Commenti disabilitati su Non è più il debito pubblico il problema ma la public policy, la sua fiscalità regressiva e le sue tax expenditures, 6 febbraio 2021.

Introduzione aggiunta il 8 febbraio 2021

L’Italia, suo malgrado, è di nuovo trascinata sulla Nave Britannia con uno Draghi forte dell’accordo pressapoco unanime del nuovo Arco politico trasversalmente riformista e opportunista, M5S e Lega inclusi. Pure non avendo nessuno mandato democratico, ha detto « La sintesi la faccio io ».

Ma questa volte nessuna Lettera di Trichet-Draghi al protettorato europeo italiano sarà necessaria visto che sarà Draghi stesso a dirigere personalmente il governo, prima di essere incoronato presidente fra un anno per sostituire l’attuale presidente di una Repubblica messa da anni alla salsa di un Articolo 11 interpretato in modo a-costituzionale per diminuirne sistematicamente i diritti sociali fondamentali delle cittadine.i e la sovranità nazionale.

Intanto, il debito pubblico, con il quale si gargarizzano tutte e tutti per legittimare l’addizione dell’austerità all’austerità in piena crisi economica sanitaria, costa meno caro con l’impatto – anche minore nel nostro Paese – della teoria dei tassi di interessi bassi, ora prevalente. Ma chi, tra i cittadini ordinari e i lavoratori, ha mai visto il minimo centesimo di questi risparmi? A chi viene di paragonare i miseri « ristori » per il comune dei mortali con le garanzie multi-miliardarie alle impresse, prima della dilapidazione privata dei 209 miliardi di euro del Ricovery Fund, più le altre decina di miliardi dei Fondi europei classici? Lo sblocco dei licenziamenti fine Marzo? Signore, si! Ma procedendo con cautela, settore dopo settore, secondo la raffinatezza della nuova tortura socio-economica esclusivista filo-semitica nietzschiana dominate.

Con Draghi, un Boy prediletto di Goldman Sachs, gli interessi sul debito pubblico italiano saranno mantenuti più facilmente bassi, lo spread sarà mantenuto, ma solo se l’Italia passerà docile sotto le Forche Caudine della UE ed, in genere, della « pivate global governance » del capitale speculativo mondiale. Salvini avrà ragione, ci saranno più tax expenditures per chi ne gode già …

Attaccate le cinture. Si decolla fra poco!

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Il debito per chi ne può pagare il costo di finanziamento rappresenta una ricchezza purché le somme siano investite in modo produttivo.

Con la pratica del Zero Lower Bound – Blanchard, Summers et al – i tassi di interessi anche sulle obbligazioni di Stato italiano sono bassissimi. Per non parlare dei 209 miliardi del Next Generation EU che godano dalla ottima notazione della UE. Perciò, il peso del finanziamento del debito pubblico, includendo il nuovo debito dovuto al Sars-CoV-2, non pone nessuno reale o urgente problema. Anche per Paesi come l’Italia purché accetteranno di attuare le regole ferree della UE, incluso la gestione del debito tramite il MES, cioè trasferendo a questo organismo privato, dotato di una piena immunità legale, la gestione di tutte le leve macroeconomiche e fiscali. Altrimenti, lo spread segnalerà presto il malcontento del capitale speculativo e dei suoi fondi kosher e avvoltoi. (Per la mia critica di fondo della Zero Lower Bound theory ed i suoi circuiti speculativi del capitale, vedi: « Zero Lower Bound theory: the lastest neoliberal monetarist ineptitude », Sept 13,2020, in http://rivincitasociale.altervista.org/zero-bound-theory-the-last-neoliberal-monetarist-ineptitude-sept-13-2020/ )

Anzi un governo saggio approfitterebbe del contesto attuale per sovra-indebitarsi in modo da eliminare a questi tassi bassi i debiti fin qui accumulati a tassi molto più alti!

Si dice che una immagine vale 1000 parole. Riproduco qui una tabella che parla da sola. (Rimane pero il problema del Fiscal compact con la riduzione annua, illegale sin dal 31 dicembre 2018, di 1/20 del debito pubblico oltre il 60 % del PIL)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

« Surenchère politique autour de la dette Covid » , La question du remboursement des créances liées à la crise sanitaire devrait être un sujet majeur de la prochaine présidentielle. par Claire Gatinois et Audrey Tonnelier ,https://www.lemonde.fr/politique/article/2021/02/06/surenchere-politique-autour-de-la-dette-covid_6068978_823448.html

Situazione in Italia:

A ) « Interessi sul debito, nel 2018 e 2019 lieve calo grazie a durata più breve dei titoli. Ma nel 2022 il costo sale di 10 miliardi », di Chiara Brusini | 17 Aprile 2019,  Lo scorso anno la spesa è scesa di 619 milioni, a 64,9 miliardi, e stando al Def dovrebbe ridursi fino a 63,9 prima di crescere per effetto dei tassi più alti. Hanno avuto effetti positivi la scelta di ridurre la “vita media” del debito, sfruttando il fatto che le emissioni con scadenze ravvicinate hanno rendimenti minori, e la diminuzione degli interessi sui derivati , https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/17/interessi-sul-debito-nel-2018-e-2019-lieve-calo-grazie-a-durata-piu-breve-dei-titoli-ma-nel-2022-il-costo-sale-di-10-miliardi/5117213/

B ) « BTp, tassi ai minimi. E nel 2021 il costo del debito punta verso «obiettivo 2%»», La mano Bce spinge lo spread verso 100 punti base. A fine anno l’Eurotower potrebbe detenere il 27% dei BTp, https://www.ilsole24ore.com/art/btp-tassi-minimi-e-2021-costo-debito-punta-obiettivo-2percento-ADrHUPCB

C ) Altre statistiche sulla struttura del debito fornite dal MEF: http://www.dt.mef.gov.it/it/debito_pubblico/dati_statistici/

Il vero problema della finanza pubblica non è mai stato il peso del debito in percentuale del PIL – speculativo – e nemmeno il peso del finanziamento del debito pubblico con tanto di Fiscal compact, di avanzo primario necessario per finanziare il debito in priorità tagliando nelle infrastrutture e nei servizi sociali essenziali e privatizzando muro a muro. Cioè sacrificando la crescita dell’economia reale e il benessere dei lavoratori e dei cittadini.

Il problema centrale è proprio quello della politica fiscale della public policy neoliberale monetarista ideata per sacrificare l’economia reale – in particolare i suoi settori pubblici – al profitto del capitale privato e sin dagli Anni 90, a profitto del capitale speculativo. Ricorderete la sconcia teoria del « crowding out » del settore pubblico sul privato ideata da Laffer mentre oggi con i QE produttori di « credit crunch » e di improduttivi ma miliardari « buybacks » nessuno parla del nuovo ma questa volta reale « crowding out » dell’economia reale a causa della crescita esponenziale della deleteria economia speculativa.

Le tax expendiures o spese fiscali ne sono il marchio più bestiale. Queste spese fiscali sono spesso degli esoneri al benefico diretto del capitale senza nessuna controparte per il mondo del lavoro. Quando si tratta di crediti IRPEF, con scuse falsamente ecologiche o per rifare le facciate (sic! ), si deve sottolineare che la maggior parte dei lavoratori non pagano o pagano cosi poco IRPEF da non potere godere di tali programmi. Non sono altro che costose sovvenzioni per i più ricchi. Ad esempio i credit per le alternative hanno già indotto il raddoppia della bolletta elettricità per gli utenti sin dal 2013 più o meno, cioè per quelli utenti che non hanno potuto godere dei crediti …

Il bello delle tax expenditures è che una volta conferite spariscono delle leggi finanziarie – entrate, spese – che sono così sempre conservate sull’orlo del precipizio. Si legittima così le politiche di austerità. Ad esempio, se il peso del finanziamento diminuisce con i tassi di interessi, subito si fanno altre tax expenditures e crediti IRPEF.

Sarà la stessa cosa con i 209 miliardi del Recovery Fund, non andranno alle infrastrutture pubbliche o ai servizi pubblici gestiti dal pubblico. Questi – Alitalia, siderurgia ecc – dovrebbero avere la priorità perché fanno parte dell’economia reale che contribuisce alla vera ricchezza delle Nazioni, creando capitale fisso e pagando salario netto, salario differito per la previdenza sociale ecc., e tutte le tasse dirette e indirette. In confronto, malgrado i gridi osceni di Confindustria, le tasse sul capitale sono quasi ormai sparite. Questi Fondi europei andranno invece sempre in priorità nelle tasche private. Anche il Mes sanitario – 36 miliardi di euro che corrispondono alla somma dei tagli nella sanità pubblica sin del 2011 – rischiano di andare alla sanità privata, la quale legalmente non dovrebbe superare 1/3 del settore, mentre si continuerà con la politica regressiva della soppressione dei posti letto, con i piani di rientro a favore della privatizzazione – e spesso delle « mafie » sanitarie – e con il « contenimento » della spesa nella sanità pubblica alla faccia dei LEP e dei LEA e a favore della cosiddetta compartecipazione e dunque delle agenzie di assicurazione private. Da noi queste Agenzie che fanno salivare il capitale sono ancora sottosviluppate forse a causa della sconcia struttura dei redditi, proprio quella che spiega perché oltre 11 milioni dei nostri concittadini rimandano la cure, per non parlare del problema della de-programmazione dovuta alla mal-gestione dell’attuale crisi sanitaria.

Comunque Istat ci informa che « …a dicembre gli occupati sono diminuiti di 101.000 unità: 99.000 sono donne e appena 2.000 sono uomini. Nei dodici mesi del 2020, il saldo negativo è stato di ben 444.000 unità ed è composto da 312.000 donne e 132.000 uomini che hanno perso il lavoro, mentre il tasso di disoccupazione è salito al 9,0% (+0,2 punti) a dicembre.

La diminuzione dell’occupazione (-0,4% rispetto a novembre) coinvolge, oltre alle donne, i lavoratori dipendenti e autonomi e caratterizza tutte le classi d’età, con l’unica eccezione degli ultracinquantenni che vanno in controtendenza.

Ed è ancora in vigore il blocco dei licenziamenti, figuriamoci quando anche questo scudo verrà eliminato.

Infine, secondo l’Ufficio Studi della Confcommercio, l’effetto combinato del Covid e del crollo dei consumi ha spinto alla chiusura oltre 390.000 imprese del commercio non alimentare e dei servizi di mercato nel 2020, fenomeno non compensato dalle 85.000 nuove aperture.

Pertanto la riduzione del tessuto economico nei settori considerati ammonterebbe a quasi 305.000 imprese (-11,3%), di queste, 240.000 esclusivamente a causa della pandemia e delle misure anti-pandemiche. » « C’è chi cresce e c’è chi crepa. Eugenetica economica e sociale in atto », di Sergio Cararo https://contropiano.org/news/news-economia/2021/02/02/ce-chi-cresce-e-chi-crepa-eugenetica-economica-e-sociale-in-atto-0135984

Ancora siamo all’inizio di questa corsa verso il fiume seguendo gli stessi pifferai, ma lo sblocco dei licenziamenti anche se scaglionati è inevitabile come pure l’impossibile rimborso delle garanzie di Stato alle imprese, che andranno ad aumentare il debito pubblico. In Francia, si stima che attorno a 90 % di queste garanzie non saranno rimborsate. Vedi: « Ristori, nuova proroga cassa Covid: come funziona e a chi spetta », Il governo sta studiando un piano per prorogare la cassa Covid: tutto quello che c’è da sapere, dai licenziamenti alle nuove risorse,  editato in: 2021-01-24T11:12:45+01:00 da QuiFinanza , 24 Gennaio 2021, https://quifinanza.it/soldi/video/ristori-proroga-cassa-covid/453834/ 

Per la centinaia di miliardi di garanzie di Stato vedi « Decreto liquidità – Nuove misure per le imprese », Il decreto è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale, https://www.mise.gov.it/index.php/it/198-notizie-stampa/2040955-fondo-di-garanzia-nuove-regole

La Nadef puntava al 17 % del PIL della previdenza – la percentuale era di 14 % con Prodi vedi nel mio italiano dell’epoca : « Pensioni, precarietà, vecchiaia attiva e eutanasia » https://www.la-commune-paraclet.com/PensioniFrame1Source1.htm#pensioni . Quota 100 sarà eliminata perché lo chiede la UE …

Per fortuna per i dirigenti italiani, europei ed occidentali in generale, c’è la mortale gestione della crisi sanitaria senza nessuna cura sin dai primi sintomi verificati con tamponi rapidi a meno di 30-35 cicli di amplificazione, aspettando vaccini affrettati a RNAm ed altri per i nostri cittadini trattati come cavie. La Fase 3 di Pfizer, che prevede oltre 19 miliardi di euro di profitti con il vaccino, sesta dose inclusa, per il 2021, deve finire – con precipitazione – nel … 2022. Ma non fa niente. Neanche i conflitti di interessi di molti medici importano. Il protocollo del prof Raoult, capace di eliminare la carica virale,e dunque la contagiosità, in una settimana costa attorno a 13 euro. L’ivermectine ugualmente efficace un poco di più. I vaccini rischiano invece di non essere efficaci contro le nuove varianti, rischiano di provocare altre mutazioni come il remdesivir nocivo per i reni e mutageno e non garantiscano contro la reinfezione del vaccinato stesso oppure contro l’infezione delle altre persone in contatto con i vaccinati. Con i vaccini – uno ogni 3 mese visto le mutazioni ? – non si potrà fare a meno della mascherina, ne del distanziamento sociale, ne dei confinamenti soft o duri che siano … si serve Big Pharma, non si servono gli interessi superiori della nazione ne dei cittadini …

Si tratta veramente di una gestione neoliberale monetarista della crisi economica e sanitaria. Vedi la Nota 11 qui: http://rivincitasociale.altervista.org/la-sanita-tra-tagli-e-corruzione-una-vittima-eccellente-del-federalismo-fiscale/

Vedi questa citazione tenendo in mente che il 16 % menzionato dovrà ancora salire con l’aggiornamento dei dati e con l’effetto prevedibile delle nuove varianti del Sars-CoV-2, tra le quali fra poco giorni la nuova ondata britannica e sud-africana-brasiliana.: « A questo dato, come abbiamo denunciato da tempo, è fin troppo evidente quanto abbiano contribuito l’innalzamento dell’età pensionabile e la riduzione degli standard sanitari pubblici. E non è affatto escluso che tali misure puntassero proprio a questo risultato. Un recente studio de Il Sole 24 Ore, rivela come già nel 2020 sono state pagate il 16% di pensioni in meno a causa dei decessi da Covid. Ci hanno accusato di allarmismo ma i dati parlano chiaro. », in « Italia. Raggiunta quota 90.000 morti, ma risposte convincenti non arrivano », di Federico Rucco , https://contropiano.org/news/politica-news/2021/02/05/italia-raggiunta-quota-90-000-morti-ma-risposte-convincenti-non-arrivano-0136089

Tutto il resto è della stessa farina italiana trasversale riformista, incluso oggi la Piattaforma Rousseau campione in questo campo anche nel nostro martoriato Paese, un prodigio di opportunismo venale senza scrupoli e nella più perfetta ignoranza della Costituzione e dei suoi diritto fondamentale. (Vedi il mio caso nella Homepage di questo medesimo sito) Roba da spazzare via trasversalmente prima che sia troppo tardi.

Ecco i numeri per 1 ) le tax expenditures, per 2 ) i buybacks e per 3 ) l’evasione fiscale.

1 ) Tax expenditures:

« Le 610 agevolazioni (166 delle quali relative al comparto dei tributi locali) recentemente censite dall’ultima Commissione incaricata di monitorare il fenomeno non sono lontane dalle 720 identificate oltre cinque anni fa dalla Commissione che l’ha preceduta. Molto diverse, invece, si presentano le stime relative agli effetti finanziari riconducibili al fenomeno (ai circa 250 miliardi di minor gettito quantificati a novembre 2011, si contrappongono i 49 miliardi stimati a novembre 2016). Ciò a conferma delle difficoltà che circondano valutazioni di tale natura.

Le incertezze che dominano il quadro progettuale e operativo si sono riflesse nelle misure che, in materia di tax expenditures, hanno trovato spazio nei provvedimenti di finanza pubblica varati fra il 2008 e la fine del 2016. » in  L’andamento della finanza pubblica: il ruolo degli strumenti di coordinamento (corteconti.it)

Così che altre fonti più recenti indicano solo 75 voci per attorno a 80 miliardi di euro … http://francofichera.it/wp-content/uploads/2016/03/Agevolazioni_fiscali_4_2012.pdf

« Così che, essendo state introdotte nuove agevolazioni senza averne contestualmente abolite, ridotte o riviste altre non più rispondenti alle esigenze dalle quali erano state dettate, dall’inizio del 2016, il nostro sistema tributario si trova a dover convivere con quasi 800 “eccezioni” alle sue regole base, rinunciando ad un gettito potenziale dell’ordine di 300 miliardi: ciò che “consolida” la collocazione dell’Italia al secondo posto nel ranking internazionale sul livello di erosione del sistema fiscale. » p 98 del pdf Rapporto 2016   https://www.corteconti.it/Download?id=5073f1d9-dd07-4e14-81b4-aa9b3921d403

2 ) Buybacks:

« In the late 20th and the early 21st century, there was a sharp rise in the volume of share repurchases in the United States: US$5 billion in 1980 rose to US$349 billion in 2005. Large share repurchases started later in Europe than in the United States, but are nowadays a common practice around the world. » in https://en.wikipedia.org/wiki/Share_repurchase

« La pratique des rachats d’action est particulièrement répandue aux États-Unis, où ils ont contribué pour environ un tiers à la croissance des bénéfices par action en 2013-2014 et pourraient atteindre 1 000 milliards de dollars en 2015, ce qui signale un manque de projets d’investissements, donc un essoufflement de la croissance[1]. Elle prend aussi de l’importance en France : 11,4 milliards d’euros en 2014, et Airbus annonce un programme de rachat de 10 % de ses actions, soit 5 milliards d’euros[2]. » in https://fr.wikipedia.org/wiki/Action_(finance)

La pratica è diventata così oscena che la BCE ha sentito l’obbligo di mettere dei paletti in tempo di crisi sanitaria e di crescita delle disuguaglianze. Vedi

« ECB asks banks to refrain from or limit dividends until September 2021

15 December 2020

ECB calls on banks to refrain from or limit dividends until 30 September 2021

Dividends to remain below 15% of cumulated 2019-20 profits and not higher than 20 basis points of CET1 ratio

ECB reiterates supervisory expectation that banks exercise extreme moderation on variable remuneration » in https://www.bankingsupervision.europa.eu/press/pr/date/2020/html/ssm.pr201215~4742ea7c8a.en.html

Per un rapido aggiornamento rispetto alla crescita delle disuguaglianze in tempo di crisi sanitaria, vedi : https://www.oxfamitalia.org/

3 ) Evasione fiscale

L’evasione fiscale in Italia è stimata a 238.7 miliardi di dollari, vedi: https://it.wikipedia.org/wiki/Evasione_fiscale#/media/File:Countries_with_Largest_Tax_Evasion_Amount_v3.jpg .

Il fenomeno è sistemico. E legato organicamente alla public policy reaganiana neoliberale monetarista con la sua fiscalità regressiva anti-costituzionale e dunque le sue tax expenditures in parallelo con lo sviluppo dei paradisi fiscali ormai necessari alla contabilità di impresa delle grande banche e aziende transazionale. Il tutto simboleggiato dalle tax rulings.

Ora che l’Italia sarà di nuovo trascinata in modo totalmente a-democratico e a parere mio a-costituzione sul Britannia, come nel 2 giugno 1992, sarebbe bene insistere su queste verità inconfutabili.

Rimando alla mia Satira anche se realizzo che le politiche volute dagli epigoni del Great Reset saranno molto più barbariche di quello che io potevo immaginare: « SATIRA SULL’USCITA DELLA CRISI, ti sfrutteremo più di ieri e meno di domani, come dice il romanzo, 25 aprile 2020, seguita da « Il vecchio e Esoscheletro », 6 feb. 2020 », http://rivincitasociale.altervista.org/satira-sulluscita-della-crisi-ti-sfrutteremo-piu-ieri-meno-domani-dice-romanzo-25-aprile-2020-seguita-vecchio-esoscheletro-6-feb-2020/

Ecco una breve cronologia della regressione nella nostra Repubblica nata dalla Resistenza

Ecco una breve cronologia della regressione nella nostra Repubblica nata dalla Resistenza

1995 Fine del Gatt con la creazione della OMC con la sua nuova definizione dell’anti-dumping inerente a tutti i trattati di libero scambio che esclude ogni referenza ai diritti dei laboratori – incluso quelli minimi della Organizzazione Mondiale del Lavoro – post-Versaglia e post Rivoluzione di Ottobre 1917 – e i criteri ambientali e sanitari minimi. Vedi l’Appello in questo medesimo sito.

1988 Trattato di libero scambio US-Canada.

1995 Nafta US-Canada-Messico che estende il trattato di 1988.

1992, 2 giugno: Incontro sulla nave Britannia con il Sig. Draghi. Simposio sulle privatizzazioni.

1992. Firma del Trattato di Maastricht. Entrato in vigore nel 1993 con i suoi Criteri – deficit non più del 3 %; debito pubblico non più del 60 % del PIL e

2001 Federalismo fiscale. Modifica della Parte II della Costituzione. In particolare l’Art. 117 sulle competenze Stato-regioni e poteri residuali; e modifica dell’Art. 119 sul finanziamento.

2002 Creazione dell’Euro. Quello iper-centralista del pitre Mundell. Dunque senza i ratio Cooke nazionali richiesti nel mio Tous ensemble, che ci avrebbero vietato tutte le derive centralizzartici e federaliste – incluso il Recovery fund e il suo trasferimento ancor non specificato di tax area alla UE, cioè di un’altra parte della sovranità fiscale. Fin qui i fondi europei erano finanziati con contributi non con trasferimento di risorse proprie. L’Italia riceva in Fondi europei circa 7 miliardi annui in meno di quello che contribuisce anche se in realtà perde molto di più perché incapace di utilizzare i fondi a disposizione. Fine 2020 mentre si gargarizzano con i 209 miliardi del Next Generation Fund dai quali forse 30 miliardi netti, l’Italia ha perso attorno a 45 miliardi di fondi europei per il periodo 2014-2020 …

2011, 5 agosto: Lettera di commissariamento del nostro Paese da Trichet-Draghi. Chiedeva:

A ) Per la « crescita »: l’apertura dei servizi alla concorrenza; le deregolamentazioni e la sostenibilità delle finanze pubbliche tramite delle correzioni di bilancio – meno disavanzo -; tagli alle spese; diminuzione degli impieghi della PA; riduzione automatica del deficit (logica dell’avanzo primario); e rispetto del Patto di stabilita interno – anticipando l’Art 81- nel contesto dei tagli agli Enti locali secondo la logica dell’Articolo 81 che impedisce i deficit.

B ) La riforma della PA con l’accento sull’efficienza di tipo privato e l’uso di indicatori di performance per la Sanità, la giustizia e l’istruzione. (« Ecco perché Sig. Otto Bauer, sua sorella Ida è muta » ) Ora con il Recovery si aggiungerà l’offensiva digitale …

C ) Abolizione degli Enti intermedi in primis le province.

2012. Riforma scellerata della Costituzione per imporre il Pareggio di bilancio, quindi degli Articoli 81; 97 – pareggio interno-; e 117/119. Entrata in vigore 2014.

2011 novembre: Six Pack- Two Pack – dopo la modifica regressiva del Patto di stabilità e di crescita del 1997.

Six Pack: 5 regolamenti e 1 direttiva. In via verso il sentiero di consolidamento fiscale cioè rispetto dei criteri di Maastricht ma con un forzoso declino di 1/20 annuo del debito superiore al 60 % del PIL. Condizione ormai impossibile da rispettare anche con i tassi di interessi bassi.

Two Pack .

– 2 regolamenti per la disciplina fiscale.

– Excessive imbalance procedure.

Reg I :Monitoring e Assesment of draft budget – da completare prima del 15 ottobre dell’anno nel quadro del Semestre europeo.

Reg II : Enhanced surveilliance; correttive action reports; quarterly basis reports

2013, Gennaio: Fiscal Compact: Treaty on Stability, Coordination and Governance. Implica una modifica del Titolo III del Trattato di funzionamento della UE, che non ebbi l’unanimità richiesta. In oltre non fu scritto nei testi europei prima del 31 dicembre 2018 perciò non ha nessuno valore legale.

Impone un disavanzo di bilancio non oltre il 3 % del PIL – deficit budgetario per coniare anglicismo, nel creole del servo in camera … Così che il deficit strutturale – la favola marginalista dell’output gap – « country specific » rispetto al Medium Term Budgetary Objective MTO in chiaro un massimo di 0,5 % del PIL per i paesi con un debito pubblico oltre 60 % del PIL e un massimo di 1 % del PIL per quelli paesi con un debito inferiore al 60 % del PIL.

Con la crisi sanitaria furono allentate le condizioni imposte da queste catene europee ma per poco. Intanto per i Paesi più fragili si profila il passaggio sotto le Forche caudine del MES, come spiegato più volte in questo medesimo sito nella Categoria « Economia ».

Grecia dal 2001 al 2010/2015 ad oggi. Possiamo dunque fare accenno alla crisi finanziaria della Grecia cominciata quando la Goldman Sachs – con il Sig, Draghi – falsificarono i conti nazionali greci per permettere al paese di aderire all’Euro per poi, iniziando con il Primo Memorandum del 2010 sottomettere la Grecia ad un vero e proprio trattamento da usurari … per l’eternità … appunto più o meno come voleva il pitre Varoufakis con la sua ristrutturazione eterna. Vedi:

A ) « Comment la Grèce a maquillé ses comptes publics depuis 1997 », LE SCAN ÉCO – Les dirigeants grecs ont maquillé leurs comptes publics pour entrer dans l’euro, en 2001. Puis ils ont dissimulé des emprunts, sur les conseils de la banque américaine Goldman Sachs, via des opérations financières risquées, qui ont tourné au fiasco pour le petit État. Retour sur la chute de la Grèce.

Par Marine Rabreau, Publié le 07/09/2015 à 18:04, Mis à jour le 20/09/2015 à 08:00, https://www.lefigaro.fr/economie/le-scan-eco/decryptage/2015/09/07/29002-20150907ARTFIG00257-comment-la-grece-a-maquille-ses-comptes-publics-depuis-1997.php

B ) 2010 Primo Memorandum per la Grecia « La BCE se comporte comme un fonds vautour à l’égard de la-Grèce. », https://plus.lesoir.be/121092/article/2017-10-26/la-bce-se-comporte-comme-un-fonds-vautour-legard-de-la-grece

Italia « De te fabula narratur »

Paolo De Marco

6 febbraio 2021

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