Commenti disabilitati su ODIO, AMORE E SUPERAMENTO DELLA DIALETTICA DEL MAESTRO E DELLO SCHIAVO? 6 dicembre 2019.

Nella dialettica dello schiavo e del maestro, al maestro che monopolizza l’uso legittimo della forza e l’oppio del popolo, serve l’odio dello schiavo o il suo cieco amore. Questi due sentimenti dello schiavo materializzano le due gradazioni ottimali del suo domino.

I marxisti, i comunisti, non odiano nessuno. Hanno invece un amore infinito per l’Umanità e per tutti i membri di questa Umanità, dunque per i loro diritti fondamentali sociali e individuali e per il loro libero arbitro. Possiedono la determinata e tranquilla consapevolezza scientifica che il regno disumanizzante del maestro deve essere spazzato via, senza se e senza ma, anche per rispetto all’umanità del “ maestro “ e dei sui servi in camera da riumanizzare.

Ai marxisti, ai comunisti non serve inventarsi un “ nemico “ da odiare come al giurista manipolatore nazi Carl Schmitt oggi di nuovo ispiratore, con Nietzsche, di tutti i politici filo-semiti nietzschiani, troppo spesso crociati tanto al livello estero quanto al livello domestico.

Il vero problema attuale consiste nel non confondere le passeggiate piccolo-borghese tipo “Fridays for future” o “Sardine” – subalterne al mantenimento del sistema, forse in funzione anti-razzista ma tipicamente senza preoccuparsi della scellerata legge Minniti e dalle due Leggi anti-lavoratori e anti-migranti Salvini-Di Maio oggi avvallate dal PD, e della sua psicologia subalterna di classe, con il compito di organizzare la lotta di classe, anche con lo sviluppo di una autentica “pratica teorica “ all’altezza. Questo non ci impedisce, al contrario, interloquire con questi movimenti proponendo un ritorno alla scienza ed ai principi cardini sanciti dalla Costituzione. (1)

A umile parere mio, la potenza innovativa e sottostimata del movimento dei Gilets jaunes sta proprio nel dire collettivamente quello che io avevo teorizzato già nel 2001-2002 nel mio Pour Marx, contre le nihilisme – sezione Livres-Books del mio vecchio sito www.la-commune-paraclet.com o in Contra-pitre nella sezione Italia dello stesso sito – cioè, che i “pitre” non sono mai altro che “pitre” e finiscono ineluttabilmente come “pitre” (2). Il sottotitolo del mio Pour Marx, contre le nihilisme è : “Réplique de la banlieue et des étudiant.e.s à demi-cultivé.e.s à un philosophe-pitre.” Arrivati a questa coscienza specifica, la formazione della contro-egemonia gramsciana è a due passi di potere transcendere il regime di classe dominante e il suo modo di produzione.

Va ricordato che la volgarizzazione della scienza di punta con l’Encyclopédie rappresenta per Gramsci il lavoro di contro-egemonia che permise di mutare la visione del mondo delle masse permettendo poi la Rivoluzione francese per la laicità, l’uguaglianza e l’anti-esclusivismo.

In questo senso la priorità in termini di mobilizzazione di massa dovrebbe oggi andare ad una petizione e ad un referendum per esigere il ripudio della riforma della governance europea – MES, SRF e Cacs – come pure degli Articoli 81 e 97 della Costituzione come modificati dal scellerato ammendamento del 2012. Vedi gli articoli pertinenti in http://rivincitasociale.altervita.org .

Questo è l’unico modo per bloccare la decisione già presa trasversalmente di firmare. Permetterebbe pure fare utile pedagogia di massa su i veri problemi socioeconomici, scientifico-culturali e etico-politici che affliggono il nostro Paese, ora trasversalmente trascinato ad una ristrutturazione à la greca … A parte il fatti che i nostri dirigenti pitre hanno già messo in opera da soli quello che fu imposto ai greci dall’esterno …

Una eventuale ristrutturazione del debito pubblico da parte del nuovo MES non potrà contare troppo sull’export prioritario per ripagare i pescecani della finanza che controllano il nostro debito pubblico, né sulla deregolamentazione e le privatizzazioni quasi già tutte compiute, né sulla spending review oppure sopra un avanzo primario attorno al 3 % del PIL. Perciò le eventuali riforme andranno a tagliare gli ossa.

Sottolineo di nuovo che non esiste nessuna “uscita di sicurezza “ senza il ricordo al credito pubblico per finanziare direttamente il debito pubblico e para-pubblico sul mercato primario.

Con la mia solidarietà,

Paolo De Marco

1 ) Ad esempio, l’Italia possiede una delle più importanti filiere di produzione delle plastiche e polimeri. Fu tra le prime a sviluppare sacchetti di plastica biodegradabili ma senza il dovuto appoggio pubblico. Non si può imporre nuove tasse sulle plastiche senza riorganizzare prima tutta la filiera a monte e a valle per conservare le nostre produzioni anche mettendo in opera il riciclaggio immediato e la dovuta transizione a medio termine. Sopratutto se queste tasse, derisorie per le entrate previste, mirano a contentare la Commissione europea e gli epigoni nostrali della ferrea stabilità di bilancio – Articoli 81 e 97. La stessa cosa vale per il riciclaggio dell’elettronica per ricuperare le cosiddette terre rare. L’Italia fu tra le prime a sviluppare un forno a altissime temperature – il TOR – ma furono il Belgio e la Francia a sapere posizionarsi rapidamente in questa filiera ecologicamente necessaria e di avvenire. Anche perché il recupero delle terre rare costo meno rispetto all’approvvigionamento che origina nelle miniere.

Per pochi spiccioli, la stessa logica neoliberale filo-semita nietzschiana e pseudo-ecologica della desincitazione fiscale vale per la sugar tax. E puramente regressive e, come per il tabacco, va a colpire i consumatori meno ricchi senza raggiungere nessuno obbiettivo sanitario. Per lottare contro l’obesità si dovrebbe imporre criteri sanitari per la produzione di merci a base di zuccheri o grassi e aumentare i salari, le pensioni minime e i redditi per l’assistenza sociale e la disoccupazione per permettere una dieta più qualitativa. Tutta l’industria agroalimentare sa benissimo che i zuccheri causano più dipendenza della cocaina …

2 ) Anche in modo emblematico come Nietzsche diventato pazzo appeso al collo del cavalo ferito gridando “ Pietà! Pietà! Pietà!”

 

Comments are closed.