Care compagne, Cari compagni,

Il sistema attuale non è ovviamente capace di assicurare il pieno impiego, non riesce a tutelare in modo positivo la disoccupazione né ad assicurare una previdenza sociale dignitosa a tutte-i quelle-i che ne hanno bisogno. In breve, i diritti sociali fondamentali, il diritto ad un lavoro ed una retribuzione dignitosa, il diritto alla solidarietà nazionale, tutti sanciti dalla Costituzione e dalla Carta Universale dei Diritti delle Nazioni Unite non vengono rispettati. La difesa di questi diritti fondamentali è diventata la prima emergenza nazionale, europea e mondiale. I movimenti hanno un obbligo di fare rete in difesa di questi diritti, rompendo così l’isolamento nel quale si pensa ridurre le cittadine ed i cittadini senza lavoro o ridotti alla povertà.

A San Giovanni in Fiore (cs) è nata una protesta di disoccupati. E un movimento esemplare per la dignità e per la coscienza politica rispetto al maggiore problema sociale  che affligge la nostra Calabria e la nostra Italia contemporanea, cioè l’accesso garantito ad un lavoro dignitoso. Sembra che queste/i compagne/i siano rigorosamente ignorati da tutti, sindacati, politici, intellettuali, media, ecc. Con poche eccezioni, ad esempio vedi: « Articolo 21 di Lino Polimeni del 19 febbraio 2016 – Gli invisibili di San Giovanni in Fiore (Cs) RTC » https://www.youtube.com/watch?v=8UNIJxK3lxs (vedi il reportage a partire di 28:00 mn a 01:30 mn.)

La situazione vissuta dalle nostre compagne e compagni disoccupati a San Giovanni in Fiore non è un caso isolato, tanti altri villaggi ed altre città in Calabria, nel Mezzogiorno e anche ora nel Nord Italia sono vittime dello stesso disagio socio-economico. Anche loro sono rigorosamente ignorati ed isolati.

Perciò, credo personalmente che sia urgente rompere l’isolamento, creando rete al livello regionale e nazionale, mettendo insieme tutte queste realtà. Ad esempio, facendo nascere dei comitati cittadini permanenti e collegati tra loro. La società civile può modificare i processi decisionali pubblici e privati solo se riesce ad organizzarsi in modo autonomo e permanente. Se non altro perché i processi decisionali pertinenti non sono concentrati ma divisi fra i vari livelli politici-istituzionali. Questo fa e deve fare parte del processo democratico reale.

Mi sembra dunque urgente dare un’ampia diffusione a questo video ed eventualmente ad altre del genere per suscitare il collegamento di tutti i movimenti oggi frammentati e isolati. In seguito, i vari movimenti decideranno come organizzarsi e cosa fare.

Io non ho nessuno mandato e nessuna pretesa per parlare a nome loro, ma credo che l’espressione della solidarietà nazionale sia un dovere cittadino per tutte e tutti, un dovere fra l’altro sancito dalla nostra Costituzione, nata dalla Resistenza.

Vostro,

Paolo De Marco

Miei siti: http://rivincitasociale.altervista.org e www.la-commune-paraclet.com

  1. Compagno L. ha detto:

    Grande compagno Paolo 🙂 andiamo a Cosenza!!! 😉

    • rivincitasociale ha detto:

      Caro, Compagno L,
      Grande è il Movimento. Speriamo sia la scintilla che inizierà una svolta ugualitaria in Italia ed in Europa.
      Ne approfitto per fare un appello a tutti i gruppi e movimenti a fare rete. Facciamo fiorire, dieci, cento mille comitati cittadini civili, pacifici, costruttivi ma determinati a cambiare le cose!
      Paolo