Commenti disabilitati su CALABRIA, Sanità e altro = commissari ad acta con poteri veri ma eletti dal popolo sulla base del loro programmo di rientro (pubblico), 26 novembre 2020

Il titolo parla da se e la nostra gente sa pensare con la propria testa anche se non viene ascoltata e se non sa più prendere i mezzi per esserlo.

Ridare voce in capitalo al popolo sovrano in tutte le sue componenti e organizzazioni.

Il difetto maggiore in Italia e in Calabria, quello che induce tutti gli altri, è il disprezzo attivo del popolo sovrano. Anche la qualità dell’implementazione della legalità dipende della parte che si riconosce al popolo sovrano nei processi decisionali.

Da anni ormai, diciamo sin dal famigerato Patto sociale del 1992 consecutivo al harakiri della Bolognina poi seguito dall’incontro – Draghi in particolare – sul Britannia (1), la politica nel nostro Paese consiste nella spogliazione sempre più spinta del potere del popolo sovrano. E vero per il ruolo dei partiti politici. Oggi sono ridotti al ruolo di lobbie per i poteri forti con l’apertura al finanziamento privato, in un sistema trasversalmente sempre più lontano della volontà dei fondatori della nostra Repubblica e dei redattori della nostra Costituzione. A parte alcune professioni cosiddette liberali ma privilegiate, la democrazia sociale prevista dalla Costituzione per coinvolgere gli attori socio-economici e culturali nella presa di decisione – ad esempio, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, Articolo 99 – , nessuno agente sociale viene sistematicamente e democraticamente coinvolto. Per i gruppi di pressione, almeno quelli non legati a ONG multinazionali integrate nei catechismi dominanti – liberalizzazioni, privatizzazioni, Green New Deal ecc – il disprezzo attivo e la marginalizzazione risultano ancora peggiore. (2)

A cosa serve un commissario ad acta per la Sanità, pagato oltre 12 000.00 euro al mese, se non ha poteri veri per cambiare il sistema e se il suo (illimitato) mandato rimane concepito nell’ambito di un Piano di rientro letteralmente a-costituzionale e straniero, perché contrario alla predominanza del settore pubblico, e rimane subordinato ad algoritmi e blueprints anglo-sassoni? Questi sono contrari alla tutela costituzionalmente dovuta della salute pubblica con i loro Hub, Spoke, Ospedali generali e pronto-soccorsi che sacrificano gli ospedali di montagna – come quello di San Giovanni in Fiore (CS) – per contabilizzare posti letti nei grandi centri urbani dove la regola legale di non più di un terza (1/3) di strutture private è un lontano ricordo, anche in perido di crisi pandemica e di collasso generalizzato del sistema.

La Lombardia – assieme a certe personalità non certo frequentabili e a comportamenti del tipo Comunione e Liberazione ecc – fa ancora peggio della Calabria. In modo, che le cause vere del disagio sanitario nella mia Regione non sono antropologiche ma sistemiche e legate alla fase del neoliberalismo monetarista predominante sin dal Trattato di Maastricht. Questo trattato del 1991-92 accompagnò la disastrosa svolta italiana menzionata all’inizio di questo commento. Per una analisi di fondo vedi il mio saggio « Sanità tra tagli e corruzione: una vittima eccellente del federalismo fiscale » in http://rivincitasociale.altervista.org/la-sanita-tra-tagli-e-corruzione-una-vittima-eccellente-del-federalismo-fiscale/ . Per la CONCLUSSIONE di questo saggio vedi : http://rivincitasociale.altervista.org/la-sanita-tagli-corruzione-vittima-eccellente-del-federalismo-fiscale-11-giugno-2016/ . Per San Giovanni in Fiore, vedi : http://rivincitasociale.altervista.org/riabilitare-lospedale-di-montagna-di-san-giovanni-fiore-12-gennaio-2017/ . Concedetemi un poco di ironia fraterna: Il mondo è ampiamente spiegato, ora bisogna cambiarlo sul serio!

La Sanità in Calabria vale oltre il 66 % del bilancio della Regione. (3) Dato che il tasso di occupazione – non di disoccupazione – prima delle crisi sanitaria attuale era attorno al 40 %; dato, in oltre, che la nostra Regione, colpita in pieno dalla crisi del 2007-2008, fa fatica a creare valore di scambio economico, mentre non sa utilizzare i fondi europei spesso rinviati indietro, questa fetta cospicua di fondi pubblici fa gola a tanta gente più o meno onorabile, per dire il meno. Alla fine dell’anno quasi 45 miliardi di euro dei fondi europei 2014-2020 saranno ritornati indietro dall’Italia mentre dal Ricovery Fund arriveranno solo una trentina di miliardi netti dal nostro contributo nazionale !!! Con una logica simile ci trascineranno nel MES senza pensarci a due volte …

Si aggiungono due tare sistemiche volute: La prima, il fatto che il commissario ad acta non ha poteri veri e quelli dei quali dispone devono essere utilizzati nel quadro ristretto del Piano di rientro neo-liberale monetarista che è la causa principale dei problemi attuali. La seconda, il fatto che il commissario deve spartire i poteri decisionali in materia di Sanità con il Presidente della Regione e con i dirigenti delle aziende sanitarie provinciali. Stando così le cose, nessuna riorganizzazione virtuosa avrà mai successo. Non si tratta di centralizzare per centralizzare ma solo di non confondere decentralizzazione decisionale con autonomia amministrativa. Questo principio deve valere anche al livello nazionale.

Se si cercava ci creare caos per poi pretestare del caos per riformare – cioè, per privatizzare  – non si poteva fare meglio. E una ricetta utilizzata ormai da decenni per smantellare tutti i servizi pubblici o beni comuni dello Stato sociale sancito dalla Costituzione.

E proprio questo sistema, con le sue tare intollerabili, che va buttato nella spazzatura e sostituito ritornando allo spirito e alla lettera della Costituzione, cioè ad un sistema dotato con il mandato di tutelare la salute delle cittadine.i in tutte le Regioni ugualmente – Lep e Lea. Tutti gli altri difetti sono ben noti a tutte.i le nostro concittadine.i.

Non sono le personalità che contano, ma i programmi e la responsabilizzazione democratica dei dirigenti, la loro elezione e la loro revocabilità. Le personalità scelte per nomina o meglio per elezione devono comunque sempre contare sopra una squadra e operare sulla base di un mandato preciso. I commissari ad acta devono essere eletti non solo per la Sanità ma anche quando sono designati alla testa delle municipalità. La stessa cosa vale quando sono incaricati con compiti precisi, ma poco investigati dai media, ad esempio il lentissimo commissariamento per la rimessa in ordine dei depuratori italiani con le sue onerose e salatissime penalità mensili europee. Oggi i commissari ad acta, loro malgrado o meno, servono solo a legittimare il sistema di corruzione generale sostituendo alcuni sindaci o dirigenti conservando pero tutto il marcio burocratico, luogo delle infiltrazioni più operative.

La questione prioritaria in Calabria è quella del ritorno alla democrazia e ai servizi pubblici. La crisi del Sars-CoV-2 lo dimostra con drammaticità. Similarmente, per l’economia in generale preme il ritorno all’economia mista con la riabilitazione del settore di Stato e delle cooperative pubbliche meno soggetti ad infiltrazione dato il controllo democratico operato sia dal Parlamento sia dai consigli comunali e dai sindacati.

Sin dal 2011 i fondi destinati alla Sanità nazionale furono bloccati al loro valore assoluto, a parte alcune drammatiche correzioni come nel caso dall’epatite C. Questo, in modo che, anno dopo anno, l’erosione dovuta all’inflazione e alla gestione privatizzata causò la perdita di 37 miliardi di euro con la sparizione di oltre 65 000 posti letti. Da allora la parte del privato anche convenzionato cresce sempre di più ma nella logica del profitto, in modo che le operazioni più pesanti e meno redditizie sono riservate al settore pubblico cronicamente sotto-finanziato e tragicamente carente in personale. Le strutture pubbliche di prima linea – cliniche, laboratori per i medici di famiglia ecc – sono quasi totalmente spariti anche se non furono mai realmente sviluppate secondo quando prevedeva la legge. La cosiddetta compartecipazione aumenta anno dopo anno assieme alle assicurazione mediche ovviamente riservate a chi può finanziarle. Siamo proprio all’avanguardia del sistema neo-liberale eugenetico di Ludwig Mises da me denunciato nella Nota 11 del mio saggio citato qui sopra. In effetti, oltre 11 milioni di cittadine.i rimandano le cure perché non possono affrontarne le spese! Roba di Terzo Mondo? Prima di rispondere vedete qui i numeri dei contagi e dei morti causati dal Sars-CoV-2 nei vari paesi, vedi : https://statistichecoronavirus.it/ . Osservate, ad esempio, le statistiche in Cina, Cuba, Vietnam, Cambogia, Nuova Zelanda, Senegal e Congo … Chiaramente, i Stati Uniti e la UE, ambedue venduti a Big Pharma, sono una vergogna da suscitare processi per male sanità – già in corso in vari Paesi – e probabilmente un Tribunale Russell in materia.

In modo tipico, il blocco del turn over ha riguardato il personale molto più dei dirigenti. Così che il personale ospedaliere viene sottomesso a turni massacranti non idonei con il loro mandato professionale-istituzionale. La media di età è altissima come pure il tasso di precarietà.

Gli acquisti sono sottomessi a centralizzazione e a monitoraggio anti-mafia ma solo oltre certe soglie – 25 mille; 75 000 ecc – in modo che basta sezionare un grande contratto in piccoli contratti per procedere con affidamenti diretti. Senza controllo. In effetti, una delle prime sciocchezze imposte alla nostra Regione da Salvini quando era ministro dell’Interno, oltre all’attacco demagogico imperdonabile agli migranti e al modello Riace, fu proprio di innalzare queste soglie. Ci sono i fanti e ci sono i generali e i dirigenti, non è vero? Sottolineo di nuovo che stiamo parlando della Sanità che vale 66 % del bilancio regionale in Calabria…

La mobilità passiva da noi arriva ormai a 320 milioni di euro! Altro che debito! Ma i debiti delle strutture sanitarie navigano attorno a 40-80 milioni e più. Nessuno sa dare i numeri corretti nemmeno la Corte dei conti, perché da anni certe ASP non presentano conti in ordine e non si e mai sentito di un commissario ad acta che abbia in priorità proceduto ai dovuti e urgenti audits – verifiche contabili -, con poteri penali. La privatizzazione sposta fondi dal pubblico al privato. Per la Sanità calabrese questo spostamento prende anche l’aspetto delle cure fuori regione con tutte le connivenze più o meno esplicite che si possono immaginare.

In breve: Ci vogliono commissari ad acta con poteri eccezionali veri e comprensivi anche se inquadrati da una durata massima – 4 anni rinnovabili – e prima di tutto da un mandato elettivo durante il quale il commissario eventuale si prenderà la responsabilità delle riforme proposte alle cittadine.i. Le quali, dopo tutto, pagano i loro salari e altri emolumenti. Il mandato elettivo fondato sopra un programma di rottura con il Piano di rientro neo-liberale monetarista è necessario anche perché, oggi, troppa gente abusa della fiducia dei loro concittadini strumentalizzando il drammatico disaggio sanitario con promesse che troppo spesso servono solo a mascherare ulteriori motivi personali o di classe.

Paolo De Marco, ex-professore Relazioni internazionali – Economia Politica Internazionale.

1 ) « Draghi sul Britannia: il discorso dell’inizio della fine dell’Italia », http://www.elzeviro.eu/lelzeviro/draghi-sul-britannia-il-discorso-dellinizio-della-dine-dellitalia.html

2 ) Vedi nella Categoria Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso – CCLD – di questo medesimo sito, l’ignobile e autolesionista presa in giro istituzionale del CCLD malgrado il suo statuto a-partitico, pacifico, costruttivo e civile. Il CCLD innovava proponendo un piano di sviluppo locale, certo modesto ma cumulativo, sfruttano in modo collettivo piccole somme annue provenienti dei fondi europei in una zona periferica di montagna ormai stremata dalle crisi socio-economiche e sanitarie successive.

3 ) Le attività del Porto di Gioia Tauro rappresentano oltre 50 % del PIL calabrese, perciò una situazione molto simile a quella della gestione del nostro sistema sanitario …

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