Commenti disabilitati su IL RITORNO DELL’ITALIA DEI LADRI QUALUNQUISTI E PERSECUTORI: IL CASO DEI MUSEI.

Nel capolavoro Amarcord di F. Fellini un personaggio si esclama « Non faceva così buio sin dal 1922 ! » Il regime trasversale italiano sta nuovamente barattando il capitalismo e le sue pretese liberali classiche ormai in crisi a favore di un neototalitarismo corporativista liberista, a dire vero non così « soft » come si amerebbe fare credere. Il liberalismo classico è sostituito dal liberismo esclusivista. John-Stuart Mill non piace più agli eredi moderni di Nietzsche, Croce, Pareto, Michels ecc, e meno ancora il grande rivoluzionario americano ugualitario Thomas Paine. La competizione sparisce per mantenere in vita con fondi pubblici i tipici parassiti cosiddetti « too big to fail ». La competizione nel quadro del « credit crunch »,  paradossalmente creato dai ricorrenti vari programmi di iniezione di liquidità bancarie-finanziarie, vale solo per la truppa subordinata e dipendente delle piccole imprese.

Il piccolo imprenditore è sistematicamente insicuro nelle sue pretese autoritarie nate dal suo concetto di proprietà privata. In realtà, questo concetto fu superato sin dall’inizio del XX esimo secolo con l’affermazione delle « big corporations », in modo che il piccolo imprenditore dipendente sviluppa una mentalità autoritaria, poujadista, qualunquista. Assieme al risentimento delle masse pauperizzate e ridotte alla disoccupazione ed al sotto impiego (1), questa configurazione socio-economica ed ideologica viene nutrita con cura dai poteri forti all’apice della piramide del potere. Parallelamente distruggono la base costituzionale della rappresentanza politica e sindacale. In Italia, le imprese con meno di 10 operai sono attorno ai 90% del totale. Vivano di detrazioni, di regali fiscali e altre tax expenditure e di indotto nel quadro di un sistema di produzione centrato sui « mandati mondiali » per prodotti specifici, dominati da aziende transnazionali, e per i quali il nostro paese ormai privatizzato e svenduto perde le sue quote residuali in parallelo con l’espatrio delle sede sociali.

L’ispirazione di questo ritorno filosemita-fascistoide è la stessa di quella che inquinò il nostro Paese dal 1922 al 1938 e al di là, alla faccia dell’Articolo XII sulle Disposizioni transitorie e finali della Costituzione. (2) La figura puramente ideologica dell’imprenditore in un Paese quasi totalmente sprovvisto di R&S è sostituta da quella del ladro istituito come domestico imperiale persecutore e senza scrupoli, spesso mafioso e qualunquista, irrispettoso del quadro legale, ma sempre sicuro di essere protetto dal sistema purché li sia servile.

Il caso forse più odioso che illustra la degenerazione etico-politica di questa classe dirigente apolide e spinelliana filosemita nietzschiana è quello che fu evidenziato nel settembre scorso con la messa in scena premeditata al Colosseo dai gestori privati e dal governo. (3) Non bastava che i beni museali nazionali fossero trasferiti a gestori parassitari privati molto più interessati dai dividendi da ricavare che dalla preservazione e dalla messa in valore del nostro patrimonio artistico cadute nelle loro incompetenti e venali mani. Con la complicità del governo e, ovviamente, del Ministro Dario Francescani, fu messa in scena una narrazione ideata per sferrare un attacco frontale ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori con la favola dei servizi essenziali. Ma senza badare al blocco dei contratti vecchio di sette anni malgrado la pronuncia della Consulta. Di fatti, il timing fa pensare a una manipolazione premeditata con l’aiuto dei mass-media.

In un commento all’articolo « Il j’accuse di una precaria dei beni culturali », Domenica, 20 Settembre 2015 19:47 Marilena Scuotto http://contropiano.org/interventi/item/32934-il-j-accuse-di-una-precaria-dei-beni-culturali?highlight=YToxOntpOjA7czo4OiJqJ2FjY3VzZSI7fQ== , avevo scritto questo: « La colpa è chiaramente del gestore privato che incassa la più cospicua parte degli incassi come già spiegato in questo giornale: in effetti, bastava segnalare il ritardo di due ore causato dalla tenuta legale dell’assemblea. Per i turisti così avvertiti il disaggio diventava inesistente visto la quantità di cose da fare e da vedere attorno al Colosseo.
In realtà, mi pare che il governo – sempre più un governo di ladri delle ricchezze pubbliche a favore dei più ricchi, vedi pure per l’Imu – stia generalizzando il modello di privatizzazione della gestione dei ricchissimi musei italiani a scapito delle impiegate e degli impiegati e a scapito del pubblico per poi passare alla privatizzazione completa dei musei pubblici e delle opere d’arte in essi esibite. In questo modo, chi ha montagne di carte – Kerouac money o credito senza collaterale –, suscettibili di vaporizzarsi in pochi secondi, potrà offrirsi vere ricchezze che, comunque vada, conserveranno un valore reale. Non si scherza mica: Questa bella strategia – vi ricorderete certamente di Attali relativamente al denaro di certi – fu concepita da Gutgeld, il redattore del programma elettorale di Renzi e del suo PD nel suo libro da me criticato in http://www.la-commune-paraclet.com/Book%20ReviewsFrame1Source1.htm
In oltre, chi sono quei setti direttori stranieri designati dal ministro Dario Franceschini, cosa che non succede quasi mai all’estero? Secondo quale processo democratico di nomina furono scelti? Paolo De Marco, Lunedì, 21 Settembre 2015 16:01 Link al commento »

Ripetiamo che l’assemblea era legale e preannunciata. (4) L’unica colpa è quella del management, ovviamente incompetente e sleale, il quale, visto che « la misura è colma », avrebbe dovuto essere ringraziato in blocco alla domanda del ministero di tutela per il danno causato all’immagine internazionale del Paese. In un Paese nel quale « i treni » sono proverbialmente in ritardo per inefficacia statale cronica, Sergio Cararo ha giustamente ricordato gli orari erratici dei musei e dei siti archeologici. (5) Se questo non bastava, oggi vengono fuori le chiusure erratiche dei siti per agevolare il loro uso privato. (6) Il processo di selezione o presunto tale è anche più chiaro. Non si insiste nemmeno sul principio di reciprocità. (7) Infine, seguendo il solito metodo di manipolazione psicologico utilizzato per arrivare agli obbiettivi prefissati, a Venezia fu lanciato la vendita di opere d’arte di proprietà pubblica con l’inetta, se non addirittura criminale, scusa di risanare il debito! Un orrore che dovrebbe suscitare il rafforzamento delle misure legislative che proteggono il nostro patrimonio assieme alla creazione di una sezione italiana del Collettivo per l’audit del debito pubblico. (8) La debilitante a-costituzionale ispirazione gutgeldiana non è più in discussione; e questo è proprio il punto fondamentale che la sinistra deve capire al più presto per ritrovare la sua anima progressiva e emancipatrice, particolarmente in Italia. (9) A volte si preferirebbe non essere così facilmente « di spirito profetico dotato »!

Il dipresso istituzionale per l’arte quando non viene tradotto in entrate per i privati è arrivato a questo pietoso livello. Non importa sapere che l’arte, la cultura, l’ambiente paesaggista costituiscono una ricchezza collettiva che induce un forte moltiplicatore economico e che dunque andrebbero tutelati con il massimo rispetto in nome dei cittadini. (10) Importa solo fare cassa per i privati sottraendo allo Stato le entrate che dovrebbero invece servire per i restauri e la messa in valore delle opere già in mostra ma anche di quelle numerosissime opere inestimabili tenute in deposto in Italia per  « mancanza di fondi ». Rendere al Colosseo il suo aspetto di una volta è una cosa; farlo per trasformarlo in un parco di attrazione consumierista tipo Orlando mi sembra non solo di mauvais goût ma sopratutto contro-produttivo. Tale scelta favorirebbe solo i gestori privati distruggendo il cachet antico di uno dei luoghi più emblematici di Roma in quanto Capitale. (11)

Basta visitare un museo italiano per capire la gravità del degrado altrimenti illustrato con i crolli ricorrenti nei siti archeologici, particolarmente a Pompei. Molte sale di mostra rimangono chiuse per la più grande frustrazione dei turisti per mancanza di personale, oppure perché le condizioni non lo permettono – mancanza di aria climatizzata ecc. (12)

Un’enorme quantità di opere rimangono nei depositi senza essere esibite. Al contrario, basterebbe poco per valorizzare il nostro patrimonio. Incluso nel discriminato Sud. Ad esempio, un anno fa Santa Severina (CS) fu propagandata come uno de tre più belli borghi antichi italiani. (13) I quartieri storici erano stati restaurati assieme al castello. Questo esempio potrebbe essere generalizzato. Anni fa, argomentavo a favore di una politica culturale e turistica degna del nostro Paese, politica che implicava la puntuale ri-nazionalizzazione di Alitalia. Avevo allora proposto di imporre una piccola tassa all’entrata negli aeroporti e porti in modo da creare un fondo destinato ad accelerare gli urgenti restauri – anche conservativi – sopratutto nel malandato Sud.

Similarmente invece di togliere, inutilmente dal punto di vista economico, l’IMU e la Tasi sulla prima casa ai più ricchi – già oggi attorno al 30% delle famiglie meno agiate non li pagano – sarebbe meglio togliergli sulle piccole casette contadine in « pierres sèches » o altrimenti purché riflettano la nostra vecchia architettura rurale. Almeno si farebbe opera di preservazione del territorio, anche come misura anti-incendio e di rilancio dell’economia rurale. Né risulterebbe rapidamente un abbellimento significativo del territorio nel disastroso contesto attuale nel quale si può già prevedere un’accelerazione del suo dissesto con la chiusura del Corpo forestale.  Tale misura costerebbe poco ma avrebbe un impatto cruciale anche dal punto di vista artistico-turistico. Oggi, tutto il patrimonio contadino antico è trasformato in ruderi per il pessimo adattamento dell’IMU che pesa genericamente sulle « seconde » case. In funzione anti-discriminatoria si potrebbe semplicemente estendere l’esenzione alle altre case rurale per l’equivalente della superficie medie delle vecchie case contadine. I chalet danno il suo unico cachet alla Svizzera. 

La valorizzazione del nostro patrimonio artistico avrebbe incremento i flussi turistici nel nostro Paese compreso quelli dei 60 milioni, più o meno, tutte le generazioni incluse, di Italiani residenti all’estero. Essi sono sempre nostalgici della patria e delle sue ricchezze artistiche e culturali. La stragrande maggioranza ha le sue origini nel Mezzogiorno. No solo questa politica urgente fu ignorata: fu tipicamente capovolta, trasferendo gestione e fondi ai privati. Questi non fanno altro se non aggravare il degrado del nostro patrimonio a parte le opere già mondialmente famose. La logica della valorizzazione culturale non è compatibile con la logica speculativa a corto termine e con quella del ROE ricercato dai soci ed azionisti.  

Preme sottolineare con matita rossa che queste scelte parassitarie non costituiscono a fatto una sorpresa. In effetti, l’israeliano naturalizzato italiano Yoram Gutgeld, oggi designato Mister Forbici al posto di Cottarelli, per intenderci il Gutgeld che scrisse il Programma del PD di Renzi, aveva già previsto la gestione privata di beni culturali da essere poi seguita, all’ora opportuna, dalla vendita delle opere d’arte e di siti pubblici. Avevo già fornito la critica del libro scritto da questo tizio à la Margherita Sarfatti, libro scritto per fare lucrare il suo contributo al programma renziano.  (14) Forse ricorderete l’ineffabile Jacques Attali discorrendo su « l’argent » di certi. La narrazione del debito e del Fiscal Compact può anche servire a questo scopo come già evidenziato a Venezia, al suo malgrado caduta nella trappola del disastrato Modello del Nord-Est. Venezia la città dei vaporetti che vide infierire l’arcireazionario padre dell’ebrea-fascista, finanziere, consigliere e amante di Benito Mussolini, Margherita Sarfatti, e oggi tra i più noti pitre cua filosofi  – « nouveaux philosophes »? – italiani del putativo « Impero » e delle « moltitudini ». Certi crimini non sono mai « acqua passata.» In Italia meno ancora che negli altri paesi.

Paolo De Marco, ex-professore di Relazioni Internazionali – Economia Politica Internazionale.

Copyright © La Commune Inc, San Giovanni in Fiore, il 11ottobre 2015.

Note:

1) Nella Nota **del mio Libro III, ho spiegato la falsificazione dei dati statistici ufficiali relativi alla disoccupazione. La disoccupazione al senso dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro esclude tante categorie da essere sottostimata da più della metà. Questo senza nemmeno tenere conto dei prigionieri o della bassa partecipazione delle donne, oppure dei 5 milioni di Italiani espatriati – da cui più di 100 000 quest’anno. Si deve dunque anche guardare al livello di partecipazione e della forza attiva ed ai livelli di precarietà e di sotto-impiego, dunque al livello di povertà, la cui soglia ed anch’essa definita in modo opportunistico. Questa « Nota **: la riduzione ricorrente del tempo di lavoro rimane l’ideale » tradotta in « italiano » nella sezione Italia di www.la-commune-paraclet.com/ seguendo il link dei « Brani scelti del mio Keynésianisme, Marxisme, Stabilité Economique et Croissance.» (2005).  Il caso dei sfiduciati e non solo dei Neet parla da sé. Vedi « Gli italiani sono i più sfiduciati  : il 13% non lavora e non cerca. Lo rileva l’Eurostat nell’indagine sulle forze lavoro potenziali. Il dato italiano sulle persone che pur disponibili a un impiego non cercano si confronta con l’1,2% in Germania, il 2,4% in Francia e il 3,9% in Spagna e la media Ue del 3,7%. Alle spalle dell’Italia la Croazia con l’8,1%. » 08 ottobre 2015. http://www.repubblica.it/economia/2015/10/08/news/lavoro_ue_italiani_sfiduciati-124608861/?ref=HREC1-8 Vedi pure : « Produzione industriale, battuta d’arresto in agosto , Calo tendenziale dello 0,5%, mentre rispetto al 2014 si registra un rialzo dell’1%. Prosegue il boom dell’auto: da inizio anno la produzione è salita del 44,5% », 09 ottobre 2015 http://www.repubblica.it/economia/2015/10/09/news/produzione_industriale_battuta_d_arresto_in_agosto-124677432/?ref=HREC1-5 . Al contrario dei numeri fasulli e speculativi propagandati come « crescita », si nota qui il calo dei beni di consumo e intermediari. « Le diminuzioni maggiori – aggiunge la nota – si registrano nei settori della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-10,0%), delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (-9,5%) e delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori(-8,5%). ». Sottolineamo che la falsità marginalista del PIL da me più volte denunciata diventa sempre più evidente a misura che il suo « income stream » (I. Fisher) diventa più sistematicamente speculativo. Nella Sezione International Political Economy del sito www.la-commune-paraclet.com ho spiegato la logica di questo « credito senza collaterale ».

Addendum 12 ottobre 2015: Sulla povertà crescente vedi « Allarme povertà di Unimpresa: 9 milioni di italiani in difficoltà, Agli oltre 3 milioni di disoccupati, l’associazione industriale somma tutti i lavoratori atipici: i contratti a tempo determinato, sia quelli part time (740mila persone) sia a orario pieno (1,66 milioni); gli autonomi part time (802mila), i collaboratori (349mila) e i contratti a tempo indeterminato part time (2,5 milioni), 11 ottobre 2015 http://www.repubblica.it/economia/2015/10/11/news/unimpresa_poverta_-124848728/?ref=HREC1-15

2) « XII. E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.

In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista. ». Vedi http://www.camera.it/leg17/38?conoscerelacamera=28 . Nell’Italia attuale i dirigenti trasversalmente filosemiti nietzschiani hanno permesso la creazione di Casa Pound. Ezra Pound non era solo un fascista, più grave ancora nel contesto italiano era un attivo propagandista ebreo fascista, mai ripentito. Ma questo è solo una parte della storia che rimanda alla natura nuovamente degenerata dei dirigenti e di troppi membri della magistratura che sembrano sostituire il Codice Rocco alla Costituzione e ai diritti garantiti al livello europeo e onusiano. Gente in violazione frontale della lettera e dello spirito della Costituzione nata dalla Resistenza, crimine gravissimo tra tutti. Sembra che questo Articolo XII non fu proprio rispettato dopo guerra. Si, ci fu la politica dei cosiddetti « piccoli pesci di Togliatti » che degenerò subito dopo il 1947. Non parliamo neanche di Lucky Luciano e dei suoi maestri americani e delle strage terroriste da loro perpetrate come quella di Portella della Ginestra, una maledizione per il Paese che Manipulite non è riuscita a sgominare.  Alla degenerazione ideologica risponde l’ormai consumata degenerazione socio-economico di un Paese distrutto.

3) Vedi « Colosseo e Fori chiusi per assemblea. Governo vara decreto: luoghi di cultura servizi essenziali, Il provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri dopo la polemica per la chiusura dei monumenti romani per un’assemblea degli addetti. Renzi: “Quei sindacalisti contro l’Italia”. Scontro con i sindacati », http://www.repubblica.it/politica/2015/09/18/news/roma_assemblea_monumenti_scontro_politico-123163792/

4) Vedi Leonardi e Sgarbi nel video. Leonardi spiega il fatto essenziale cioè che il preavviso per questa assemblea legale era stato dato normalmente giorni prima. Si verifica dunque una ovvia incompetenza manipolatrice da parte dei gestori privati. Leonardi sottolinea anche il fatto che i contratti sono bloccati ormai da 7 anni – alla faccia della condanna della Consulta. In http://contropiano.org/video/item/32926-colosseo-leonardi-usb-al-tgcom24. Vedi pure: Tomaselli (Usb): “proclamiamo uno sciopero in difesa del diritto di sciopero” Sabato, 19 Settembre 2015 09:33  Redazione Contropiano http://contropiano.org/politica/item/32916-tomaselli-usb-proclamiamo-uno-sciopero-in-difesa-del-diritto-di-sciopero

5) Vedi “Giù le mani dal Colosseo”, ma veramenteDomenica, 20 Settembre 2015 09:00 Sergio Cararo http://contropiano.org/politica/item/32925-giu-le-mani-dal-colosseo-ma-veramente Sergio Cararo mostra l’estrema erraticità degli orari dei musei e dei siti archeologici italiani. E ritorna sul argomento della destinazione delle entrate. Scrive :« Per quanto riguarda il ricavato della vendita dei biglietti di ingresso al Colosseo, ai Fori, a Palazzo Venezia, la parte più consistente degli incassi non andrebbero al Polo Museale romano, cioè al Ministero Beni Culturali e Turismo, ma alle imprese  private concessionarie dei servizi. Contropiano ha già scritto in passato su questo. Al Colosseo, il 69,8 % dei 3 euro aggiuntivi al costo del biglietto d’ingresso (di 12 euro complessivi) andrebbe alla concessionaria dei servizi, la Electa del gruppo Mondadori. Questa percentuale, scrive la Corte dei Conti in una recente relazione, «viola il dettato normativo attribuendo percentuali di entrate opposte a quelle leggi» (non più del 30%). Un’altra situazione denunciata dalla Corte è quella degli ingressi a Palazzo Venezia, sede di un museo ma anche, in questi mesi, di una mostra su Carlo Saraceni (che terminerà il 2 marzo). I magistrati contabili accusano: su 10 euro pagati per il biglietto dal visitatore, 7,75 vanno alla società privata  Civita Cultura.

Scrive il settimanale L’Espresso del 12 gennaio 2015

Nella Città eterna, che ogni anno richiama oltre 12 milioni di visitatori, lo Stato racimola solo le briciole dal tourbillon di acquisti culturali. Nel 2013 fra visite guidate, merchandising, prenotazioni, spuntini e caffè, monumenti e musei statali hanno incassato oltre 17 milioni di euro. Introiti virtualmente balsamici per le finanze esangui del Mibact, ma finiti quasi tutti nelle tasche dei privati: 15 milioni sono rimasti ai concessionari. Il Colosseo, icona universale dell’antica Roma, è anche l’emblema del suo paradosso, l’incapacità di farsi ricca col proprio patrimonio: otto milioni infatti sono stati trattenuti dai concessionari e solo 1,2 sono andati alla soprintendenza”

Renzi, Marino, il Presidente della Repubblica, il presidente della Commissione di garanzia hanno perso una ottima occasione per tacere. »

 6) “Museo chiuso per festa privata”. La giungla dell’arte in affitto

La polemica. L’ultimo caso a Torino. Le tariffe le sceglie il direttore ma a rimetterci è sempre il turista. di TOMASO MONTANARI. 9 ottobre 2015. http://www.repubblica.it/cultura/2015/10/09/news/_museo_chiuso_per_festa_privata_la_giungla_dell_arte_in_affitto-124663438/?ref=HREC1-13#gallery-slider=124670456So much for the nauseating hype around the Colosseo union meeting! Poi si ci gargarizza con il presunto «scandalo » causato da un’assemblea sindacale legale e preannunciata giorni prima!

 7) Ecco un eccellente articolo sul processo di selezione. « Direttori dei musei: ecco le terne. » http://articolo9.blogautore.repubblica.it/2015/10/08/direttori-dei-musei-ecco-le-terne/?ref=HREC1-13 . Vedi pure: « Musei, Mibac nomina venti nuovi direttori: sette gli stranieri », 18 agosto 2015 http://www.tgcom24.mediaset.it/cultura/musei-mibac-nomina-venti-nuovi-direttori-sette-gli-stranieri_2128673-201502a.shtml . « Musei, arrivano i “superdirettori”: Online il bando internazionale per “rivoluzionare” venti strutture d’eccellenza. Il ministro della Cultura Franceschini: “Per gli storici dell’arte di tutto il mondo, un’occasione unica”, 9 gennaio 2015  http://www.tgcom24.mediaset.it/cultura/musei-arrivano-i-superdirettori-_2088585-201502a.shtml . « “I musei diretti da stranieri? In Europa arriviamo tardi”» Parla Gabriele Finaldi, l’italiano alla guida della National Gallery. “Qui a Londra, anche durante lo sciopero, apriamo al pubblico”, dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI,30 settembre 2015 http://www.repubblica.it/cultura/2015/09/30/news/musei_direttori_stranieri_intervista_finaldi-124013349/?ref=HREC1-35 Articolo poco informato a funzione difensiva. Si tratta di un italo-inglese. L’autore avrebbe fatto meglio esporre la storia dei scioperi nei grandi musei, inclusi americani, scioperi che non innescano la demagogia pianificata in Italia attorno all’assemblea legale tenutasi al Colosseo. In oltre si tratta di una questione di merito reale e di reciprocità.

8) Brugnaro: “Metto Klimt all’asta per risanare il debito”. Bufera sul sindaco di Venezia L’idea del primo cittadino: “Capolavori in vendita. La soluzione potrebbe diventare un modello per le altre città”. Il ministro Franceschini: “Spero che stia solo scherzando” FRANCESCO FURLAN 10 ottobre 2015 http://www.repubblica.it/politica/2015/10/10/news/_metto_klimt_all_asta_per_risanare_il_debito_bufera_sul_sindaco-124737399/?ref=HREC1-17 . Da notare qui la provocazione tipica ma calcolata e funzionale di questa gente demagogica e discriminatoria   « Chi deciderà quali opere d’arte vendere e quali no? Quelle cedibili, per il sindaco, dovranno essere “non legate, né per soggetto né per autore, alla storia della città”. » Il modus operandi è sempre pressoché lo stesso. Chiaramente, la privatizzazione della gestione dei siti e delle opere d’arte va d’urgenza inclusa nel processo di audit del debito pubblico tale che richiesto da http://www.audit-citoyen.org/ . Questo dovrebbe anche riguardare la dilapidazione del 0,8 % del PIL conferito per ragioni di « debito strutturale » dalla UE per finanziare l’abolizione dell’ima e della Tasi sulle prime case di lusso. Recita un proverbio calabrese « A poco a poco il malato porta il sano. » Diventa peggio: li deve anche pagare, il servizi indivisibili mentre si taglia ovunque, salari, pensioni, sanità, educazione, infrastrutture e cultura! Vedi: « Via la Tasi ai più ricchi: ville, palazzi e castelli “salvi” se prime case », Zanetti, sottosegretario all’Economia: “La tassa sarà eliminata senza eccezioni di classi catastali”. Sono 45mila proprietari, di ROBERTO PETRINI 09 ottobre 2015 http://www.repubblica.it/economia/2015/10/09/news/via_la_tasi_ai_piu_ricchi_ville_palazzi_e_castelli_salvi_se_prime_case-124666156/?ref=HREC1-6.

9) Vedi« Book Review: Yoram Gutgeld, Più uguali, più ricchi, ed Rizzoli, 2013, ovvero un sacco di vecchi cliché neoliberali che non valgono la carta sulla quale sono scritti. » nella Sezione Critiques de Livres/Book Reviews del sito www.la-commune-paraclet.com . Per la biografia di Gutgeld vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Yoram_Gutgeld

10) Vedi http://www.culturecommunication.gouv.fr/Actualites/En-images/Infographie-L-apport-de-la-culture-a-l-economie-en-France-les-chiffres Il Rapporto stima che « Con 57,8 miliardi di euro in valore aggiunto, cioè 3,2 $ del PIB, 104,5 miliardi di euro di contributo globale e 670 000 impieghi, la cultura rappresenta un settore strategico in Francia.» (traduzione mia)  In Italia non viene neanche in testa di redarre un rapporto simile. Con un terzo del patrimonio mondiale culturale il nostro Paese da l’immagine di degrado sistematico di Pompei e il numero di turisti è calato inesorabilmente.

11) Franceschini: “Restituiamo al Colosseo l’antica arena”ttp://www.leggo.it/NEWS/ROMA/colosseo_arena_gladiatori_foto_video/notizie/989780.shtml  . Almeno che non si decidesse più giustamente di celebrare l’anti-esclusivismo dell’imperatore Tito e di Svetonio! Citando l’articolo: « Per Salvatore Setti, ex direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa e ex presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, la restituzione dell’arena non è «una priorità ragionevole in un momento drammatico per la tutela del patrimonio culturale» come questo, « anche perché dettata da un’ipotesi di riuso per forme varie di intrattenimento ».» Abbiamo tutti in menti i crolli a Pompei, ma c’è molto peggio. Le priorità ritenute rivelano molto, sapendo che in questo caso i gestori sono privati. Strano uso dei fondi pubblici.

12) Mi sia concesso qui un aneddoto personale. Poco fa vistò Napoli. Al Museo di Capodimonte dovetti aspettare per l’apertura delle ricchissime sale all’ultimo piano. Oltre al fatto che, per mancanza di personale, ci fu concesso pochissimo tempo – visitare un museo di corsa per un turista di fuori non è proprio l’esperienza più piacevole di arricchimento culturale – si ci soffocava dal calore. Due turiste, credo americane, né furono così scandalizzate da rivolgersi ad una impiegata per protestare, puntando al degrado inevitabile delle opere. Gli venne risposto, con poco convinzione, che a parere degli esperti, non era il calore per sé ma i sbalzi termici che causano danni. E dunque tutto ok per questi « esperti » degni del loro ministro e governo di tutela, come se la temperature alle 4 del mattino e quella alle 16 del pomeriggio rimaneva stabile. Ora, a parte i pregiati Caravaggio, Mattia Preti, Luca Giordano ecc esposti nelle ultime sale, le prime sale contengono un tesoro inestimabile per la storia della pittura occidentale, ossia dipinti su legno – sensibile ai balzi di temperatura – che risalono al 1280, cioè prima di Cimabue e di Giotto, illustrando così la transizione dalla icone bizantine e dalle pitture siciliane. Se non si valorizza i dividendi dei privati, non importa nulla? Non si dice « Tondo come l’O di Giotto». ? 

13) Vedi: http://www.borghitalia.it/pg.base.php?id=6&cod_borgo=798 . Taverna seppe anche mettersi in valore creando un quadro restaurato nel quale spiccano le opere di Mattia Preti. Vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Taverna_(Italia) . Un esempio fra altri possibili: Il sentiero dell’Abate pitagorico Gioacchino da Fiore da Cosenza alla Grancia di San Martino di Giove – Pietrafitta –, a Lorica, Jure Vetere e San Giovanni in Fiore, e fine alla pitagorica Crotone avrebbe un potenziale simile ma più emancipatore di quello del Cammino di Santiago di Compostela in un panorama silano ineguagliabile. Il sito di Jure Vetere, dove nacque la secolarizzazione dello Spirito che influenzò tutta la storia occidentale e umana è ritornato all’abbandono.

14) Vedi la Nota 9 qui sopra, e l’esigenza di un Audit sul debito pubblico alla Nota  8.

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