Commenti disabilitati su Rapido commento a « Pietro Secchia, la degenerazione del PCI e il “centrismo”» 16 luglio 2023

Rapido commento a « Pietro Secchia, la degenerazione del PCI e il “centrismo”» di Eros Barone , https://contropiano.org/fattore-k/2023/07/15/pietro-secchia-la-degenerazione-del-pci-e-il-centrismo-0162403

Rapido commento. Leggo con grande interesse. Per giudicare il PCI fine a Longo bisogna tenere conto del quadro internazionale e dell’evoluzione della pratica teorica economica del marxismo.

La Terza Internazionale nacque come organizzazione internazionalista ponendo la questione dell’inserzione dei Stati nazionali o multinazionali, riformati secondo il concetto di piena cittadinanza marxista-leninista, nell’economia e nel movimento mondiale globali. Specificamente, questo doveva tenere conto della deterrenza nucleare e dunque dell’Accordo di Yalta subito seguito dalla politica di « containment » e di « roll-back » americana e occidentale. Si modificava così il concetto di sicurezza collettiva moderno iniziato con la bilancia del potere teorizzata da Machiavelli e dal Trattato di Westfalia, sviluppato poi con la teoria della pace universale – Bernardin de St Pierre, Kant – e formalizzato in modo funzionale dalla scuola di diritto internazionale funzionalista del tipo Mitrany – questo funzionalismo fu sviluppo dal basso dalle Agenzie internazionali funzionali, dunque mutualmente benefiche per tutti i Stati partecipanti, sul modello delle Poste, ad esempio le vie marittime navigabili e, nel XX Secolo, la CECA. Questi sviluppi furono poi seguiti dal concetto di sicurezza collettiva internazionale con la SDN ideata per superare le contraddizioni della bilancia del potere; la SDN fallì con l’intervento fascista in Etiopia ma il concetto sboccò finalmente grazie alla Resistenza sovietica e mondiale nel disegno della sicurezza collettiva formalizzato con la Carta e il Sistema dell’ONU ma sulla base dell’affermazione dei diritti fondamentali individuali e sociali degli individui e dei popoli sovrani. Aggiungiamo lo sviluppo delle Convenzioni di Ginevra e, alla luce della Crisi dei Missili a Cuba e in Turchia – Ott. 1962 – la presa di coscienza della necessaria Distensione tra le potenze nucleari, seguita dall’istituzione del Telefono Rosso, e dalla seria di trattati di controllo e riduzione degli armamenti. Queste tendenze che ci riportavano ad più di civiltà interna – ammorbidimento del maccartismo, democratizzazione delle società anche con rispetto alla democrazia industriale e sociale – sono oggi frontalmente rinnegate dai neo filo-semiti nietzschiani occidentali-israeliani con il « ritorno » criminale alla « guerra contro il « terrorismo » », in effetti – lo scontro ideato di civiltà – e la criminale guerra « preventiva » contro i proletariati interni e esteri e contro tutti i rivali economici e militari potenziali del putativo impero auto-eletto come umico Egemone.

Mentre questo sistema si metteva in piedi, gli Americani fecero esplodere le due bombe A a Hiroshima e Nagasaki – 6-8 agosto 1945 – con l’unico scopo di intimidire l’Armata Rossa che stava discendendo sul Giappone mentre il Giappone proponeva, in vano, la resa immediata a Washington.

Non si può analizzare la Storia occidentale, e sopratutto quella italiana e francese con i loro Partiti comunisti stabiliti come prima forza politica-culturale nella Resistenza e nei nuovi governi fino al Piano Marshall senza tenere conto di questi dati parametrici. Forse si poteva fare altro in Italia come fu il caso in Iugoslavia con il rifiuto di Tito di entrare nella logica di Yalta? La risposta deve allora anche tenere conto del bagno di sangue in Grecia e sopratutto, nella specifica prospettiva di Togliatti con riguardo alla messa in opera, in questo quadro, della « strategia di transizione pacifica al socialismo » esposta da Gramsci, il « Capo » sempre riconosciuto dai Comunisti italiani anche dopo la morte; e, di fatti, Stalin, lettore serio di Gramsci, la metteva in opera nell’Europa dell’Est proponendo il concetto di « democrazia popolare » per fare abortire il roll-back iniziato dal generale Lucius Clay nella zona tedesca occupata dagli Occidentali con l’introduzione unilaterale del marco nel 1946 – subito seguito dal bellicoso discorso di Churchill sulla Cortina di Ferro a Fulton Missouri, stesso anno. Per parte sua Togliatti, il quale aveva già iniziato la pubblicazione dei Quaderni di Gramsci sotto le bombe in Spagna per rafforzare l’autonomia del PCI, puntava sulla Assemblea costituente teorizzata da Gramsci. E, di fatti, la Costituzione della Prima Repubblica, fondata sul lavoro, il salario differito – previdenza e assistenza sociale pubbliche ecc -pianificazione e credito pubblico aveva posto i parametri necessari per tale transizione pacifica. Perciò l’isteria atlantista, particolarmente perversa nel nostro paese a « sovranità limitata », dall’entriamo originale di Spinelli, al Piano Marshall e alla cacciata dei Comunisti dal governo nel 1947, fino al Gladio, ai Stay behind e alla P2. E fine a Berlinguer, il rinnegato che, dopo il tradimento dei metalmeccanici, spinse per una strada revisionista non solo europeista – andava bene – ma sulla base della preferenza per la Nato rispetto al Patto di Varsavia – mostruosità affermata da questo tipico rinnegato in privato come tutti sanno, mentre continuava ad essere pagato come comunista. L’invasione della Cecoslovacchia non fu mai analizzata bene e meno di tutto i disastri prodotti dal « socialismo marginalista » di Liberman/Kruciov. Alla fine, ci fu la Bolognina e con questo ultimo rinnegamento, l’adozione tacita e trasversale del programma della P2 oggi totalmente interiorizzato.

Non vogliamo pretendere che con esistevano contraddizioni all’interno del PCI sin dalla creazione, sarebbe troppo ingenuo. ( Ad esempio, ho messo in questione il ruolo di Ruggero Grieco prima dell’imprigionamento di Gramsci – vedi il saggio su Althusser qui. Oggi sono inclino a pensare che Cinanni fu anche lui ingannato da questo triste personaggio nelle lotte contadine meridionali.) Ad esempio, nel suo Lotte per la terra e comunisti in Calabria1943-1953, Cinanni spiega la fallita riforma agraria nel Meridione, puntando con onesta e disciplina garbata alla destra del Partito e non solo alle manovre della DC, cioè alla sola distribuzione delle terre incolte in appezzamenti troppo piccoli per assicurare una vita contadina moderna e autonoma. Nel processo Cinanni aveva ritrovato a poco a poco la vecchia tradizione florense e silana risuscitata con la Rivoluzione napoletana del 1799 degli « usi civici». In effetti, malgrado qualche velleità, come il Piano Colombo, l’industrializzazione del Meridione fu sacrificata a quella del Nord inserito nel Mercato Comune e nell’Europa atlantica. Ma fine a Longo, il PCI rimase la forza motrice dell’allargamento dello Stato Sociale sancito nella Costituzione. Finché quest’orizzonte della lotta politico-sociale-culturale fu mantenuto, il resto rimandava a contraddizioni interne da risolvere con il « centralismo democratico » e dunque rimandava più largamente alle alleanze di classe necessarie nel quadro della scelta strategica della via pacifica al socialismo. Il Cile di Salvatore Allende ci procura un’altra illustrazione assieme a vari insegnamenti, in particolare la presa di controllo troppo tardiva e timida degli Apparti di Stato, i primis l’Esercito e la polizia – vedi ad es., André Gunter Frank.

La via pacifica al socialismo non esclude altre strategie possibili, Lenin lo spiegava già nel suo Stato e Rivoluzione. Ma una volta la scelta fatta, impone coerenza teorica e pratica. In Italia, molti gruppi non lo capirono mai e preferirono lavorare fuori del PCI con un certo infantilismo e una fraseologia rivoluzionaria di primo grado, se mi posso permettere. Detto altrimenti, invece di accusare il « ritorno » dei dirigenti del PCI – e della URSS – verso un nuovo filo-semitismo nietzschiano, attaccarono il PCI e il comunismo in quanto tale, e non solo tramite quella banda non-frequentabile del Il manifesto di Ingrao e Rossana Rossanda et al. Tra quelli che criticarono Stalin con i soliti cliché mezzi-cotti nessuno sapeva la minima cosa sul « revisionismo » vero di Liberman e meno ancora su Yeshov. Si tratta di un drammatico e pericoloso processo di acculturazione della nostra Storia, così abbandonata al « senso comune » dell’avversario di classe, inizio della « servitù volontaria » oggi dilagante. L’uguaglianza è sacra, l’esclusivismo costituisce il peggiore crimine contro la Specie umana e la democrazia. Sottolineiamo con forza che questa perversione esclusivista era già stato la base della denuncia di Thomas Paine nel suo Rights of Man e di Marx nella Questione ebraica, dato che l’esclusivismo in particolare l’esclusivismo razzista e teocratico rappresenta il crimine per eccellenza contro l’Umanità e contro la democrazia; e, di fatti, il rifiuto di principio di ogni esclusivismo spiega gli attacchi di Lenin contro i « rinnegati », cioè contro i pilo-semiti nietzschiani della cosiddetta Scuola marxista austriaca.

La « quistione » della transizione pacifica non è un « pranzo di gala ». E dovrebbe essere affrontata con tutta la serietà imparata da Gramsci. Bisogna conoscere la nostra Storia fuori dalle interpretazioni degli avversari e dei rinnegati oppure dei candidi accademici che spezzo non hanno fatto il loro lavoro in modo oggettivo. Bisogna pure dare corpo teorico e strategico alla via pacifica verso il socialismo tenendo conto delle condizioni attuali concrete ai livelli internazionale, europeo e nazionale.

Rimando ad alcuni testi:

http://rivincitasociale.altervista.org/riforme-democratiche-rivoluzionari-lamemntabile-rossinante-del-riformismo/

http://rivincitasociale.altervista.org/la-marcia-verso-la-stella-mezzanotte-dei-filosemiti-nietzschiani-attuali/

Sulla deviazione mortale del « socialismo marginalista » si veda http://www.la-commune-paraclet.com/EPI%20TWOFrame1Source1.htm#socialismomarginalismo. Vedi pure : http://rivincitasociale.altervista.org/la-transizione-al-socialismo-e-la-pianificazione-centrale-liquidazione-definitiva-delle-falsificazioni-malevole-specialmente-quelle-di-ch-bettelheim-21-giugno-2021/  

Su Yeshov si veda : http://www.la-commune-paraclet.com/ConferenzaFrame1Source1.htm#Yeshov

Se veda « Contra-pitre » qui: http://www.la-commune-paraclet.com/CiniFrame1Source1.htm#Contra-pitres

Sulla metodologia e la teoria economica marxista si veda: Introduzione metodologica e Compendio di Economia Politica Marxista nella Sezione Livres-Books nel vecchio sito sperimentale www.la-commune-paraclet.com

https://www.la-commune-paraclet.com/ItaliaFrame1Source1.htm#ITALIA

http://rivincitasociale.altervista.org/europa-delle-nazioni-europa-sociale-costituzione-europa-sociale-europa-del-capitale/

http://rivincitasociale.altervista.org/smantellamento-dello-stato-sociale-o-welfare-state-anglo-sassone-e-politiche-neoliberali-monetariste-viste-sotto-langolo-del-contratto-di-lavoro/

http://rivincitasociale.altervista.org/per-un-mondo-multilaterale-aperto-senza-signoraggio-monetario-globale-senza-interfereze-negli-affari-interni-e-senza-estraterritorialita-per-le-linee-di-credito-bilaterali-e-il-credito-pubblico-7/ )

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