Commenti disabilitati su Autonomia differenziata = perché e a chi fa gola? 18 novembre 2022

Ritorna il progetto distruttivo, sballato, arcaico e obsoleto dell’autonomia differenziata ideato dalle stesse forze zombie neo-liberali monetaristi e spinelliane che sognano perennemente di distruggere l’unità della nostra Repubblica. Non va nel senso della Storia. Chiediamo al minimo al Parlamento di non passare in forza e di sottomettere umilmente e democraticamente ogni cambiamento costituzionale in materia ad un referendum nazionale, se mai la Consulta non ci mettesse un termine prima. (*)

Nel Concerto delle Grandi Nazioni europee e mondiali, l’unità dell’Italia, in realtà necessaria all’armonia europea e inter-nazionale, viene sempre combattuta con l’appoggio sfortunatamente troppo scontato di alcune forse autonomiste interne. Lo rimpiangeva già il grande Niccolò Machiavelli e tutti i grandi nomi che contano nel nostro Paese.

Quando Napoleone invase la Penisola nacque la visione nazionalista moderna italiana. L’Unità diventava finalmente possibile per i Patrioti italiani. Ma fu ostacolata dallo stesso Napoleone e dal Direttorio. Ecco la posizione di questo ultimo tale che espressa da Barras al rappresentante della repubblica cisalpina: « Perché creare un gigante la cui colossale immensità un giorno ci metterebbe in imbarazzo? » (Jean Tulard, 1999, p 222)

Con la sconfitta di Eugène di Beauharnais e di Murat e la successiva invasione della Lombardia e del Veneto dagli Austriaci, Metternich esprimeva la sua ansietà per l’esistenza del « cosiddetto spirito Italiano » nella Penisola al comandante delle forze armate Bellegarde. Aggiungeva che sarebbe utile « fare rivivere lo spirito Lombard » per fare contrappeso. Di fatti, l’imperatore Francisco aggiunse simbolicamente la Corona di Ferro nella stemma imperiale e mantene divisa la governance della Lombardia e del Veneto. ( R. John Rath, 1969, p 61)

L’Unità dell’Italia ebbe la sua prima piena espressione con l’adozione della Costituzione, nata dalla Resistenza. Istituiva una « Repubblica, una e indivisibile » fondata sul lavoro dignitoso e sulla riconoscenza dei diritti fondamentali individuali e sociali da attuare con la pianificazione socio-economica nel quadro di una economia mista appoggiata dal credito pubblico e nella quale allo Stato incombe l’obbligo di intervenire per garantire l’uguaglianza dei diritti ogni volta che il privato dimostra essere incapace farlo.

Dopo la sciagurata svolta della Bolognina del 1991, si aprì la porta al lento ma inesorabile smantellamento della nostra Repubblica ancora accelerato col Trattato di Maastricht del 1992. Si creò l’illusione della regionalizzazione a-nazionale all’interno di una Unione Europea sempre più federalista. Si fece senza nemmeno badare alle inevitabili disparità regionali impossibili da combattere al livello nazionale poiché i strumenti per farlo sarebbero sempre più devoluti alla Commissione e alla BCE.

In seguito, si impose il federalismo fiscale con la legge del 18 ottobre 2001 attuata con la legge del 5 maggio 2009. (1) Questo avvenne con l’appoggio riformista trasversale, scontato a quell’epoca nel Parlamento, ma senza nessuna consultazione referendaria nonostante la gravità della modifica. Per colmo, malgrado le mie proteste, si impose questo sciagurato federalismo fiscale senza nessuno studio di impatto preliminare e senza mai definire in modo operazionale i fumosi concetti di « costi storici » e « costi standard », e dunque senza mai definire in modo concreto i Livelli essenziali di Protezione – LEP – senza i quali ogni unità repubblicana sparisce. Con i LEP l’autonomia può solo essere amministrativa fatti salve le autonomie storiche riconosciute dalla Costituzione.

In questo modo il Meridione e le arie periferiche settentrionali furono sacrificate. Poi seguì anche il Jobs Act nella Repubblica fondata sul lavoro! Il Sistema sanitario nazionale, ancora sotto attacco oggi con tagli addizionali di 5miliardi nei prossimi 2 anni(2), fu subito sottomesso ad una privatizzazione rampante e ad una ristrutturazione selvaggia sul piano nazionale. Questo smantellamento è ben illustrato dagli oltre 300 milioni di mobilità passiva annuale in Calabria. Credo potere aggiungere che si tratta di una mobilità passiva che alimenta i profitti delle strutture private più a nord.

Al contrario, un sistema sanitario degno del nome non deve soltanto prendere in carico, al più alto livello possibile, i diritti fondamentali delle cittadine e dei cittadini alla salute ed al benessere, deve anche essere concepito come una delle più importante strutture economiche strutturanti necessarie allo sviluppo locale senza il quale si accelera lo spopolamento dei territori. Nessuno può negare che la mancanza di studi di impatto preliminare non faceva parte della strategia ideata dagli autonomisti per imporre alla popolazione italiana una scelta non voluta. È d’altronde la strategia usuale utilizzata per procedere allo smantellamento dei programmi pubblici nazionali e locali: si distrugge la loro grande efficacia sistemica pubblica – costano meno perché non si deve pagare dividendi agli azionari – e poi si prende pretesto delle disfunzioni create così ad arte per privatizzare tutto.

Finalmente quando ebbe la possibilità di esprimersi per via referendaria, la nostra popolazione disse clamorosamente NO in grande maggioranza, come aveva similarmente fatto durante il referendum del 2011 sull’acqua, bene pubblico. Così, nel referendum del 4 dicembre 2016 la proposta di modifica della Costituzione, e in particolare del suo Capitolo V relativo alle autonomie e al federalismo competitivo, fu sconfitta con oltre 59 % dei voto in una tornata referendaria molto partecipata. Non esiste dunque nessuna legittimità democratica per riproporre un distruttivo progetto di autonomia differenziata. (3) Le mie analisi della scellerata proposta di revisione costituzionale Renzi-Gutgeldiana si trovano qui: http://rivincitasociale.altervista.org/la-riforma-costituzionale-renzi-gutgeldiana-distruzione-del-paese-ad-opera-del-federalismo-competitivo/

Oggi questo progetto è palesemente fallito come lo dimostrano l’attuale fuga in avanti guerrafondaia e atlantista della UE e le contraddizioni della politica neo-liberale monetarista della BCE assecondata dalla sciocca revisione degli Articoli 81 e 97 della nostra Costituzione nel 2011-2012 sul pareggio di bilancio.

Si nota che nel 2007 la Germania modificò la sua costituzione federalista ma nel senso del rafforzamento dei poteri centrali per tutto quello che riguarda la coesione federale. In Italia si procede alla rovescia sempre con lo stesso spirito subalterno. Oggi la Germania rafforza la sua coesione socio-economica iniettando oltre 260 miliardi di Euro e stringendo i suoi rapporti diplomatici necessari fuori dello spazio della UE. Questo perché questo spazio è ormai oggetto di una scellerata politica esclusivista imperiale per la quale il putativo Impero filo-sionista nietzschiano mette in atto la sua politica di distruzione preventiva di tutti i suoi rivali militari o economici, Germania e Europa inclusi. La UE è diventata la nuova frontiera dell’accumulazione del capitale speculativo, all’immagine dell’Europa orientale dopo lo smembramento del Blocco dell’Est. In Italia facciamo solo « ristori » pagati col deficit pubblico perché il federalismo fiscale spinelliano di un’altra età ci impedisce il ricorso alla pianificazione ottimizzata al livello nazionale ma anche il ricorso, non dico al credito pubblico, ma solo all’equivalente del credito non-speculativo legato all’economia reale, ad esempio le Sparkassen tedesche. Ci aspetta il MES, con la transizione attuale col debito del PNRR con le sue 528 condizioni preludio della nuova prigione ideata dalla BCE con il suo nuovo strumenti anti-frammentazione …

Attualmente la UE e i suoi Paesi membri non sono più capaci di rispettare il Fiscal Compact, cioè la riduzione annuale di 1/20 del debito pubblico oltre al 60 % del PIL; non sono più capaci, nel quadro del Semestre europeo, di chiedere il rispetto della soglia di deficit del 3 % iscritta nel Trattato di Maastricht. In Italia, il deficit previsto si aggira attorno al 5 % violando pure, nello studiato silenzio generale, gli Articoli 81 e 97 del pareggio di bilancio in Costituzione.

Ma si fa rimanendo sempre saldamente nei limiti delle politiche socio-economiche regressive di austerità neo-liberale monetarista senza nemmeno prendere l’opportunità offerta per confezionare una vera e propria legge di finanza di rilancio economico e sociale. Si accelera così verso la « società della nuova domesticità e della nuova schiavitù » ovvero alla luce del nuovo totalitarismo sanitario trans-umanista verso le Nuove Leggi di Manu denunciate nella Breve del 25 aprile 2022 in http://rivincitasociale.altervista.org/sars-cov-2-brevesflash-newsbreve/ . Le scarse prestazioni dei sistemi sanitari lombardo e veneto, pieni di conflitti di interessi con Big Pharma e privatizzati oltre al tollerabile costituzionale dovrebbe dare materia a ripensamenti tra i ranghi delle nostre cittadine e cittadini che hanno, fin qui, ascoltato le sirene dell’autonomismo se non della secessione de facto.

Oggi, queste forze sono direttamente responsabili dell’impoverimento generale del nostro Paese come pure della fuga dei nostri concittadini, sopratutto giovani, all’estero. Sono quasi 8 milioni sin dal 2007, sempre di più dal Nord. Qui non si tratta solo della solita variabile di aggiustamento demografica ma di un vero e proprio suicidio nazionale. Uno che non può essere mascherato facendo demagogia sugli migranti oppure su 4 povere ONG che salvano vite umane appoggiando in modo molto marginale le navi militari. In realtà, sembra una guerra contro il nostro popolo e contro la nostra Repubblica una e indivisibile. (4)

Questa proposta di autonomia differenziata va dunque scartata perché anti-costituzionale e contraria all’unità nazionale in un mondo in piena mutazione, un mondo in marcia verso un ordine mondiale fondato su nazioni solide capaci di operare e di pesare nei nuovi rapporti bilaterali congruenti con la Carta delle nazioni Unite e con la Dichiarazione Universale dei Diritti Fondamentali Individuali e Sociali del 1948.

Paolo De Marco

Note:

* ) « Autonomia differenziata, cosa c’è nella riforma di Calderoli. Oggi vertice con Meloni », In discussione è la legge quadro che deve definire la cornice per le intese fra il governo e le singole Regioni. In gioco c’è l’elenco delle 23 materie che la riforma costituzionale del 2001 ha assegnato alla competenza concorrente fra Stato e Regioni: si va dall’istruzione ai beni culturali, dalle professioni alle infrastrutture, 18 novembre 2022, https://www.ilsole24ore.com/art/autonomia-differenziata-cosa-c-e-riforma-calderoli-oggi-vertice-meloni-AEZqO9HC

1 ) « In Italia il federalismo fiscale, che non era espresso nella Costituzione del 1948, è oggi previsto a seguito della riforma del titolo V operata con la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, dall’art. 119 della Costituzione, che ne contiene i principi, ed è entrato in funzione a seguito dell’approvazione della legge 5 maggio 2009, n. 42[6], il cui proponente era l’allora ministro Calderoli[7]. » https://it.wikipedia.org/wiki/Federalismo_fiscale

2 ) Vedi: a ) « Governo nuovo, vecchie abitudini: arrivano i tagli alla sanità »

di Coniare Rivolta* , https://contropiano.org/news/news-economia/2022/11/17/governo-nuovo-vecchie-abitudini-arrivano-i-tagli-alla-sanita-0154426

citazione « Si scopre infatti – da due scarne tabelline a pagina 13 e 14 – che si prevede una diminuzione della spesa sanitaria (rispetto al dato di quest’anno) di circa 2,2 miliardi nel 2023 e di ulteriori oltre 3 miliardi l’anno successivo, per un totale di ben oltre 5 miliardi in solo un biennio.

Se si considera in rapporto al PIL, la situazione è ancora più drammatica, perché si prevede la diminuzione di 1 punto percentuale netto (dal 7% al 6%) in un solo triennio. »

b ) « Senza dire niente a nessuno, nottetempo, con un tratto di pena che taglia le cure ai “malati cronici non autosufficienti”. Ossia ai più deboli tra gli ultimi, decretandone un’aspettativa di vita assai più limitata. » Questo è da leggere con gli fenomenali incrementi degli effetti secondari, incluso cancri, dovuti alla politica vaccinale con mRNA. Vedi « Malati cronici? “Che muoiano il prima possibile…” », di Alessandro Avvisato , https://contropiano.org/news/politica-news/2022/10/18/malati-cronici-che-muoiano-il-prima-possibile-0153490

Vedi pure, oltre le Breve sul Sars-CoV-2 nello stesso sito, questa analisi : « La Sanità tra tagli e corruzione : una vittima eccellente del federalismo fiscale » in http://rivincitasociale.altervista.org/la-sanita-tra-tagli-e-corruzione-una-vittima-eccellente-del-federalismo-fiscale/

3 ) Vedi: a )« Riforma costituzionale Renzi-Gutgeldiana: distruzione del Paese ad opera del federalismo competitivo », http://rivincitasociale.altervista.org/la-riforma-costituzionale-renzi-gutgeldiana-distruzione-del-paese-ad-opera-del-federalismo-competitivo/

b ) « Referendum: i cittadini italiani non sono scimmie da noccioline americane », http://rivincitasociale.altervista.org/referendum-cittadini-italiani-non-sono-scimmie-da-noccioline-americane/

c ) https://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_costituzionale_in_Italia_del_2016

4 ) Vedi – se necessario si può utilizzare un traduttore online: http://rivincitasociale.altervista.org/italys-dirty-politics-on-migrants-played-with-an-extremist-and-regressive-european-and-world-agenda-nov-14-2022/

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