Commenti disabilitati su POTERE AL POPOLO E LE ELEZIONI DEL 4 MARZO 2018: una interpretazione personale. 06 -13 Marzo 2018 – completato e riletto fine al 29 marzo 2018.

Avvertenze:

a ) Uso speso l’espressione « filo-semitismo nietzschiano » invece del termine « fascista » perché rinvia alle genesi del fascismo di ieri e di oggi. Vedi: http://rivincitasociale.altervista.org/dovere-di-memoria-cosa-intendo-con-il-termine-filosemita-nietzschiano/ .

b ) Il termine « pitre » è un concetto che rinvia alla mia teoria della psicoanalisi marxista esposta nel mio Pour Marx, contre le nihilisme e in parte tradotto in « italiano » nel mio Contra-pitre disponibile nella sezione Italia del mio primo sito www.la-commune-paraclet.com . In ossequio a Leoncavallo avrei potuto utilizzare il termine « pagliaccio » ma le connotazioni ordinarie sembrano inutilmente insultanti. Vedi: https://www.youtube.com/watch?v=Tk1dz40-Y00 ) In breve, per me un « pitre » è una persona che credendosi libera e « nichilista sveglia » si mette coscientemente al servizio delle forze dell’oscurantismo e della disuguaglianza.

c) Benché italiano di nascita e rimpatriato nel 2013, l’italiano non fu né la prima né la seconda lingua imparata a scuola. Mi perdonerete le forzature ancora imposte alla mia dolce lingua materna. Sperando essere degno dell’attenzione delle compagne/i non avevo esitato dire la mia nel mio primo anche se un poco giurassico sito www.la-commune-paraclet.com . Era anche parte del mio essere umilmente un « intellettuale organico » al proletariato.

INDICE:

  1. « Cosa Fare Ora? »
  2. Prima reazione al voto del 4 marzo 2018.
  3. Le elezioni legislative del 4 marzo 2018 svoltesi sotto il segno dei trasferimenti massicci di blocchi elettorali.
  4. Spunti di interpretazione dinamica del voto e del suo significato.
  5. Il significato dell’emergenza di Potere al Popolo: La mia interpretazione idiosincratica.
  6. Una nota sullo spinning e sul nudging.

 

1 ) « Cosa Fare Ora? »

All’indomani delle elezioni del 4 marzo 2018, Potere al Popola ha posto la domanda che si pone sempre alla sinistra autentica all’ora delle scelte. Ci viene fornita una risposta, che mi sento di condividere come ho già condiviso il Programma elettorale. E disponibile al link seguente: https://poterealpopolo.org/indicazioni-dopo-assemblea-potere-al-popolo/

La prima rimarca da fare riguarda l’evento capitale rappresentato dalla nascita di Potere al Popolo. Ha una significanza demo-cratica che va ben aldilà del primi risultati elettorali. Anzi, PaP ha dimostrato una grande efficacia organizzativa raccogliendo le firme necessarie, proponendo un programma elettorale ragionato e mettendosi in grado di essere presente nel processo elettorale.

Senza questa iniziativa di Potere al Popolo mirata a raggruppare la sinistra autentica, ancora troppo frammentata, il nostro Paese perdeva una generazione. Preme invece rimettere al centro del dibattito politico e culturale i nostri interessi nazionali superiori purché concepiti nel quadro internazionalista ed europeo, come d’altronde indica la nostra Costituzione.

Mi sembra anche un segnale importante il fatto che PaP rappresenta tutte le fasce di età sapendo pero dare il loro posto dovuto ai giovani e alle donne. Bello vedere i giovani dei due generi parlare agli altri giovani ed alla nazione intera. In se questo segna già una sconfitta del sistema mirato cinicamente alla creazione dei cosiddetti Neet ed all’allargamento diciamo « americano » delle astensioni. Sottolineo che la svolta già annunciata con le ultime due elezioni municipali a Napoli deve molto alla mobilitazione delle donne napoletane durante l’emergenza spazzatura. Furono una parte cruciale dei comitati cittadini che permisero di intravedere la possibilità di un cambiamento locale e nazionale. Questa esperienza dei comitati cittadini mi sembra un veicolo importante per la rinascita di una sinistra degna del nome.

In breve, la questione rimane come investirci a tutti i livelli della società civile per costruire una contro-egemonia e un senso comune capaci di sboccare sulla restituzione del potere decisionale democratico alle cittadine/i. Dobbiamo essere presenti nelle lotte, dobbiamo contribuire ad articolare le domande delle cittadine/i, e dobbiamo sapere comunicarle con convinzione e persuasione.

Tutte le lotte, tanto al livello della pratica teorica quanto al livello delle rivendicazioni quotidiane sui posti di lavoro e nella società civile in generale, devono essere iscritte nel specifico quadro politico soverchiante, sia nazionale, regionale, comunale, europeo o internazionale. I nostri intellettuali devono sapere essere degli autentici « intellettuali organici » e i nostri militanti devono essere potenzialmente dei politici organici al proletariato.

In modo concreto, ad esempio, il dovuto referendum sull’abrogazione della modifica neo-liberale monetarista del Articolo 81 – con la correzione indotta degli altri articoli implicati – deve anche servire per posizionare PaP contro il Fiscal compact e contro il suo ormai fallito sentiero di consolidazione fiscale, contro l’Europa del capitale ma in favore di una Europa sociale fondata sopra una confederazione di Stati-nazioni sovrani, sostituendo la regola della maggioranza qualificata con l’opting out (1) Noto che ci sono sei mesi per raccogliere le firme e che per questo referendum lanciato in dicembre 2017 siamo già in ritardo!

Similarmente per investire la società civile oltre alla partecipazione alle varie lotte socio-economiche, ambientali e culturali, dobbiamo insistere sopra la differenza tra narrazione e scienza. Dobbiamo pure lanciare un forte movimento di formazione di cooperative pubbliche e di enti pubblici, fondandoci sulla Costituzione e sulla possibilità di attingere ai Fondi europei, spesso voltati indietro o dilapidati in cattedrali private nel deserto. Il rilancio del movimento cooperativo pubblico – poi da collegare con la creazioni di Fondi Operai come proposto nel mio Tous ensemble (2) – è ormai un obbligo nel Sud per semplici ragioni costituzionali legate all’utilità sociale, alla dignità ed all’uguaglianza delle cittadine/i. Al Nord, nelle sue dimensioni orizzontali ma anche verticali – commercializzazione, esporto – rappresenterebbe il contro-modello al fallito modello del Nord-Est, nel quadro della difesa della coerenza del cuore strategico del nostro apparato manifatturiero, economico e finanziario.

Oggi, e siamo già nel 2018, per quello che riguarda la programmazione 2014-2020, su 35 miliardi di euro solo il 3,16% dei Fondi è stato impegnato! (3) Nel contesto della deregolamentazione e della privatizzazione neo-liberale monetarista, quando vengono utilizzati, questi fondi sono ormai direttamente trasferiti nelle tasche dei privati. Per i progetti ritenuti, spesso in modo clientelare, questo avviene senza nemmeno badare alle sinergie necessarie in termine di sviluppo locale e di creazione di lavoro dignitoso, cioè in termine del sostegno al Moltiplicatore socio-economico locale.

Questo ancoraggio implicherà delle lotte pacifiche e costruttive concrete al livello regionale e municipale. Oltre ai fondi europei, notiamo che la privatizzazione dei servizi pubblici produce il trasferimento diretto di soldi pubblici nelle tasche private con un rincaro notevole dei costi. Questo rimane la causa principale della pericolosa instabilità dei bilanci finanziari degli Enti locali. Ad esempio, due o tre anni fa, lo smaltimento pubblico di una tonna di spazzatura costava attorno a 80 euro; oggi, la media nei sistemi privatizzati costa oltre 2 volte di più mentre la raccolta differenziata non viene sempre iscritta nel contesto di una politica di riciclaggio degna del nome. Si possono elencare altri esempi, dalla Sanità (4) agli asili nidi, all’assistenza domiciliare, alle piscine municipali ecc, ecc.

Nel quadro della strategia dei comitati cittadini, il livello municipale deve essere visto come una priorità per la riconquista di una base politica capace di influire su tutti gli altri livelli.

Con la dovuta trasparenza e la dovuta misura, il finanziamento pubblico ai pariti politici deve ritornare ad essere la norma per impedire la trasformazione demagogica dei pariti politici in loobies dei poteri forti in un mondo non solo sempre più disuguale ma caratterizzato da sistematiche sovra-rappresentanze e false-rappresentanze.

La creazione di una contro-egemonia creatrice implica una lotta determinata al livello scientifico, cioè al livello della « pratica teorica ». Ritengo che Gramsci aveva ragione quando affermava che il materialismo storico era, per definizione, il paradigma scientifico, dunque il paradigma dentro il quale pensare rispettando scrupolosamente la deontologia e la metodologia scientifiche. Solo così potremo spazzare via le ciniche e spesso micidiali narrazioni del capitale contemporaneo e combattere il sul spinning e il suo nudging.

La comunicazione è cruciale. Popere al Popolo ha già previsto una sezione Media. Mi sembra essenziale. A parere mio, dovrebbe funzionare in un modo duale dando importanza a varie tematiche ma differenziando tra una sezione nella quale le tematiche saranno discusse liberamente – con regole deontologiche e previsione di un moderatore -, e una altra sezione nella quale sarebbero raccolti i testi e i saggi ritenuti più importanti. Queste raccolte funzioneranno come delle collane di case editrici. La loro importanza non è da sottovalutare. Appello sarebbe fatto a tutti gli intellettuali e a tutto il mondo della cultura, incluso mediatico, a partecipare in modo da creare una dinamica di cambiamento anche al livello del metodo di afferrare e di comunicare i problemi concreti da affrontare.

Questo dovrebbe avvallarsi delle piattaforme nazionali o europee – i siti Facebook o simili, con tutti i loro problemi ormai noti a tutti, possono anche servire ma solo come siti complementari per incrementare la diffusione. La stessa cosa vale ad esempio per WhatsApp e per Twitter. I siti amici potrebbero riprendere alcuni articoli e fornire l’indirizzo elettronico dei siti di PaP in modo da fare rete.

Per contro, oltre la sezione dedicata al dibattito menzionata prima, e aperta a tutti, si dovrebbe utilizzare almeno due mailing lists, una nazionale e una locale. Verrebbero riservate alle comunicazioni interne. Tutti i membri sarebbero iscritti nelle mailing lists. Queste potrebbero allora servire per mettere in opera la democrazia interna secondo la pratica la più democratica per un partito politico, cioè il centralismo democratico, mentre i dibattiti potrebbero comunque continuare sulla piattaforma centrale nelle sezioni già menzionate. Questo democrazia interna è necessaria per rimanere operazionali e immuni a strumentalizzazioni estere. Era, ad esempio, l’obbiettivo dello Statuto ad hoc del nostro CCLD. (5)

La campagna nazionale e europea sulla necessaria nuova definizione dell’anti-dumping mi sembra un vero spartiacque. Sovra-determina tutte le altre riforme ormai urgenti, come la riduzione del tempo di lavoro e il ritorno ad una fiscalità progressiva idonea per riabilitare l’intervento della Stato nell’economia. Si tratta qui di un obbligo sancito dalla Costituzione per assicurare la dignità e l’uguaglianza delle cittadine/i. Intanto, affrontare questa problematica della nuova definizione dell’anti-dumping obbliga intanto a pensare in modo razionale, e senza scappatoie, i problemi cruciali della coerenza socio-economica delle Formazioni Sociali e la loro inserzione nell’Economia Mondiale.

Le tematiche che avevo ritenuto nel mio Appello quando aprì questo Blog mi sembrano ancora validi. Sono le seguenti:

  1. a) Una nuova definizione dell’anti-dumping – per i dettagli vedi l’Appendice dell’Appello. Nel sistema commerciale globale attuale, la base del calcolo dell’anti-dumping è il salario senza contributi sociali. Noi chiediamo semplicemente che sia il salario con tutti i contributi sociali.
  2. b) La nazionalizzazione del credito per eliminare simultaneamente il debito pubblico ed il « credit crunch », e per toglierci il Fiscal Compact dalle spalle, assieme ai banchieri ed alle loro banche cosiddette « universali » .
  3. c) La laicità, la parità donna-uomo e i diritti civili;
  4. d) L’ecomarxismo, il ripristino del Territorio ed il principio di precauzione;
  5. e) La democratizzazione dell’educazione e della cultura, ed il finanziamento pubblico della Ricerca & dello Sviluppo;
  6. f) La fine della sovra rappresentanza socio-economica e mediatica, come pure la fine della falsa rappresentanza elettorale e democratica – cioè, la fine della falsa rappresentanza elettorale a tutti i livelli, anche al livello sindacale, a dispetto della Costituzione.
  7. g) Il ripudio di ogni intervento estero o di guerra che non sia strettamente difensivo, assieme al ritorno allo spirito ed alla lettera della sicurezza collettiva.

Paolo De Marco.

Note:

1 ) Vedi gli articoli pertinenti sull’Europa scritti durante la battaglia referendaria poi vinta in Francia nella Sezione Economie Politique Internazionale del sito www.la-commune-paraclet.com . Sfortunatamente, all’epoca la mia insistenza per un simile referendum in Italia fu laboriosamente ignorata. Una vittoria del popolo italiano aggiunta a quella francese avrebbe cambiato tutto. Guardiamo dunque all’avvenire senza dimenticare le lezioni del passato.

2 ) Vedi il « Livre I » in « Download Now » nella Sezione Livres-Books del sito www.la-commune-paraclet.com

3 ) Ecco alcune fonti:

a ) I fondi europei e la Calabria. Un primo bilancio sulla spesa, Redazione| Mag 10, 2016 | Istituzioni, open, Settori produttivi, di Ivan Frijia e Saverio Spadafora http://www.opencalabria.com/fondi-europei-calabria/

b ) L’Italia ha versato alla Ue 37 miliardi in sette anni. Ma rischia di nuovo di non spendere i soldi che ha a disposizione

Il rapporto della Corte dei Conti. Dalle discariche abusive agli aiuti alle imprese, il mancato rispetto di alcune sentenze ha portato a pagare in 5 anni 400 milioni di sanzioni aggiuntive. La corsa alla spesa ha salvato i fondi in scadenza al 2015, ma ora siamo di nuovo indietro. De Vincenti: “Cifre superate, ora siamo in linea con gli obiettivi”

di RAFFAELE RICCIARDI, 06 Gennaio 2018 http://www.repubblica.it/economia/2018/01/06/news/fondi_europei_corte_dei_conti-185868210/?ref=search

c ) Il bazooka di Draghi è un narcotico pericoloso di Andrea Del Monaco* http://contropiano.org/news/news-economia/2018/02/01/bazooka-draghi-un-narcotico-pericoloso-0100314 (VEDI PURE IL VIDEO DI Del Monaco. Ottimo per il trucchetto di Padoan sui Fondi europei. A me pero l’argomento su Target II non piace, perché accusare la Germania senza tenere conto delle scelte politiche dei nostri dirigenti non permette nessuno diagnostico. Ho commesso – nel mio « italiano » – un articolo intitolato « Uscire dall’euro non serve, serve mettere fine alla banca cosiddetta « universale » in Download Now, sezione Livres-Books di www.la-commune-paraclet.com )

4 ) Vedi La Sanità tra tagli e corruzione: una vittima eccellente del federalismo fiscale, in http://rivincitasociale.altervista.org/la-sanita-tra-tagli-e-corruzione-una-vittima-eccellente-del-federalismo-fiscale/

5 ) Vedi la « Categoria » Comitato Cittadino per il lavoro Dignitoso in http://rivincitasociale.altervista.org

2 ) Prima reazione al voto del 4 marzo 2018.

Il 6 marzo 2018 scrivevo questo: « Prima reazione personale al voto del 4 marzo 2018. Comunque complimenti a PaP per avere fatto rinascere la speranza in Italia. Basta sovrapporre una mappa della disoccupazione nella nostra Penisola con quella dei risultati per capire la logica dei nostri connazionali. Le cittadine/i hanno votato per esprimere un forte disaggio socio-economico che per fortuna non si è ancora trasformato in politica fascistoide del risentimento di classi declassate (Casapound ed altri apertamente razzisti e fascisti sono ancora elettoralmente insignificanti.)

Al Nord c’è una forte reazione poudjadista degli epigoni del fallito Modello del Nord-Est (le 90 % di piccole imprese e molti dei loro operai) che non hanno capito che si sono autodistrutti distruggendo le grandi imprese pubbliche italiane, dunque gran parte del loro indotto sicuro, e distruggendo i redditi dei lavoratori con una corsa autolesiva alla deflazione salariale. La fuga degli italiani all’estero ora concerna anche il Nord. Né Salvini né Di Maio potranno salvarli. E forse fra poco Draghi sarà sostituito da Weidmann.

Altra illusione, quella dei disoccupati e precari, sopra tutto al Sud. Hanno votato per un reddito di cittadinanza purtroppo trasformato in REI generalizzato alla soglia della povertà (vedi http://rivincitasociale.altervista.org/statuto-dei-lavoratori-jobs-act-pieno-impiego-gerarchia-delle-norme-28-feb-2018/ )

Dal nostro punto di vista, il fatto che i partiti tradizionali sono stati spazzati via è un’ottima notizia. Dato le delusioni prevedibili a breve termine, a noi interessa la prossima tappa di ricostruzione. Questo deve anche e necessariamente includere la creazione di un nuovo senso comune fondato sulla riabilitazione della scienza (il materialismo storico) contro le narrazioni neoliberali, monetariste e esclusiviste.

Paolo De Marco »

3 ) Le elezioni legislative del 4 marzo 2018 svoltesi sotto il segno dei trasferimenti massicci di blocchi elettorali.

Ricorderete l’importante analisi di Gramsci rispetto alla guerra di posizione e alla guerra di movimento. Con queste elezioni siamo entrati in una fase acuta di movimento e di rinnovate lotte di classe. Questo aspetto viene rinforzato dal fatto che nessuno partito o coalizione dispone di una maggioranza, mentre tutte le forme di trasformismo capaci di fare emergere un governo stabile sono confrontate a delle incompatibilità. Questa discordia sulla sostanza non risparmia i partiti della coalizione del centro-destra. Tante promesse impossibili da onorare nel quadro dei parametri nazionali ed europei attuali rimassero coscientemente poco esplicitate tanto dal centro-destra quanto dal M5S. In effetti, la formazione di un governo tecnico transitorio imporrebbe un chiarimento salutare particolarmente al M5S in quanto partito il più composito, ancora in cerca del suo ancoraggio politico. Queste contraddizioni aprono la porta all’emergenza futura di Potere al Popolo perché risulta essere l’unico partito non legato al sistema attuale ed ai suoi trasformismi e l’unica forza politica potenzialmente in possesso di una « pratica teorica » scientifica – per dirlo con il grande marxista Louis Althusser – capace di contrastare il paradigma dominante e le sue narrazioni. Prendendo spunto dal esempio del nostro Paolo Cinanni dovrà comunque fare emergere i suoi propri « intellettuali organici » (Gramsci) per contrastare il paradigma dominante e le sue narrazioni, opponendoli una nuova visione del mondo fermamente ancorata sulla scienza e la democrazia. (Vedi: http://rivincitasociale.altervista.org/cinanni-paolo-un-comunista-esemplare-calabrese-17-luglio-2017/ )

Per una analisi più dettagliata del voto, cominciamo con la mappa della disoccupazione e del due mappe dei risultati elettorali per Camera e Senato.

 

Mappa della disoccupazione: in (03/06/2018 – 03:30, in https://www.zerohedge.com/news/2018-03-05/debt-crisis-dead-ahead-italys-results-are-truly-forza-italia , Authored by Tom Luongo .) Nota: si tratta qui dei disoccupati al senso della OIL che considera una persona impiegata se ha lavorato una sola ora durante l’ultimo periodo di investigazione e che non tiene in linea di conto i scoraggiati, i migranti italiani in fuga dal nostro paese e altri gruppi svantaggiati, senza parlare del enorme bacino dei sotto-impiegati.

Ecco le due mappe dei risultati elettorali: in http://www.agoravox.it/Politiche-2018-analisi-del-voto.html . Lo stesso link fornisce anche i dati dell’affluenza a varie ore incluso ore 23.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’affluenza fu forte, attorno a 73 % – 75 % nel 2013. Visto i spostamenti del voto è interessante notare la progressione dell’affluenza rispetto a referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, la quale era del 68,5%. ( http://www.agoravox.it/Politiche-2018-analisi-del-voto.html )

Manca crudelmente una indicazione del voto dei corpi insegnati, sopratutto con la cosiddetta Buona Scuola, e della PA destinata ad essere diminuita – statuto delle provincie, leggi Madia, ecc.

I dati dei spostamenti del voto sono chiari. Secondo Eumetra i flussi a favore del PD furono minimi al contrario della fuga di votanti verso il M5S permettendolo di superare la soglia psicologica del 30 %. Eumetra continua così: « la Lega è il partito con il maggior tasso di riconferma rispetto alle Politiche del 2013. Anche Eumetra segnala come il flusso in entrata per il Carroccio, sia costituito da ex elettori del Pdl. Ma anche da ex Pd. ” tuttavia – spiega Mannheimer – anche la Lega deve sopportare dei flussi in uscita. Una parte, seppure non ampia, dei voti che il partito aveva ricevuto nel 2013, è finita infatti anch’essa nel bottino del M5S ” ».

Un invecchiato « capo » nazionale meta fuori gioco per ragioni giuridiche ha servito a legittimare la strategia di Salvini di trasformare una Lega Nord confinata al Nord in un partito a vocazione nazionale. In Italia, paese a volta anormale, uno non può presentarsi alle elezioni ma può comunque pretendere menare la campagna elettorale. Facendosi ara-kiri, Berlusconi rese l’unico servizio che poteva rendere alla nazione, in quanto simbolo ormai obsolete da una Italia di eccessi che i nostri concittadini hanno voluto seppellire per sempre. Scrive Eumetra: « Forza Italia è l’altro partito che a queste elezioni non ha raccolto quanto sperato. » La sinistra degenerazione del Pd renziano-gutgeldiano è puntualmente notato da Eumetra: «Come detto in precedenza, parte dell’elettorato che votò Pdl nel 2013 ha preferito dare la sua preferenza alla Lega. Gli azzurri sono comunque riusciti ad attrarre un flusso in entrata proveniente dal disfacimento del PD » ( vedi Analisi dei flussi Eumetra https://www.termometropolitico.it/1292602_sondaggi-politiche-2018-eumetra.html )

YouTrend insiste sull’alta volatilità del voto – preferisco parlare di spostamenti perché si tratta qui di una rottura diretta contro il sistema trasversalmente dominante. « I risultati sono stati dirompenti: il Movimento 5 Stelle ha guadagnato 7 punti percentuali (e 2 milioni di voti) rispetto al 2013, il Partito Democratico ha perso 6 punti, la Lega (non più Nord) ha fatto un balzo in avanti di oltre il 13%. Guardando al dato delle coalizioni, il centro-destra ha guadagnato circa 8 punti, il centro-sinistra ne ha persi quasi 7. L’area a sinistra del PD, considerando il dato delle due liste Liberi e Uguali e Potere al Popolo, si ferma al 4,5% – un punto in meno rispetto al 5,5% raccolto da SEL e Rivoluzione Civile nel 2013.» in http://www.agoravox.it/Politiche-2018-analisi-del-voto.html

Basta aggiungere che la partecipazione ancora altissima in Italia non da proprio tante speranze a quelli epigoni della « fine della storia » e a quelli che pretendono che non esiste più né destra né sinistra – Seymour Lipset, S. Verba , Bell ecc. In fondo, influenzati dal contesto americano, questi pensano o auspicano che pauperizzando la gente gli si toglie pure la voglia di andare a votare. Considerando i punteggi del M5S e della Lega, questa forte partecipazione assieme al recente spostamento di blocchi elettorali viene confermato dal voto delle casalinghe: « Il voto per classe sociale: le casalinghe le più astenute, Elaborando una serie di sondaggi sui dati elettorali Swg ha cercato di capire come hanno votato alcune categorie sociali. Le casalinghe per esempio sono quelle che più di altre hanno scelto di restare a casa: il 41%. Nel restante 59% il 27% ha votato per il M5s, il 23% ha scelto la Lega, il 21% ha optato per Forza Italia mentre solo il 19% ha votato per i dem. (vedi http://www.lettera43.it/it/articoli/politica/2018/03/06/elezioni-voto-mappe-infografiche/218436/ , Vedi pure : « Elezioni, le donne elette finora sono meno di un terzo », Alla Camera sono 185 e al Senato 86. Il dato è in linea con la legislatura precedente (addirittura identico a Palazzo Madama), con una leggera flessione a Montecitorio. Il caso della 31enne Elisa Tripodi, prima donna valdostana eletta in Parlamento, di Redazione online di Redazione online  http://www.corriere.it/elezioni-2018/notizie/elezioni-donne-elette-finora-sono-meno-un-terzo-38bf7060-223f-11e8-a665-a35373fafb97.shtml )

Questo conferma la forma mentis costituzionalmente democratica del nostro popolo già espressa in modo eclatante con la vittoria referendaria del 4 dicembre 2016 quando ripudiò la contro-riforma costituzionale di Renzi-Gutgeld e dei loro associati trasversali.

Più importante ancora per illustrare una fase di movimento – per riprendere un concetto di Gramsci – sono i spostamenti del compatto popolo di sinistra del tempo del PCI, prova patente dalla sua continua esistenza. (Nota . Mi sorprenda fortemente questa analisi «E qui sta uno dei problemi che va affrontato e rimosso. Potere al Popolo non è riuscito ad esprimersi fuori dal perimetro e dal linguaggio del popolo della sinistra. Ma questo popolo è ormai residuo, residuale e limitato, anche quantitativamente (il pessimo risultato di LeU lo conferma). Non è più sufficiente né credibile neanche per una dignitosa testimonianza istituzionale, né è possibile rimuovere il dato che il “popolo” ritenga ormai la sinistra parte del problema e non della soluzione.» Non credo che Sergio Cararo pensa seriamente alla possibilità di pretendere essere anti-capitalista senza fondarsi sulla scienza, cioè sul materialismo storico ? Condivido pero il fatto che la presentazione dei fatti è importante. Ad esempio, per contrastare l’Europa del capitale non serve creare artificialmente un nemico à la Carl Schmitt, o diminuire il nostro Paese ad una periferia mediterranea, basta criticare il capitalismo attuale nella sua fase di speculazione egemonica e opporli una Europa Sociale fondata sopra una confederazione dei Stati-nazioni membri – cosa moto diversa del federalismo spinelliano. Questo significa ovviamente la riabilitazione della coerenza socio-economica nazionale e la ripresa di controllo dell’inserzione della nostra Formazione Sociale nella UE e nell’Economia mondiale capitalista. Ad esempio con il controllo pubblico del credito dunque del finanziamento del debito pubblico e para-pubblico. Si aggiunge la domanda della modernizzazione del Paese – banda larga, Internet Object, intelligenza artificiale, robot, ecomarxismo ecc e dunque l’esigenza del cambiamento della definizione dell’anti-dumping nella UE e alla OMC, anticipandola se necessario con una IVA sociale. Difendere una Italexist in favore di una zona mediterranea significherebbe solo ammettere che la nostra nazione, una delle tre potenze creatrici della UE, e culla principale della civiltà occidentale e della civiltà tout court, deve accettare un statuto perenne di periferica. Non ha senso. Vedi: « Il diavolo nell’urna », di Sergio Cararo http://contropiano.org/editoriale/2018/03/07/il-diavolo-nellurna-0101598 )

Un fatto determinante nell’analisi del spostamento dei blocchi di voti concerna l’evoluzione degli elettori del PCI nel 1987. Disponiamo per fortuna di una ottima analisi che si estende anche agli altri flussi. La massa dei membri e simpatizzanti del DS, PDS, PD proveniva originariamente dal PCI dopo l’ara-kiri della Bolognina. Si aggregarono altre forze, incluso una parte della DC, prova che il « compromesso storico » voluta da Enrico Berlinguer – quello che in privato preferiva la NATO – era molto compromettente. Oggi, i numeri raccontano la storia seguente. Dei votanti del PCI nel 1987, 20 % si sono astenuti alle ultime elezioni, 35 % votarono M5S, 32 % PD, 10 % LeU, 9 % Lega, 5 % Potere al Popolo e 9 % gli altri partiti. (Vedi: « Elezioni, il 35% di chi nel 1987 votò Pci oggi sceglie Cinquestelle », http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni2018/2018/03/09/news/elezioni_swg_votanti_pci_1987_m5s_dc-190851891/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S3.3-T1

L’analisi delle fasce d’età è interessante. Ad esempio: « Secondo il sondaggio Quorum/YouTrend per Sky, infatti, tra gli under 25 che hanno votato solo alla Camera il M5S è il primo partito con il 39,3% (7 punti in più della media nazionale), la Lega è al secondo posto col 21,2% (+3,5% dalla media) davanti al PD (15,4%, meno 3,3%), mentre il saldo peggiore ce l’ha Forza Italia (7% contro 14%). » La stessa fonte mostra come l’attrazione maggiore di Casapound (3.8%) sia nella fascia 18-24 anni. ( http://www.agoravox.it/Politiche-2018-analisi-del-voto.html ). Gli over 65 per 26% hanno preferito il PD forse perché non aveva ancora osato parlare di soppressione della pensione di reversibilità; questo risultato è anche dovuto alla fedeltà delle coorte ereditate dal vecchio PCI – anche tramite la tutela dei pensionati dalla CGIL e dai Caf associati. Per 22% sono andati a Forza Italia – forse con l’illusione della promessa tutta tonda come l’O di Giotto di una pensione a 1000 euro mensili fata da Berlusconi. La Lega ha preso solo 15 % degli over 65 malgrado la posizione sulla legge Fornero. Il M5S è riuscita a prendere 19,7%, una buona indicazione del fatto che i nostri anziani sono anche loro stufi. Rimane che il potere grigio si è astenuto a 34,9% forse perché le elezioni si volsero in una sola giornata.

Un’altra fonte usa il sottotitolo seguente :« La Lega sfonda al Nord. E vince la battaglia col M5s per portare alle urne gli ex astenuti. Giovani e piccoli imprenditori scelgono i grillini. Laureati con +Europa. Il Pd crolla al Sud. » http://www.lettera43.it/it/articoli/politica/2018/03/06/elezioni-voto-mappe-infografiche/218436/ . Gli effetti maggiori per le classi di età sembrano essere i risultati dei 5 Stelle nelle varie coorte a parte gli over 65. Notiamo la male gestione cronica e reprensibile della garanzia giovani, oltre il fatto che i giovani sono sacrificati sull’altare della precarietà resa perenne dal fallito Jobs Act, dalle sue tipologie lavorative e dai voucher. In media, in Italia dovevano aspettare attorno a 17 anni prima di essere regolarizzati. Con il Jobs Act la regolarizzazione, se avviene grazie a forti detrazioni, significa in effetti precarietà a vita con licenziamenti a go-go e con il rinnovamento possibile dei contratti 5 volte ecc .

Così per le fasce d’età 18-24 (39,3 %) 25-34 ( 39,9% ) 35-44 (34,6 % ) la scelta per il M5S è significativa. Ma lo è anche per le fasce d’età più rappresentate nei lavori a tempo pieno, cioè quelle 45-54 (38,7%) e 55-64 (27,8%) (Vedi: http://www.agoravox.it/Politiche-2018-analisi-del-voto.html ) Si può scommettere che se la legge Madia e la cancellazione delle provincie avessero seguito il loro corso questi risultati sarebbero stati maggiori. Riguardo a queste fasce, è chiaro che la flat tax della Lega non potrà creare lavoro né sicurezza per i percorsi lavorativi individuali, tuttalpiù potrà migliorare in modo derisorio e transitorio i margini di benefici delle imprese. Ma il peso fiscale sarà fatalmente trasferito alle forme di tassazione più regressive che pesano di più sulle persone e i focolari. Comunque, il 5 Stelle ha la possibilità di stabilirsi come il partito dominante della politica italiana purché appoggiasse il suo REI generalizzato come ammortizzatore sociale, pardon il suo reddito cittadino, con una riduzione generale della settimane di lavoro a parità di salario.

Altrimenti, Potere al Popolo recupererà tutte quelle e tutti quelli che saranno disillusi nelle loro aspettative. Sopratutto se Potere al Popolo saprà recuperare i laureati – molti coinvolti in Erasmus e altri programmi europei – con una posizione razionale sull’Europa sociale e sulla riabilitazione della R&S – assieme all’educazione pubblica gratuita senza finanziamento alle scuole e università private nel rispetto della Costituzione. E se si mostra capace di difendere il materialismo storico come scienza da sostituire in tutte le discipline alle attuali narrazioni filo-semite nietzschiane, razziste, esclusiviste e teocratiche.

Al Sud questi spostamenti massicci verso i 5 Stelle dimostrano una cosa fondamentale segnalata da un breve racconto di Ignazio Silone nel suo libro Uscita di sicurezza: il voto è ormai universale e segreto. Così il peso del clientelismo politico e a volta mafioso, che dall’epoca del racconto era anche fortemente confessionale, risulta sconfitto. Considerando le regressive detrazioni e bonus elettoralistici a pioggia del tandem Renzi-Gutgeld, quest’evoluzione è forse il migliore risultato di queste ultime elezioni. Era già stato verificato altrove, ad esempio nelle due ultime elezioni comunali della mia Città, San Giovanni in Fiore (CS), con il rigetto silenzioso ma determinato e massiccio del PD e poi del successore di destra del PD per mancanza di vero cambiamento nel modo di fare politica nel rispetto delle cittadine/i.

Potere al Popolo ha superato di poco il 1 % (nella mia Città è al 0,84 % per il Collegio plurinominale e al 0,86 % per l’uninominale) (http://elezioni.interno.gov.it/camera/scrutini/20180304/scrutiniCI23120251200 ) Ma questo risultato può essere di buono augurio se Potere al Popolo sa evitare le strumentalizzazioni, in particolare di quelli che vogliono sviare dal marxismo per seppellire il marxismo. Ad esempio, a parte la provenienza politica personale, non si capisce perché Mélenchon in Francia insiste per dire che non è marxista, cercando dunque di ricomporre la « sinistra » fuori del marxismo. Nel quadro di una strategia di rinascita sociale fondata sull’emergenza di un nuovo Arco costituzionale, basterebbe affermare l’attaccamento alla metodologia storica e il ripudio delle narrazioni, in particolare le narrazioni filo-semitiche nietzschiane ed esclusiviste. In modo che, se un argomento marxista è scientifico va accettato, altrimenti viene rigettato. Lo stesso criterio vale per tutti. (5) I marxisti autentici non pretendono altro, incluso nelle università e le Grande Ecoles dove la pluralità – pace Tirole et al. ! – deve ritornare ad essere la norma. Ogni altra posizione altro non è che un parti pris ideologico debilitante per la sinistra autentica e per la grande massa delle cittadine/i obbligate/i a vivere dal loro lavoro.

La questione delle alleanze tattiche è una cosa. Rinnegare la scienza cioè il materialismo storico né è un’altra. Detto questo quando leggo il Manifesto comunista di Marx, leggo un testo di analisi marxista tirato dalla prospettiva del mondo a venire e, in particolare, del mondo nuovo che il proletariato deve sapere fare emergere per il bene comune. Progettarsi nell’avvenire – ad esempio, con la RTT e la nuova anti-dumping per generalizzare l’uso dei robot, dell’Intelligenza Artificiale ecc – mi sembra più utile rispetto alle vecchie lune analitiche mezze cotte che cercano di creare artificialmente un « nemico » emulando il giurista nazista Carl Schmitt, facendo così l’economia di una analisi capace di scaturire una nuova spinta propulsiva. Nella condotta della lotta e delle alleanze di classe importa sapere anticipare le contraddizioni del capitale moderno e delle sue frazioni, e su questa base, articolare le mediazioni democratiche rivoluzionari da proporre (vedi: a ) http://rivincitasociale.altervista.org/riforme-democratiche-rivoluzionari-lamemntabile-rossinante-del-riformismo/ e b )http://rivincitasociale.altervista.org/la-marcia-verso-la-stella-mezzanotte-dei-filosemiti-nietzschiani-attuali/ .)

I marxisti sono internazionalisti, sono ontologicamente in favore della globalizzazione mutualmente benefica dunque fondata sopra una nuova definizione dell’anti-dumping capace di proteggere i tre componenti del « reddito globale netto » dei focolari, assieme ai criteri ambientali. Questa nuova anti-dumping deve pure essere fondata sulla riabilitazione del « clausola della nazione la più favoreggiata ». Questa scelta metterebbe fine alle avventure neo-coloniali del capitalismo attuale e scaturirebbe un’era di prosperità mondiale senza uguale. Restituirebbe il pieno-impiego al Centro permettendo allo stesso tempo il progresso accelerato della Semi-Periferia e il rapido decollo della Periferia. In effetti, questo significherebbe rispettare lo spirito e la lettera della Costituzione e degli altri testi fondatori del mondo moderno, anche loro nati dalla Resistenza, cioè in primis la Carta delle Nazioni Unite e la Dichiarazione dei Diritti Fondamentali Individuali e Sociali della Persona Umana. Sottolineo che per la Carta dell’ONU, il Consiglio Economico e Sociale – specchio della democrazia sociale anche sancita dall’Articolo 99 della nostra Costituzione – doveva essere l’organo principale dell’Organizzazione. La Guerra Fredda desse il primato al Consiglio di Sicurezza, appoggiato dalle reazionarie Gemelle localizzate a Washington di fronte della Federal Riserve, cioè il FMI e la Banca Mondiale. (Vedi la proposta di riforme delle Due Gemelle, cioè dell’ordine finanziario mondiale, in Tous ensemble.)

Avevo dedicato il mio Tous ensemble ai camionisti in sciopero, a Paul Lafargue e a Boris Vian – il quale auspicava la settimane di 2 ore – ma anche ai « figli di Marx e di Coca-Cola ». Sottolineo che Keynes nei suoi saggi di persuasione, ispirato senza dirlo a Marx e a Lafargue, intravedeva già a suo tempo la settimana di 15 ore dato lo sviluppo tendenziale ma accelerato della produttività nel 20 secolo. ( Vedi John Maynard Keynes, Economic Possibilities for our Grandchildren. Prospettive economiche per i nostri nipoti in http://www.redistribuireillavoro.it/assets/prospettive.pdf .)

4 ) Spunti di interpretazione dinamica del voto e del suo significato.

Al Nord constatiamo il pernicioso miraggio della fiscalità reaganiana e al Sud e nelle Isole l’altrettanto pernicioso miraggio del reddito di cittadinanza. In breve, gli im/prenditori italiani hanno esaurito il margine della deflazione salariale. Nel quadro dell’euro iper-centralizzato e dell’attuale definizione dell’anti-dumping, questa deflazione salariale implicò la confusione ad arte del « costo del lavoro », cioè il salario individuale capitalista, con il « costo di produzione », facendo astrazione del « salario differito » ecc. Questa tendenza a ricercare la produttività microeconomica e la competitività macroeconomica reali, d’altronde confuse dai marginalisti, fu operazionalizzata a scapito dei lavoratori. Invece di puntare sulla pianificazione almeno strategica, sugli investimenti produttivi e sulla R&S, si aggiunse una forma derivata della deflazione salariale estendendola alla fiscalità, ad esempio con la cosiddetta « no tax area ». Pero questa fu limitata all’IRPEF, cioè la tassa ancora meno regressiva del sistema fiscale neoliberale attuale.

Come sappiamo, fu già dilapidato il margine dell’IMU sulla prima casa – attorno a 4 miliardi di euro annui. Come l’IMU concerneva solo il terzo più ricco che lo pagava ancora, questa abolizione ammonta ad un regalo fatto a scapito dei servizi regionali e municipali, in un contesto generale di aumento delle altre tasse locali. Si tratta, in oltre, di servici pubblici sempre più esternalizzati o addirittura privatizzati, come la spazzatura oppure i servizi della PA trasferiti a rovinose ed ad hoc consulenze esterne, ecc. Si aggiungano i risparmi nelle spese sociali ricercati con il federalismo fiscale a detrimento degli interessi nazionali e dei LEA. Basta citare come esempio i 304 milioni di euro di cosiddetta « mobilità passiva » nel 2016 in Calabria che vanno a ingrassare le strutture mediche del Nord, con le loro, a volta impresentabili, relazioni con la mala vita oppure le relazioni con Comunione e Liberazione.

Perciò, adesso cercano altri margini ampliando la tassazione regressiva, simboleggiata dalla flat tax e dalle enormi tax expenditures, e puntando all’abbassamento o alla soppressione dell’IRAP e dell’IRES. Siamo confrontati qui all’ultima frontiera della supply-side economics con la sua public policy e le sue sciocchezze ora ammesse sul cosiddetto « crowding out ». Queste arguzie di Laffer ed altri, degne dello tovagliolo sul quale furono ideate, servivano solo a legittimare la privatizzazione dei beni pubblici e delle public utilities per dare respiro all’accumulazione del capitale. Nella stessa logica seguì lo smantellamento del Blocco dell’Est. Un esempio tra tutti, il ruolo della Treuhand nella ex-RDA, oggi esteso in altre forme, col pretesto del finanziamento del debito pubblico, da tutti i paesi del Centro europeo alle periferie, in particolare mediterranee. Adesso, confrontati al « credit crunch » prodotto dalla finanza speculativa privata e dalle sue abbondante liquidità – dalle Facility I e II di Trichet al QE di Bernanke e Draghi – nessuno ne parla più …

Oggi la gran parte delle imprese italiane fa indotto per grandi imprese straniere, particolarmente tedesche e austriache. Si aggiunge una consistente esportazione, in particolare verso la Francia e sopratutto i Stati-Uniti, dunque fortemente vulnerabile all’andamento del dollaro rispetto all’euro. Si tratta comunque di una esportazione sempre meno capace di controbilanciare un’importazione combattuta solo con gli effetti depressivi della deflazione salariale sui consumi, del calo del prezzo del petrolio e degli interessi. (Per il saldo commerciale, vedi: « L’export italiano lo dimostra: la crisi è una lotta, e solo i vinti piangono », di Coniare Rivolta*,  http://contropiano.org/news/news-economia/2018/03/25/lexport-italiano-lo-dimostra-la-crisi-e-una-lotta-e-solo-i-vinti-piangono-0102217.)

A parte la rovinosa trasformazione delle fondazioni bancarie italiane in « banche universali » speculative, ovviamente mal-gestite, i dirigenti hanno perso il controllo del processo di accumulazione del capitale: la regressione fiscale, che la Lega e la destra vogliano portare al suo termine logico, non salverà nessuno. Al contrario, asciugherà ancora il potere di acquisto dei cittadini italiani sempre più ridotti alla precarietà ed alla disoccupazione di massa. L’Italia sta seguendo una politica Chicago Boys privilegiando l’esportazione senza pero essere capace di abbassare il debito, contenendolo solo con i tagli alle spese sociali e le privatizzazioni. Dato che tutti i Paesi occidentali seguano ormai la stessa ricetta, le posizioni relative cambiano poco mentre gli eventuali saldi commerciali positivi aggravano le inuguaglianze interne, come dimostrato dai salari italiani e dalla crescita della povertà relativa.

Incredibilmente, al Sud un misero reddito alla soglia della povertà, per colmo con condizioni di risorse e di lavoro, sembra un salvataggio!!! Sapiamo che il tasso di occupazione ufficiale al Sud è almeno una quindicina di punti percentuali più basso del livello nazionale ufficiale, per parte sua già una decina di punti più basso della media europea – per non parlare del sotto-impiego femminile e giovanile. La formazione dei lavoratori inattivi deve essere potenziata e, di conseguenza, l’obbligo di lavoro può essere accettato purché non portasse ad una cinica regressione professionale o salariale, e purché avvenisse in un raggio di 50 chilometri al massimo. Si dovrebbe imporre all’ANPAL di essere pro-attiva nella proposta di impieghi validi. Altrimenti, si tratta solo di ipocrite workfare al ribasso, unicamente mirato a scoraggiare i disoccupati, facendoli uscire alle statistiche ufficiali. Al contrario, le condizioni di risorsa – means tested social rights – ispirate all’ideologia puritana della Prohibition ed alle varie Case di Misericordia cattoliche-borboniche, non hanno nessuna altra logica se non la pauperizzazione tendenziale e dunque la subordinazione crescente dei lavoratori nel quadro di un « ritorno » forzato alla società oscurantista della nuova domesticità e della nuova schiavitù salariale.

Secondo questa visione puritana archi-regressiva si pretende che il benessere crea disincentivazione al lavoro. Già negli anni 70, la Commissione Trilaterale cercava forzosamente mettere fine alle « rising expectations » dei lavoratori sopprimendo pure la scala mobile. Oggi, come sanno tutti i lavoratori dipendenti e i pensionati, questa logica si estende all’indicizzazione sull’inflazione residuale programmata con i blocchi dei contratti ed il piallare delle pensioni. Invece di portare al pieno impiego, ne segue una micidiale spirale socio-economica verso il basso, togliendo pure per disegno la possibilità ai working poor di rimbalzare. Questa pauperizzazione di massa ha altri effetti perniciosi, ad esempio, il degrado della scolarità delle masse, la fine della mobilità sociale e lo sfascio accelerato dei tessuti urbani.

Per ora, il razzismo e la xenofobia sono discorsi che rimangono subordinati alla logica socio-economica dominante di un Paese allo sfascio. Casapound e Forza Nuova hanno certo guadagnato qualche voti in più ma rimangono sotto 1 %, mentre, complice la grande visibilità mediatica, si poteva temere un’evoluzione à la Ostia. (1) Per ora, questa crescita tocca le fasce adolescenziali e più giovani alle prese con la pauperizzazione dei loro focolari in un contesto di smantellamento dei servizi sociali essenziali e dell’estensione dell’economia sostitutiva della droga. Per inciso, preme la depenalizzazione delle droghe soft ma con la loro totale nazionalizzazione per permettere un controllo preventivo del uso e delle sue derive, e rovinare così il gigantesco business mafioso assieme alla corruzione che induce. Aggiungiamo, il sotto finanziamento e la debilitazione interna delle strutture di trasmissioni, non tanto delle norme, ma invece delle conoscenze necessarie per portare alla formazione del libero arbitrio dei cittadini in erba e dei cittadini tout court. La cosiddetta odiosa e filo-semitica nietzschiana Buona Scuola mi sembra il summum di questa degenerazione iniziata con Luigi Berlinguer, con la sua importazione anti-costituzionale dei programmi di privatizzazione scolastica e universitaria ideati in ambiti europei ed oltre-oceanici. (Rimando, ad esempio, al mio Dioscures riassunto in parte nell’Appendice « Spoliation » de mio Pour Marx, contre le nihilisme, 2002.) La questione delle baby-gangs sembra un segnale altrettanto emblematico come lo stato di abbandono della circumvesuviana.

Tra i principali strumenti utilizzati dalla borghesia per sovvertire la forza democratica del numero, c’è la sostituzione della scienza con varie narrazioni calcolate per forgiare un consenso sociale e elettorale a suo favore. Oggi questo prende una forma nuova, quella del spinning o del nudging. Fu anche conferito un Premio Nobel per legittimarla. ( Vedi « ‘Nudge’ economist Richard Thaler wins Nobel Prize », 9 October 2017 http://www.bbc.com/news/business-41549753 ) Mentre lo spinning strumentalizza azioni già avvenute, il nudging induce i comportamenti da strumentalizzare con lo spinning ordinario. (Per più dettagli vedi il capitolo sul spinning e nudging qui sotto.)

L’attuale sostituzione della demagogia contro i « meridionali » con la demagogia contro gli immigranti rimanda alla necessità per la borghesia di superare le contraddizioni del capitalismo senza dare conti al popolo sovrano. Per la borghesia la questione principale rimane sempre come cooptare i processi decisionali della democrazia parlamentare a suo profitto.

Ecco un commento da meditare: « Basta – dopo il profiling – inviare messaggi ad un uomo identificato come eterosessuale repubblicano a tendenza paranoide una informazione ansiolitica sopra l’immigrazione per orientare il suo voto verso Trump. E degli articoli veri o meno sulla corruzione dei Clinton ad un elettore un poco depresso di Bernie Sanders per convincerlo di astenersi » riassume Fabricio Epelboin. » in États-unis. 200 millions d’électeurs fichés, profilés via Facebook, Pierric Marissal, Mercredi, 21 Mars, 2018 L’Humanité (traduzione mia) in https://www.humanite.fr/etats-unis-200-millions-delecteurs-fiches-profiles-facebook-652433 .

Con questo nuovo nudging è sempre necessario fare la differenza tra i manipolatori cinici e fascistoidi per auto-costruzione, i cosiddetti « nichilisti svegli », e le loro vittime innocenti in tutti i sensi del termine. Avete riconosciuto qui il maneggio mediatico di Salvini e di altri. Per sfortuna, la discussione sul jus soli e sull’immigrazione – vedi, ad esempio, la mia proposta di creazione di un Fondo europeo per l’immigrazione e l’integrazione in http://rivincitasociale.altervista.org/litalia-alle-prese-con-le-migrazioni-moderne/ – fu diminuita dai decreti pochi onorevoli dell’ineffabile Minniti. Questi decreti violano i diritti naturali fondamentali delle genti e dunque i diritti costituzionali italiani ed europei. In oltre, costituiscono una violazione senza precedente del Diritto del Mare. Oltre alla condanna dell’ONU, questi decreti hanno già provocato la reazione della Commissione europea dei diritti, la quale ha chiesto chiarimenti sull’accordo con la Libia. Per colmo, questo avviene nel contesto generale di una demografia italiana ormai negativa. E certo che prima o poi, per il disonore della nostra Repubblica nata dalla Resistenza, la Corte Internazionale di Giustizia sarà chiamata a pronunciarsi.

Nell’assenza di una reale Commissione elettorale (vedi http://rivincitasociale.altervista.org/manca-vera-commissione-elettorale-mafie-operazione-stige-calabria-conflitto-interesse-razzismo-strumentalizzato-ecc-16-gennaio-2018/ ), non fu neanche invocato l’Articolo XII delle Risoluzioni Transitorie e Definitive della Costituzione per impedire la presenza elettorale dei gruppi apertamente fascisti. Non fu invocata la legge contro l’incitazione all’odio razziale e alla violenza contro Salvini o Fontana e altri della Lega. Altri fanno come Di Pietro, il quale giocò a sua epoca lo stesso gioco ma in un contesto meno pericoloso per le classi dominanti, confondendo, da buon giudice, la certezza della legge con la certezza della pena. Ben inteso quest’ultima destinata ai più deboli e sopratutto a quelli costretti alla recidiva per l’orribile gestione dei carceri italiani e per la crudele assenza di attuazione della legge sull’inserimento sociale degli ex-detenuti. Oltre all’articolo citato poco prima, ho denunciato queste strumentalizzazioni filo-semitiche nietzschiane sin dall’inizio nel mio articolo « Le lit du néofascisme » e la sua « Annexe » (vedi la Sezione « Fascisme, Racisme, Exclusivisme » in www.la-commune-paraclet.com ) come pure nell’articolo « Elogio della Ragione e della laicità dello Stato », nella Sezione « Italia » dello stesso sito.)

Perciò, visto i magri risultati di Casapound e di Forza Nuova, potevo concludere che il nostro Paese – cioè, la massa dei nostri concittadini -, pure se ormai sull’orlo di questo precipizio etico-politico, non si è ancora lasciato trascinare nella politica del risentimento fascista razzista usuale alle classi declassate e lasciate senza alternativa. Quasi un terzo dei votanti ha votato 5 Stelle con l’illusione costruttiva di votare per una nuova politica messa sotto il segno dell’onestà e della lotta alla corruzione.

La vera notizia elettorale rimane che la coalizione del centrodestra, malgrado non fu realmente contrastata nella sua strumentalizzazione della paura e della xenofobia, non è più maggioritaria nella società civile. Anche aggiungendo tutti i gruppetti di destra e ultra-destra. Il popolo italiano ha chiaramente voluto spazzarli via come intollerabile ceto parassita, privo di ogni rispetto per i cittadini e interamente distaccato dai loro problemi quotidiani.

Il premio di maggioranza reintrodotto dal Rosatellum con i collegi nominali non ha funzionato malgrado la formazione di una coalizione di destra. Si tratta di una coalizione la cui instabilità congenita fu aggravata dai flussi interni a favore della Lega. Così, i vecchi demoni della politica italiana, corrotti all’osso ma in sintonia con i nuovi « spiriti animali » del capitalismo nuovamente filo-semitico nietzschiano, sono seppelliti – almeno che Di Maio non voglia baciarli per ridarli un transitorio soffio di vita, confrontando i propri membri del 5 Stelle con un autentico caso di coscienza.

Siamo in un momento cruciale per il destino del nostro Paese, in una fase di mutamento tecno-socio-economico e di spostamento elettorale massiccio, cosa perfettamente capita dalle compagne e compagni che hanno suonato preventivamente il raggruppamento dei militati e simpatizzanti della sinistra autentica, sopratutto giovani, lanciando Potere al Popolo.

I nemici di classe nel proletariato dispongono del monopolio delle nuove tecnologie di comunicazione. In oltre, l’Italia rimane ancora un paese di televisione. Il controllo dei flussi di comunicazione furono già pianificati all’epoca di Reagan quando questo Presidente americano neo-crociato costrinse la dimissione del Segretario Generale dell’UNESCO, il senegalese M’Bwo. In previsione dei mutamenti tecnologici già annunciati, l’UNESCO stava allora aprendo la porta ad una negoziazione mondiale per un Nuovo Ordine Mondiale democratico delle Comunicazioni. Similarmente, oggi, Trump lancia una guerra commerciale e impedisce certe fusioni proprio in preparazione della presa di controllo di Internet prima dell’introduzione della 5G, cioè prima della generalizzazione di tutti i « nuovi » prodotti legati all’Internet Object. (Nota: La guerra dei dazi rimanda pure alla paura di vedere lo statuto del dollaro US come prima valuta di riserva internazionale essere spodestato via la nuova quotazione del petrolio in renminbi; vedi I dazi Usa contro la Cina, segno dell’impazzimento dell’occidente, di Pasquale Cicalese* , http://contropiano.org/news/news-economia/2018/03/27/i-dazi-usa-contro-la-cina-segno-dellimpazzimento-delloccidente-0102274 .) Vogliono così mettersi in posizione di monopolizzare tutto il rinnovamento dei parchi esistenti di prodotti vari e degli altri gadget aggiunti.

Le posizioni mediatiche di Salvini rispetto agli immigranti si iscrivano ugualmente nel senso dei referenda consultativi tenutosi senza nessuno contrasto nazionale al Nord – Veneto e Lombardia – con una pericolosa posizione autonomista equidistante dell’Emilia-Romagna. L’oscena demagogia relativa ai « terroni » del Sud servì come una forma di nudging ideata per imporre il federalismo fiscale messo coscientemente in opera senza nessuno studio di impatto preliminare malgrado le mie proteste all’epoca. Per distruggere la nostra « Repubblica una e indivisibile » in posizione di forza la Lega Nord ha dovuto tentare di nazionalizzarsi. La xenofobia diretta contro gli immigranti doveva servire come elemento unificante dal Nord al Sud. Proprio per questo, uno Roberto Maroni aveva cercato di salvare la sua ritirata preventiva immaginandosi già ministro di un governo di destra.

Con Salvini al governo l’Italia andrà a passi rapidi verso la sua distruzione, non solo per causa della flat tax ma peggio ancora per il tentativo di imporre, oltre il già fallito federalismo fiscale, una seria di autonomie regionali calcate, senza necessità storiche giustificabili, sullo statuto di Trento e di Bolzano! Qui siamo oltre la visione più volte storicamente ripudiata dal nostro popolo sin dalla famigerata proposta « svizzera » di Carlo Cattaneo. Non si tratta di semplice ed utile autonomia amministrativa ma di vera e propria devolution di poteri maggiori dello Stato centrale, con una conseguenza diretta già verificata altrove, dai Paesi Bassi, al Belgio ed alla Spagna, cioè la distruzione dei diritti sociali e della solidarietà nazionale. Eppure sono proprio questi gli elementi che costituiscono la base dell’unità nazionale in un mondo altrimenti sempre più interdipendente. ( Vedi http://rivincitasociale.altervista.org/secessioni-europa-delle-regioni-sottomesse-al-capitale-europa-sociale-fondata-sulleuropa-dei-suoi-stati-nazioni-multinazionali-6-ottobre-2017/ ) Di Maio e il M5S debbono pensarci bene prima di imboccare questa strada verso l’auto-distruzione, se non altro perché fu già condannata da un referendum nazionale. Al minimo, si tratta di una scelta da escludere da ogni eventuale programma di governo fondato sopra un accordo 5 Stelle/Lega. Altrimenti sarebbe meglio optare per un governo tecnico prima della tenuta di nuove elezioni. Queste dovrebbero avvenire con la stessa legge elettorale e con la formazione di una coalizione di governo preliminarmente sancita dai membri dei partiti e gruppi partecipati, in modo da creare un dinamismo positivo per cambiare realmente le cose nel nostro Paese. In ogni caso, un tale spostamento a destra non voluto dagli elettori, riporterà alla luce la natura composita del MoVimento pentastellato, aprendo la porta ad un nuovo e massiccio spostamento degli elettori, incluso una buona metà dei membri e simpatizzanti del M5S.

Intravediamo già la fenomenale concatenazione di problemi finanziari ed economici che risulterebbe da questa devolution. Pensiamo solo all’allocazione equa del debito pubblico del quale il Sud e le Isole hanno goduto poco e niente … Questa regressione averebbe in un contesto storico di consolidamento degli spazi nazionali segnalato all’interno della Unione Europea quando la Spagna di Rajoy rifiutò di sottomettersi al regime federalista spinelliano delle condizionalità del OMT. Sin da quello segnale forte pervenuto da Madrid, questa tendenza va affermandosi. Nella EU, i salvataggi bancari italiani, privi di ogni speranza di successo nei parametri neoliberali speculativi attuali, hanno portato al ripudio de facto dei « bail in » e della generalizzazione della Unione Bancaria Europea oltre alle 130 e qualche grandi banche dette sistemiche. L’incredibile idea di un Fondo Monetario Europeo non ha più grande avvenire: in realtà, per quello che riguarda la Grecia e presto l’Italia, siamo già allo stadio dei Clubs di Londra e di Parigi in relazione con i paesi Africani negli anni 80 e 90. Di fatti, la Grecia è già de facto in bancarotta dato che ha bisogno dell’ultima tranche di « aiuti europei » di attorno a 7 miliardi di euro solo per rimborsare gli interessi sul suo debito pubblico senza di che non potrà ristrutturalo a lunghissimo termine, in una deriva verso la schiavitù perenne proposta all’inizio del governo rinnegato di Tsipras dal pitre Varoufakis quando era ministro …

I disaggi socio-economici del neoliberalismo speculativo oltre all’affermazione dei populismi euro-scettici hanno portato a mettere tra parentesi il Rapporto iper-centralizzatore dei 5 presidenti dell’Unione europea. Gli eurobond furono sempre una proposta fuorviante all’immagine del progetto di ammortizzatori sociali europei, il quale avrebbe costato oltre 11 % del suo PIL alla Germania! Il ministero dell’economia europeo, desiderato in modo irragionevole dai federalisti spinelliani per incatenare la Germania invece di ritornare allo spirito delle cooperazioni rinforzate, non potrebbe essere altro che un simbolo senza grandi mezzi finanziari. Oggi, con la guerra commerciale di Trump si realizza con ritardo che il concetto di « interdipendenza asimmetrica » a favore dell’Occidente contermine con l’estensione dei trattati di libero-scambio, era una inettitudine – da me denunciata sin dall’inizio – ma degna di teorici del tipo Joseph Nye e Keohane.

In effetti, gli attuali dirigenti trasversalmente filo-semitici nietzschiani sono ontologicamente incapaci di pensare una globalizzazione mutualmente benefica, fondata sopra una nuova definizione dell’anti-dumping. Questa dovrebbe essere capace di assicurare il pieno-impiego fondato sulla norma del lavoro a tempo indeterminato con tutti i benefici sociali. Essa dovrebbe essere accompagnata dalla riabilitazione della clausola della « nazione la più favoreggiata » per garantire un accesso equo alle risorse nel quadro ragionato dell’ecomarxismo, falsamente interpretato dai neoliberali come « economia circolare ». Questa versione borghese è fondata sulla « decrescita » dell’impronta ecologica dei proletariati e sopra varie misure di disincentivazione tali gli aumenti dei prezzi dell’energia – elettricità, metano, gas e benzina – e sull’introduzione della carbon tax. La sinistra vuole il benessere generale e dunque una crescita continua ma qualitativa e una ridistribuzione delle ricchezze degna del nome. Le narrazioni mirate a diabolizzare il CO2 propagate dai climatologi appaiano sempre più come delle pericolose invenzioni male intenzionate: per quello che concerna i cambiamenti climatici basta pensare alla precessione degli equinozi ed al massiccio rilascio di CO2 contenuto nel permafrost. Questi due fenomeni determinanti sono innegabili ma tenuti artificialmente fuori del « modello » dei falsificatori del GIEC. Ne risulta un credo per le anime semplici e bene intenzionate più nocivo di quello del Concilio di Nicea. ( Vedi http://rivincitasociale.altervista.org/acidification-des-oceans-et-changement-climatique-9-nov-2017/ )

Nonostante, pure ispirandosi ai lepenisti, Forza Italia e la Lega furono costretti ad attenuare la loro cinica demagogia denunciando, con la più cinica ipocrisia, un cattivissimo sistema di accoglienza degli immigrati. Eppure si tratta di un sistema che loro stessi hanno creato ad arte con le varie leggi – Bossi-Fini ecc – adottate prima delle derive malintenzionate di Minniti. Berlusconi stesso si sentì obbligato ad ammorbidire il discorso inventandosi degli immigranti fautori di furti perché senza lavoro. A contrario, se il sistema di accoglienza si comportasse sul modello di Badolato ieri e di Riace oggi, questa demagogia non avrebbe più peso. (Vedi in http://rivincitasociale.altervista.org/litalia-alle-prese-con-le-migrazioni-moderne/ )

In oltre, notiamo che nessuno o quasi ha sottolineato il fatto che ogni rimpatrio costerebbe oltre 4000.00 euro senza potere impedire il ritorno a breve del rimpatriato. Questa difficoltà fa pure astrazione del fatto che per rimpatriare una persona non si deve solo rispettare gli obblighi internazionali relativi allo statuto di rifugiato ma anche sapere dove andrebbe effettuato il rimpatrio dopo avere ottenuto l’accordo preliminare del governo del Paese in questione. Molti migranti non hanno documenti … Questa barzelletta ipocrita e male intenzionata dei ritorni forzati deve essere valutata in relazioni ai fatti sottolineati anni dopo anni dalle Agenzie specializzate dell’ONU: ad esempio, ci dicono che sono suscettibili di mettersi in movimento per ragioni di cambiamento climatico oltre 200 milioni di persone fino al 2050; sappiamo già che oltre 5 milioni di Siriani sono stati costretti alla fuga a causa della guerra neo-crociata imposta al loro paese; questo dramma generale in Medio-Oriente e in Asia Centrale, è oggi propagato in Africa, in particolare nei paesi a forte popolazione musulmana. Nondimeno, invece di accelerare uno sviluppo socio-economico reale in Africa e altrove nei paesi della Periferia, si esportano delle nuove e micidiali crociate che accelerano i movimenti di popolazione, e non si degna neanche aiutare i paesi del Sud, i quali accogliono già la stragrande maggioranza dei flussi migratori.

Il PD paga la sua scelta renzi-gutgeldiana da me denunciata sin dall’inizio nella mia critica del libro del israeliano-americano Gutgeld tirato dalle sue proposte trasformate in programma del partito. Vedi : « Book Review: Yoram Gutgeld, Più uguali, più ricchi, ed Rizzoli, 2013, ovvero un sacco di vecchi cliché neoliberali che non valgono la carta sulla quale sono scritti. » nella Sezione Critiques de Livres-Book reviews del mio sito www.la-commune-paraclet.com . La base del programma era contenuta nella domanda falsamente ingenua di Gutgeld relativa alla differenza tra il lavoro a tempo indeterminato senza Codice del lavoro e il lavoro a tempo determinato, domanda tradotta nel Jobs Act con i risultati ormai noti a tutti. Oltre alla modifica del Capitolo V della nostra Costituzione per permettere la privatizzazione delle partecipate locali in modo centralizzato assieme alla privatizzazione del patrimonio archeologico e artistico del paese, questo programma del PD era fondato sopra un nuovo clientelismo informato dalle analisi americane primitive fatte in termini di winners and loosers. Da qui la pioggia di detrazioni, di agevolazioni ed altri bonus mirati ai vari blocchi sociali da fidelizzare con delle briciole mentre si permetteva l’arricchimento senza precedenti dei 10 % e del 1 % più ricchi e ovviamente pure dei credenzieri stranieri dell’Italia.

Ecco alcuni esempi di questo targeting elettoralistico: gli 80 euro in busta paga ma con contratti bloccati per oltre 7 anni; le detrazioni per le rovinose energie alternative per quelli che pagano sufficientemente IRPEF, mentre si dilapidano miliardi in sovvenzioni per i cosiddetti im/prenditori verdi; idem per i bonus bebè ma senza mai parlare dello sviluppo di un programma di asili nidi pubblico e su scala nazionale; i 500 euro ai giovani mentre l’accesso all’educazione e alle università sempre più privatizzate diventa proibitivo. Il tutto in salsa di un ritorno alla strumentalizzazione della paura e all’arbitrario dello Stato nel quadro delle nuove crociate con la « guerra preventiva » e le sue copie del grottesco Patriot Act. Questo clientelismo, assai peggiore del vecchio controllo ecclesiale, ha giustamente provocato la nausea ai nostri concittadini. John Galbraith aveva già denunciato la politica delle « self-contented classes », oggi parlerebbe probabilmente della loro chutzpah.

Il PD fortemente ridimensionato perde due regioni storiche l’Umbria e l’Emilia-Romagna, svelando l’importanza dell’ondata di fondo che spiega questi risultati in termini di spostamento del voto secondo la logica socio-economica menzionata qui. Le cooperative una volta rosse dell’Emilia-Romagna funzionano oramai come delle imprese private e secondo la stessa logica neoliberale. Hanno sfruttato la deflazione salariale, incluso le tipologie del lavoro precario all’immagine della Lombardia e del Veneto. Perciò cercano anche loro disperatamente un poco di spazio con la fiscalità regressiva. (2) Questo spiega perché molti dirigenti del PD si pronunciano ora favorevolmente per rimanere in opposizione con la speranza di ricomporsi all’immagine del movimento di Macron, En Marche!

Questa scelta neoliberale filo-semitica nietzschiana andrebbe nel senso della fatidica trasformazione del DS, PDS e PD. Questa mutazione genetica vide l’adozione delle primarie per scegliere il leader in un partito composito e la sostituzione dei membri con i nuovi iscritti, sfruttando così l’accesso ad Internet per effettuare un cambiamento nei ranghi della base attiva della formazione politica. Una tale scelta completerebbe la trasformazione ultima in partito degli Asinelli con la speranza di emulare il Partito Democratico americano mentre il sistema bipartisan risulterebbe da una ennesima manipolazione della legge elettorale. La sinistra autentica potrebbe allora ricuperare quello terzo dei votanti PCI del 1987 – sopratutto anziani – che rimane ancora in questo scatolone politico.

Sopratutto al Nord, il PD ha comunque ottenuto buoni risultati nelle zone altamente urbanizzate ma meno nelle piccole e medie città. Questo è probabilmente a mettere in relazione con l’attuale struttura economica-industriale nel Nord Italia. Le poche centinaia di grandi imprese che c’è la fanno sono ovviamente nelle grandi città che funzionano come metropoli-tecnopoli. Sono dunque capaci di offrire – secondo la consueta teoria della localizzazione e delle città tecno-metropolitane – un buono livello di servizi alto di gamma, di servizi pubblici e para-pubblici, di scuole e università, ambiente, sport e cultura.

Le città medie e piccole sono quelle del ormai generalizzato e fallito modello del Nord-Est dove essere piccolo non è più bello. In Germania le imprese hanno in media 35 operai, in Italia meno di 10. Milano fa eccezione ma in modo illusorio, pompando gli investimenti nazionali – 70 % di tutti gli investimenti vanno al Nord mentre la quasi totalità dei fondi europei per il 2014-2020 sono bloccati per comodo della fasulla contabilità dei DEF italiani. Milano mette anche a profitto una pericolosa strategia finanziaria speculativa – tipo Borsa mantenuta privatizzando e quotando le imprese ex-pubbliche e rovinandole nel processo. Iniziative del tipo Esposizione universale vanno in questa direzione. La finanziarizzazione, incluso quella delle fondazioni bancarie, ha pure rovinato le aziende familiari italiani e i loro brand.

Per contro, la municipalità di Milano ha saputo adottare delle misure per migliorare la convivialità – convincendo anche alcuni compagni di ATTAC … – ad esempio con i caffè Internet con WI-FI gratuito ed altre iniziative del tipo, aperte in modo ostentatorio agli migranti che diventavano così meno « visibili ». Nello stesso ordine di idee, nel 1976-1977, la Bologna Rossa offriva accesso a prezzo modico alle mense e alle trattorie – intelligentemente collegate con le coop agricole; offriva pure accesso ai bagni pubblici. Se si vuole avevamo qui uno tipo di nudging intelligente e solidale. (Vedi: « ELEZIONI POLITICHE DEL 4 MARZO : ECCO I RISULTATI A MILANO, Il centrodestra conquista l’hinterland, il Pd prova a difendersi in città dove resta il primo partito, https://www.ilgiorno.it/milano/politica/elezioni-risultati-1.3767262 )

Rimane che l’indotto e sempre più un indotto per grande aziende esteri mentre la parte dell’export verso gli USA è sempre fortemente suscettibile al livello dell’euro rispetto al dollaro. (Con un euro sopra 1.17 dollari USA la nostra competitività prende piombo nelle ali, mentre la Germania rimane competitiva con un euro a 1,50).

5 ) Il significato dell’emergenza di Potere al Popolo: La mia interpretazione idiosincratica.

Vedi : « Potere al popolo, una preziosa risposta all’attendismo », di Giuseppe Aragno http://contropiano.org/interventi/2018/03/10/potere-al-popolo-una-preziosa-risposta-allattendismo-0101636

Ecco la mia visione idiosincratica del processo storico-politico pre e post Brancaccio: ci fu una manovra Zagrebelsky e Rodotà per sovvertire l’idea cardine che ero riuscito a fare passare, cioè che la nostra Costituzione del 1948 doveva essere difesa come preludo alla sua estensione. Sottolineavo che la nostra Costituzione nacque dell’Assemblea costituente teorizzata da Gramsci. Nata dalla Resistenza era in armonia con gli altri grandi testi costitutivi del mondo emerso con la sconfitta del nazifascismo, cioè della Carta dell’ONU e della Dichiarazione Universale dei Diritti Individuali e Sociali Fondamentali. Zagrebelsky e Rodotà iniziarono allora quello che mi sembrò – giudicati voi stessi – una campagna alla rovescia. La Costituzione è bella scrissero – cioè quella già modificata dal federalismo fiscale e dall’Articolo 81 – e dunque la riforma Renzi-Gutgeld andava bene a parte l’Articolo 77 – marginale, secondo me rispetto agli altri aspetti, in particolare la devolution su richiesta delle regioni più ricche. Un’altra cinquantina di costituzionalisti « italiani » ripresero la stessa triviale litania.

Una cosa simile me l’aspettavo. Avevo già reagito, cercando di focalizzare l’attenzione sui veri pericoli della contro-riforma Renzi-Gutgeldiana. ( Vedi http://rivincitasociale.altervista.org/riforma-costituzionale-un-straccio-tipicamente-anti-nazionale-e-spinelliano/ ) Dopo di che scrissi un articolo più dettagliato con lo stesso scopo (vedi http://rivincitasociale.altervista.org/la-riforma-costituzionale-renzi-gutgeldiana-distruzione-del-paese-ad-opera-del-federalismo-competitivo/ .) In questo modo la manovra di questi due non necessitava più altre dimostrazioni. E di fatti, i Comitati per il No in larga parte produssero una critica meritevole di questa controriforma, ricostruendo così in modo molto emblematico quello che si solleva chiamare in tempi migliori l’Arco costituzionale.

Dopo la vittoria referendaria del popolo italiano il 4 dicembre 2016 ho mandato varie email – incluso ai comitati per il no – nei quali spiegavo che la ricostruzione dell’Arco costituzionale era una conquista preziosa che non si doveva dilapidare. Seguì quello che ai miei occhi fu una ennesima manovra di controllo preventivo, ad opera della sinistra del PD – gente senza anima come il resto di questo covo di filo-semiti nietzschiani di seconda classe, l’espressione auto-referenziale di D’Alema essendo quella di « figli di dei minori », ovvero di piccoli « gentili » fratelli …

E dunque ci fu il Brancaccio. Tentativo che saltò perché certi ideatori dell’iniziativa intravidero con spavento l’avvento di una possibile rifondazione della sinistra autentica e delle forze progressive nel nostro Paese. Non fu solo la presenza di Rifondazione comunista che gli apparì come lo spettro della sconfitta di Prodi – uno che secondo Schroeder parlava prima e tentava di pensare dopo, ma che fu comunque uno dei primi ad iniziare la svendita dell’Italia smantellando l’IRI mentre Ciampi ed altri smantellavano il controllo monetario e lo Stato sociale in nome della stessa Europa del capitale. In realtà, la sconfitta di Prodi non fu dovuta al rinnegato Bertinotti ma in gran parte all’epigono di virtù cristiane – ben illustrate dal suo « Campanile » – , cioè Mastella, e, anche prima, da altri in ascolto delle manovre affaristiche-parlamentari di Berlusconi come De Gregorio.

Meglio non parlarne più. Questi sono ormai seppelliti, basterà l’ultima palata di terra alle regionali e alle comunali. Importa pero tutelare e nutrire la preziosa conquista del referendum del 4 dicembre 2016. Rimando qui modestamente alle miei critiche marxiste da paragonare con tante altre.

Potere al Popolo, movimento politico di sinistra autentica in costruzione, deve essere capito e gestito collettivamente come uno soggetto nuovo, eretto contro le leggi esclusiviste del capitalismo, oggi nella sua fase neoliberale monetarista caratterizzata dalla speculazione egemonica.

Detto questo la fine del Brancaccio mise la sinistra del PD in difficoltà, con la paura di essere liquidata nella scelta dei collegi e delle liste dalla clique di ascendenza demo-cristiana atlantista e spinelliana di Renzi-Gutgeld et al.: D’Alema ha fatto bene di non accettarlo e invece di scavarsi la propria fossa pure di affossare la banda infrequentabile di Renzi and Co, che avevano conquistato il PD da destra. Fu un atto patriottico: ha aperto la porta al M5S sapendo bene che il M5S non è ancora un partito di governo e risulta già prigioniero – via un student proxy di Santa Anna – di Stiglitz e della visione del Rapport Attali messo in atto dal reazionario guerrafondaio esagonale Macron. Invece di Gutgeld – vedi la critica nella sezione Critiques de Livres-Books reviews di www.la-commune-paaclet.com – ci sarà servito più o meno la stessa minestra …!

Da notare qui una evoluzione perniciosa del quadro politico, i dirigenti incluso quelli dietro il M5S come Casaleggio e la sua piattaforma Rousseau hanno scelto di affossare la democrazia prevista dalla nostra Costituzione. La nostra Carta fondamentale riposa sulla distinzione tra partiti politici e gruppi di interessi, sindacati e movimenti. Solo i primi potevano pretendere ad entrare nel Parlamento anche con finanziamenti pubblici e con la par condicio politica e mediatica. Il sistema parlamentare partitistico concretizzava il concetto di governo e di democrazia responsabile: se l’Esecutivo è responsabile verso il Parlamento, i partiti erano responsabili verso i loro membri iscritti. Il DS, PDS, PS scelse di distaccarsi dai membri tradizionali e dalla loro ideologia di classe puntando sulle primarie aperte a tutti, puntando dunque sul falso consenso mediatico e Internet. (In un paese dove la penetrazione di internet era e rimane mediocre.) Il M5S andò oltre, con una presunta democrazia internet ma controllata a monte da una piattaforma avvolta nell’oscurità che no da conto a nessuno. E con un clown di professione, il quale dichiarando a volte parecchi milioni con il suo sito, fece cinicamente la job, ovvero il lavoro sporco, per affossare la democrazia parlamentare partitistica italiana, ad esempio trasformando la politica parlamentare e i partiti in lobbie per i ricchi tramite la distruzione del dovuto finanziamento pubblico. A volta, per parafrasare i Vangeli, si attacca la casa per salvare la casta. Gli abusi nel finanziamento pubblico andavano trattati come abusi correggendoli senza sopprimere il necessario finanziamento pubblico e il ruolo democratico della RAI.

Ben inteso, in ambedue i casi si deve fare la differenza tra i membri e simpatizzati e i dirigenti, cioè in particolari quelli non eletti da nessuno. Dopo tutto il PD ieri e il M5S oggi includono un terzo ciascuno dei membri e simpatizzanti del PCI del 1987. ( 9 % andò alla Lega .) Per il M5S non è ancora niente giocato. E il ricambio generazionale può rappresentare una buona indicazione supplementare.

Ad esempio, forse dovuto ai fatti rivelati durante l’ultima campagna elettorale francese relativi al costo proibitivo di varie forme di reddito cittadino, il M5S ha riformulato il suo reddito di cittadinanza come un ammortizzatore sociale che dovrà andare di pari passo con la Riduzione del tempo di lavoro. Questa è una notevole evoluzione. Correggerebbe una contraddizione da me criticata, ma anche formulata dalla Corte dei conti nel suo Rapporto del 2017 rispetto alla non-universalità del sistema previdenziale e assistenziale italiano – alla faccia della Costituzione. Detto questo un REI generalizzato andrebbe bene se contrastato dalla riduzione generale del tempo di lavoro a parità salariale iniziale purché non andrebbero aggiunte le condizioni di risorse all’obbligo di accettare almeno una di tre proposte di lavoro adeguate.

La condizione di risorse porta alla pauperizzazione dei lavoratori e dei cittadini e delle loro famiglie senza nessuna altra ragione se non quella di creare vulnerabilità e subordinazione ideologica e politica. Così facendo induce una disastrosa spirale socio-economica verso il basso. A contrario, la RTT della « gauche plurielle » mostrò come, per una magra somma di 23 miliardi di euro annui, la disoccupazione passò in meno di due anni da attorno a 11 % a un poco meno di 8 %, ristabilendo nello stesso tempo i contributi che finanziano i servizi sociali di accesso universali, le pensioni e la base fiscale. Il Trou de la Sécurité Sociale era quasi sparito, il debito pubblico era sceso a 59 % del PIL, e dalla RTT scaturì spontaneamente una nuova sociologia del divertimento e del benessere. Certo contraria al desiderio della Commissione Trilaterale di Samuel Huntington and Co di mettere fine alle « rising expectations » dei lavoratori e dei cittadini, ma razionale dal punto di vista dell’avanzamento della civiltà democratica.

Il compito della dirigenza politica di uno partito di sinistra consiste a puntare sulle contraddizioni del capitalismo attuale, sulle contraddizioni e su i limiti prevedibili dei programmi e delle politiche dei partiti mainstream sfruttandoli per ricostruire la democrazia politica e sociale nel nostro paese, appoggiandosi anche sulle potenzialità di mobilizzazione dell’Arco costituzionale. La base di un tale posizionamento rimane l’ancoraggio nell’analisi scientifica, dunque nell’egualitarismo, cioè il materialismo storico.

Quelli che pretendono essere anti-capitalista senza essere marxista sono o ciechi o fraudolenti o semplicemente dei « pitre ». Detto questo, il materialismo storico deve concentrarsi sull’analisi del mondo reale di oggi. Leggendo B. Croce, Gramsci scrisse che si doveva fare per questo teorico borghese e liberista quello che Marx aveva fatto per Hegel. Dobbiamo guardare avanti e immaginare il mondo a venire. La mobilizzazione di tante nostre compagne/i più giovani è di buono auspicio.

Oggi, un terzo dei voti del PCI e andato al 5 Stelle: li c’è un nostro bacino, senza dimenticare il 9 % che andò alla « Lega ». Ad esempio, dobbiamo essere capaci di proporre, oltre la riduzione del tempo del lavoro, la ricostituzione di cooperative pubbliche gestite democraticamente ed appoggiate da banche pubbliche. Questa strada servirebbe per riordinare le piccole e medie imprese del Nord purché la forma cooperativa sappia essere verticale – commercializzazione, esporto ecc – oltre che orizzontale. Come insegnano i fatti, l’iper-ammortamento, il super-ammortamento, l’abbassamento vario del cuneo fiscale forse aggravato fra poco con la flat tax, privilegiano sopratutto le grandi imprese. Nel Sud e nelle Isole serve pure un polo finanziario pubblico per sostenere le cooperative e le imprese con prestiti bancari a bassissimo costo e medio e lungo raggio. In oltre, nel rispetto della Costituzione serve una misura rivendicata dal Comitato Cittadino per il Lavoro Dignitoso, cioè, nel rispetto della Costituzione, l’intervento dello Stato ai vari livelli nazionale, regionale e municipale per avanzare il necessario cofinanziamento alle cooperative e enti pubblici necessari per attingere ai fondi europei. Sapiamo che solo 3,16 % dei 35 miliardi di euro in Fondi europei previsti nella programmazione 2014-2020 son stati attribuiti. Siamo già nel 2018! In questo modo col l’obbligo di presentare a tutti i livelli dei piani regolatori del territorio si potrebbe mettere in modo uno modeste ma cumulativo processo di sviluppo locale, regionale e nazionale, a fortiori se nella scelta dei progetti da sostenere pubblicamente si badasse alle sinergie ed all’impiego prodotti. In effetti, la voce dei bilanci ai vari livelli statali dovrebbe essere gestita in questo modo, nel rispetto dell’economia mista, per assicurarsi che i fondi non siano, come di consuetudine da noi, rinviati indietro. Collegando nuove forme di cooperative e Fondi Operai, nel mio saggio Eléments (1997) inserito in Tous ensemble avevo scritto in omaggio a Jean Jaurès, « L’heure de Carmaux est arrivée ». Se la « gauche plurielle » aveva avuto il tempo di andare in questa direzione, sarebbe stato un passo di civiltà difficilmente reversibile.

6 ) Una nota sullo spinning e sul nudging.

All’origine la democrazia borghese era maschilistica e censitaria – cioè, ristretta a quelli pochi centinaia di mille maschi adulti che possedevano proprietà private sufficienti per parare il censo. Alcune trace di questi arcaismi rimangono con la residua rappresentanza femminile nel Parlamento italiano – attorno al 30 % – e con lo spostamento dell’età elettorale a 25 anni per li elettori del Senato. Il suffragio universale fu una grande conquista democratica. Scatenò subito l’odio delle classi dirigenti e dei suoi teorici e gran maestri come Nietzsche. Sappiamo l’odio di quest’ultimo per la forza del numero. L’espressione democratica e culturale della maggioranza, cioè del proletariato in quanto etimologicamente privo dei suoi mezzi di produzione, doveva dunque essere sovvertita tramite una gestione appropriata dello Stato borghese e degli suoi Apparti di Stato, incluso le strutture del pluralismo democratico borghese. Ecco una citazione che riassume questa strategia:

« Nel 1872, Emile Boutmy creava Sciences-Po attribuendoli una missione chiara: «Costrette di subire il diritto del più numeroso, le classi che si denotano loro stesse più elevate possono solo preservare la loro egemonia politica invocando il diritto del più capace. Così, dietro il muro di cinta collassato delle loro prerogative e della tradizione, il flusso della democrazia deve essere ancora ostacolato da uno secondo baluardo fatto di meriti eclatanti ed utili, di superiorità il quale prestigio si impone, di capacità che possono essere scartate solo con follia. » (traduzione mia) In Quelques idées sur la création d’une Faculté d’enseignement supérieur, 1871 (sic), citato da Piketty (2013, p 782.)

Notiamo intanto che il cittadino Boutmy parlava ancora in termini di meriti repubblicani reali e utili, verificati tramite esami e concorsi. Non gli sarebbe mai venuto in testa l’idea di un sistema fondato su scuole private che selezionano i loro studenti sulla basa del loro « pedigree » e della loro capacità di pagare spese di inscrizione eccedenti da gran lungo il salario mediano.( Vedi: http://www.la-commune-paraclet.com/EPI%20TWOFrame1Source1.htm#marginalismosocialistaepitwo )

Oggi, la grottesca sovra-rappresentanza di alcuni ovunque in Occidente dimostra che la selezione procede a dispetto della Legge dei Grandi Numeri. Il povero Boutmy non avrebbe mai potuto concepire un tale sistema e nemmeno l’oscena generalizzazione dello spinning e del nudging culturale e politico.

La scienza, cioè il materialismo storico, sa che le narrazioni sono ai fatti concreti come le percezioni alla realtà. Le scienze cognitive insegnano che le percezioni più ancorate vengono fatalmente rimesse in causa in modo incrementale oppure in modo brutale dato che il divenire storico procede fuori di esse. Il materialismo storico fondato sulle tre dialettiche – della natura, della storia e d’insieme, vedi la mia Introduzione metodologica – è capace di afferrare la realtà in divenire e dunque di esporre le contraddizioni teoriche e concrete delle pratiche borghesi, incluso lo spinning ed il nudging.

Per orientarsi bisogna tenere in mente che la logica dell’accumulazione del capitale rappresenta sempre l’essenziale perché è sempre determinante ma contraddittoria. Perciò, la logica sistemica è quella magistralmente rivelata dalla struttura del Capitale di Marx – da me ripresa, ad esempio, nella mia Introduzione metodologica e nel mio Compendio di Economia Politica Marxista. Cioè, il Libro I e l’analisi dei rapporti di sfruttamento – con le forme del contratto di lavoro al suo centro; il Libro II con i rapporti di distribuzione, cioè la logica sistemica delle Riproduzioni Semplice ed Allargata o in termini borghesi del equilibrio stazionario o dinamico; e il Libro III per l’analisi dei rapporti giuridici, in particolare la forma politica e sociale della ridistribuzione, il che rimanda simultaneamente alla forma prevalente del contratto di lavoro e alla lotta e alle alleanze di classe, di conseguenza all’analisi delle forme dello Stato (o epoche di ridistribuzione). Il Libro 4 rimanda alla storia della disciplina e dunque oggi anche all’evoluzione delle falsificazioni marginaliste con i Premi Nobel utilizzati per legittimarle agli occhi delle masse, e troppo spesso agli occhi dei studenti e dei professori. Le contraddizioni del modo di produzione capitalista non sono risolvibili perché è anch’esso un modo storicamente datato, ma possono per contro essere gestite tramite la lotta di classe e le mediazioni – in modo concreto questo rimanda alle varie epoche del modo di produzione capitalista. Al minimo, dobbiamo sempre avere chiaro in mente il processo di accumulazione e dunque anche il tipo prevalente di inserzione della nostra Formazione Sociale nell’Economia Mondiale Capitalista e dunque anche europea.

Detto questo, malgrado la globalizzazione, la formazione del valore di scambio avviene al livello nazionale e a volte sopranazionale – EU con la sua divisione dei poteri, ecc. Paradossalmente, lo Stato (sociale) minimo dei neoliberali – nazionale o sopranazionale che sia – è sempre più utile alla borghesia. Non può essere trascurato perché rimane, in effetti, lo spazio decisionale dove si decide secondo la legge del numero la forma dei tre rapporti – sfruttamento, distribuzione, ridistribuzione dello Stato. La forza del numero rinvia all’odio rabbinico-nietzschiano ed esclusivista di ogni genere di demo-crazia. Come ben sapiamo, la democrazia borghese, all’origine censitaria, riesce a sovra-determinare la democrazia del numero con quella della proprietà privata. Questo avviene tramite il suo controllo degli Apparati di Stato- incluso il modo di scrutino, il disegno delle circoscrizioni e collegi elettorali e il dominio delle università ed istituti come pure della diffusione di massa tramite le media.

Le teorie dello spinning e del nudging non sono affatto nuove. Seguirono sopra tutto a Chicago il destino degli arcaici filosemiti nietzschiani come von Mises, Hayek, Friedman e tanti altri di questa farina. Esistono varianti più o meno ciniche. Thaler stesso non sembra tanto convinto dall’utilizzazione della sua teoria troppo indirizzata alle disuguaglianze. Fatto sta che queste teorie rimandano all’egemonia del behaviorismo nei Stati-Uniti. Questo non risparmiò la « dismal science » che vide tanti comportamentisti – l’epistemologo Koyré direbbe « empirici Baconiani » al meglio – come Boulding, oppure un maestro del nudging prima che si inventasse il nome, Veblen. Questi immaginò le competizioni tra vicini appartenenti alle middle e upper-middle classes per l’immagine ostentata tramite il consumo, « dunque » tramite il proprio standard di vita, il tutto appoggiato delle varie riviste volgarmente materialiste ma ad ampia diffusione (ad esempio Life, una rivista che, a suo tempo, avevo intrecciato corone a Mussolini). In psicologia e nelle scienze cognitive fu ancora peggio, provocando altrove nel mondo delle critiche più che giustificate. In Francia, questo behaviorismo arcaico era propagato da H. Laborit provocando una maestrale critica del grande direttore cinematografo Alain Renais nel suo « Mon oncle d’Amérique » ( https://www.youtube.com/watch?v=FQcC-VB_W-s ; in italiano https://www.youtube.com/watch?v=92AefYfYDMM ). Renais sapeva la differenza tra animali e umanità, sapeva l’importanza dello divenire storico della coscienza umana e non sottovalutavo la forza dell’amore!

Queste derive arcaiche erano in fondo versioni soft dell’« élan vital » del reazionario Bergson, filosofo contrario a quello che chiamava la « filosofia geometrica » – cioè, moderna, anti-esclusivista e laica. Nelle loro peggiori versioni nietzschiane danno oggi sbocco alla legalizzazione della tortura – sotto controllo medico (sic!) secondo le pratiche israeliane – con dei grossolani pitre ebrei-americani ed di altre origini come Dershowitz, il quale mantenne la sua posizione accademica … Per quello che riguarda il ruolo della psicologia di derivazione rabbinica-nietzschiana ideata per normalizzare la gente, in particolare i cittadini dei cosiddetti popoli « gentili » come classi subalterne, rimando al capitolo sul soggetto nel mio Contra-pitre nella Sezione Italia di www.la-commune-paraclet.com . Questa psicologia del dominio delle masse, pensata per sostituire il rabbino e il confessore gesuita o altro con il psichiatra borghese, fu propagata da Freud con più successo del fascista Jung.

Il contesto culturale è questo. Per essere esaustivi basta aggiungere l’etnologia e antropologia americana di quelli anni – comunque sempre dominata ed influenzata dai diparti delle forze armate – che vedevano il capitalismo diacronicamente e sincronicamente ovunque, nelle società potlach come a Wall Street. L’insieme dell’approccio era funzionalista e teleologico. L’ultima sequela, emersa nel quadro della guerra preventiva, si iscrive nell’odiosa e strumentalizzata distinzione tra « nichilisti militanti » facilmente strumentalizzati da una parte e dall’altra gli auto-designati « nichilisti svegli ». Fu proposta dal pitre Glucksman, un tizio che come, Bernard-Henri Lévy, Negri ed altri di questa farina, pensava pure riuscire a passare per « marxista » dopo la morte di Althusser, una mistificazione pensata da questi « Nouveaux philosophes » come il loro contributo personale nel cosiddetto Grande Gioco di Brzezinski ed altri. La critica completa si trova nel mio Pour Marx, contre le nihilisme, liberamente accessibile nella sezione Livres-Books del mio primo sito www.la-commune-paraclet.com .

In economia, il nudging, assieme all’economia comportamentale, è fortemente influenzato dai dirigenti israelo-americani strettamente legati al Pentagono, tipo il grossolano e criminale pitre Daniel Kahneman ed altri come lui. (Non sorprende che Jean Triole si sia messo alla sua scuola …) Se Friedrich Taylor concepiva il lavoratore come un « trained gorilla », questo ebreo-americano pericoloso ha tendenza a giudicare i comportamenti della gente secondo le sue proprie turpitudini. In effetti, in behavioriste arcaico, arrivato tardi alla conoscenza del pubblico, considera la gente come animali incluso i traders, sopratutto maschi. Come per il pitre Mandlebrot non gli viene neanche in mente che i « dati » del Dow Jones sono epifenomeni di secondo ordine … Eppure, stranezza da considerare alla luce del Vangelo, sembra avere due occhi al contrario di Moshe Dayan. Il suo è un mondo ben rappresentato da Planet of the Apes. Nello stesso ordine di idee, oggi, con i filo-semitici nietzschiani come Jeff Bezos a Amazon si cammina a gran passi verso l’Isola del Dr. Monreau!!! (Vedi, ad esempio, https://www.youtube.com/watch?v=8NZZxOJaV30 ). Ben inteso con i Muri dell’Apartheid e la palestinizzazione dei popoli « gentili ».

Il nudging è usualmente illustrato con l’esempio delle mostre della frutta messe ad altezza di occhio nei supermercati e da tutta l’evoluzione del marketing. Nei centri commerciali nord-americani connetti alla metropolitana i percorsi dall’entrate verso i treni e vice-versa vengono calcolati per forzare il passaggio dei viaggiatori davanti il più gran numero possibile di magazzini e di botteghe. Nel campo dell’urbanesimo, ad esempio, si usano dei dossi o meglio ancora dei radar pedagogici. Avete tutti i mente esempi di misure o azioni più o meno legali per indurre un dato comportamento. Certamente come me siete molto annoiati quando, poco dopo avere effettuato una ricerca Internet – ad esempio, per un B&B o un libro – di vedere apparire soggezioni pubblicitarie non richieste ma mirate sulla vostra Home Page, ogni volta che vi connettete.

Ma i cookies non servono solo a questo. Esiste una realtà più cinica e spesso criminosa. Sin dall’inizio Google lavora mano in mano con i servizi americani ed altri. Come è oggi ovvio, il Facebook dell’ebreo-americano Zuckerberg fa ancora peggio, abusando della sua aperta violazione della concorrenza, dato che non si può leggere un sito Facebook senza essere iscritto. Questo crea un intollerabile « captive market ». (La UE complice ha ignorato la mia critica, vedi http://rivincitasociale.altervista.org/lettera-aperta-alla-commissaria-europea-margrethe-vestager-si-prega-mettere-un-termine-alla-captive-market-strategy-delle-gafa-ed-imprese-simili/ )

La connessione sin dall’inizio tra Intra-net, Internet e la NSA, la CIA ed il Mossad è ovvia a tutti. Lo stesso vale nella Unione Europea. Già al livello della produzione dei hardware e dei software ci sono delle backdoors che permettono l’intrusione dei servizi. Questa intrusione non è sempre giustificata da ragioni legittime legate alla sicurezza nazionale ma che comunque, in uno Stato di diritto, dovrebbero rimanere strettamente sotto il controllo della Magistratura e del Parlamento – cosa non più vera con la cosiddetta « guerra al terrorismo » filo-sionista nietzschiana. Usualmente , il terrorismo è oggetto per la polizia e per le procure certo non per le forze armate … almeno che non si voglia terrorizzare i cittadini stessi, dimenticando le distinzioni sartriane tra terrorismo individuale, economico o di Stato.

La parte la più cinica di queste nuove manipolazioni ideate all’insegna del nudging concernano gli esperimenti online ispirati da Philip Zimbardo e peggio ancora. Con il profiling e la sorveglianza 24 ore sopra 24, e con il potere intrusivo esercitato con impunità nella privacy e l’intimità della gente, si procede all’implanting ed a manipolazioni mirate per forzare le vittime al passaggio all’atto. Cosa molto frequente nel quadro dei moderni « anni di piombo » in uno Occidente nuovamente filo-semitico nietzschiano. Le vittime così costrette al passaggio all’atto hanno per definizione torto, visto che la manipolazione rimane occulta ma effettuata nel quadro dell’analisi di Emile Durkheim sull’anomia: In breve, la maggioranza si sottomette alle leggi anche se ingiuste perché vede i contravvenienti puniti: l’ubbidienza sadomasochista è la sua perversa ricompensa. Basta ricordare il contributo del generale Desportes e di altri nel stabilire che l’ISIS o Daesh fu una invenzione della CIA, del Mossad e dei servizi a loro subalterni. Anche il fenomeno dei cosiddetti « blowbacks » è manipolato così, ma, come si sa, a volte i golem scappano al controllo dei loro perversi creatori. Non di meno nella strategia della paura al quotidiano, e nel contesto dei moderni spinning e nudging, servano anche questi al sistema di dominio nuovamente crociato (Vedi http://rivincitasociale.altervista.org/strategie-de-la-terreur-paris-vendredi-13-novembre-2015/ )

Ecco di nuovo il commento da meditare: « Basta – dopo il profiling – inviare messaggi ad un uomo identificato come eterosessuale repubblicano a tendenza paranoide una informazione ansiolitica sopra l’immigrazione per orientare il suo voto verso Trump. E degli articoli veri o meno sulla corruzione dei Clinton ad un elettore un poco depresso di Bernie Sanders per convincerlo di astenersi » riassume Fabricio Epelboin. » in États-unis. 200 millions d’électeurs fichés, profilés via Facebook, Pierric Marissal, Mercredi, 21 Mars, 2018 L’Humanité (traduzione mia) in https://www.humanite.fr/etats-unis-200-millions-delecteurs-fiches-profiles-facebook-652433 .

In breve, il profiling è ormai corrente e commercializzato con il big data ecc senza nemmeno essere immune all’orrore della sostituzione delle correlazioni per delle cause. E anche fortemente controllato e manipolato dai servizi di sicurezza ma, oggi, anche dai poteri forti aziendali o altri, ad esempio Breitbart News, senza dimenticare gli apparati legati alle potenti bande di mercenari privati. Nel caso di Cambridge Analytica è solo la punta dell’iceberg. In questo caso fu denunciato il metodo con il quale il profiling veniva utilizzato per strumentalizzare il comportamento degli utenti di Facebook alla loro insaputa. Se si vuole, questo incarna la generalizzazione al quotidiano e in real time degli esperimenti di Philp Zimbardo, ma nell’impunità quasi totale.

In effetti, si tratta di un nuovo sistema di controllo sociale anti-democratico e anti-storico fondato sulle nuove tecnologie. Funziona in parallele con la creazione di una Shoah esclusivista ideata per obliterare – anche nell’Italia della Sarfatti e del suo Duce – la memoria di tutte le altre vittime e della Resistenza comune al nazifascismo. Si crea così un nuovo peccato originale ad uso esclusivo dei popoli « gentili » per onorare unicamente le vittime ebree nella logica razzista di Schindler e del suo contabile ebreo Stern. Non scappa a nessuno che questa nuova doxa mira anche ad occultare la sovra-rappresentanza e la falsa rappresentanza in una società occidentale nuovamente crociata e sempre più oscenamente disuguale. Tutto questo fa parte del nuovo sistema di dominazione che i filo-semiti nietzschiani cercano di istituire e di generalizzare contro le Costituzioni e contro la democrazia dei Stati moderni, in particolare occidentali, per legittimare i loro insopportabili e insostenibili privilegi. Avete tutti in mente la condanna fuorviante delle Costituzioni democratiche da parte della banca JP Morgan ( « Ricetta Jp Morgan per Europa integrata: liberarsi delle costituzioni antifasciste » in http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/19/ricetta-jp-morgan-per-uneuropa-integrata-liberarsi-delle-costituzioni-antifasciste/630787/. )

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