Commenti disabilitati su Riforme e privatizzazione della governance economica europea con il MES, il SRF e la politica economica e budgetaria: serve un referendum nazionale. 27 nov. 2019.

(Fate circolare se non il mio testo almeno le mie critiche esaustive e la mia richiesta di referendum nazionale.)

Ad inizio dicembre la riforma-privatizzazione della governance economica europea e dunque quella dei Paesi membri formalmente « sovrani », decisa fin qui dietro le quinte, sarà firmata. Dopo di ché i Parlamenti dei 19 paesi membri dovranno ratificarla. Visto il filo-semitismo nietzschiano e spinelliano trasversale in Italia, questa svendita finale del Paese sarà compiuta senza problemi maggiori. Chiediamo dunque che la ratifica della riforma in Italia sia sottomessa a referendum in caso non sia bocciata dal Parlamento.

Il referendum dovrebbe chiedere al popolo italiano se vuole bocciare questa riforma reazionaria e ritornare allo stesso tempo agli Articoli 81 e 97 originali. Questi furono modificati in senso neo-liberale monetarista con l’emendamento del 20 Aprile 2012 per imporre l’equilibrio finanziario senza il minimo riguardo per la logica economica e per i diritti sociali e socio-economici garantiti dalla Carta costituzionale, malgrado il loro ruolo contro-ciclico essenziale.

Perché è grave recepire questa riforma? Inutile fare propaganda populista contro la Germania e i paesi del Nord Europa quando i veri colpevoli sono i nostri dirigenti. Se ne reso persino conto il Sig. Clericetti della Repubblica.it !!! (1) Ho già proposto una prima riflessione sul cuore della riforma che concerna il fallimento del sentiero di consolidamento fiscale, la vulnerabilità bancaria specialmente nel nostro Paese e la riforma preventiva del MES mirata a farne un Fondo Monetario Europeo capace di mettere i Stati membri sotto tutela per ristrutturare il loro debito in un modo ancora più rigoroso di quello imposto alla Grecia. (Vedi http://rivincitasociale.altervista.org/mes-fmi-europeo-messa-tutela-eterna-dellitalia-ed-altri-paesi-membri-della-ue-21-nov-2019/ )

Serve dunque spiegare subito in poche parole il pericolo e dimostrare la cruciale necessità di chiedere un referendum nazionale.

I testi ufficiali pertinenti per capire questa riforma sono brevi. Sono i seguenti:

1 ) il Riassunto presentato dal dirigente del MES « Reform of the ESM – speech by Klaus Regling » 09/09/2019, https://www.esm.europa.eu/speeches-and-presentations/reform-esm-speech-klaus-regling

2 ) il Riassunto presentato dal MES stesso : « Explainer on ESM reform and revisions to the ESM Treaty ». 24/06/2019 https://www.esm.europa.eu/press-releases/explainer-esm-reform-and-revisions-esm-treaty

3 ) Infine la bozza del Trattato di 62 pagine disponibile qui nella sua forma di giungo 2019, https://www.consilium.europa.eu/media/39772/revised-esm-treaty-2.pdf .

Si tratta di privatizzare la governance finanziaria ed economica dei Stati membri. A tal punto che al Articolo 32 la bozza del Trattato conferisce al nuovo MES, che rappresenta il coronamento di questa riforma, una totale autonomia e una piena impunità anche per il suo seggio da localizzare in Lussemburgo, cioè in uno dei peggiori paradisi fiscali della UE.

Andiamo per ordine:

1 ) L’Unione Bancaria Europea, oggi riservata ad una centinaia di banche sistemiche, dispone di un Single Resolution Board con a disposizione un Single Risolution Fund – SRF – per fare fronte alle crisi bancarie. Dato il deterioramento della solidità delle banche – vedi la Deutsche Bank, le banche italiane piene di NPL ecc – si rafforza il SRF dando cosi notizia del pericolo oggi più grave di quello causato dalla crisi dei subprime del 2007-2008.

I salvataggi bancari necessitati da questa crisi costarono almeno 17 % del PIL della UE e quasi 3 volte di più se si tiene conto di tutti i costi economici dal 2008 al 2018. ( vedi La crise de 2008 a 10 ans : voilà ce qu’elle a coûté à la France https://www.capital.fr/economie-politique/la-crise-de-2008-a-10-ans-voila-ce-quelle-a-coute-a-la-france-1314379 . Costo cumulato 1.541 miliardi per un PIL di 2.288 miliardi!!! )

Come questi bailout sono oggi quasi impossibili per la maggior-parte dei Paesi membri si rafforza la logica del bail-in. Una banca in pericolo – sistemica o meno, la bozza non è chiara sulla questione malgrado la tutela gelosa della Germania sulle sue banche regionali legati al suo apparato industriale – sarà ristrutturata dal SRB a costo degli azionari. I più grandi saranno fuggiti nei paradisi fiscali prima. Poi seguiranno i depositi dei comuni cittadini in un contesto nel quale la garanzia per i depositi fine a 100 000 euro è de facto una promessa vuota. Questa logica imporrà una ristrutturazione bancaria, come quella avvenuta con la Sanpaolo e Santander oppure in modo più sottile con Deutsch Bank con l’aiuto di Paribas. Già così, l’Italia rischia di perdere il controllo del suo credito privato. Ad esempio, Uni-credito ha già studiato la sua fusione preventiva con la Societé Generale. (Vedi Faillite bancaire: le Fonds de résolution unique, à 33 milliards d’euros, doit encore doubler de taille, Par Delphine Cuny 18/07/2019, in https://www.latribune.fr/entreprises-finance/banques-finance/faillite-bancaire-le-fonds-de-resolution-unique-a-33-milliards-d-euros-doit-encore-doubler-de-taille-823826.html )

Il trattato non riconosce la possibilità costituzionale di salvataggi pubblici, benché l’intervento dello Stato avvenne in modo massiccio a favore della Germania e della Francia subito dopo la crisi, per essere scartata dopo contro gli interessi italiani – o quelli di altri paesi del Sud europeo – per poi essere parzialmente reintrodotta – necessità fa virtù – per le banche non sistemiche con il fondo Atlante. Questo silenzio deve essere chiarito visto la logica del backstop e della possibile ri-captializzazione da parte del MES. Si tratta di conservare la possibilità vitale dell’intervento statale. Questo è costituzionalmente garantita dalla nostra Costituzione con l’Articolo 47 e con gli Articoli pertinenti al ruolo dello Stato, dunque del credito pubblico, quando il settore privato non è più capace di proteggere gli interessi generali dello Stato e dei cittadini.

Dato che la speculazione misurata, ad esempio, in termini di rapporti dei CDS e OTC agli « assets » reali, è peggiore di quella ante-crisi del 2007-2008, l’Establishment filo-semita nietzschiano e spinelliano europeo è cosciente che il SRF non basterà. Il SRF è finanziato dalle banche stesse – in realtà dai contribuenti visto il regime fiscale privilegiato delle banche oltre al fatto che il provvigionamento per perdite è detraibile a 100 %. Oggi le banche sono indebolite dal quadro regolamentare più severo di Basilea III, dalla logica degli interessi negativi difficili da compensare con commissioni sempre più alte imposte ai clienti, e della crisi economica che mette a repentaglio gli investimenti nell’economia reale. Si parla oggi di imprese zombie, cioè fallite ma mantenute in vita dalle banche per non dovere riportare le perdite nei bilanci.

Perciò la riforma prevede di attivare il MES riformato per agire come backstop al SRF, cioè come « lender of last resort » benché limitato dalle risorse finanziarie messe a sua disposizione. Il nuovo MES essendo concepito come un Fondo Monetario Europeo, un tale ricorso al suo aiuto verrà concesso secondo le note « conditionalities » similari a quelle del FMI. Se questo non bastasse, la bozza permette anche al nuovo MES di ri-captializzare le banche private, sulla basa del contributo dei Stati membri che, all’immagine dei quota del FMI, finanza questo organismo. E un colmo. Perché in questo modo la finanza privata, alla quale si abbandona, anzi si sottomette, già tutta la politica finanziaria – credito pubblico- ed economica e socio-economica dei Stati membri, non rende più conto a nessuna istituzione eletta. Si salvano tra loro con fondi pubblici fuori di ogni supervisione democratica. Sottolineo di nuovo che al MES privatizzato viene conferita la totale immunità – Articolo 32.

2 ) Il MES riformato come Fondo Monetario Europeo.

E una istituzione privata che si autogoverna in piena autonomia, incluso rispetto ai paesi membri che la finanziano e rispetto alla Commissione europea.

Interviene come prestatore di ultima istanza.

Prima come abbiamo visto come garante per il backstop del SRF.

Secondo, come istanza abilitata a ricapitalizzare le banche private a favore del settore privato. In effetti, il ricorso al credito pubblico con la presa del potere decisionale costa molto meno, come fu chiaramente dimostrato dal salvataggio britannico della Northern Rock. In effetti, una banca pubblica con una leva finanziaria media di 30 per 1 – dunque senza contare il peso del shadow banking – potrebbe facilmente risolvere tutti questi problemi bancari e di finanziamento del debito pubblico e para-pubblico. Ma è proprio questa strada pubblica e sovrana che si vuole chiudere una volta per tutto. Si tratta di una violazione frontale della nostra e di altre costituzioni europee nate dalla Resistenza.

Terzo, al MES stabilito come prestatore di ultima istanza viene conferito il diritto di intervenire sul mercato primario per comprare le obbligazioni dei Stati, possibilità che fu negata alla BCE la quale per mandato può solo agire sul mercato secondario per l’acquisto di obbligazioni sovrani o corporate. In questo modo, la BCE, per mandato già autonoma dai governi, fu subordinata alla finanza speculativa privata in particolare alla dozzina di banche universali dette « primarie » che oggi controllano la vendita delle obbligazioni sovrane emesse dagli Stati. In effetti, i trilioni di liquidità creati dalla BCE, Facility I e II, FSEF, MES, OMT, Ltro, Tltros, QE ecc, non impedirono la crescita del debito della maggioranze dei paesi membri in % del PIL e in numeri assoluti. Ma permisero invece alle banche private di ignorare la legge capitalista classica della concorrenza – too big to fail ? – finanziandosi presso la BCE per alimentare la speculazione e creare un tremendo credit crunch. Non di meno queste banche sono cosi vulnerabili che non si prestano più tra loro e debbono ricorrere alla banca centrale per i prestiti overnight o repos . Il lato orribile e grottesco di questa deriva speculativa privata è rivelata dagli evanescenti investimenti nell’economia reale malgrado la stagnazione economica mentre si spende oltre 60-80 miliardi di euro mensili in buybacks, solo per versare dividendi agli azionisti!

Questo ruolo di prestatore di ultima istanza rivela il fallimento della politica delle banche centrali e specialmente della BCE e il fallimento del sentiero di consolidamento fiscale. (Rimando alla mio articolo già citato, http://rivincitasociale.altervista.org/mes-fmi-europeo-messa-tutela-eterna-dellitalia-ed-altri-paesi-membri-della-ue-21-nov-2019/ )

Ma certi Stati come l’Italia sono a due passi di essere esclusi dal mercato finanziario per finanziare il loro debito pubblico, in chiaro le nostre obbligazioni sono a due passi di essere considerate junk. A questo punto, la BCE non potrebbe più « aiutare » il sistema speculativo nazionale comprando i nostri titoli sul mercato secondario. Quando la Grecia fu esclusa dei mercati finanziari con un governo di rinnegati che rifiutò di ricorre al credito pubblico, l’intervento della BCE non fu possibile e dovete intervenire il MES e la Commissione europea imponendo la messa sotto tutela ad vitam aeternam senza intaccare minimamente i privilegi degli armatori oppure quelli del 10 % o del 30 % più ricco, in cambio di piccoli prestiti offerti in tranche.

La Grecia pesava 2 % del PIL europeo, l’Italia ne pesa 16 o 17 % e poi ci sono i problemi già accumulati di altri grandi paesi europei incluso prevedibilmente la Francia. Il MES doveva dunque essere rafforzato d’urgenza tanto dal lato finanziario – contributi dei Stati membri e possibilità di auto-finanziarsi – quanto dal lato del suo ruolo come gendarme finanziario capace di imporre ristrutturazioni micidiali ai paesi bisognosi di prestiti – i quali, per ripetere, rimangono così sciocchi e servili da non ricorrere al credito pubblico. Ricordo che quando Bankitalia funzionava come una banca pubblica il nostro debito si aggirava attorno al 30 % del PIL malgrado i sforzi giganteschi necessitati dalla ricostruzione del dopo guerra e quelli legati alla formidabile crescita degli anni 60, cioè il cosiddetto « miracolo economico italiano ».

In caso di salvataggio dei paesi membri il MES potrà ricorre a due tipi di prestiti. Il primo tipo riguarda prestiti di precauzione. Gli altri di aggiustamento.Two types of credit lines are available in the ESM toolkit: a Precautionary Conditioned Credit Line (PCCL) and an Enhanced Conditions Credit Line (ECCL)».) Il secondo è ancora più severo.

Ambedue sono legati alla firma di un Memoradum of Understanding con il quale, all’immagine del FMI, il MES imporrà un programma di ristrutturazione che implica la totale messa sotto controllo dei parametri macroeconomici, quindi del Tesoro e del Ministero dell’Economia e Finanza. Come fu fatto per la Grecia, i prestiti averanno in varie tranche, in modo che una volta il cappio al collo, uno Stato non potrà più rifiutare i presti e le loro condizioni draconiane, pena la bancarotta. Questi programmi di risanamento sono sempre all’immagine di quelli che i Chicago Boys imposero al Cile di Pinochet: deregolamentazione e privatizzazioni muro a muro e feroce public policy neoliberale monetarista, cioè la riduzione al minimo della taglia dello Stato, a cominciare dai programmi sociali e educativi. Nonostante questi programmi pubblici gestiti dal pubblico hanno un moltiplicatore economico attorno a 3 rispetto ai programmi privati per i quali si aggira attorno a 1. Per colmo queste virtuose spese pubbliche contano nel debito ma non nella crescita del PIL marginalista oppure del indice « potere di acquisto » – usualmente confuso con il livello di vita – perché, essendo servizi pubblici, non hanno un « prezzo di mercato» !!! Questi programmi di risanamento impongono anche una produzione a-sociale per l’esportazione mirata ad incrementare le entrate di divise estere per rimborsare in priorità i prestiti e il debito! Facendo cosi crescono fatalmente le disuguaglianze a tale punto che anche un Paese martoriato per decenni come il Cile non ne può più.

Il colmo sta nel fatto che il MES interverrebbe nel suo ruolo di gendarme posto al di sopra dei Stati membri e della stessa Commissione europea sulla base dei criteri del Fiscal Compact, il quale, non essendo stato tradotto in legge alla fine del 2018, non ha più nessuno statuto legale! Il Fiscal Compact rafforza il Criteri di Maastricht in quando non basta rispettare un deficit del 3 % del PIL e un debito del 60 % del PIL ma bisogna pure ridurre il debito pubblico oltre questo 60 % da 1/20 all’anno. Sacrificando tutto il resto. Questa riduzione si gioca dunque sul deficit strutturale, dunque sul deficit una volta fatto astrazione delle contingenze economiche. Come sappiamo l’Italia non rispetta più questo contenimento e abbassamento del deficit strutturale neanche nell’ultima e disastrosa e timida legge finanziaria italiana – di 3 miliardi super giù facendo astrazione della favola della sterilizzazione dell’aumento dell’IVA ma con tagli di 3 miliardi di euro ai ministeri !!! – (L’aumento dell’IVA poteva essere neutralizzato in vari modi, ad esempio semplicemente con la riduzione delle aliquote per il paniere di consumo ordinario compensandola con il rialzo delle altre, sopratutto per i prodotti di lusso. Sappiamo il livello intollerabile delle disuguaglianze nel nostro Paese e sappiamo pure che un pseudo-Nobel Prize fu conferito ad un economista, specialista nel « calcolo delle gioie e delle pene » marginaliste, che dimostrò l’imbarazzo consumista dei consumatori con redditi di oltre $ 70 000 annui …)

La riforma conferma l’autonomia della Commissione rispetto al riformato MES. Non è una buona notizia dato che, in effetti, significa che la Commissione fa da gendarme ordinario per la messa in opera del Fiscal Compact – oggi nullo e illegale, e di fatti la bozza del Trattato si riferisce al TFUE e non al defunto Fiscal Compact, per sostituirlo in peggio. Una volta i criteri del Fiscal Compact violati con le avverse conseguenze sul cosiddetto « rischio paese » entra in azione il Swap Team con il MES. E una totale devoluzione del potere democratico nazionale e europeo al Mes che deciderà in piena libertà e impunita dei programmi di risanamento a favore del capitale privato che vorrà imporre.

Tecnicamente uno Stato non potrà nemmeno rifiutare di negoziare il Memorandum of Understanding dopo avere ratificato il trattato. In caso di rifiuto, rimarrà solo l’esclusione del mercato finanziario per finanziare i prestiti necessari oppure il ricorso al credito pubblico, ricorso oggi trasversalmente escluso dalle nostre elite compradore.Alcuni hanno fatto giustamente notare che si vota con una maggioranza qualificata è non ci sarà nessuno opting out.

Perciò se passa questa riforma del SRF le nostre banche saranno in pericolo di ristrutturazione-fusione a beneficio di banche estere più solide, mentre la nostra Repubblica sarà la prima ad assaggiare la messa sotto tutela da parte del MES. E proprio vero, si tratta di alto tradimento, sopratutto perché, malgrado la Costituzione, si sacrificano potenzialmente i risparmi degli italiani e la possibilità di ricorrere al credito pubblico ed alla economia mista.

3 ) Rimane da chiarire la questione del cosiddetto Single Limb CACs.

Di cosa si tratta? CAC significa Collective Action Clause. Serve solo per favoreggiare la ristrutturazione del debito nazionale dei Paesi che ricorrono ai prestiti del MES. Si proporrà una ristrutturazione del debito ai creditori facendoli votare in blocco sulla proposta. Nessuno potrà rifiutare. La questione fu posta in modo drammatico da certi fondi vulturi nel caso della esemplare ristrutturazione pubblica del debito argentino da parte dei governi Kirchner. Il debito argentino fu cosi rapidamente ridotto senza la tutela del FMI o di un qualsiasi Consensus of Washington attorno a 8 % del PIL, permettendo così una notevole ripresa socio-economica del paese. Alcuni fondi vulturi che avevano voluto speculare sul debito argentino comprandolo a prezzi ridotti rifiutarono la ristrutturazione offerta dal governo argentino e lanciarono una guerra legale al livello internazionale.

Le Corte europee come pure quelle dei Stati Uniti avevano finito per riconoscere la supremazia dei Stati sovrani in questi casi. La UE aveva adottato un Dual-Limb Cacs, meccanismo che ora sa di dovere tutelare meglio visto il degrado del mondo finanziario ed economico. Ed è proprio questa vittoria dei Stati sovrani che viene rimessa in causa dalla riforma che mette in mano del MES privatizzato questo potere sovrano contro i creditori recalcitranti. E intollerabile. Anche perché l’impunità del MES impedirebbe il minimo ricorso ad auditing esterni del debito pubblico!

4 ) Per quanto riguardo la riforma del budget europeo se ne parla ancora poco ma sta prendendo corpo un intervento del tipo Green New Deal che altro non è che un QE speculativo verde raddoppiato con una disastrosa e vana guerra alle fonti di energia fossili, rovinando cosi i costi di produzione europei. (Vedi l’articolo sul Pianeta B in http://rivincitasociale.altervista.org/planet-b-is-for-those-who-can-afford-it-chapeau-bas-to-the-young-comrades-of-osa-opposizione-studentesca-dalternativa-october-3-11-2019/ .)

Contro la ratifica parlamentare – vergognosamente scontata in un paese indebolito e svenduto per interesse e per incompetenza come il nostro –, esigiamo la tenuta di un referendum nazionale che includerebbe sia questa riforma della governance europea quanto le modifiche del 2012 agli articoli 81 e 97 della nostra Costituzione che imposero il disastroso equilibrio finanziario reaganiano allo Stato come agli Enti locali. Questo equilibrio annuale dei conti anticipò in peggio il defunto Fiscal Compact.

Paolo De Marco, ex-professore di Relazioni internazionali – Economia Politica Internazionale.

Nota 1 ) Esm, una pseudo Bce-2 ancora più tedesca, 25 nov. 2019 Carlo Clericetti http://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/11/25/esm-una-pseudo-bce-2-ancora-piu-tedesca/?ref=RHPF-WB

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