.

Ho detto altrove che tale risanamento non è più possibile senza il ritorno al credito pubblico, togliendoci così via dai piedi la finanza speculativa globale, sopratutto per quello che riguarda il finanziamento del debito pubblico, e abolendo, in contempo, la palese assurdità dei CDS sul debito pubblico. La circolazione legale della moneta e del credito viene ancora garantita dallo Stato e dalle sue risorse, fiscali ed altre. Questo ruolo non appartiene alla decina di banche primarie private, tutte filo-semite nietzschiane come la famigerata JP Morgan, la quale osò pronunciarsi contro la nostra Carta fondamentale perché ancora fondata sulla sovranità del popolo e non su quella degli azionari. Per colmo anche queste grandi banche primarie furono salvate e continuano tutt’ora ad essere sostenute con soldi pubblici, incluso tramite il QE ideato unicamente per questo. Vedi « Uscire dall’euro non serve, serve abolire il regime della banca detta ”universale” », in Download Now nella Sezione Livres-Books del mio vecchio sito www.la-commune-paraclet.com )

Infine, nel suo Articolo 47, la Costituzione recita così :

«La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito.

Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese. »

Si nota che la Costituzione non parla di Borsa – la cui natura come quella del clima è necessariamente mutevole …. Parla invece delle grandi imprese strategiche del Paese le quali, prima del 1992, erano spesso statali. Si nota pure che la tutela del risparmio dei cittadini non sembra tanto compatibile con i bail-in oppure con una Unione Bancaria Europea per fortuna ristretta, grazie alla Germania intenta a preservare l’autonomia delle sue banche regionali, alla centinaia di grande banche dette sistemiche.

In effetti, gli inutili e costosi salvataggi messi in opera dall’ineffabile Padoan, furono per forza nazionali. (3) Questa nazionalizzazione forzata sarà ancora più ovvia nel contesto attuale molto deteriorato nel quale nessuno compra più i (quasi-junk ) bonds italiani a parte la BCE, la quale ha iniziato una ritirata del QE o tapering. Qui è la vera ragione dell’andamento dello spread, il resto è ancillare, demagogico, al punto di aggravare i problemi per causa di oscurantismo economico neoliberale e liberista. (4)

Dobbiamo sottolineare qui che la BCE è nata mentre i Stati-Uniti abrogavano il Glass Steagall Act, passo maggiore che portò all’egemonia del « credito senza collaterale » (5) dunque della speculazione contro l’economia reale. Il fatto sta che tutte le teorie narrative borghesi non fanno la differenza tra moneta e credito. Rimando qui ai miei scritti. (6) Non fanno nemmeno la differenza tra interesse classico, interesse speculativo e profitto. Di fatti, mentre tutte le forme di interesse vengono dedotte dal saggio del profitto, la caratteristica della finanzia speculativa, eretta in modo autonomo come settore vero e proprio, consiste nel presentare l’interesse speculativo – ed il Roe – come un vero e proprio saggio di profitto. Sapiamo che il settore finanziario gode di investimenti fissi meno pesanti. Si fagocita così l’economia reale. Questo risulta propriamente insostenibile dato che il tasso di profitto più alto influenza tutti gli altri. La situazione è oggi gravissima dato il peso smisurato della finanza speculativa nel PIL, che ammonta attorno al 9 % nei Stati-Uniti, senza nemmeno parlare del mostruoso shadow banking.

In tale contesto, sarebbe bene leggere e rispettare la Costituzione, cioè al minimo, per ora, lasciare la gestione della moneta alla BCE. Sapiamo comunque che i criteri « operativi » dell’inflazione, della crescita ecc sono determinati dai Parlamenti, mentre la determinazione del tasso di scambio dell’euro rimane un potere congiunto. Preme pero ristabilire d’urgenza la gestione pubblica del credito, incluso con la necessaria creazione di un polo finanziario pubblico. Questo, grazie alla leva finanziaria media – per un euro di capitale proprio si può elargire da 40 a 60 euro di credito -, permetterebbe di finanziare il debito pubblico a tassi molto bassi, facendo emergere il margine budgetario che permette l’intervento strategico e sociale dello Stato nell’economia nazionale. In oltre, questo polo finanziario pubblico permetterebbe superare il « credit crunch » direttamente causato dalle liquidità iniettate dalla BCE. Questo permetterebbe di rilanciare gli investimenti pubblici e proteggere gli interessi superiori della Repubblica assieme al pieno-impiego come esigono la lettera e lo spirito della nostra Costituzione. Sottolineo che, prima degli anni 80, questi ruoli finanziari virtuosi erano assunti in gran parte da una Bankitalia legata al Tesoro e dalla Cassa dei depositi.

O sarà forse che le due ambasciate padroni dell’Italia attuale non hanno gradito un governo Salvini-Di Maio? (Vedi l’intervento della CIA relativo al curriculum di Conte.)

La Costituzione va difesa.

Insisto sul fatto che i diritti fondamentali, individuali e sociali, formano il cuore della Costituzione, incluso l’Articolo 14, il quale recita : « Il domicilio è inviolabile. »

Paolo De Marco, ex-prof. di Relazioni internazionali – Economia Politica Internazionale.

SGF, 28 maggio 2018.

Note:

1 ) Ecco il razionale per me incomprensibile del Presidente Mattarella che portò all’aborto del governo della maggioranza M5S-Lega, con il pretesto fuorviante della posizione critica del Professore Savona sull’euro, malgrado le rassicurazioni puntualmente offerte dal Professore. L’incarico a Cottarelli non è tanto saggio perché oltre a creare una presidenza di parte fa perdere la faccia al Garante semplicemente perché, stando ai numeri ed alle posizioni dei due partiti già menzionati, il non-eletto Cottarelli non avrà una maggioranza in Parlamento. Vedi : Dichiarazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine del colloquio con il professor Giuseppe Conte, Palazzo del Quirinale 27/05/2018, http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=833

2 ) Per uno riassunto della procedura del « impeachment », vedi: « Impeachment: cos’è e cosa dice la Costituzione», Torna nel vocabolario della politica italiana la parola “impeachment”. Si tratta della messa sotto accusa del presidente della Repubblica, https://notizie.virgilio.it/top-news/impeachment-cose-e-cosa-dice-la-costituzione-163180?ref=virgilio

3 ) Il salvataggio pubblico di una banca privata costa molto meno quando la capitalizzazione avviene nel quadro della nazionalizzazione, oppure quando la capitalizzazione risulta in una quota pubblica con l’afferrante potere decisionale. Questo semplicemente perché la capitalizzazione viene moltiplicata dal ratio prudenziale oggi molto alto. I salvataggi privati tipo quelli ideati dall’ineffabile Padoan sono come dei vasi forati delle Danaide. Paragonare il costo minimo della nazionalizzazione di Northern Rock all’inizio della crisi dei subprime con quello del salvataggio senza fine della relativamente modesta banca MSP ed altre simili.

Si nota che questi salvataggi tramite il QE di Draghi non solo crearono il « credit crunch» ma fecero anche esplodere il Target II, cioè il debito causato dai disequilibri delle bilance esterne dovuto ai « capital outflows » fuori d’Italia. Le banche, e non solo le banche straniere, presero il credito a tassi bassissimi e a volta negativo di Draghi, sbarazzandosi dei rischiosi bonds italiani. In realtà, Draghi ha rovinato il Paese assieme agli altri Paesi membri della Eurozona. In Italia, certi « utili idioti » pensano che il Target II, oggi quasi equivalente a 500 miliardi di euro, sia solo un gioco di scrittura!!! Draghi ha pero precisato che in caso di uscita dall’euro andava rimborsato interamente.

4 ) Vedi: « ECB’s Villeroy Spooks Europe With “End Of QE” Talk; Spikes EUR, Bund Yields » in https://www.zerohedge.com/news/2018-05-14/ecbs-villeroy-spooks-europe-end-qe-talk-spikes-eur-bund-yields . Vedi pure: « Bank Bail-In Risk In European Countries Seen In 5 Key Charts » , 20, February  2018 https://news.goldcore.com/us/gold-blog/bank-bail-risk-european-countries-seen-5-key-charts/

5 ) Vedi « Credit without collateral » e « The Fed and the Treasury » nella Sezione International Political Economy del sito www.la-commune-paraclet.com

6 ) Vedi il mio Compendio di Economia Politica Marxista e la mia Introduzione metodologica, entrambi liberamente accessibili nella Sezione Livres-Books del venerabile sito www.la-commune-paraclet.com

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