Commenti disabilitati su Elezioni in Calabria in aprile 2021? Mettere fine al disprezzo attivo delle cittadine.i e della democrazia. Dimostrazione con le lotte esemplari del CCLD di San Giovanni in Fiore, 8 febbraio 2021.


Durante il prossimo mese di aprile si terranno le elezioni regionali in Calabria. In quanto portavoce del Comitato Cittadino per il lavoro Dignitoso – CCLD – di San Giovanni in Fiore (CS), vorrei modestamente fare presente a tutti i politici, sindacalisti, ONG, giornalisti e intellettuali calabresi, la ragione principale dello sviluppo del sotto-sviluppo della nostra Regione, più volta culla o punta avanzate della migliore civiltà occidentale: il disprezzo attivo e spregiudicato delle cittadine-i e dei processi democratici.

Giudicate voi stessi dando una occhiata alla storia del CCLD preso in giro con massima volgarità istituzionale sin dal 2016. Faccio notare, ad esempio, come il signore Cuomo della Regione non può ignorare, che il Sentiero di Gioacchino nacque dai progetti proposti inizialmente dal CCLD per le disoccupate.i.

Spesso con la complicità di certi magistrati e di certi comandanti dei carabinieri, si fa intimidazioni contro i cittadini pacifici e onesti e non si rispetta niente, portando la Regione ad essere lamentevolmente ultima tra gli ultimi. Ma non in senso, diciamo, evangelico-pitagorico, quello del nostro grande Abate calabrese. (Vedi: « NOTA DEL 30 SETTEMBRE 2020. La chiave pitagorica della riformulazione di Gioacchino è data nel Salterio a dieci corde. » in http://rivincitasociale.altervista.org/nota-del-30-settembre-2020-la-chiave-pitagorica-della-riformulazione-gioacchino-data-nel-salterio-dieci-corde/ )

Tutte quelle.i che aspirano a governare questa nostra Regione devono capire il tragico impatto di queste tare anti-democratiche e promettere di rimediare, in modo prioritario.

Prof. Paolo De Marco, portavoce del CCLD

Indice:

CALABRIA = SOGNARE QUELLO CHE POTREBBE ESSERE, settembre 2020.

San Giovanni in Fiore 10 Progetti per le Cooperative e gli Enti pubblici.

4 piccoli progetti socialmente economicamente utili per affidamento diretto.

(Ottobre 2020: tentativo in extremis di salvare qualcosa dopo quasi 5 anni di lotte esemplari.) 

CALABRIA = SOGNARE QUELLO CHE POTREBBE ESSERE, settembre 2020.

Questa è una versione più ampia dell’articolo pubblicato nella rivista www.controneinforma.org, N 132, luglio-agosto-settembre 2017. I 6 progetti qui proposti andrebbero valutati senza pregiudizio ideologico secondo la loro fattibilità e la loro utilità sociale ed economica per la nostra Regione.

Rimettere l’immaginazione al potere? In conclusione alla sua interpretazione della critica socio-culturale contenuta nel Decameron, Pasolini si mette in scena negli abiti di un pittore mentalmente e fisicamente teso a riuscire la sua opera. Davanti al risultato si pone la questione se non avesse bastato sognarla.(1) L’Opera del suo pittore era sponsorizzata dalla Chiesa. Per non soccombere al solipsismo berklesiano, noi, nella nostra terra calabrese, terriccio di tante utopie da concretizzare, cerchiamo di conferire al sogno un ruolo operativo, quello dell’immaginazione e del concepimento iniziale. Proponiamo qui un piccolo pezzo idiosincratico per sintetizzare tre dei miei sogni per la Calabria. Mi sembrano essere delle iniziative emblematiche del sviluppo virtuoso che potrebbe essere. (Settembre 2020: Ho aggiunto tre altri indirizzi prioritari, cioè il restauro del Vecchio Cosenza con il suo Castello svevo-normanno e il suo Duomo, il Corridoio Uno Palermo-Amburgo e la rapida messa a livello dei depuratori, un’opera urgente e necessaria per la preservazione ambientale e per lo sviluppo delle attività balneari e turistiche in generale. Ben inteso, questi progetti andrebbero concretizzati in parallelo con gli altri progetti già messi in campo, ad esempio il ripristino della 106 e della mobilità in Calabria.)

La questione dello sviluppo socio-economico e culturale riposa usualmente sulla pianificazione pubblica oppure sulla sua drammatica assenza. La pianificazione, in qualsiasi forma, indicativa o incitativa, necessita studi di prospettiva per fissarne gli obbiettivi e il loro ordine di priorità. Necessita, in oltre, studi di congiuntura per eventualmente correggere il tiro. Questo perché, nel quadro attuale di una economia abbandonata alle forze aleatorie del mercato globale, le previsioni a corto, medio e lungo termine rimangono azzardose. Fatto sta che le regioni più arretrate non possono permettersi di subire il disaggio causato da tante urgenze quotidiane perdendo di vista la logica globale dello sviluppo. L’albero non deve mascherare la foresta.

Sapiamo che il valore di scambio delle merci viene determinato nel quadro delle Formazioni Sociali Nazionali o Sovranazionali considerate. Il tasso di scambio della moneta ne è la prova tangibile. Sappiamo pure che dalla forma assunta dall’inserzione della FS nell’Economia Mondiale Capitalista dipenderà l’appartenenza al Centro, alla Semi-Periferia oppure alla Periferia dell’Ordine economico mondiale vigente. Questa inevitabile competizione mondiale non esclude la battaglia per una nuova definizione del’anti-dumping alla OMC per includere i diritti sociali dei laboratori ed i criteri ambientali oggi esclusi. Il grado di regionalizzazione in un quadro sovranazionale o nazionale renderà la gestione dell’inserzione più complessa senza diminuirne la cruciale importanza.

1 ) GIOIA TAURO E LA SUA ZONA INDUSTRIALE. A tutti questi livelli, c’è comunque l’obbligo etico-politico di tirare il migliore partito delle nostre carte vincenti. In un sistema di libero scambio globale non si può trascurare la minima possibilità di intercettare una parte consistente del flusso globale delle merci, né di cercare a controllarne la produzione ed il ciclo di vita. In questa ottica, il porto calabrese di Gioia Tauro, uno dei più belli porti in acqua profonda al mondo, potrebbe diventare la Rotterdam del Mediterraneo grazie ad un adeguato collegamento ferroviario. Oggi il porto è de facto soffocato perché vi sono solo 5 partenze di treni al giorno. Queste partenze dovrebbero essere rapidamente moltiplicate per 2 o per 3. (2)

Negli ultimi decenni, il fulcro del commercio mondiale si è spostato verso il cosiddetto Pacific Rim. Questo spostamento avvenne di pari passo con la liberalizzazione crescente del commercio mondiale. Per quello che riguarda la UE, la Germania, si è imposta come il primo esportatore e importatore al mondo.

Gioia Tauro è il punto di sbocco naturale in Europa della Via della Sete in transito nel Canale di Suez recentemente allargato. Perciò, il potenziamento del collegamento ferroviario verso il tunnel del San Gottardo, anche esso ultimamente potenziato, e dunque verso la Mitteleuropa e Amburgo, è una delle chiavi del progresso del Porto come pure della Calabria intera. Rimane la condizione sine qua non per incrementare i posti di lavoro invece di accontentarsi della gestione degli ammortizzatori sociali con l’attuale Agenzia del lavoro, senza altro orizzonte positivo. (3)

Oggi, Gioia Tauro muove attorno ad ¼ dei container di Rotterdam. Potrebbe facilmente triplicare questo traffico. Se non altro perché un buono collegamento ferroviario permetterebbe alle compagnie di trasporto marittimo di risparmiare attorno a un mese di navigazione verso Amburgo e gli altri porti dell’Europa del Nord. Lo sviluppo di Gioia Tauro non toglierebbe niente agli altri porti italiani, meno attrezzati per ricevere i super-container. (4)

L’incremento del traffico marittimo e ferroviario di Gioia Tauro indurrebbe il decollo della zona industriale, prevista sin dall’origine ma oggi deserta. Si tratta di una semplice questione di localizzazione dei fattori di produzione e di scambio. Oggi, malgrado i numerosi problemi conosciuti da tutti, il Porto di Gioia Tauro genera oltre 50 % del PIL regionale. Il potenziale di crescita è immenso. Se non altro perché il risparmio del costo di trasporto rappresenta un prezioso vantaggio comparativo nella determinazione del costo di produzione delle merci.

La zone industriale oggi quasi vuota dovrebbe essere sviluppata puntando, ad esempio, sul rilancio degli elettrodomestici italiani con la 5 G. Questo potrebbe essere concretizzato con delle joint-venture con i Cinesi ma anche con tutti gli altri grandi paesi. La Calabria deve perciò sviluppare una diplomazia commerciale puntando sui paesi in forte sviluppo come la Cina, il Vietnam, l’India, la Russia e in generale tutta la zona euroasiatica naturalmente senza trascurare i nostri partner attuali, europei e nord-americani.

Questo ragionamento centrato sul decollo socio-economico e culturale dovrebbe essere integrato nel quadro di un concetto tecnopolitano della Città metropolitana di Reggio Calabria. Per ora, la nostra Città metropolitana si riduce solo alla provincia ribattezzata così. Dovrebbe invece focalizzarsi sulle sinergie derivanti dall’offerta dei servizi finanziari, tecnologici e universitari, manageriali e di manodopera qualificata, senza dimenticare i servizi sanitari e culturali di qualità e le altre infrastrutture che determinano la qualità della vita. Oltre a Gioia Tauro, si potrebbe ricuperare il Vecchio Porte di Reggio Calabria nel prolungamento del celebre Lungomare e farne un centro di eccellenza turistica e di innovazione tecnologica-industriale – tipo Sophia Antipolis nel Sud della Francia, senza però perdere di vista le iniziative europee universitarie relative al mondo Mediterraneo. Una tale ristrutturazione avvenne già molti anni fa nel vecchio porto di Stoccolma o quello di Toronto. Infine, si dovrebbe creare una divisione dei compiti di modernizzazione tra la nostra capitale regionale e gli altri grandi e medi centri urbani calabresi, puntando sul rafforzamento mutuale.

2 ) RECUPERO DEL SITO DELLA PERTUSOLA SUD AL BIVIO DI CROTONE. Si tratterrebbe di recuperare questo sito al bivio di Crotone per istallare un impianto di riciclaggio degli vari strumenti elettronici. Recupero e istallazione dovrebbero essere concepiti a norme europee (5) e non certo secondo il contro-modello sovradimenzionato del termovalorizzatore di Acerra. Questi vari prodotti, ai quali vanno aggiunti varie lampade a neon ecc., contengono quantità di metalli preziosi e di cosiddette « terre rare ». Questo riciclaggio è più produttivo rispetto alle industrie estrattive ordinarie. Le risorse in questione, indispensabili per la Nuova Economia, scarseggiano in Italia. Nel quadro della cosiddetta « economia circolare » (6) questa industria sarebbe redditizia. Questo perché il costo del riciclaggio è incluso in modo crescente nel prezzo di vendita. In oltre, la posizione oligopolista affermata della Cina in materia di gestione delle terre rare ha portato ad un aumento dei prezzi. Esistono pure fondi europei specifici per il recupero dei suoli inquinati, la protezione ambientale e le nuove industrie del riciclaggio.

Il CRN italiano ha sviluppato dei forni ad altissima temperatura utili per il ricupero di questi metalli. A mia conoscenza, non si è ancora saputo trarne vantaggio. In Belgio e in Francia, le industrie di riciclaggio sono già aviate con grande successo. (7) Al bivio di Crotone ci sono già dei vecchi impianti industriali abbandonati da ricuperare senza cambiarne la designazione. La loro localizzazione è ineguagliabile: porto di Crotone già attrezzato, in linea con il Canale di Suez, facilmente collegabile al centro industriale-economico della UE, e provvisto da un vicinissimo bacino di manodopera ecc.

A Crotone ed intorno, le cittadine/i sono probabilmente perplessi rispetto all’esito recente del processo Black Mountain (8) relativo all’uso delle migliaia di tonnellate di scorie proveniente dal sito della Pertusola Sud. Se l’esito del processo sembra « giustamente » fondato sulla definizione legale del pericolo all’epoca dei fatti, rimane la questione dei studi epidemiologi già fatti o da fare. Sottolineo che, oltre i fondi europei, esistono dei fondi italiani per la bonifica dei terreni inquinati (9). Anche questa fase, se fatta a norme, è produttrice di impieghi e di valore aggiunto per le comunità coinvolte, per la Regione e per l’intero Paese. Nel caso discusso qui si tratterebbe della bonifica di un sito di interesse nazionale in una zona già definita in quanto tale.

3 ) IL CAMMINO DI GIOACCHINO DA FIORE. La realizzazione del Cammino di Gioacchino da Fiore segnalerebbe una volontà di riscatto della nostra Regione. Andrebbe da Reggio Calabria – arrivi con navi – o da Lamezia Terme – arrivi aerei – a Corazzo, a Cosenza per ammirare il Duomo (10), a Pietrafitta, a Jure Vetere e San Giovanni in Fiore, all’antica grangia del Vurdoi, e infine, apoteosi, a Crotone, città di Pitagora. Con questa scusa, i turisti potrebbero scoprire chi le bellezze naturali, chi quelle archeologiche, museali e storiche della nostra Regione. (11)

Il Cammino di Santiago di Compostela è dedicato all’apostolo certamente più dogmatico. Intanto, al livello turistico, vede oltre 200 000 escursionisti all’anno con una crescita annua attorno al 10 % (12) Per parte sua, il Cammino di Gioacchino rinvia alla secolarizzazione dello Spirito ed alla tolleranza, cioè ai migliori aspetti universali delle società moderne e del divenire umano. Gioacchino era un grande pitagorico, cioè un teorico che usava narrazioni per illustrare la scienza alla masse allora incolte, invece di usarle col scopo di subordinarle. Ne testimonia, ad esempio, la sua riformulazione del Tetramorfo la quale costituisce il cuore del suo ugualitario Ordine Nuovo. (13)

Dato che i Tedeschi sono già tra i migliori conoscitori del nostro Abate, un tale progetto attirerebbe migliaia di turisti nella nostra regione, almeno se si sviluppasse un sapere fare calabrese all’altezza nell’accoglienza turistica. La lingua italiana rimane una delle più studiate al mondo. Oltre la prima generazione, ci sono più di 60 milioni di persone di origine italiana all’estero, molti provenienti dal Mezzogiorno e dalla Calabria. Sapiamo che secondo la qualità delle infrastrutture disponibili, il moltiplicatore economico del turismo si aggira attorno a 4 o 7 euro per 1 euro investito. (14)

4 ) RESTAURO DEL VECCHIO COSENZA DA ISCRIRE NELLA LISTA DEI SITI DEL PATRIMONIO MONDIALE.

Cosenza ha sempre vantato un tessuto urbano sviluppato durante la sua storia in accordo con le esigenze culturali e socio-economiche. L’antica metropoli dei Bruzi seppe mantenere il suo rango culturale e socio-economico tra le più belle e dinamiche città d’Italia. Il Vecchio Cosenza andrebbe perciò restaurato attorno al suo castello svevo-normanno e al suo Duomo. Questo sito, dopo la Jure Vetere del Abate Gioacchino, erede delle innovazioni avvenute nella Palermo arabo-normanna, annunciò la rinascita dell’architettura moderna nuovamente pitagorica che portò al suo termine logico con le tipologie classiche stabilite da Andrea Palladio. Un tale restauro permetterebbe l’iscrizione di Cosenza al patrimonio storico-artistico mondiale. Questo progetto urbanistico completerebbe il quadro fornito dal Sentiero di Gioacchino assieme all’iscrizione del Parco Nazionale della Sila all’UNESCO. Potrebbe prevalersi dei fondi europei e nazionali destinati al recupero dei nostri borghi antichi.

5 ) L’URGENTE RIMESSA A LIVELLO DEI DEPURATORI CALABRESI.

Ecco, quello che scrissi il 10 novembre 2018: « In Calabria, a parte la deleteria fatalità statistica ben visibile nella pianificazione a ribasso delle infrastrutture e dei beni comuni abbandonati al privato, risulta uno Comune senza fognatura tra gli altri 40 Comuni italiani similarmente sprovvisti, dove abitano 400 000 cittadini. 342 Comuni italiani sono senza depuratori, tra i quali 57 Comuni calabresi (7% del totale), senza contare quelli inadempienti tra i quali i due di San Giovanni in Fiore.

Tutto questo disordine nella gestione della res pubblica ha un costo. Ad esempio, secondo Luca Pagni (in https://www.repubblica.it/economia/2017/02/01/news/acquedotti_la_ue_ci_multa_in_arrivo_stangata_sulle_bollette-157317592/ : « l’Italia ha già subito due procedure di infrazione da parte dell’Unione europea che a dicembre ha comunicato di avere deferito l’Italia, chiedendo una multa pari a 62,7 milioni di euro, a cui andranno aggiunti 346mila euro per ogni giorno fino a quando non verranno sanate le irregolarità. » Il Commissario straordinario dispone di 1,6 miliardi di euro per affrontare la situazione. Secondo le sue stime ci vorranno attorno a 5 anni per risanare la situazione portando le multe ad un totale di oltre 500 milioni di euro.» Vedi http://cotroneinforma.org/credito-debito-pubblico-e-tagli/ Questi due paragrafi essenziali furono accorciati nella versione pubblicata.

6 ) Il PONTE SULLO STRETTO E IL CORRIDOIO UNO PER L’ALTA VELOCITÀ PALERMO-AMBURGO.

L’integrazione europea spinge ad una forte regionalizzazione non sempre contrastata dai governi nazionali. Le Regioni relegate in periferia degli grandi assi commerciali rischiano di cadere nello sviluppo del sotto-sviluppo. Il rischio di isolamento e di spopolamento sarà aggravato con i tagli del numero dei parlamentari che penalizzerà la rappresentanza democratica nazionale di tutto il nostro Meridione.

Il Corridoio Uno Palermo-Amburgo risulta doppiamente necessario. Per la sua vocazione, assieme a Gioia Tauro, a collegare il nostro Meridione con il centro economico europeo e per il suo ruolo per creare sinergie socio-economiche e culturali tra la Sicilia e la Calabria. Ben inteso, le reti ad alta velocità in Sicilia e in Calabria avranno priorità. Ma questo non deve significare l’abbandono della sua progettualità. Al contrario, dato che questo tipo di grandi opere che attingono ad ingenti fondi europei furono concepite come misure contro-cicliche per palliare l’effetto delle crisi economiche.

Idealmente il Ponte sullo Stretto dovrebbe avere una arcata centrale di almeno 80 metri di altezza per permettere ai più grandi container di raggiungere Gioia Tauro. Al suo primo piano ci sarebbero le rotaie per l’alta velocità per ambedue le direzioni. Al secondo piano ci sarebbe l’autostrada a doppia carreggiata. In oltre, su uno dei lati del piano soprano sarebbe previsto una pista ciclabile e sull’altro un grande marciapiede per le escursioni pedonali. Due ristoranti sospesi, uno per lato, adornerebbero l’arcata centrale. Lo Stretto, con Cariddi e Scilla, rimane uno dei luoghi più simbolici della civiltà mediterranea e occidentale. Oltre la sua ovvia utilità socio-economica, il suo impatto culturale e turistico sarebbe considerevole. Ad esempio, il Ponte ultramoderno di Millau in Francia è diventato una delle grandi attrazione turistiche del Paese, con attorno a 5 milioni di veicoli ogni anno. Un tale Ponte segnerebbe la rinascita economica e culturale del nostro Meridione.

Alternativamente, si potrebbe pensare ad un tunnel. In entrambi i casi, le ricadute occupazionali dovrebbe favoreggiare la Sicilia e la Calabria. In ogni caso, le agenzie di traghetto attuali sarebbero aiutate per convertirsi nel turismo marittimo nello Stretto ed essere integrate con una apposita quota nel capitale della Società che costruirà e gestirà il Ponte.

Oltre ai fondi europei, questa Società pubblica, in partnership con il privato, potrebbe proporre uno swap debito pubblico contro azioni con un tasso di interesse tra 0.5 % e 1 % al massimo su 5 o 10 anni. Questa proposta di conversione-ristrutturazione finanziaria procurerebbe tutti i fondi necessari a basso costo; allo stesso tempo, grazie a queste azioni garantite, le banche potrebbero consolidare i loro bilancio nel contesto di Basilea III. Il modello è generalizzabile per tutte le grandi infrastrutture classiche o nuove da fare o da ripristinare, ad es., il digitale. Lo Stato e le Regioni ci guadagnerebbero convertendo una parte del loro debito in investimenti utili, i quali si trasformano in generale per i 2/3 in massa salariale e per il resto in capitale fisso.

Concludo sottolineando che il sistema socio-economico è ancora fondato sopra un « reddito globale netto » dei focolari che include il salario individuale o paga netta, il salario differito o contributi sociali e le tasse dirette e indirette. La disoccupazione di massa e la precarietà dilagante distruggono ambedue i contributi sociali e le entrate fiscali. Perciò, l’accelerazione della costruzione del Corridoio Uno Palermo-Amburgo incluso il Ponte sullo Stretto dovrebbe essere considerata una priorità per tutto il nostro Meridione. Oggi, lo sviluppo del Meridione è diventato la migliore garanzia della crescita dell’economia reale dell’Italia intera.

Paolo De Marco

San Giovanni in Fiore (CS), Settembre 2017.

Note :

1 ) Per il « Sogno » di Pasolini vedi: https://www.youtube.com/watch?v=dFx6jyOZc0o

2 ) Tutta questa problematica sembra dipendere dalla gestione quasi monopolistica della MCT in funzione anti-sindacale. Il traffico italiano viene concentrato al Nord ad esempio sul « hub » di Savona. In caso di sciopero il traffico può essere facilmente spostato. Secondo questa interpretazione, Gioia Tauro viene concepita come una variabile di aggiustamento. Secondo certi operai del porto, questo aspetto del potere quasi monopolista viene rafforzato dall’assenza di altre grandi compagnie marittime.

 

3 ) La gestione della forza del lavoro sfruttò prima la cassa integrazione; negli ultimi anni, con la decrescita a contro-corrente del traffico, fu presa la decisione di liberare la MCT dai suoi oneri della gestione degli ammortizzatori sociali e del ricollocamento. Prima ci fu la creazione della detta Agenzia responsabile della gestione triennale di attorno a 400 lavoratori con 45 milioni di fondi pubblici. Oggi c’è il ricorso all’Articolo 17, cioè la gestione progressiva degli esuberi tramite l’INPS dopo aver liberato MCT dei suoi oneri. Al contrario, la nostra proposta è suscettibile di creare impieghi diretti e indiretti stabili. Vedi: « Porto Gioia Tauro: pagata prima mensilità di Ima relativa al mese di agosto » https://www.ferpress.it/porto-gioia-tauro-pagata-prima-mensilita-di-ima-relativa-al-mese-di-agosto/

4 ) Renzo Piano ha già sviluppato i suoi schizzi per la costruzione di un nuovo scalo al largo della ormai saturata Genova. Per un costo previsto di 3 a 4 miliardi di euro in fondi pubblici – costo fatalmente destinato a cresce … mentre il porto Gioia Tauro rimane drammaticamente sotto impiegato.

5 ) « Spazzatura, ecologia e riciclo le nuove frontiere dei “cercatori d’oro” » http://www.paradisifiscali.org/investire/spazzatura-ecologia-e-riciclo-le-nuove-frontiere-dei-cercatori-doro.html Citazione : « Ma non è tutto perché lo smaltimento sbagliato è un problema di cui si è occupata anche la Comunità Europea emanando ben 3 direttive (222/95/CE – 2002/96/CE – 2003/108/CE) recepite dal Governo italiano con il D.Lgs. 151/05, finalizzato appunto alla prevenzione della produzione dei rifiuti elettronici e alla realizzazione di un’efficace sistema di raccolta differenziata e recupero/riutilizzo degli stessi. ». Vedi « Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche » in https://it.wikipedia.org/wiki/Rifiuti_di_apparecchiature_elettriche_ed_elettroniche

6 ) Anni fa ho teorizzato l’ecomarxismo, concetto un pochino più complesso di quello più recente di economia circolare. In particolare, presuppone la risoluzione del problema della rendita assoluta o relativa, dunque quello della produttività. In breve, oltre la riformulazione del ciclo di vita del prodotto in chiave ambientale, incluso il riciclaggio ottimale, si tratterebbe di rigenerare le materie prime esistenti in modo artificiale o naturale e di sviluppare i sostituti massificabili industrialmente ma più idonei al rispetto del principio di precauzione. Il costo del riciclaggio, della rigenerazione o dello sviluppo dei sostituti fornirebbe una contabilità più rispettosa dell’ambiente senza spingere alla disincentivazione al consumo – di qualità – delle masse cittadine.. Non crediamo alla necessità di mettere fine alle « rising expectations » delle masse paventata dalla Commissione Trilaterale ed altri soggetti simili.

7 ) « Umicore: i cercatori d’oro moderni trovano la ricchezza nei rifiuti » 15 maggio 2017, in https://eu-green-week-2017.prezly.com/umicore-i-cercatori-doro-moderni-trovano-la-ricchezza-nei-rifiuti# ; Quelle e quelli che leggono il francese potranno verificare : « Recyclage des terres rares, l’idée lumineuse de Rhodia », 30 janvier 2013 https://fr.reuters.com/article/businessNews/idFRPAE90T06B20130130

8 ) « Processo Black Mountain, prosciolti imputati: la soddisfazione degli avvocati », 28 giugno 2013, 18:06 Crotone Attualità http://www.cn24tv.it/news/70842/processo-black-mountain-prosciolti-imputati-la-soddisfazione-degli-avvocati.html

9 ) « Le bonifiche dei siti contaminati in Italia », 2012, http://old.cgil.it/Archivio/Ambiente-Territorio/RifiutiBonifiche/Bonifiche/Report2_Bonifiche_SitiContaminati.pdf

10 ) A Jure Vetere Gioacchino assieme a Raniero da Ponza ed altri rinnovarono l’architettura recuperando e sviluppando il passato scientifico-pitagorico. Tramite il discepole-scriba di Gioacchino, Luca Campano, il Duomo di Cosenza presenta una sintesi diciamo normalizzata. L’influenza fu enorme; se non sbaglio, il grande Andrea Palladio non si capirebbe bene all’infuori di questa riscoperta calabrese.

11 ) Vedi il libro Luigi Oliverio ed., Eccellenze di – Excellences of Calabria, Pubblisfera Ed., 2016. Per la mia recensione idiosincratica vedi il sito http://rivincitasociale.alervista.org

12 ) https://fr.wikipedia.org/wiki/P%C3%A8lerinage_de_Saint-Jacques-de-Compostelle

13 ) Vedi i miei testi su Gioacchino nella Sezione Italia del sito www.la-commune-paraclet.com

14 ) « Qualche rapporto (2005) • Consumi tur./consumi finali interni = 10,5% • V.A. (PIL) attivato dai consumi turistici = 69.861 ML € = 4,9 % PIL • stima “allargata” del PIL turistico (WTTC) = 8,8% PIL Fonte: CISET – Il turismo nell’economia italiana A.Macchiavelli » https://www.slideshare.net/FormazioneTurismo/impatto-economico-del-turismo . La porzione intercettata dal Mezzogiorno è modesta, v. Il turismo culturale e l’analisi dell’impatto economico nelle regioni meridionali, Paestum, 30 Ottobre 2014, Salvio Capasso, Responsabile Ufficio Economia delle Imprese e Mediterraneo – SRM http://www.borsaturismoarcheologico.it/wp-content/uploads/2013/02/RICERCA-Borsa-2014-DE-Andreis-turismo-culturale-ed-impatto-economico.pdf . Infine, al livello mondiale, il rapporto previsto turismo/PIL per il 2017 sarà attorno al 4 % e quello indiretto al 10 %, vedi « L’impatto economico del turismo nel 2016 »  http://www.puretourism.it/impatti-economici/limpatto-economico-turismo-2016/

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San Giovanni in Fiore 10 Progetti per le Cooperative e gli Enti pubblici.

I 10 progetti qui proposti andrebbero valutati senza pregiudizio ideologico secondo la loro fattibilità e la loro utilità sociale ed economica per la nostra Città.

Lo sviluppo locale deve riposare sopra un minimo di pianificazione strategica – piani regolatori a tutti i livelli e ottimizzazione delle possibilità offerte dal Codice degli appalti, l’incluso l’affidamento diretto per causa della crisi sociale-sanitaria. Deve sapere ottimizzare i fondi disponibili in particolare i fondi europei. Le direttive europee non devono solo essere tradotte ma interpretate per adattarle alle condizioni calabrese che non sono quelle dell’Europa del Nord. In Calabria, con un tasso di occupazione della forza di lavoro attiva di 40% più o meno, dobbiamo tenere conto della struttura della forza di lavoro, incluso quella parte per la quale certi corsi di formazione non offrano nessuna possibilità di inserimento nel mercato del lavoro e servono solo per il cosiddetto « business della formazione». Perciò, i nostri Comuni devono mirare a medio e lungo termini ma sulla base cumulativa di progetti modesti ma sostenibili, sviluppati anno dopo anno. Proponiamo qui di nuovo alcuni tali progetti fattibili e concepiti per essere rapidamente attualizzati da enti pubblici esistenti o da cooperative pubbliche da creare in modo da avanzare il co-financiamento necessario per attingere ai fondi europei. Questo si può fare senza nuocere al settore privato, nel quadro di una economia costituzionalmente mista, mediante l’incremento della voce del bilancio regionale e locale destinata al co-finanziamento.

Due orientamenti sono proposti qui senza nessuna intenzione di essere esaustivo. Altre proposte saranno sicuramente presentati da altri attori. Il primo orientamento concerna il turismo a SGF e in Sila. Il secondo riguarda alcuni settori prioritari. Le cifre proposte sono provvisorie dato che questi progetti dovrebbero essere l’oggetto di un tavolo tecnico in modo da risolvere gli eventuali problemi di attualizzazione a monte.

Il Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso – CCLD – richiede la riservatezza per i suoi progetti nel caso non sarebbero accettati ed attualizzati a favore dei disoccupati e inoccupati.

1 ) Orientamento turistico per SGF e la Sila. Proponiamo qui di aggiungere alcuni progetti e di ottimizzare le maggiori infrastrutture esistenti.

Primo Progetto: Riscoprire i sentieri di Gioacchino da Fiore in chiave turistico/culturale.

Premessa: Questo progetto vuole essere il catalizzatore del settore turistico silano, non tanto per i posti di lavoro direttamente creati quanto per il suo impatto sul Moltiplicatore turistico. In tempi normali, questo si aggira attorno a 7 euro oppure 4 euro per uno euro investito secondo l’offerta e le infrastrutture disponibili.

I sentieri di Gioacchino da Fiore, andrebbero sviluppati in Calabria e in Sila all’immagine del Cammino di Santiago di Compostela, il quale registra oltre 300 000 turisti all’anno con un incremento dal 10 % al 15 % ogni anno. Diventerebbe un percorso turistico ed escursionistico di alto volo e di meditazione associato alla secolarizzazione dello Spirito ed alla nascita della Storia e della filosofia moderna senza escludere gli altri aspetti monastici associati al grande Abate calabrese. Il percorso è qui concepito come la spina dorsale capace di indurre il decollo di questo tipo di turismo tanto per le strutture pubbliche che per quelle private.

  1. Obbiettivo: Completare e divulgare la sentieristica che va da Reggio Calabria, con il suo famoso Lungomare e il suo meraviglioso Museo archeologico, e/o Lamezia Terme passando da Corazzo, a Cosenza, a Pietrafitta, a Lorica, a Jure Vetere, a San Giovanni in Fiore fino alla Grangia del Vurdoi per arrivare a Crotone, la Città di Pitagora. Pianificare delle escursioni con guide lungo i sentieri. Lavorare in cooperazione con le agenzie di viaggio e le crociere per organizzare dei gruppi escursionistici-culturali adatti per le varie coorte demografiche. Prevedere il noleggio delle persone e dei turisti di terza età con mezzi adatti lungo le vecchie strade silane fermandosi a tutte le tape del percorso.
  2. Durata del progetto a lungo termine da finanziare con fondi europei: 2 anni.

– Anno uno: Creazione della Cooperativa Pubblica Sentiero Gioacchino da Fiore. Sviluppo della sentieristica e formazione delle guide. Sviluppo delle mappe e delle brochure per elencare i servizi disponibili ad ogni tappa. Divulgazione mediatica del Sentiero, delle sue bellezze e della sua importanza spirituale, culturale e storica.

– Anno due: Incremento del numero delle guide con formazione adatta tenendo conto dell’esperienza acquisita durante il primo anno. Le nuove guide saranno esclusivamente scelte a parità tra le studentesse ed i studenti in numero 4. Tutte e tutti saranno specializzati in storia, scienze ambientali o turistiche; saranno impiegati durante le ferie scolastiche. Divulgazione mediatica mirata secondo l’esperienza acquisita.

  1. Fondi necessari – incluso il co-finanziamento su base 25 %. ( Con la crisi sanitaria sembra che il co-finanziamento per i progetti a valenza sociale sia ridotto al 8 % )

– 35 000 euro: creazione della Cooperativa e ultimazione della sentieristica con due impiegati.

– 100 000 euro: formazione e impiego annuale di 4 guide, sviluppo mappe, brochure e divulgazione mediatica.

– 60 000 euro: formazione e impiego delle 4 guide studentesche e divulgazione mediatica.

  1. Business Plan: La Cooperativa opererà in stretta collaborazione con gli uffizi turistici degli municipi interessati, con i musei e con le associazioni culturali e artistiche del territorio e con le camere di commercio. La Cooperativa stabilirà contatti con le agenzie di viaggio e le crociere per sviluppare delle visite di gruppi – package tours– secondo tematiche pre-scelte, ad esempio spirituali-religiose, sportive, culturali-gastronomiche ecc.
  2. Totale richiesto: 195 000 euro incluso il co-finanziamento per due anni.

Secondo Progetto. Città in fiore: Creazione e mantenimento di uno giardino botanico silano per abbellire Lorica e la Città di San Giovanni in Fiore.

Premessa: Il giardino botanico di Montréal – Québec – fu immaginato per valorizzare la flora autoctona invece di importare piante e fiori poco adattati al clima. Diventò uno dei punti di attrazione turistica principale della metropoli franco-canadese. Questo esempio dovrebbe essere emulato per la flora silana. Ci sono a SGF delle persone esperte nella flora locale. Questo progetto permetterebbe di abbellire Lorica e la Città di San Giovanni in Fiore, incluso il luogo detto « le junture » dove potrebbe sorgere una magnifica promenade pedonale e ciclabile con alcune terrasse e vari giochi d’acqua dato che vi è già una bella cascata sul luogo. Questo progetto di Città in fiore non porterebbe nessuno pregiudizio ai fioristi esistenti. Anzi il giardino botanico e i fioristi attuali saranno complementari. Le ricadute turistiche ed altre sono troppo ovvie per dovere essere elencate: gli adorni del giardino botanico creeranno subito il loro proprio mercato dato il loro valore pedagogico. Un tale progetto ha il potenziale di diventare finanziarmene autonomo e sostenibile in poco tempo. Dopo una fase iniziale potrà dare luogo ad una grande Festa floreale in coincidenza con la Festa della Città il 24 giugno; in oltre, attorno al giardino potranno essere sviluppate una seria di attività artigianali come ad esempio la coltura e la vendita di piante e fiori autoctoni alcuni dei quali sono oggi meno conosciuti, la confezione di sacchetti di piante aromatiche, di liquori, confetture e miele specificamente silani, etc.

In un secondo luogo, il sito detto « le junture » confluenza storicamente strategia del Neto cantato da Omero e Virgilio e del Arvo potrebbe portare alla creazione di un piccolo laghetto trasformando la nostra Città, secondo la bella espressione di un suo abitante, nella « Città di Como della Sila ». Ci fu un tentativo nella prima meta del secolo passato in questo senso poi abbandonato perché una inondazione imprevista causò l’archiviazione del progetto di laghetto collegato ad un impianto idro-elettrico. Sappiamo che le infrastrutture educative e sanitarie in parallelo con le bellezze naturali e il collegamento alle reti di trasporto – la nostra 107 – sono le prime variabili per la localizzazione economico-industriale nel contesto del libero scambio globale attuale.

  1. Obbiettivo: Creare una cooperativa chiamata Città in fiore di almeno 25 disoccupati provenienti dal Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso, in modo da attingere ai fondi europei disponibili, incluso i fondi mirati alla preservazione, alla protezione ed alla valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio floreale. La forma cooperativa proposta permetterà un rapido decollo delle attività lavorative ma in un quadro già istituzionalmente e economicamente strutturato. Alternativamente il progetto può essere finanziato a 100% dalla Regione.
  2. Durata del progetto: La durata sarà di almeno 3 anni per poi adottare un ritmo di crociera secondo le possibilità offerte dalle attività autonome della cooperativa.
  3. Fondi iniziali necessari: Si presume che la Città di San Giovanni in Fiore, incluso particolarmente Lorica, metterà a disposizione i terreni necessari, dove potranno svolgersi le coltivazioni e dove le serre necessarie potranno essere costruite. Ci vorranno 480 000 euro annui per i salari (1600 X 25 operai con parità di genere) più 200 000 euro il primo anno per i strumenti di lavoro necessari e 100 000,00 i due anni seguenti. Queste somme includono i fondi europei che si aggiungeranno al cofinanziamento. Nel quadro della differenziata, si procederà ad una valutazione delle somme possibilmente ricavabili tramite il riciclaggio.
  4. Totale richiesto: 1 840 000,00 euro (1 440 000,00 per 3 anni più 400 000,00 per 3 anni).

Terzo Progetto. Manutenzione dei vecchi ponti di pietre negli antichi sentieri silani dentro e fuori del Parco nazionale. In modo ausiliare, valorizzazione degli alberi caduti e oggi lasciati a marcire sul posto, lotta anti-incendio preventiva e segnaletica nei boschi silani nel Comune di SGF assieme alla pulizia del territorio. Non si può sperare fare iscrivere la Sila nella lista dei siti Patrimonio dell’UNESCO se un escursionista si imbatte su accumuli selvaggi di spazzatura anche in posti lontani delle zone urbane … (Aggiungiamo nella stessa ottica economica-culturale che per la sua bellezza e la sua storia il Vecchio Cosenza restaurato attorno al suo castello svevo-normanno ed il suo Duomo, cruciale nella rinascita architetturale occidentali, dovrebbe essere iscritto nella lista del Patrimonio mondiale.)

Premessa: L’Altopiano silano fu da sempre un luogo di passaggio e un giacimento di ricche risorse, tra le quali i suoi boschi. Il territorio è coperto di sentieri e di strade mulattieri ancora oggi indispensabili. Essendo un territorio di montagna, vi è un gran numero di antichi ponti di pietra perfettamente adattati al territorio ed al suo uso. Queste antiche e tipiche costruzioni rurali vennero concepite per lasciare filtrare l’acqua, molto abbondante nella nostra Sila dei mille sentieri e dei mille ruscelli, e per cavalcare torrenti ed altri modesti corsi d’acqua. Con un minimo di manutenzione questi vecchi ponti risultano pressapoco indistruttibili. Sopratutto se si aggiungono piccoli interventi sui sentieri stessi per permettere il ruscellamento dell’acqua, vietando così dannose frane. Al contrario, una semplice accumulazione di frasche, di foglie e di detriti vari è suscettibile di disgregare rapidamente queste antiche, pittoresche e utilissime opere del genio civile. Il crollo di questi antichi ponti di pietra costituirà un danno incalcolabile perché cumulativo per un territorio fragile e già fortemente disagiato. I vari cambiamenti organizzativi – AFOR, Calabria Verde ecc. – e ultimamente la trasformazione del Corpo della Forestale rischiano di rendere impraticabile l’intero territorio. Rimarranno solo le effimere strade sterrate tracciate ad hoc e senza cura durante i tagli del bosco.

  1. Obbiettivo: Creare una cooperativa di disoccupati in partnership con Calabria Verde, il Parco Nazionale e la Regione in modo da attingere ai fondi europei disponibili, incluso i fondi mirati alla preservazione del patrimonio e quelli mirati alla protezione dell’ambiente. La forma di partnership proposta permetterà un rapido decollo delle attività lavorative ma in un quadro già istituzionalmente e economicamente strutturato.
  2. Durata del progetto: Trattandosi di manutenzione preventiva, sempre meno costosa degli interventi emergenziali, la durata sarà indefinita. Dopo una messa al sicuro dei detti antichi ponti di pietra durante i primi due anni, la taglia delle squadre necessarie diminuirà. Il lavoro diventerà un lavoro di routine ma con un rendimento reale inestimabile, incluso dal punto di vista turistico. Le squadre rimanenti avranno come compito correlato la pulizia del bosco circoscritta alla valorizzazione degli alberi abbattuti dal vento o dalla neve, che oggi vengono spezzo sprecati – biomassa ecc. Tale attività annessa permetterebbe alla cooperativa di finanziare le proprie attività riabilitando e allargando nel processo uno antico costume di gestione dei beni comunali.
  3. Fondi iniziali necessari: 2 000 000.00 annui incluso i fondi europei che si aggiungeranno al cofinanziamento. Questo includerebbe 100 lavoratori più i mezzi necessari. Dopo la durata dei fondi europei, l’aggiustamento si farà secondo la redditività delle proprie attività.
  4. Totale richiesto: 2 milioni annui per 2 anni o 3 anni.

Quarto Progetto. Salvataggio del patrimonio rurale in primo luogo le vecchie torri di avvistamento e in secondo luogo le case contadine in pietra.

Premessa: Quasi tutte le vecchie torri di avvistamento, una volta cruciali per la penetrazione del nostro territorio montano, sono tragicamente diroccate. Una società pubblica, creata con almeno 80 % di disoccupati e inoccupati, dovrebbe incaricarsi del loro salvataggio nel quadro del rilancio turistico, ad es. con il Sentiero di Gioacchino e la messa in atto della filosofia dell’accoglienza turistica diffusa fuori delle zone urbane. Esistono già strutture e fondi disponibili tanto al livello europeo che al livello nazionale con cui lavorare, ad esempio Urban Vision.

Queste vecchie strutture di pietra autoctone davano un cachet senza uguale al nostro paesaggio silano. La stessa cosa vale per le vecchie case contadine. Si potrebbe restaurarle a costo zero e nello stesso tempo assicurare la manutenzione del territorio con una semplice legge di due righe al massimo, basterebbe specificare che tale restauro darebbe luogo a l’esenzione dell’IMU sulla seconda casa per 25 anni almeno per una superficie tipica, in modo da evitare gli abusi, purché l’aspetto esterno delle vecchie case contadine in pietra sia rispettato. Questo permetterebbe di sostenere l’industria edilizia del restauro in un contesto nel quale la Calabria deve imperativamente impedire l’utilizzo edilizio di nuovi terreni se non con autorizzazioni speciali rilasciate tanto dai comuni quanto dalla Regione. Esistono aiuti regionali, nazionali e europei per la bonifica e il recupero dei terreni e strutture esistenti che devono essere ottimizzati. Oggi, per sfortuna, il territorio calabrese già selvaggiamente antropizzato, spreca 4 volte più terreni per la cementazione rispetto al Trentino!

Quinto Progetto: Fare della geriatria moderna assieme all’assistenza domiciliare integrata una specializzazione del Ospedale di San Giovanni in Fiore. Un ospedale deve anche essere concepito come una struttura socio-economica « strutturante » dato le sue attività dirette e quelle indotte.

Premessa: Dato l’evoluzione demografica, specialmente nelle zone svuotate dall’emigrazione, i servizi geriatrici moderni sono diventati dei servizi essenziali. L’assistenza domiciliare integrata preserva la dignità e l’autonomia dei nostri anziani pesando meno sulle finanze pubbliche. Infine, nell’ottica dello sviluppo turistico della nostra Città e della nostra Sila, la presenza di un ospedale funzionale è primordiale. Le spese mondialmente previste per la geriatria ammontano attorno a 3 % o 4 % del PIL mondiale in tal modo che, puntando sulla geriatria di alto livello si potrebbe salvare l’ospedale ridando vita ai nostri villaggi turistici tale Lorica, Villaggio Palumbo, ecc.

In effetti, non si può pensare sviluppare il trekking, lo sci e le altre attività sportive, turistiche e anche economiche se non esiste un ospedale funzionale sul posto. Secondo il raggio che gli si vuole dare il bacino demografico silano è tale da richiedere la presenza dell’ospedale di SGF.

  1. Obbiettivo: Salvare l’ospedale di San Giovanni in Fiore e garantire la sicurezza dei turisti nell’ottica dello sviluppo turistico della Sila. Preservare la dignità e l’autonomia dei nostri anziani.
  2. Durata del progetto – da discutere con il Municipio e con l’Ospedale.
  3. Fondi necessari – incluso il co-finanziamento. Da discutere con il Municipio e con l’Ospedale.
  4. Business Plan: Nel quadro della politica nazionale per la Sanità e della riorganizzazione regionale della stessa, salvare l’Ospedale di San Giovanni in Fiore situato nel cuore della Sila, e perciò necessario a tutta la popolazione dell’Altopiano. Puntare sulla geriatria moderna per ovvie ragioni demografiche e turistiche.
  5. Totale richiesto: Da discutere con il Municipio e con i dirigenti dell’Ospedale stesso.

2 ) Secondo orientamento più generale.

Sesto progetto: Interventi di risanamento della rete idrica (urbana)

Premessa: In Calabria le rete idriche disperdono da 40 a 60 % dell’acqua. Lo stesso fenomeno si verifica a San Giovanni in Fiore con l’aggravante che parte delle tubazioni e delle condotte risultano essere in amianto. Oggi esistono metodi di intervento che non necessitano molti scavi. In oltre, in una città con un altissimo tasso di disoccupazione, questo tipo di intervento, noto per il suo altissimo Moltiplicatore economico locale, permetterebbe di risolvere un problema simultaneamente ambientale, di sanità pubblica e di disoccupazione.

  1. Obbiettivo: Risanare l’intera rete idrica urbana.
  2. Durata del progetto: due anni.
  3. Fondi necessari – incluso il co-finanziamento. Da determinare.
  4. Business Plan:
  5. Totale richiesto: Da determinare.

Settimo Progetto. Ricupero pubblico immediato dei Depuratori di San Giovanni in Fiore con la loro forza di lavoro potenziale.

I depuratori di SGF sono tra i tanti altri depuratori italiani disfunzionali. E una situazione tragica e costosissima che non risparmia i nostri siti balneari, ad esempio le spiagge di Catanzaro o di Paola.

Il 10 novembre 2018, scrivevo cosi: « In Calabria, a parte la deleteria fatalità statistica ben visibile nella pianificazione a ribasso delle infrastrutture e dei beni comuni abbandonati al privato, risulta uno Comune senza fognatura tra gli altri 40 Comuni italiani similarmente sprovvisti, dove abitano 400 000 cittadini. 342 Comuni italiani sono senza depuratori, tra i quali 57 Comuni calabresi (7% del totale), senza contare quelli inadempienti tra i quali i due di San Giovanni in Fiore.

Tutto questo disordine nella gestione della res pubblica ha un costo. Ad esempio, secondo Luca Pagni (in https://www.repubblica.it/economia/2017/02/01/news/acquedotti_la_ue_ci_multa_in_arrivo_stangata_sulle_bollette-157317592/ : « l’Italia ha già subito due procedure di infrazione da parte dell’Unione europea che a dicembre ha comunicato di avere deferito l’Italia, chiedendo una multa pari a 62,7 milioni di euro, a cui andranno aggiunti 346mila euro per ogni giorno fino a quando non verranno sanate le irregolarità. » Il Commissario straordinario dispone di 1,6 miliardi di euro per affrontare la situazione. Secondo le sue stime ci vorranno attorno a 5 anni per risanare la situazione portando le multe ad un totale di oltre 500 milioni di euro.» Vedi http://cotroneinforma.org/credito-debito-pubblico-e-tagli/ Questi due paragrafi essenziali furono accorciati nella versione pubblicata.

Ottavo Progetto: gestione dei flussi migratori e delle politiche di accoglienza e integrazione utilizzando gli appositi fondi europei.

Premessa: Sin dall’origine San Giovanni in Fiore fu stabilità come luogo di asilo per i contadini senza terra ed altri. Questo portò alla creazione della più grande città montana in Europa. Questa bella e benefica tradizione va rispettata. I problemi degli migrati non spariranno nemmeno con i gridi delle forze demagogiche e populiste. In oltre, il numero dei migranti in Italia è minore a quello delle altre grandi Nazioni europee. Prema perciò trasformare il fenomeno in opportunità in modo da gestirlo senza doverlo subire. Il bel esempio del Borgo calabrese Badolato e quello di Riace deve ispirarci. A Riace ci fu una creazione di oltre 80 posti di lavoro oltre al restauro della Città … Questa gestione consapevole mira a cambiare la percezione facendo degli migranti un motore di sviluppo socio-economico e culturale locale.

 

  1. Obbiettivo: Trasformare l’accoglienza di un numero di migranti compatibile con le condizioni socio-economiche della nostra Città in un motore di sviluppo sostenibile. Questa politica di accoglienza e di integrazione permetterebbe di restaurare e di ottimizzare le centinaia di case vuote nella nostra Città, incluso Fantino. L’accoglienza dei migrati avrà automaticamente un impatto economico dato le attività amministrative, di catering, di accoglienza e di formazione. L’integrazione a più lungo termine degli migranti che vorranno stabilirsi nella nostra Città ridarà vita alle scuole, alla Sanità, alla formazione civica – i.e., insegnamento del funzionamento delle leggi italiane, incluso i diritti individuali e sociali, e della pubblica amministrazione italiana -, ai commerci ecc. La forza di lavoro necessaria sarà per natura diversa rispondendo così ai nostri bisogni, incluso per i lavoratori più giovani.
  2. Durata del progetto – indeterminata. Fondi necessari – incluso il co-finanziamento.
  3. 300 000 euro: restauro urbano necessario all’accoglienza-integrazione.
  4. 300 000 euro/anno: una ventina d’impiegati a tempo indeterminato per i vari servizi di accoglienza-integrazione.
  5. Totale richiesto: 600 000 euro il primo anno; 300 000 euro gli anni seguenti.

Nono Progetto. Re-industrializzare San Giovanni in Fiore ricorrendo alle stampanti 3D.

Premessa: Il tessuto industriale sangiovannese, come d’altronde quello dell’intera Calabria, è stato falciato dalla crisi economica. Le stampanti 3D offrono una nuova opportunità, sopratutto per i giovani. In effetti, assumendo la formazione necessaria, sopratutto l’uso del disegno industriale e dei software già disponibili, le stampanti 3D richiedono pochi investimenti fissi. La produzione in loco per i mercati locali può gioire di un vantaggio in termine di costi di trasporto. Al contrario, prodotti di nicchie possono essere spediti fuori del territorio con relativa facilità. Va ricordato che IKEA cominciò con la modulazione di mobili poi spediti smontati per via postale con le apposite istruzioni. Inizialmente si creerebbe un progetto pilota in coordinazione con le scuole tecniche. La formazione necessaria può durare da 2 a 3 anni. Si potrebbe pensare a utilizzare la Garanzia giovani o le borse di studio per le studentesse e i studenti selezionati.

Obbiettivo: Creare un progetto pilota con le scuole tecniche della Città. Questo progetto pilota sarebbe strutturato secondo una formazione duale teorica e pratica. Oltre, al disegno industriale, in cooperazione con le nostre università verrebbero anche sviluppate ricerche sui materiali idonei per le stampanti 3D. Una Città come la nostra non può permettersi una emorragia costante dei suoi giovani senza rischiare un declino irreversibile.

Durata del progetto: Indefinita perché integrata in un excursus scolastico di punta capace di rispondere a reali bisogni socio-economici, artigianali e culturali.

Fondi necessari: Da determinare con le scuole, gli istituti e le università.

Totale richiesto: Da determinare con le scuole, gli istituti e le università.

Decimo Progetto: Fondi europei per lo sviluppo di una fattoria sperimentale basata su coltivazioni biologiche montane.

Premesse: a) l’agricoltura bio e il slow food costituiscono parti fondamentali dell’agricoltura e dell’industria agroalimentare specificamente italiane. b) l’introduzione in Sila del « grano mosca » e ancora prima della patata dimostrano l’importanza vitale di questi esperimenti riusciti per il nostro territorio. Questi esempi andrebbero emulati nel quadro delle condizioni agricole attuali.

  1. Obbiettivo:

In collaborazione con un reparto universitario di agronomia calabrese, sviluppare un’agricoltura e una silvicoltura biologica sostenibile nel contesto silano mirata a:

– Salvare e riscoprire il patrimonio agricolo della Sila: piante e frutta autoctone.

– studiare l’adattamento di nuove piante non geneticamente modificate in modo da sviluppare nuove nicchie per il mercato interno e esterno.

– creare strada facendo delle squadre di nuovi ricercatori ed operai specializzati nell’agricoltura montana mirando anche a nuovi marchi protetti ed a nuovi brevetti.

– diffondere le conoscenze, le semenze e le tecniche sviluppate presso i nostri contadini ed i nostri agricoltori.

  1. Durata del progetto a lungo termine da finanziare con fondi europei: 3 anni
  2. Fondi necessari – incluso il co-finanziamento.

– 25 000 euro. Acquisto o locazione delle terre municipali necessarie. Queste verranno scelte nelle terre non ancora designate come terre agricole di prima qualità. Verano perciò bonificate secondo i criteri biologici mettendo in campo i metodi di bonifica adatti e lo studio delle rotazioni.

– 100 000 euro: costruzione di un capannone, serre ecc. incluso ufficio con Pc e strumenti di ricerca di terreno.

– 25 000 euro. Macchinari, piante, semenze e attrezzi vari.

– 255 000 euro spalmati nel modo seguente: 75 000 euro: partecipazione regolare per 3 anni di un dottore in agronomia presso un’università calabrese; 30 000 euro: partecipazione triennale di tre dottorandi in agricoltura bio di montagna. 150 000 euro: impiego triennale di 5 operai agricoli. Le some corrispondono ad un contratto di lavoro triennale incluso tutti i benefici sociali.

  1. Business Plan: La Fattoria Sperimentale opererà in stretta collaborazione con la Coldiretti in modo da potere rapidamente vendere i suoi prodotti sul mercato locale mentre si svilupperanno le nicchie più adatte per l’esporto.

Totale richiesto: 455 000 euro incluso il co-finanziamento.

Xxx

4 piccoli progetti socialmente economicamente utili per affidamento diretto.

(Ottobre 2020: tentativo in extremis di salvare qualcosa dopo quasi 5 anni di lotte esemplari.)

 

P&L San Giovanni in Fiore (cs)

(Ormai questa cooperativa creata alla domanda della Regione in presenza del sindaco Giuseppe Belcastro, è chiusa perché dal 2016, il Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso, con la sua attitudine pacifica, civile e costruttiva fu preso volgarmente in giro. Alla fine dopo 5 modifiche per un progetto boschivo Misura 8.1 arrivò la scadenza del 7 o 8 settembre 2020 senza che nessuno nell’amministrazione Belcastro era capace dire ai soci che fine avevano fatto il progetto e i fondi ad esso destinati. Ma su questo le risposte sono politicamente e legalmente dovute, incluso da parte della Regione e della nuova amministrazione comunale della Succurro. L’unica cosa sicura  è che il progetto iniziale di 309972.20 euro era ridotto a 236 620.00 euro all’ultima scadenza probabilmente per pagare esperti in Regione e altrove che alla quinta modifica non avevano nemmeno incluse le piantine … Questo tipo di processo poco democratico e poco meritevole è la ragione principale dello sviluppo del sotto-sviluppo della nostra Regione. Trattare cittadine e cittadini così è indegno. Al minimo i soci della cooperativa devono essere rimborsati per gli 8200,00 euro spesi per creare la cooperativa, mantenerla in vita e poi chiuderla. Ripeto fu la Regione a chiedere ai disoccupati di creare questa cooperativa per partecipare ad un bando pubblico per un progetto Misura 8.1.

Prof paolo De Marco, portavoce del CCLD, che non era personalmente socio della cooperativa. )

Società cooperativa

Tipologia: Produzione e lavoro

Codice : ATECO – senza specifica agricola.

Iscritta a : Lega Coop e al MEPA

Introduzione: Questi 4 piccoli progetti, destinati a diventare autonomi in due anni, sono concepiti come primo passo verso la valorizzazione:

a ) del sentiero di Gioacchino e del Sentiero dei Fratelli Bandiera, e

b ) di un eventuale Giardino botanico per SGF e Lorica.

Il nostro approccio verso l’autonomia produttiva è cumulativo: ad esempio, gli attrezzi dei primi progetti continueranno ad essere utili alla Coop, anche per ottenere le garanzie necessarie per progetti più grandi, utilizzandoli come collaterale.

1 ) Progetto restauro dei vecchi ponti silani in pietra e mantenimento della sentieristica esistente – CAI – a cominciare con i tratti più compatibili con il Sentiero di Gioacchino da Pietrafitta al Vurdoi.

 

Mensile          Mesi*         Lavoratori             Somma            Attrezzi             Monte richiesto per il 1 anno

1500 euro        6               10                            90 000             60 000              150 000 euro

 

2 ) Pulizia dei boschi e recupero degli alberi caduti per la biomassa, controllo della ginestra forestiera selvaggia che sfigura il paesaggio e la sentieristica. La ginestra odorosa calabrese ripiantate potrà dare luogo in appresso ad altre attività, fornendo, al esempio, fibre per la tessitura o, meglio, per le stampante 3D.

Mensile        Mesi*         Lavoratori          Somma          Attrezzi              Monte richiesto per il 1 anno

1500 euro     6                 15                          135 000        15 000               150 000 euro

3 ) Serra per piante e fiori autoctoni.

Questo progetto è concepito come primo passo verso il Giardino botanico di SGF, incluso Lorica, con le sue annuali Feste floreali.

Prima opzione:

Mensile Mesi* Lavoratori Somma Attrezzi Monte richiesto per il 1 anno 1500 euro 6 5 45 000 105 000 150 000 euro

Seconda opzione:

Mensile        Mesi*      Lavoratori      Somma      Attrezzi         Monte richiesto per il 1 anno

1500 euro     6              10                     90 000      60 000          150 000 euro

4 ) Restauro del Vecchio Mulino a acqua della Cona:

ll Vecchio Mulino, oggi diroccato, era un gioiello di architettura industriale. E situato all’entrata maggiore della Vecchia Città, abbellita da un bello Ponte antico. E vicino delle Junture del Neto e del Arvo e si trova pure all’incrocio dei due Sentieri, quello di Gioacchino e quello dei Fratelli Bandiera.

Proponiamo un progetto di restauro esterno e di trasformazione interna rispettoso per farne un centro di accoglienza turistica – informazione e B&B.

Una volta comprato, il Vecchio Mulino servirebbe come co-finanziamento europeo per portare il progetto a compimento in piena autonomia.

Prima opzione:

Mensile Mesi* Lavoratori Somma Attrezzi** Monte richiesto per il 1 anno 1500 euro 6 5 45 000 105 000 150 000 euro

Seconda opzione:

Mensile       Mesi*       Lavoratori         Somma        Attrezzi        Monte richiesto per il 1 anno

1500 euro     6              10                        90 000        60 000         150 000 euro

* ) Sono attività stagionali; ** ) Attrezzi più architetto.

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